Capitolo 118

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In qualche modo riuscì ad arrivare nello stesso punto in cui poco prima Stan aveva iniettato a Harry il sangue infetto. Rimase immobile, le braccia lungo i fianchi, incapace di aprire gli occhi per vedere cosa lo stava aspettando.

<<Sei perfetto, tesoro.>> aveva detto una volta Louis, accarezzando le labbra di Harry. Distesi sul letto, stanchi e appagati per essere appena venuti dopo essersi toccati a vicenda.
<<Mi piace quando mi chiami tesoro.>>
<<Davvero?>>
<<Davvero. Dovresti chiamarmi più spesso così.>> soffiò Harry, strofinando il naso sulla guancia di Louis. <<Mi fa sentire...non lo so, è come se ci fosse un brivido che parte dal cuore e arriva dappertutto.>>
<<Sei una specie di poeta, Harry?>>
<<Può darsi. Con tutti i bei ragazzi che ci sono là fuori, proprio un poeta ti è capitato.>>
Louis aveva ridacchiato. <<Io non voglio proprio nessuno dei tanti ragazzi che ci sono là fuori.>>
<<Ah no?>> aveva chiesto Harry, un sopracciglio alzato. Louis sentiva il suo respiro caldo sulla pelle.
<<No.>> aveva detto, gli occhi blu cangianti che brillavano nel buio. <<Voglio te. Voglio solo te.>>
Il bacio era arrivato come un uragano, dolce e languido e pieno di passione e indugiante. Harry poi aveva sorriso.
<<E io ci sarò sempre.>> aveva ammesso poi, un sorriso assolutamente stupido stampato in faccia.
<<Che sdolcinato.>> Louis aveva finto una smorfia e Harry gliel'aveva baciata via.
<<Ti amo. Lo sai questo, vero?>>
<<Lo so. E ti amo anche io.>>
<<Anche se sono sdolcinato?>>
<<...anche sei sdolcinato, tesoro.>>

Louiz aprì gli occhi piano e aspettò che le lacrime si placassero per mettere a fuoco ciò che aveva davanti.

<<Non penso riuscirò mai a vivere senza di te.>>
<<Lou...>>
<<Ehi, lo so che non dovrei dirlo. Lo so, okay? Perchè fa male a me quanto fa male a te, però solo...sento che non ci riuscirò, okay? Sento che quando te ne andrai se ne andrà anche una parte di me e non credo che sarò in grado di sopportarlo.>>
Harry lo aveva stretto un può più forte e poi aveva premuto le labbra sulla sua tempia.
<<Grazie di amarmi anche se sono questo. Anche se ridurrò il tuo cuore a brandelli, anche se là fuori ci sono almeno un milione di modi diversi per essere felice. E...scusami.>>
<<Non dovresti scusarti.>>
<<Non dovrei?>>
<<No. Non ho scelto di vivere questo con te, Harry. Il mio cuore ti ha cercato e ti ha trovato. Ti stava aspettando. Non poteva andare in nessun altro modo. Io non voglio che vada in nessun altro modo. Ti appartengo in un modo che non riesco a spiegarmi. Sono tuo da molto tempo prima di conoscerti, Haz. Questo nessuno poteva prevederlo, semplicemente non si può- siamo qui e siamo noi. Ti amo e non ho scelta, ma in qualche modo sono felice di non averla, perché non voglio essere in nessun posto tranne che qui.>>
<<Ti amo.>> aveva mormorato Harry sulle sue labbra. <<Ti amo con tutto me stesso.>>
<<Ti amo anche io.>> aveva risposto Louis sorridendo dolcemente. <<E non mi importa proprio niente del milione di modi che ci sono là fuori per essere felice. La mia felicità sei tu, Harry. Tu. Solo e sempre tu.>>

E quando Louis finalmente riuscì a vedere nitidamente le forme e i colori attorno a sé, letteralmente, smise di respirare.

Perchè il corpo di Harry era sparito.





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Louis non ebbe il tempo di fermarsi e pensare. Certo, era sconvolto, faticava a respirare e a pensare, ma una piccola parte nel suo cervello gli gridava di rimanere vigile e di cercare di andare avanti.

Harry poteva essere ovunque. Louis si precipitò fuori dal magazzino e cominciò a guardare lì vicino, la speranza nel cuore di poterlo trovare al più presto. Ma non era in quella zona. Fece di nuovo la strada che lo separava dalla fermata dei bus, ma anche lì non c'era traccia di Harry.
Cominciò a chiamare il suo nome. Pensava di non poterlo fare mai più, di non avere più quel meraviglioso suono sulle labbra, e invece in qual momento lo stava davvero chiamando. Con tutto il fiato che aveva in corpo. Continuò a cercarlo nei paraggi, poi si spostò più a nord, entrando nei boschi.
Al minimo accenno di rumore si voltava con il cuore in gola, lo stomaco che si lacerava in mille pezzi e il cuore che urlava Eccoti ti ho trovato. Ma non era mai Harry. Erano animali piccoli o solo fruscii provocati dal vento.
Louis non sapeva nemmeno che strada prendere, dove cercarlo. Si chiese se anche Harry lo stesse cercando, visto che era quello che avevano fatto tutta la vita, solo: cercarsi, anche se non sapevano a conti fatti chi fossero davvero. La sua testa vorticò di idee. Si chiese se Harry stesse bene, se stesse perdendo sangue; si chiese se avesse avuto solo le forze di spostarsi dal magazzino per immergersi nella foresta e spegnersi in un posto più tranquillo. Al pensiero di non riuscire ad arrivare in tempo per salvarlo, si lasciò scappare un singhiozzo proprio nel momento in cui spostava con una mano un ramo e ne rimaneva ferito. Sibillò piano, calde lacrime che lasciavano i suoi occhi e che rendevano il mondo fatto di macchie di forme e colori indistinti.

Non seppe per quanto tempo lo cercò. Louis riconobbe a un certo punto un gruppo di alberi familiari; svoltò un angolo e si ritrovò estremamente vicino al cortile di casa sua.
Inconsciamente era tornato lì. Lì era dove tutto in qualche modo era cominciato, anni e anni prima, e dove lui e Harry si erano incontrati per la primissima volta che contasse, quando si erano guardati negli occhi ed avevano capito che ogni piccola azione della loro vita li aveva portati a quello. Solo, trovarsi. Il resto dopo sarebbe venuto da sé.

Barcollò fino agli scalini che portavano alla veranda. Si sedette proprio nel punto in cui, qualche mese prima, aveva stretto l'altro tra le braccia per la prima volta e gli aveva chiesto di rimanere con lui, di non lasciarlo andare. Strinse le braccia attorno al corpo per tenersi caldo, immaginando che fossero quelle di Harry e non le proprie, perché - nonostante Harry fosse convinto del contrario - lui era estremamente caldo. Caldo e protettivo, più di una casa, più di un fuoco che ardeva. Come un sole.
Chiuse gli occhi e lasciò che le lacrime continuassero a cadere. Forse aveva immaginato tutto, forse Harry in quel magazzino c'era davvero e lui non lo aveva visto - non lo aveva voluto vedere. Forse delle persone si erano accorte di tutto e lo avevano portato via.

Un terribile singhiozzo lo costrinse a piegarsi e improvvisamente dimenticò come respirare.

Fu una sensazione di completo vuoto, come una lama che squarcia la pelle e tocca il cuore. Però durò poco. Il tempo di un istante, le ciglia che si aprivano e si chiudevano in una piccola danza morbida. Il cuore si spense, il corpo con lui; Louis chiuse gli occhi e vide buio, sentì dolore, atroce e lancinante che lo toccava e lo divorava tutto, e poi-

E poi sentì dei piccoli passi leggeri vicino a lui, e fu allora che alzò lo sguardo. Sbattè le palpebre così da far cadere i residui delle lacrime, l'eco di un singhiozzo che gli era rimasto in gola, impedendogli di dire nulla.

E poi lo vide.

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