Capitolo 13

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Louis pensò che il fatto che la strada principale per raggiungere casa sua fosse bloccata fosse molto strano, ma non gli diede troppo peso. Magari c'erano dei lavori in corso che erano cominciati nel pomeriggio e di cui non aveva sentito parlare. Magari era successo qualcosa che avrebbe scoperto quando sarebbe tornato a casa. Fu costretto così a prendere una strada secondaria, più lunga rispetto a quella che faceva di solito, che costeggiava la foresta e si avvicinava alle zone in cui da piccolo andava sempre con sua madre a scattare qualche foto, perché lì la luce era migliore, o il cielo tramontava sempre in modo diverso - proprio come diceva lei. Mentre guidava, immerso in quei piccoli ricordi, sorrideva. Perdeva un battito di cuore ogni volta che pensava alla sua passione per la fotografia, una passione ereditata da sua madre, che non poteva andare in nessun posto senza la sua fedele macchina fotografica. Era stata lei ad insegnargli i trucchi dell'arte di cogliere attimi che non potranno più tornare. Lei che diceva sempre che ogni momento è unico per non potrà mai essere vissuto allo stesso modo.

La suoneria del suo cellulare - che in quel periodo era Applause di Lady Gaga - lo strappò bruscamente dai suoi pensieri. Rispose senza controllare chi fosse.

<<Pronto?>>
<<Ehi, Louis, sono io, Mark.>>rispose suo padre, in modo terribilmente sbrigativo.
Louis apprezzava molto quello che suo padre faceva per lui - tutte quelle ore di lavoro per permettersi di restare nella loro casa, e le ore extra per comprargli vestiti firmati di tanto in tanto - ma a volte avrebbe semplicemente desiderato che suo padre solo staccasse un po', che stesse di più con lui. Gli mancava da morire. Così tanto da fargli male a livello fisico. <<Come...come stai?>>
<<Uhm...benino, dai. Torni a casa per cena? Devo raccontarti un sacco di cose.>>
<<No, ragazzo, io...non posso. Mi dispiace. So che di solito il venerdì sera fai il pollo, ma...>>
<<Non fa niente, papà.>> si affrettò a dire Louis. Non era arrabbiato, era solo infinitamente triste. E solo, si sentiva solo, quello sì. Ma non lo avrebbe mai fatto pesare a Mark. <<Ci rifaremo la settimana prossima. Magari alla ricetta originale aggiungerò qualche novità, che ne dici?>>

Sentì suo padre sospirare e...oh. Sembrava quasi che fosse sul punto di piangere. Ovviamente no, Mark non piangeva praticamente mai, ma sembrava davvero dispiaciuto. E a Louis quello fece male.

<<Mi manchi, ragazzo. Vorrei non dovertelo dire così spesso.>> ammise poi, la voce bassa, più un lieve borbottio che altro. Ma incredibilmente dolce.
<<Papà, mi...mi manchi tanto anche tu. Ma recupereremo il tempo perduto, ok?>>
Ricevette un grugnito affettuoso in risposta, un suono che ormai aveva imparato ad associare a guance con le fossette e un angolino della bocca più alto dell'altro.
<<Non ti ho chiamato solo per questo, però. C'è una cosa che devo dirti. Sei a casa, adesso?>>
<<Ci sto andando.>> si affrettò a rispondere. <<Sono stato in biblioteca fino a poco fa. Perché?>>

Sentì un lieve fruscio, come se Mark stesse cambiando posizione del telefono, poi un accenno di imprecazione. <<Dio, Louis, pensavo fossi a casa! Non torni mai così tardi!>>

Suo padre aveva alzato la voce. Da quando si preoccupava degli orari che faceva?
<<Papà, che...>>
<<Louis, ascoltami bene. Non devi tornare a casa. Vai da Eleanor, da Niall, da chiunque tu voglia, ma ti prego, non tornare a casa. Mi hai sentito?>>

Louis sentì il suo cuore cominciare a battere all'impazzata. <<Papà, che diamine sta succedendo?>>
Sentì Mark sospirare, un suono così diverso rispetto a quello di prima. <<Poco fa il padre di Stan, il signor Lucas, mi ha chiamato dicendomi che ha ottenuto il permesso di cacciare nelle zone vicino a casa nostra, e si è raccomandato di non uscire o addentrarsi nella foresta. Ha parlato di lupi, e di qualcosa in cui c'entrava suo figlio...a proposito, perché non me ne hai parlato?>>

Louis smise di respirare. Come poteva anche solo pensare di farlo, dopo quello che aveva appena sentito? Il mio lupo il mio lupo il mio lupo devo fare qualcosa, devo-

<<Louis, ci sei?>>
La voce di suo padre era come un'eco che proveniva da lontano, una sfumatura di una voce che non riusciva ad ascoltare. Doveva fermarsi. Doveva scendere da quella dannata macchina e andare a cercare il suo lupo. Non poteva permettere che gli facessero del male, perché se avessero fatto del male a lui automaticamente Louis ne sarebbe morto. Davvero, ne sarebbe morto.

<<Louis,mi stai ascoltando?>> chiese suo padre per l'ennesima volta.
<<Io- io devo andare, papà. Scusa.>> buttò lí in qualche modo, accostando la macchina nel primo spazio adiacente alla strada che trovò. Lasciarla lì non era di certo saggio, ma in quel momento non poteva interessargli più di tanto.
<<Louis, aspetta -ok, ma promettimi che starai alla larga dalla foresta>>

Louis interruppe la chiamata senza preoccuparsi di salutare o di promettere un bel niente. Aveva pochi istanti, forse nemmeno più quelli, a quel punto, e aveva intenzione di usare tutte le sue forze e tutto il tempo a disposizione per cercare di salvare il suo lupo.

Si addentrò nella foresta. Era da tempo che non camminava in quella zona, ma tra un ricordo e l'altro in qualche modo riuscì comunque ad orientarsi. Sprazzi di ricordi lo invasero: sua madre che lo prendeva per mano e lo metteva in posa per poi scattargli foto in mezzo alla neve, suo padre che lo prendeva in braccio con sicurezza, lui e la sua famiglia concentrati a costruire un piccolo e buffo pupazzo di neve.

E mentre tutto quello invadeva la sua mente, correva, inarrestabile, spostando con le braccia i rami che intralciavano la via e ferendosi di tanto in tanto nel farlo. Era disperato. Temeva di non riuscire ad arrivare in tempo, di percorrere il retro del giardino di casa sua trovando al centro il corpo del suo lupo ormai freddo e senza vita. Non ne sarebbe sopravvissuto.

Calde lacrime cominciarono a scivolare sulle sue guance. Non era tanto la disperazione, ma un mix di sensazioni che non riusciva a gestire. I palmi delle sue mani erano ormai feriti e perdevano sangue, ma era un tipo di dolore che poteva benissimo accettare. Non faceva male come pensare al suo piccolo lupo ferito.

Wherever You Will GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora