Capitolo 162

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Il mattino dopo Louis preferì allontanarsi da casa all'alba, in modo da non vedere suo padre. Se lo avesse rivisto anche solo per pochi minuti, temeva di scoppiare a piangere senza riuscire in alcun modo a fermarsi. Quindi era meglio così.

I primi pallidi raggi di sole sfiorarono la pelle del suo viso mentre si sistemava sul sedile del passeggero della macchina di Harry, rannicchiandosi e facendosi piccolo piccolo nella coperta di lana che aveva preso in prestito da un divano del salotto. Il riccio sistemò la valigia nel bagagliaio e in pochi istanti fu accanto a lui. Gli sistemò meglio la coperta e si avvicinò al suo corpo per potergli lasciare una tenera carezza sulla guancia, Louis che cercava in tutti i modi di non piangere e di sorridere a Harry, invece – l'altro che lo guardava con quegli occhi enormi verdu e praticamente gli gridava che tutto sarebbe andato bene.
<<Sei pronto?>> chiese in un sussurro. <<Sicuro riguardo a tuo padre? Posso chiedergli di scendere e di venire qui>>
<<No, Haz.>> mormorò piano Louis, sentendo gli occhi pizzicare. <<Ti prego, andiamo via di qui. Non ce la farei proprio a salutarlo.>>
Harry alzò un angolino della bocca in quello che era un sorriso sincero e di comprensione. Si sporse per baciare via il broncio triste di Louis, dopo di che mise in moto la macchina, sperando di essere coraggioso abbastanza da guidare fino alla sua vecchia casa senza fermarsi e scoppiare a piangere per quello che lui e il ragazzo stavano facendo.

Il castano forse non se ne rendeva conto, ma era davvero la creatura più coraggiosa che il mondo avesse mai conosciuto. E Harry voleva con tutte le sue forze che quel coraggio venisse ripagato in qualche modo. Si voltò diverse volte durante il viaggio, e in quasi tutte trovò gli occhi blu dell'altro pronti a specchiarsi nei suoi, un piccolo brivido che poi percorreva entrambi i loro corpi. Solo verso la fine si accorse che Louis si era addormentato, e Harry avrebbe solo desiderato spegnere la macchina e fermarsi a guardarlo riposare per l'eternità. Era sereno, dolce e bellissimo con quei lineamenti perfettamente distesi- e davvero non importava niente delle occhiaie che il ragazzo cercava ostinatamente di coprire con le creme e le labbra secche per cui si lamentava ogni giorno. Rimaneva sempre più che meraviglioso, e davvero nulla avrebbe fatto cambiare idea a Harry.

Lo svegliò con dei piccoli baci sulla guancia, una volta che raggiunse la destinazione e spense la macchina. Louis lo accolse con un piccolo mugolio di apprezzamento e ruotò il capo per poter baciarlo completamente, gesto che fece perdere al riccio almeno due battiti di cuore. Harry aiutò l'altro a scendere dall'auto e lo portò fino in casa, dove Ashton li stava aspettando appoggiato a un bancone della piccola cucina.
<<Ehi, ragazzi!>> esclamò non appena li vide. <<Sono così contento di vedervi...>> il suo entusiasmo andò via via sbiadendo quando Louis entrò nella stanza, praticamente aggrappato al corpo del riccio.
<<Ehi, Ash.>> lo salutò il ragazzo flebilmente, concedendogli un piccolo sorriso.
<<Oh mio dio.>> sussurrò osservando il volto pallido di Louis. Harry si costrinse a continuare a camminare e non fare troppo caso alla reazione dell'amico. <<H-Harry, è- è dimagrito così tanto>>
<<Vai a prendere la valigia, Ash.>> lo interruppe l'altro, senza mai guardarlo negli occhi. Superò la cucina senza staccarsi un attimo da Louis, il ragazzo che li osservava con lo stomaco con un misto di tristezza e incredulità.
<<Harry, non pensavo fosse così grave>>
<<La valigia, Ashton.>> ringhiò il riccio, voltandosi finalmente per guardarlo. E il biondo lo conosceva fin troppo bene da non capire che quella fosse una richiesta disperata. Ti prego smettila perché mi sto spezzando. Ti prego non dire più una parola che mi faccia sentire impotente.

Così  annuì, cercando di sorridere, poi lasciò la cucina senza dire più una singola parola. E Harry gli fu davvero grato per questo.
Portò Louis nella sua vecchia camera, al piano di sopra. Notò con un certo stupore che era stata recentemente sistemata, – e dio, avrebbe ringraziato l'altro così tanto per quello dopo – senza alcun vestito fuori posto e con le pareti che adesso erano di un bianco acceso e puro. Le lenzuola erano pulite e di un colore blu scuro, e Harry sorrise nel vederle, contento che sarebbero probabilmente piaciute a Louis.

Il ragazzo si distese sul letto avvolgendosi con la sua coperta calda, e nel giro di qualche istante il riccio gli si fece vicino. Afferrò i suoi fianchi per far scontrare dolcemente i loro corpi e prese ad accarezzargli le guance, Louis che lo guardava con un misto di tristezza ed affetto.
<<Hai freddo, piccolo?>>
Louis si morse il labbro e si strinse di più contro il corpo dell'altro. <<S-solo un pochino.>> ammise, perché effettivamente quello non era il loro letto e non era caldo, non sapeva di loro e di tutto ciò che avevano vissuto fino a quel momento. Era un ambiente poco familiare, ma il castano era sicuro che ben presto lo avrebbero reso più accogliente, più loro. Le lenzuola e le coperte avrebbero profumato di Harry molto presto, quel sentore di cioccolato e miele che associava sempre a lui. E magari anche un po' di se stesso.
<<Ehi, va tutto bene. Ci penso io.>> lo rassicurò il ragazzo. Si alzò a sedere per togliersi la felpa, rimanendo così solo con una maglietta a maniche lunghe; poi aiutò Louis ad infilarsela. Era davvero grande in confronto al corpo del castano, e quando questo si osservò si mise un po' ridere, pensando che comunque valeva la pena sentirsi ridicoli per essere circondati dal profumo buonissimo di Harry.

Si accoccolò meglio nella stoffa e si rimise disteso accanto al riccio, che si premurò di allargare la coperta sopra i loro corpi. Prese ad accarezzare i suoi capelli soffici all'indietro e di tanto in tanto gli baciava una tempia, sperando che il freddo passasse. Louis era ancorato alla sua maglietta con entrambe le mani, e la stringeva come se Harry potesse scomparire da un momento all'altro.
<<H-Harry?>>
<<Mmmh?>>
<<Credi che mio padre finirà per odiarmi per quello che ho fatto?>> chiese, alzando la testa e scoprendo le guance ormai diventate umide. Il riccio perse un battito di cuore a quella vista.
<<Ehi, no.>> sussurrò dolcemente. <<Non piangere. Piccolo, è tutto a posto. Tuo padre non potrebbe mai, mai odiarti. Vuole solo il tuo bene e sono sicuro che ha capito quello che abbiamo fatto.>> gli disse, accarezzandogli via le lacrime con delicatezza. <<Nessuno potrebbe mai odiarti, Lou. E' davvero qualcosa di impossibile.>>
Il ragazzo si morse il labbro e chiuse la distanza tra di loro per poter baciare piano Harry sulle labbra. Poi tirò su con il naso, senza mai guardarlo negli occhi.
<<E'- è tutto un disastro, vero?>> borbottò, e davvero il cuore del riccio fu inondato dalla tenerezza, perché Louis cercava di sorridere mentre piangeva. <<Voglio dire- la mia vita, i- i miei capelli, la mia faccia...non so nemmeno perché mi permetti di baciarti, sono così brutto>>
<<Sei stupendo, Lou. Davvero smettila. Sei più che bellissimo.>> mormorò Harry, prima di baciargli più volte le labbra, le guance e la fronte. <<Non pensarlo più. Promesso?>>

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo scherzosamente, ringraziando nel frattempo quella buona stella che avesse fatto sì che avesse trovato una persona come Harry, che lo amava nonostante tutto, e che in quel periodo per lui era stato come un'ancora, qualcosa senza cui si sarebbe di sicuro perduto e spezzato.
<<Grazie per tutto quello che fai.>> sussurrò a un certo punto sulle sue labbra, chiudendo gli occhi. <<Non so cosa avrei fatto senza di te al mio fianco, Haz. Ti...ti amo così tanto.>>
Il riccio lo strinse più forte, facendo in modo che la testa dell'altro si immergesse quasi totalmente nella sua spalla, poi gli baciò i capelli.
<<Non devi ringraziarmi.>> rispose sinceramente. <<Ti amo anche io, piccolo. E ti prometto che molto presto tutto, davvero tutto andrà meglio.>>

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