Capitolo 180

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{Tratto dal Libro: The story of my life}
C'era una volta un certo Wattcoso che eliminò un paio di storielle, di cui una molto carina: Wherever Will You Go. Ovviamente una ragazzuola iniziò a bestemmiare in aramaico antico (cosa che non avrebbe mai fatto), fin quando non decise di uccidere Wattcoso.
Miracolo avvenne quando, tra una mail e un'altra, la ragazzuola venne tranquillizzata. Ben presto tutto sarebbe tornato alla "normalità".
E così avvenne.
Giustamente la mezza rossa, nonostante abbia risolto il problema, decise di pubblicare un certo capitolo la domenica seraaa.
Fineeee.



















Louis insistè per guidare la macchina di Harey quella sera, e i due ragazzi rimasero in silenzio per tutto il tragitto, le loro mani che scivolavano di tanto in tanto trovandosi vicino al cambio. Intorno a loro era scesa la sera e il cielo era pieno di piccole stelle, e il castano si rese conto con un vago sorriso che quel pomeriggio aveva avuto ragione: c'era una notte serena.

Guidò attraverso piccoli sentieri tra i boschi, in luoghi che Harry ricordava vagamente perché con molte probabilità era stato lì solo da lupo. Volle fidarsi fino in fondo del ragazzo e lasciò che lo portasse ovunque lo stesse portando, cercando nel frattempo di dimenticarsi dell'ulteriore crisi che aveva avuto prima in cucina.

Il punto era che si sentiva come in bilico sopra una corda appesa in alto, troppo in alto, e ogni volta che Louis lo guardava in modo diverso o cominciava a pensare a tutto quello che avevano perso, Harry non riusciva proprio a non cedere e sentire il proprio corpo sgretolarsi in piccoli pezzettini. Per fortuna poi arrivava lui, che con la sua voce e le sue mani calde lo teneva in vita. Per fortuna che c'erano le sue labbra e il suo corpo che lo tenevano ancorato alla realtà.

Louis parcheggiò in un punto del bosco piuttosto buio, e il riccio pensò che molto probabilmente si fosse sbagliato e stesse cercando di capire dove andare. Ruotò la testa di lato per poter notare sul volto dell'altro un minimo cenno di perplessità, rendendosi conto subito dopo che invece era molto più che tranquillo. Si slacciò la cintura di sicurezza con un vago sorriso.

<<Eccoci, è questo il posto. Adesso scendo un attimo per vedere una cosa, tu resta qui, va bene?>> disse Louis con una voce che sembrava miele sciolto, e Harry non riuscì a dire niente di rimando perché le labbra del ragazzo si poggiarono sulle sue, veloci e calde e ricche di promesse, e quando il riccio riaprì gli occhi dopo il piccolo bacio, Louis era già sceso dall'auto e si stava incamminando verso gli alberi.

Okay, non sarebbe comparso nessuno con una motosega, vero? Perché Harry non aveva visto molti film dell'orrore nella sua vita ma nei pochi che era stato costretto a guardare per colpa di Ashton e Simon compariva sempre un tipo da dietro gli alberi e faceva una strage, e-

Louis tornò quasi immediatamente dopo con un sorriso talmente luminoso sul volto da sembrare una piccola stella caduta dal cielo, scesa apposta per illuminare la vita di Harry. Il ragazzo aprì la portiera dell'auto dalla sua parte e battè entusiasta le mani.
<<Okay, è tutto a posto! Uhm, tesoro- ti metteresti qualcosa sugli occhi? Vorrei che fosse una sorpresa.>> spiegò il castano, quando si accorse che l'altro nel frattempo aveva alzato un sopracciglio.
<<V-vuoi che mi metta una benda?>>
<<Sì. Voglio dire- so che sembra assurdo ma...puoi fidarti di me? Non ti accadrà nulla, promesso.>> mormorò piano Louis, tirando fuori da uno dei tanti scompartimenti della macchina una fascia che Harry aveva dimenticato dentro chissà quanto tempo prima. Il riccio ridacchiò mentre osservava Louis lisciare sotto le dita la stoffa della fascia.
<<Sei così bello, Lou...>> sussurrò piano Harry, pensando che il castano diventasse davvero molto più che stupendo con quella luce negli occhi che gridava entusiasmo. Era una delle parti di lui che avevano fatto innamorare Harry dal primo momento. Si sporse per potergli dare un lieve bacio sulle labbra, un accenno di tocco, ma il castano si spostò quasi immediatamente.
<<Ehi, non distrarmi!>> si lamentò arricciando il naso. <<Ecco qui.>> sussurrò dolcemente, ignorando il broncio che l'altro aveva tirato fuori per il bacio mancato. Gli sistemò la benda sugli occhi ridacchiando quando si accorse quanto effettivamente ridicolo fosse quella fascia, ma non riuscì a dire nulla a riguardo. Si avvicinò alla guancia di Harry per lasciargli un bacio, e poco dopo un tenero sorriso increspò le labbra del ragazzo.
<<Non vedo l'ora che tu la veda, Haz. E' così bella, non hai idea.>> mormorò con entusiasmo Louis, trascinando il ragazzl fuori dalla macchina e tenendogli stretta la mano in modo che lo seguisse.
<<Non so di cosa stai parlando, ma sono sicuro che mi piacerà, se ti rende così entusiasta.>> disse di rimando, stringendo forte le dita di Louis e lasciando che lo portasse ovunque volesse. Non camminarono molto; dopo qualche istante, il riccio percepì l'altro fermarsi davanti a sé. Due braccia calde gli avvolsero i fianchi e poco dopo avvertì il mento di Louis sulla spalla, il suo fiato caldo e rassicurante che gli sfiorava il collo, stordendolo e facendo sì che i battiti del suo cuore accelerassero di colpo.
<<Va tutto bene.>> disse piano dandogli un piccolo bacio sul lobo. <<Puoi guardare adesso.>>

Harry sentì le dita del castano lavorare con la sua specie di benda, e qualche istante dopo finalmente questa scivolò di lato permettendogli di vedere cosa esattamente avesse davanti.

E  desiderò aver aperto gli occhi con molta più calma, perché uno spettacolo del genere meritava di essere assimilato senza fretta, e non tutto in una volta. Mille e mille luci si scagliavano del cielo, tutte diverse e di colori pazzeschi, viola e verde e ogni tanto azzurro che diventava giallo, e  per un attimo si ritrovò senza fiato perché non aveva mai visto così tanta bellezza, se non negli occhi del ragazzo che amava.

Louis lo aveva portato a vedere l'aurora boreale.

Era interessante il fatto che non l'avesse mai vista prima. In tutti i suoi anni di vita ne aveva sentito parlare ma non era mai stato così fortunato da essere umano nel periodo giusto per alzare gli occhi al cielo e perdersi in quel gioco di sfumature irreali e meravigliose. E probabilmente quello spettacolo sarebbe rimasto nel suo cuore per sempre, proprio come la sensazione delle braccia di Louis attorno al suo corpo e del suo respiro caldo che lo faceva sentire al sicuro.

<<Ti piace?>> sussurrò piano il ragazzo, una vena di emozione nella voce. Harry perse un battito di cuore.
<<S-sì. E'...è da togliere il fiato, Lou.>>  balbettò il riccio, le labbra che si allargavano a formare un sorriso immenso. Spostò le braccia in modo da posarle sopra a quelle dell'altro che a sua volta gli avvolgevano lo stomaco.
<<Sì, è davvero qualcosa di straordinario. E' incredibile, no? Che ci sia concesso di vedere qualcosa di così meraviglioso.>> disse Louis proprio lì, vicino al suo orecchio, la sua voce calda e roca e intima, tutta loro. <<Da piccolo i miei mi ci portavano spesso a vederla, perché a mia madre piaceva fare le foto. Una volta mi insegnò anche come fare perché le luci in fotografia fossero migliori.>>

Louis sembrava lontano anni luce ormai, perso nei suoi ricordi, e Harry ruotò appena il capo per potergli guardare il volto. Era davvero più che meraviglioso.
<<Poi mia madre se ne andò, e mio padre non riuscì più a portarmi qui.>> ammise piano, abbassando lo sguardo. Sembrava un pochino triste, così il riccio appoggiò la fronte al suo mento sperando di potergli dare un minimo di calore.
<<Non hai idea di quanto mi renda felice che tu abbia condiviso questo con me.>> sussurrò piano Harry. E in quel momento scomparì ogni cosa: i loro problemi, tutte le lacrime di quel pomeriggio, i loro cuori spezzati. Louis lo strinse più forte e gli baciò i capelli.
<<Non hai idea di quanto io sia felice in questo momento per aver deciso di portarti qui.>> disse piano, la voce come un soffio.

Harry sorrise anche se Louis non poteva vederlo. <<L'aurora boreale mi ricorda i tuoi occhi.>> mormorò senza pensare. Era vero. Soprattutto quando il celeste sfumava nel grigio e incontrava il blu della notte. Sì, decisamente tutti quei colori gli ricordavano gli occhi di Louis.
Il ragazzo ridacchiò. <<D-davvero?>> chiese timidamente, e Harry avrebbe solo voluto fregarsene di tutto e stringere il ragazzo così forte da imprimerselo sulla pelle, impedendo al freddo di portarglielo via di nuovo.
<<Sì. Davvero.>> disse infine.
<<Potrai venire qui allora, quando sentirai la mia mancanza.>> continuò Louis. Harry si irrigidì appena tra le sue braccia, ma non trovò la forza di piangere. Aveva pianto decisamente troppo quel giorno e non voleva sprecare un minuto di più di quelli che gli venivano concessi accanto a quella persona meravigliosa che lo stava stringendo. Si limitò ad annuire, mordendosi appena il labbro.

<<Non mi abituerò mai al dolore. Farà sempre troppo male lasciarti andare, e ogni volta mi mancherai di più.>> sussurrò Harry, sentendo il cuore diventare improvvisamente più pesante. Stavano finalmente parlando del loro futuro ed era una cosa positiva, lo era davvero, ma faceva male oltre ogni dire......

Wherever You Will GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora