Capitolo 191

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<<Tu- tu non puoi più trasformarti, Harry.>> disse Louis in un sussurro. Sembrava davvero spezzato e spaventato, e Harry in quel momento desiderava solo che tutti in quella stanza sparissero per lasciarli soli. Poi lo avrebbe abbracciato. Stretto a sé fino a togliergli il respiro.
<<Voglio dire- sei guarito, no? Lo abbiamo visto tutti. >> continuò, sembrando sul punto di piangere. Nessuno rispose. >>Non- non è vero, Harry?>>
<<Io...>>
<<Dimmi che non stai seriamente pensando di innescare la trasformazione. Dimmi che è tutto un fottuto scherzo.>> biascicò il castano, cominciando a indietreggiare. Harry fece qualche passo verso di lui.
<<Lou, ascoltami...>>
<<No!>>gridò l'altro, e senza aspettare un secondo di più corse di sopra.
Il cuore di Harry fece in tempo a sbriciolarsi per qualche secondo buono, prima che il suo corpo ricominciasse a muoversi.
<<Harry, aspetta!>> esclamò Simon. Il riccio si voltò un attimo, solo per vedere il castano intenso degli occhi di suo "fratello".
<<I-io...devo parlargli.>> balbettò, il cuore che faceva sempre più male ad ogni battito. Lasciò i suoi amici nella cantina senza voltarsi mai indietro.

Simon rimase immobile sul divano, ancora più stanco di prima e con i muscoli a pezzi. Forse fu solo in quel momento che si rese conto di quanto effettivamente fosse cresciuto il ragazzo. Dal modo in cui aveva guardato Louis, forse; e anche da modo in cui il suo corpo era scattato quando il ragazzo era scappato via.
Non era più il ragazzino impaurito che era arrivato tempo prima, con i ricci sparpagliati ovunque e gli occhi sempre lucidi e quella folle paura dei bagni.

Ora era un uomo.

No, era un uomo innamorato, disposto a fare qualsiasi cosa per tenere al sicuro il ragazzo che amava. E quello forse era anche peggio.

Harry aveva il fiato corto quando raggiunse la loro camera. Louis era disteso sul letto, il viso immerso nei cuscini che attutivano i singhiozzi e le parole senza senso che stava biascicando. E lui dovette respirare un attimo prima di riuscire a capire quello che voleva fare perché improvvisamente c'era troppo da dire, troppo da pensare, e un miscuglio di Ti prego perdonami e Non odiarmi amore mio non odiarmi e Dio, non mi perdonerò mai per tutto il dolore che ho portato nella tua vita offuscarono la sua mente. Ma fu un attimo, perché poi si sedette sul letto e allungò le braccia per raccogliere il corpo di Louis.
<<Shhh.>> sussurrò, cercando di farsi sentire. <<Shhh, ehi- è tutto a posto. Vieni qui.>> sussurrò piano, come se Louis fosse di vetro e potesse spezzarsi. Fece scivolare le sue braccia sotto al suo corpo per sollevarlo, ma quando riuscì finalmente ad aiutarlo a mettersi a sedere, Louis cominciò a spingerlo via.
<<No.>> diceva ad alta voce. Harry non riusciva a capire se il castano era più arrabbiato o più semplicemente devastato. <<No, H-aery vattene. Vattene, hai capito? Non voglio che mi stringi. Non voglio le tue parole. Voglio solo che mi lasci in pace!>>
Louis prese a spingerlo via, e Harry pensò di non averlo mai visto così. Avevano litigato altre volte, quello era certo, ma mai così. Quello che squarciò in due il petto del riccio assomigliava tanto a una lama affilata, ma non c'era niente di solido lì, piantato nel cuore. Era solo dolore. Dolore che sentiva nel momento in cui vedeva gli occhi di Louis.

<<Lou ehi. Non- calmati, va bene?>>
<<No che non mi calmo!>> gridò il ragazzo. Harry cercò disperatamente di stringerlo a sé, ma Louis cominciò a dargli pugni decisi sul petto. E lui sarebbe anche scoppiato a ridere in quel momento, perché il castano non gli stava assolutamente facendo del male, ma il suo cuore spezzato gli impedì persino di sorridere. Non ci riuscì proprio.
<<Avevamo trovato un modo per guarirti, Harry! Non- non puoi gettare via tutto così!>> ripeteva, continuando a colpirlo. <<Non puoi lasciarmi ancora. Non puoi. Ti- ti prego...>>

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