Capitolo 163

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Finirono per addormentarsi l'uno tra le braccia dell'altro, Harry che si svegliava di tanto in tanto controllando che tutto fosse a posto. A un certo punto, probabilmente nel primo pomeriggio, si rese conto di avere una certa fame e lasciò che Louis continuasse a dormire mentre lui si diresse in cucina, dove trovò Ashton intento a strimpellare qualche nota con la sua chitarra. Gli sorrise velocemente alzando il capo, dopodichè tornò a concentrarsi sul suo strumento, quasi come se il volto del riccio scottasse.

Harry frugò tra i vari cassetti e alla fine decise di mangiare qualche semplice biscotto. Si appoggiò a un bancone della cucina, odiando il silenzio che era calato tra di lui e il suo migliore amico. Decise di parlare proprio quando l'altro aprì la bocca per fare lo stesso.
<<Senti, Harry>>
<<Ash, ascolta>>

Si guardarono per un attimo, finendo per ridacchiare e spezzare così la tensione che si era creata. Il biondo si alzò e andò verso di Harry, prendendolo tra le braccia e stringendolo per un tempo molto breve. Giusto per fargli sentire un po' di calore, e che non era solo. Non lo sarebbe davvero mai stato.
<<Mi dispiace per prima, Harriet. Davvero io...non so cosa mi sia preso, non ho pensato mentre parlavo. Non volevo peggiorare la situazione.>>
Harry si sforzò davvero di non lasciare che le lacrime avessero il sopravvento. Tenne la testa bassa, in modo che l'altro non lo potesse guardare in volto.
<<No, tu...non lo potevi sapere.>> si limitò a mormorare. Poco dopo sentì il famigliare pugnetto che Ashton era solito dare lui sulla guancia e finalmente si concesse di sorridere. Andarono a sedersi, il biondo di nuovo sul divano con la sua chitarra tra le mani e Harry per terra su una coperta, uno di fronte all'altro. Rimasero in un silenzio confortante per diversi minuti.
<<Sta riposando, ora?>> chiese il ragazzo a un certo punto, giusto per dire qualcosa, pensò Harry. Si limitò ad annuire in un primo momento, poi pensò che meritasse un'ulteriore spiegazione.
<<E' davvero molto stanco. Lui- beh, ha dovuto allontanarsi da suo padre, e...sono stati giorni intensi, questi. Non è quasi mai stabile.>>
Ashton fece un suono che era esattamente a metà tra un grugnito e un gemito frustrato. <<I medici non riescono proprio a fare nulla?>>
<<In verità continuano a consigliargli medicinali di ogni genere, ma...semplicemente non migliora, Ash. Beh, uhm...lo fa per i primi giorni e poi torna tutto al punto di partenza.>>
<<Whoa, sei... dio Haz, sembri devastato.>>

Harry alzò lo sguardo per guardare l'altro negli occhi. <<Mmmh?>>
<<Ho detto, sembri devastato. Quella cosa che ti avevo detto, sai...che eravate molto più che uniti- beh, ormai è chiaro. Hai l'aria di una persona che non dorme decentemente da settimane.>>
<<Beh, più o meno è esattamente così.>> rispose semplicemente il riccio.
Ashton si passò una mano tra i capelli e si morse il labbro. <<Beh, dobbiamo darci una mossa, no? Ci sarà qualcosa che possiamo fare.>>
<<Abbiamo provato tutto, Ash.>> ribattè stancamente Harry, perché nella sua testa aveva ripetuto quella frase almeno un milione di volte. <<Te lo giuro. Stiamo provando un nuovo tipo di farmaco che sembra funzionare adesso, comunque.>> disse meccanicamente, portandosi le dita di una mano alla radice del naso, massaggiandola. <<Sta...sta reagendo bene. In questi giorni mi è sembrato molto più sé stesso e forse stare qui...non so, cambierà le cose.>>

Ashtin annuì, sembrando un po' meno preoccupato. <<E' una cosa bella, Haz. Sono convinto che andrà tutto per il meglio.>> lo confortò con un dolce sorriso. Harry non riuscì ad imitare quel gesto a sua volta.
<<Mi sento così impotente.>> sussurrò. Non era neanche così certo che la sua voce si potesse sentire. <<E così preoccupato, io...è tutto quello che ho, capisci? Non posso perderlo. E...e ho questo orribile presentimento che non mi lascia andare e...dio, Ash. Ho- ho così tanta paura.>>
Il biondo era estremamente serio in quel momento. <<Un...un brutto presentimento? Forse...forse dovresti dirglielo, Haz>>

<<Dirmi cosa?>>
La vocina di Louis arrivò timida dallo spazio fuori della porta della cucina. Harry e Ashton si voltarono nello stesso istante, e il cuore del primo perse una serie di battiti nel notare quanto il piccolino fosse adorabile con la sua felpa, i capelli sparati in tutte le direzioni e una delle due guance più arrossata dell'altra perché probabilmente era la parte su cui aveva dormito. Harry non potè fare a meno di illuminarsi nel più genuino dei sorrisi e sentì il suo cuore quasi far male per l'amore che provava nei confronti di quella creatura perfetta.
<<Dirti quanto meraviglioso tu sia.>> disse piano, senza staccare gli occhi un secondo da quelli di Louis. Vide l'oceano delle sue iridi farsi più scuro e intenso per un solo attimo, dopodichè anche l'altro gli sorrise, un sorriso che era da far male al cuore, piccolo e timido. Senza dire niente di più, Louis fece qualche passo svelto e andò ad accoccolarsi vicino al corpo di Harry che lo strinse a sé, accarezzandogli i capelli e lasciandogli un bacio sulla tempia. <<Ehi.>> sussurrò proprio lì, sentendo piano piano il corpo caldo del ragazzo adagiarsi al suo, come due piccoli pezzi di puzzle nati per completarsi a vicenda.
<<Ben svegliato, raggio di sole.>> lo salutò Ashton con un sorriso enorme, e Louis non potè fare a meno di ridacchiare.
<<C-ciao Ash.>> lo salutò imbarazzato per il nomignolo con cui si era rivolto a lui. <<Sono felice di vederti.>>
<<Ehi, qui qualcuno comincia ad essere molto geloso.>> borbottò Harry, indicando sé stesso e stringendo l'altro un pochino più forte a sé, e il biondo a quel punto scoppiò a ridere, seguito dagli altri due ragazzi.

Louis percorse con il naso il profilo del suo mento lasciandogli qualche impacciata carezza, poi si fermò con il viso estremamente vicino a quello di Harry, i loro nasi che si sfioravano.
<<Non esserlo.>> sussurrò per scherzo, e il riccio sorrise dolcemente prima di rubargli un bacio estremamente umido ma al contempo dolce e lento, Louis che dovette per forza di cose aggrapparsi alle spalle del ragazzo per non essere travolto da tutto quel sentimento. Quando si staccarono all'inizio nemmeno fecero caso a quello che stava borbottando Ashton, presi a fissarsi con tanto di quell'amore da bastare per vite intere.
<<...ci sia molta tensione sessuale qui. Nonostante questo però siete adorabili. Come fate a diventare sempre più fottutamene adorabili? Non è normale! Harry solo- dimmi come cavolo fate a...>>
<<Ash.>> lo interruppè il ragazzo con un sguardo di ghiaccio. <<Puoi smetterla di dire queste assurdità?>>
Louis si morse il labbro, ancora completamente intontito dal meraviglioso bacio con cui Harry lo aveva definitivamente svegliato. <<Volete un po' di latte?>> riuscì a chiedere un momento dopo, sorridendo in modo fantastico. Harry si rese conto che sembrava davvero stare meglio.
<<Uhm, volentieri!>> rispose entusiasta Ashton, mettendo da parte la chitarra.
<<Resta qui, piccolo. Lo vado a preparare io.>> propose Harry, tenendo fermo il corpo di Louis in modo che non si muovesse. Ma il ragazzo afferrò un polso di Harry impedendogli di alzarsi.
<<Non se ne parla! Voglio farlo io.>> si lamentò, riacquistando quel tono sarcastico e dolce di cui il riccio si era innamorato fin dal primo momento.
<<Tesoro dai, stai qui. Ci penso io, okay?>>
<<Ho detto di no.>> disse fermamente Louis. <<Non sono un invalido, Haz.>> continuò sorridendo, e l'altro alla fine si arrese fingendo di mettere il broncio. Louis glielo baciò via e fece per alzarsi, ma presto due mani calde gli avvolsero il viso per condurlo nuovamente verso Harry, le loro labbra che si scontravano di nuovo con più calma. Solo diversi istanti più tardi, Louis si alzò e iniziò a preparare il latte.

<<Comunque credo fermamente che quella nota non ti venga bene, Irwin...>>

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