Capitolo 90

750 81 11
                                    

11:04

Ci vediamo alle quattro al primo magazzino subito fuori città. Vieni solo.

S.

Zayn rilesse di nuovo il messaggio che aveva ricevuto quella mattina da un numero sconosciuto. E, per l'ennesima volta, pensò che tutta quella storia non gli piacesse per niente.
Ecco perché non riusciva a spiegarsi perché in quel momento, esattamente due minuti prima che il suo orologio segnasse le quattro, si trovava davanti al magazzino indicatogli nel messaggio.

Era tutto strano. Lui per prima era strano, ultimamente. Da quando se n'era andato Stan, in famiglia era cambiato tutto e lui si sentiva dannatamente solo. Suo padre era fuori tutto il giorno per cercare Stan, sua madre era irriconoscibile. Passava la maggior parte del tempo seduto a fissare il vuoto, non mangiava e a malapena dormiva, e quando gli facevano qualche semplice domanda rispondeva a monosillabi.

Si sentiva sbagliato. Certo, Diana e Alfred – così si chiamavano i suoi genitori adottivi – l'avevano sempre trattato come un vero figlio.Gli volevano bene e lui ne voleva a loro ma, per qualche inspiegabile motivo, Zagn si era sempre sentito fuori posto in quella casa, quasi come se fosse di troppo, quasi come se dovesse chiedere perdono per quello che usava – perché a conti fatti, sentiva che non gli apparteneva.

L'unica persona che lo capiva davvero era Stan. Certo, per la buona parte del tempo litigavano e si punzecchiavano a vicenda, ma Zayn sapeva perfettamente che quando aveva bisogno di qualcuno, non aveva altra scelta che andare da Stan. Lui l'ascoltava. Era un ragazzo profondo in realtà, e lui aveva sempre pensato che fosse un peccato che a scuola nascondesse quell'aspetto fingendo di essere un bullo e prendendosela con tutti. Stan era molto più di questo. Stan era suo fratello.

Per questo adesso tutto era cambiato, perché lui non c'era più. E forse non sarebbe mai tornato.

Zayn rilesse il messaggio per l'ultima volta prima di gettare il cellulare nello zaino. Era quasi certo che fosse uno scherzo, e proprio per quello era convinto di voler arrivare fino in fondo alla faccenda. Magari era la la fidanzata del biondino, che voleva attirarlo in un luogo poco conosciuto per rifarsi di tutte frecciatine che gli aveva lanciato. O magari era lo spilungone del suo ragazzo, Niall Horan. O qualche ragazzo invidioso della sua bellezza e della sua bravura.

In ogni caso,  non era spaventato da quella cosa. Quand'era ancora molto piccolo, prima che la famiglia Lucas l'adottasse, viveva in una zona dell'Ohio chiamata Lima Highs, un quartiere in cui gli erano successe cose orribili che non riusciva nemmeno a riportare alla mente. Se era un qualche pervertito ad avergli mandato quel messaggio, Zayn sapeva perfettamente come difendersi. Se era qualche bambinetto geloso, l'avrebbe riempito di insulti e pugni finchè qualunque persona nel raggio di pochi chilometri si sarebbe stancata di ascoltarlo. Perchè le parole e talvolta i pugni, erano la difesa di Zayn: erano tutto ciò che aveva. Era stata svezzato a insulti – letteralmente.
Ma c'era quel briciolo di speranza, nel cuore – come doveva convenzionalmente chiamare il muscolo che pompava sangue nel petto – che quel messaggio provenisse da un'altra persona. E forse per quel piccolo barlume di luce Zayn scese dall'auto e si diresse verso il magazzino, guardandosi intorno per assicurarsi di essere solo.

Notò che la porta principale era già semi-aperta. Okay, aveva visto abbastanza film dell'orrore da pensare che molte scene inquietanti cominciavano proprio in quel modo, ma non trovò dentro di sé la forza di voltarsi e tornare a casa. Infondo non aveva niente da perdere. L'unico ragazzo importante che aveva mai avuto era un idiota di  che aveva persino messo incinta una ragazza. Non aveva mai provato niente di vero e importante per lui, solo desiderio – sfociati in meccanico, semplice sesso, svuotamento. E non aveva vere amici. L'unica amico che avesse mai avuto – egli batteva ancora forte il cuore a pensarlo - ormai non faceva parte della sua vita da un pezzo.

Aprì la porta per ritrovarsi immerso da un ambiente ampio e scarsamente illuminato dalle finestre. Era inverno inoltrato, per cui il sole era debole e sarebbe tramontato nel giro di un'ora. Fece qualche passo guardandosi intorno e di tanto in tanto voltava la testa di scatto per vedere se qualcuno entrava dalla porta che aveva usato lui, ma non succedeva proprio niente.
Gli spuntò un sorriso sul volto. Molto, molto divertente. Era un semplice scherzo e lui ci era cascato, credendo che quel messaggio provenisse da chissà quale persona. Nessuno lo voleva vedere – lo volevano ferire, come succedeva sempre.

<<Che idiota, Zayn.>> mormorò tra sé e sé, roteando gli occhi al pensiero di essersi preoccupato per niente. Non era mai stato così impulsivo, di solito pensava prima di fare le cose – soprattutto quelle stupide, come andare in un magazzino abbandonato sotto richiesta di un anonimo.
Si voltò per tornare alla macchina. Proprio prima di afferrare la maniglia, però, qualcuno lo strattonò e gli mise una mano sulla bocca per coprire il grido che inevitabilmente nacque dalle sue labbra subito dopo.
<<Shhh, shhh, sono io. Calmo.>> gli sussurrò all'orecchio una voce familiare. Le forti braccia lo lasciarono andare e Zayn si voltò. Sentì le gambe farsi gelatina e il cuore precipitare nello stomaco quando riconobbe chi aveva di fronte......

~○~●~○~●
Secondo voi, chi sarà il personaggio misterioso?
La madre di Zayn?
Il padre di Zayn?
La sorella di Zayn?
Niall il biondino oppure il nostro caro Liam? 😏

Wherever You Will GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora