Capitolo 157

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Amatemi e non odiatemi!

Harry lo baciò di nuovo, indugiando sulle sue labbra e respirando Louis, solo- sentendo il cuore accelerare nella consapevolezza che adesso stava meglio.
<<Dio, Lou. Ti amo così tanto. Ti amo tantissimo.>> mormorò sulle sue labbra, le sue mani ancora lasciate a circondare il viso dell'altro. <<Scusami se ho alzato la voce. Davvero, scusami.>> disse poi, e Louis gli rubò un altro piccolo bacio.
<<Non fa niente, Haz. Non è niente.>> sussurrò di rimando e sorridendo verso la fine della frase, sincero.

Harry aiutò Louis a ripulirsi, poi a salire le scale e infine lo rimise a letto, pregando che Mark non si svegliasse.
Poi prese la macchina e andò alla ricerca dello studio medico più vicino.
Il medico disse al riccio che era una semplice polmonite e lo congedò con nuovi medicinali, probabilmente ancora più forti di quelli che Louis stava prendendo in quel momento.
Durante il viaggio di ritorno in macchina Harry dovette mordersi il labbro più di una volta per impedirsi di cominciare a piangere. C'era uno strano nodo che gli attanagliava lo stomaco e che gli impediva di respirare normalmente, quasi come se ci fosse qualcosa che lo stesse soffocando. Era preoccupato per il suo amorr. Così tanto da non riuscire a pensare razionalmente. Così tanto che prima in bagno si era lasciato sopraffare dalla paura e aveva addirittura alzato la voce, spaventando Louis. Non riusciva davvero a perdonarsi per quel fatto, e probabilmente quella cosa gli sarebbe rimasta dentro per un bel po'.
Voleva con tutto sé stesso farlo stare meglio. Solo quello. Perchè quella dannata febbre non andava via? Harry era piuttosto sicuro che un'influenza normale non durasse così tanto, era strano. Louis era troppo debole e faticava a mangiare e lui davvero- non poteva più sopportare tutto quello. Desiderava solo che finisse, stringere il corpo del ragazzo e baciarlo finchè tutto non si fosse sistemato.

Con estrema cautela parcheggiò lontano dalla casa dei Tomlinson. Superò il salotto e fece le scale in punta di piedi, e quando tornò a sedersi sul letto del ragazzo lo trovò ancora sveglio, lì ad aspettarlo con gli occhi lucidi e le labbra screpolate. Gliele baciò ignorando le proteste dell'altro che riguardavano proprio quello.

<<Il medico mi ha dato questi, e dice che si tratta di una polmonite. Verrà domani per accertarsene.>> sussurrò, pensando a quanto quel signore di mezza età avesse sbadigliato durante la loro conversazione. Per fortuna era stato gentile, visto che comunque era un buon amico di Mark.
<<Oh, uhm- sei stato molto gentile a prendermele. Grazie, Haz.>> gli disse di rimando Louis, e il riccio gli accarezzò una guancia dolcemente. Estrasse dal sacchetto di plastica i nuovi medicinali e una piccola siringa, e alla vista dell'ultimo oggetto Louis sibilò e spalancò gli occhi.
<<Non- non dirmi che devi farmi una puntura...lì. Insomma in- in quel posto.>> balbettò, e Harry ridacchiò di conseguenza, trovandolo adorabile.
<<Uhm no, piccolo. Sfortunatamente non dovrai spogliarti.>>
Louis si rilassò visibilmente. <<Dio, Haz stiamo davvero parlando di quello adesso?>>
<<Hai cominciato tu! Per me ogni scusa è buona per parlare del tuo fantastico sedere>>
Louis gli diede una leggera pacca sul braccio, arrossendo subito dopo. <<H-Harry Edward Styles! Non puoi assolutamente dire certe cose, lo sai che dopo arrossisco e comincio a..>>
Harry posò due dita sulle labbra di Louis, sbattendo le palpebre con lentezza. Si guardarono a lungo, perdendosi uno negli occhi dell'altro, il cuore del castano che batteva come mille cuori. <<Amo questo lato di te.>> soffiò Harry con dolcezza. <<Amo ogni piccola cosa di te, lo sai. Amo il modo in cui alzi la voce quando ti senti colto in fragrante e amo il modo in cui arrossisci. Ti amo anche con la febbre e le labbra screpolate, perché nonostante questo rimani il ragazzo più bello dell'intero mondo.>>
Quelle parole ebbero la capacità di far arrossire Louis ancora di più, se possibile. Sorrise leggermente, facendo poi un respiro profondo. <<Nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia...>> borbottò, guardando ovunque tranne che negli occhi del suo ragazzo. Il riccio ridacchiò, dopodichè lo prese un braccio e preparò il medicinale all'interno della siringa nel modo in cui gli aveva spiegato il medico.
<<Farà un po' male, piccolo.>> sussurrò Harry prima di lasciare che l'ago penetrasse nella morbida carne di Louis, che di conseguenze fece una piccola smorfia che il riccio baciò via. Mise un cerotto nel parte di pelle che era stata punta, poi prese ad accarezzargli i capelli, sussurrandogli di tanto in tanto parole di conforto.

Rimasero a guardarsi per un po', i loro respiri che erano l'unica cosa che rompeva il silenzio che era calato nella stanza. A un certo punto Louis distolse lo sguardo e si morse piano il labbro inferiore.
<<Mi spiace di non averti detto la verità, Haz.>> sussurrò, la voce che era un filo di suono intriso di tristezza.
<<Lou, ne abbiamo già parlato>>
<<No, lasciarmi spiegare.>> lo interruppe il castano. <<Ho...ho avuto davvero paura Haz, e non volevo spaventarti per nulla al mondo. Devi credermi. E scusa se ti ho aggredito in quel modo riguardo a mio padre, ma ho davvero bisogno di tenerlo lontano da questa storia. Non ha...decisamente bisogno di vedermi stare male.>>
Harry annuì piano. Mosse il suo corpo in modo da distendersi dietro quello dell'altro e cinse il suo stomaco con un braccio, facendo aderire la schiena di Louis contro il suo petto. Gli baciò una spalla.

<<Quando ero al secondo anno mio padre stava per morire, Haz.>>
Harry trasalì. Smise praticamente di respirare, e avrebbe creduto davvero che il suo corpo avesse perso consistenza se non fosse stato per i capelli dell'altro che gli solleticavano il naso o per le loro gambe intrecciate.
<<Lou- oh mio dio. Non ne sapevo niente>>
<<Non ne parlo mai. Con nessuno. E' un periodo della mia vita che preferisco tenere sepolto nella mia mente. Davvero, ripensarci mi fa troppo male.>>
Harry a quel punto lo strinse più forte e gli baciò piano il collo, i capelli, la porzione di pelle dietro l'orecchio. Sentì gli occhi cominciare a pizzicare.
<<Solo che...voglio che tu lo sappia, Haz. Mi dispiace di non avertene mai parlato prima, ma spero che tu mi capisca quando ti dico che davvero per me è difficile.>>
<<Lo so. Lo so piccolo, non devi scusarti di nulla>>
<<E' che...>> Louis cominciò, la voce ridotta a un sussurro strozzato <<ero completamente solo in quel periodo, Haz, e rischiare di perderlo fu terribile. Tutti i miei amici andarono a trovarlo, dicendomi che presto sarebbe tornato da me e io...io non riuscivo nemmeno a pensare di dirgli addio. Non dopo aver perso la mamma. Davvero Harry- era tutto ciò che avevo.>>
Louis a quel punto prese un bel respiro, il timore che la voce si incrinasse da un momento all'altro che gli attanagliava lo stomaco. Faceva davvero male rievocare quei ricordi ormai sepolti in un punto imprecisato del suo cuore, a continuava a ripetersi che l'altro aveva tutto il diritto di conoscere ogni cosa di lui. Lui non doveva aver paura che lo deridesse o temere la sua reazione, ed era quello il bello di amarsi: potevano mettersi a nudo di fronte all'altra persona senza nascondere quello che provavano davvero, senza indossare stupide maschere. L'intimità che aveva raggiunto con Harry gli riempiva il petto. Poteva essere chi era davvero in ogni momento, certo che dall'altra parte il riccio lo avrebbe accolto e accettato comunque.

E forse per tutto quel dolore cominciò anche a piangere. Senza singhiozzi, solo- lacrime che scendevano inesorabili e tracciavano scie salate sulle sue guance, Harry che nel frattempo lo osservava con il cuore che si spezzava ad ogni sua lacrima.....

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