Capitolo 96

655 82 26
                                    

Dal giorno della telefonata, le giornate di Louis e Harry cambiarono radicalmente. Sentivano di avere sempre meno tempo a disposizione e lo utilizzavano tutto per incontrare Eleanor e discutere della cura, fare ricerche su internet e chiedendo pareri scrivendo e-mail a esperti del settore - anche perché chiedere al padre della ragazza era troppo pericoloso, avrebbe potuto insospettirsi.
Nel giro di una settimana ricevettero le risposte da vari medici. Le valutarono con calma e discussero a lungo su quale fosse la via più semplice da prendere mentre continuavano a studiare il metodo migliore per far guarire Harry. Presero in prestito dalla biblioteca del paese dozzine e dozzine di libri di medicina, e si ritrovarono a studiare anche ad ore improbabili.

Una notte della seconda settimana, Harry dormiva nel letto che condivideva con Louis mentre questo era seduto alla scrivania a studiare un paragrafo su diversi tipi di malattie. Al castano facevano male gli occhi e si sentiva stanco, terribilmente stanco e spossato e non appena per sbaglio chiudeva le palpebre, si diceva in tono fermo che non poteva permettersi di distrarsi. Beveva caffè - la più grande quantità che avesse mai visto in tutta la sua vita - e poi ricominciava a leggere, scrivere e formulare teorie.
Erano quasi le quattro del mattino, quando dal letto sentì provenire dei lamenti. Dapprima deboli, poi sempre più insistenti e decisi, come se il riccio stesse facendo un terribile incubo. Louis si voltò giusto per vedere l'altro mettersi a sedere di scatto e lanciare un grido.

<<NO!>>
Louis si alzò in un istante e si sedette accanto a Harry, prendendogli il volto fra le mani. Il ragazzi ansimava e piangeva e lui non riusciva proprio a capire che cosa stesse succedendo.
<<Harry, ehi, è tutto a posto. Era solo un incubo.>> gli mormorò, accarezzandogli i capelli. Harry sembrava sconvolto. Si aggrappò con entrambe le mani ai polsi di Louis e guardò in basso, probabilmente vergognandosi per quello che era appena successo.
<<Io- era tutto così reale- loro volevano- Lou.>> sussurrò, serrando poi gli occhi. Il castano realizzò che doveva aver sognato i suoi genitori. Succedeva spesso, ultimamente, ma di solito quando capitava Louis dormiva sempre accanto a lui e riusciva a svegliarlo in tempo.
<<E' tutto finito.>> disse avvicinandosi a Harry e appoggiando la fronte alla sua. <<Sei qui con me adesso. Harry, shhh. Ci sono io con te, nessuno ti farà del male. Non...non piangere.>>
Harry si concentrò sul proprio battito di cuore e riuscì finalmente a farlo tornare normale, respirando a fondo e con costanza. Gli incubi che faceva erano così vividi e reali da togliergli il fiato. A volte gli capitava di sognare anche di dover abbandonare Louis per trasformarsi, e quelli erano gli incubi peggiori, quelli che lo facevano tremare e piangere nel cuore della notte.
<<Harry, amore, sei freddo. Torna a letto.>> gli propose l'altro premuroso, accentuando le carezze ai suoi ricci. Harry afferrò la maglietta di Louis senza riuscire a guardarlo negli occhi.
<<Dormi con me. Non- non lasciarmi solo. Lou, ti prego>>
<<Va bene.>> gli rispose dolcemente, dandogli poi un bacio sulla tempia. Andò a spegnere la luce che aveva tenuto accesa per poter studiare e poi si rannicchiò sul letto insieme al riccio, prendendolo tra le braccia e sistemando le coperte per far in modo che Harry stesse al caldo.
<<Ho tanto freddo, Lou.>> biascicò, la voce così piccola e velata di tristezza. Louis lo strinse più forte e gli baciò i capelli.
<<Sei qui con me adesso, ti tengo al caldo io. Sentimi tutto accanto a te, Harry. Non vado da nessuna parte.>>

Louis non riuscì ad addormentarsi finchè non sentì l'altro smettere di tremare vicino a lui. Solo quando sentì il suo corpo rilassarsi e il respiro farsi pesante chiuse gli occhi, ma non riuscì a dormire bene.

Resta con me.



Quella notte era stata solo l'inizio del periodo più orribile per Harry.

Cercò di non farlo notare a Louis, ma non riusciva più a mangiare nulla. Quando il castano gli preparava qualcosa, si sforzava di arrivare fino in fondo ma poi, in bagno, vomitava anche l'anima. E poi si fermava di fronte allo specchio e tremava così forte che per ritrovare l'equilibrio e la stabilità doveva aggrapparsi al lavandino. E poi guardava il suo riflesso, e provava la più pura e semplice forma di paura.
Era pallido. Pallido e privato di forze. E sembrava che il suo corpo dovesse abbandonarlo da un momento all'altro, come se dovesse sgusciare fuori dai suoi stessi confini ed esplodere.
Non poteva più stare a contatto con l'esterno. Appena in casa avveniva un minimo cambiamento di temperatura, Harry sentiva il familiare dolore al livello dello stomaco e doveva correre a farsi una doccia bollente o mettersi due o tre strati di coperte addosso.

Di notte dormiva a malapena: il suo sonno era costantemente disturbato da incubi stranamente vividi e reali. A volte sentiva il dolore talmente suo da dover controllare, appena sveglio, che non ci fosse alcun taglio sui polsi. Altre volte si svegliava gridando il nome di Louis perché pensava di averlo perso e invece Louis era proprio lì, accanto a lui, che poi lo prendeva tra le braccia e lo cullava finchè non si addormentava di nuovo.

Harry si sentiva male. Sempre più debole, sempre meno sé stesso. Sapeva di essere arrivato a un punto di non ritorno: al minimo errore si sarebbe trasformato.
E quando Louis lo realizzò, praticamente venne divorato dal terrore. Cominciò a vedere Eleanor praticamente sempre; non appena tornavano da scuola si rifugiavano in casa per studiare e sperimentare le poche scoperte che avevano fatto. Ogni giorno finivano sempre più tardi ed era un miracolo che riuscissero ancora ad andare a scuola - ma anche lì cominciarono i problemi. Entrambi cominciarono ad addormentarsi in classe e prendere voti piuttosto bassi in tutte le materie. Al club tutti erano sbalorditi dal fatto che Eleanor non avesse nemmeno più le forze per le sue battute pronte da dire.

Alla vigilia della terza settimana, i due ragazzi avevano finalmente trovato una via che sembrava valere più delle altre. Grazie all'aiuto di alcune e-mail ricevute da un professore universitario che si era dimostrato davvero molto disponibile nei loro confronti, Eleanor e Louis arrivarono alla conclusione di utilizzare un campione di sangue infetto da meningite per alzare la temperatura di Harry. La diretta conseguenza, secondo il professore e le poche conoscenze che avevano, sarebbe stata una febbre molto alta per il riccio - e il virus della meningite avrebbe ucciso definitivamente il gene del lupo.
<<Dobbiamo fargli venire la febbre.>> aveva ripetuto per la millesima volta Louis, in grembo il computer con le e-mail del professore universitario.

Wherever You Will GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora