Capitolo 21

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<<Louis...>>mormorò, la voce spezzata.

E lui non ce la fece più a trattenersi.

<<Ho bisogno che tu mi dica chi sei, Harry.>> gli disse tutto d'un fiato, cominciando ad agitarsi sul letto e a sentire il cuore battere all'impazzata. <<Ho bisogno- Dio, ho così tante domande, io non riesco...non riesco nemmeno a pensare. Che cosa ci facevi nella foresta? Perché...perchè quel giorno al negozio era come se mi avessi riconosciuto? Ma soprattutto, perché ogni volta che ti guardo negli occhi sento che...sento che so già chi sei? Io- io sto impazzendo, Harry, non so cosa devo fare.>>
<<Ehi.>> gli disse dolcemente Harry, mettendo subito dopo giù la foto e andandosi a sedere accanto a lui. <<Ehi, Louis, con calma. Abbiamo tutto il tempo. Risponderò ad ogni tua domanda, io te lo prometto, ma non adesso. Domani...>>
<<Non posso aspettare domani, Harry. Io voglio saperlo adesso. Non è giusto che aspettiamo domani>>
<<Louis, non vado da nessuna parte.>> gli disse con fermezza, allungando una mano e agganciandola al suo collo. Una presa salda e calda e rassicurante. Harry lo guardava con gli occhi più sinceri del mondo: stava davvero dicendo la verità. <<Rimango proprio qui. Io...io lo so che è tremendamente presto, ma sei tutto quello che ho, adesso.>> gli confessò, un vago rossore che gli tingeva le guance. <<Davvero. Io non voglio andare da nessun'altra parte.>>

Louis respirò a fondo, cercando di non focalizzarsi troppo sul tocco della mano di Harry. Aveva davvero paura di non vederlo più, per questo stava dando di matto, ma come poteva non credergli dopo quelle parole? Harry avrebbe mantenuto la sua promessa, Louis glielo leggeva negli occhi. Alzò una mano per coprire quella del moro attorno al suo collo.

<<Va bene.>> mormorò. <<Va bene, Harry. Aspetterò domani.>>
Il riccio annuì. <<Ti dirò ogni cosa che vuoi sapere, Louis. Ogni cosa dall'inizio, promesso.>> disse, mordendosi il labbro subito dopo. Poi sbadigliò, e Louis non potè fare a meno di ridacchiare.

<<Sei a pezzi, Harry. Dormi, avanti.>> gli ordinò dolcemente, sorridendogli e osservandolo mentre si alzava dal suo letto e si sistemava sulla brandina. Gli dispiaceva potergli offrire solo quella, ma d'altronde le altre due opzioni erano il divano di sotto – e Louis non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare – o il suo stesso letto. E quello, beh...quello era meglio evitarlo, anche se pensare il corpo di Harry avvolto al suo sotto una coperta gli faceva avere le vertigini.

Aspettò che l'altro si mettesse sotto le coperte, sistemandogliele nei punti in cui da solo non ci era riuscito, proprio come si fa con i bambini. Anche se non era un bambino, non lo era per niente – era solo terribilmente stanco.
<<Buonanotte, Harry.>> sussurrò Louis, sorridendogli, anche se Harry non lo poteva vedere perché aveva già chiuso gli occhi.
<<Notte, Louis.>> gli rispose lui.

Louis spense la luce e si sistemò sotto le coperte. Ma si sentiva inquieto. Sapeva che non sarebbe mai riuscito a dormire in quelle condizioni. Si morse il labbro talmente forte da ferirlo, quasi, mentre si faceva sempre più vicino con il corpo al bordo del letto.
<<Harry?>>
<<Mmmmh?>>
<<Posso tenerti per mano mentre dormi?>>

Sentì il cuore sprofondare, subito dopo aver detto quelle parole. Temeva che il riccio gli dicesse di no, che gli disse che era un povero pazzo, ma invece fu proprio Harry ad allungare la mano e trovare la sua. La raccolse con timidezza – e Louis arrossì immediatamente quando il tocco arrivò, ringraziando mentalmente il fatto che avesse avuto la brillante idea di spegnere la luce – ma poi la strinse forte, e Louis le guidò per appoggiarle al limite del suo letto. Si sentiva così al sicuro, come se niente nell'intero mondo potesse fargli del male.

<<Lou?>>borbottò Harry. Louis sussultò: non si era aspettato che fosse ancora sveglio.
<<Sì?>>
<<Grazie.>> mormorò. Louis desiderò con tutto sé stesso poter vedere il suo volto, ma doveva accontentarsi della sua voce. <<Per tutto.>>

Il giorno dopo, Louis si svegliò molto presto. Una leggera luce filtrava attraverso l'unica finestra alla sua sinistra, che illuminava debolmente parte del suo letto e della brandina di Harry. Si rigirò tra le coperte, afferrando il telefono che aveva appoggiato sul comodino come tutte le notti per controllare l'ora, rendendosi conto che aveva davvero dormito pochissimo. Ma non era stanco, o almeno, forse sotto sotto il suo corpo lo era, ma lui, dentro, si sentiva davvero sveglio. Come mai prima di allora.

Si passò una mano tra i capelli distrattamente prima di appoggiare il volto al gomito e, semplicemente, rimanere a guardare Harry.

Era lì, era rimasto, non era andato via durante la notte.

Forse era assurdo pensare che potesse farlo, ma Louis voleva usare ogni istante per imprimere nella sua mente che quello che era successo la sera prima fosse stato del tutto reale. E ora era lì, che dormiva tranquillamente, il volto rilassato e le coperte che lo avvolgevano fino alle spalle, permettendo così senza volere a Louis di poter osservarlo meglio, tutto da capo, magari cogliendo particolari che prima non aveva mai notato.

Era la prima volta che lo vedeva così rilassato. Nessun tipo di preoccupazione o sfumatura di paura nel suo volto, solo e semplicemente Harry. Il ragazzo spuntato dal nulla che gli faceva battere forte il cuore e che gli aveva tenuto la mano durante la notte.

Forse era davvero troppo presto per tutto quello. Credere che due mani che si sfiorano significassero qualcosa per Harry era pretendere troppo. Eppure, non poteva negare che quelle poche ore passate insieme erano state perfette. Nessun sorriso finto e battuta forzata: era stato tutto naturale, tutto istinti e voglia e ora allungo le dita per poterti toccare, senza imbarazzo - o forse solo un pochino - ma per Louis più che altro perché quella era la prima volta in tutta la sua vita che dava a qualcuno la possibilità di avvicinarsi a lui così tanto. Prima non ci era mai riuscito. C'erano dei ragazzi a scuola che lo guardavano in modo diverso e che qualche volta avevano cercato di avvicinarsi a lui – offrendogli di bere un semplice caffè, regalando lui un sorriso lascivo che non poteva essere interpretato come semplice e ingenua cortesia – ma lui non aveva mai sentito quel desiderio di lasciarsi andare.

Il fatto invece che con Harry  avesse sentito quasi il bisogno – istintivo e radicale e bellissimo – di salvarlo, di portarlo a casa con sé e di tenerlo al sicuro cambiava ogni piccola cosa. Cambiava davvero tutto. E Louis non poteva fingere che quello non lo spaventasse. Non cedere alle emozioni e rimanere nella propria piccola bolla attentamente costruita non faceva male, era semplice. Il cuore non era esposto ad alcun tipo di emozione. Ma lasciarsi andare, lasciare che quel piccolo muro venisse scalfito - quello era già tanto, molto più di quello che  avesse mai creduto prima. Ma chissà perché, Harry in qualche modo ci era riuscito. Louis gli stava dando la possibilità di vedere, di conoscerlo, di entrare nella sua vita – a piccoli passi, certo, ma che di fatto contavano qualcosa.

Era avventato, forse stupido e istintivo. E stava succedendo tutto troppo in fretta ed era così bello ma faceva anche così paura. Eppure,  non riusciva a non pensare che aver salvato la vita a Harry, la sera prima, fosse la cosa più giusta che aveva mai fatto in tutta la sua vita....

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