Capitolo 140

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Passarono insieme ad Ashton il resto della mattinata e buona parte del pomeriggio - tra risate, strane prese in giro di cui spesso Louis non capiva nulla e sguardi che Louis e Harry cercavano di donarsi di nascosto, un piccolo gesto solo loro.

A un certo punto il biondo ebbe l'idea di tinteggiare alcune stanze della casa che con il tempo si erano rovinate. Louis aveva storto il naso dopo aver sentito la proposta, ma alla fine Harry lo aveva convinto promettendogli che non si sarebbero sporcati - perfettamente consapevole che non era possibile promettere una cosa del genere. Presero dalla cantina vecchi barattoli di vernice che alcuni membri del branco avevano comprato e si divisero nelle varie stanze: Ashton decise di ridipingere le pareti dei bagni e del salotto, Louis e Harry invece si dedicarono alla cucina.

Il castano si stava concentrando su un punto preciso vicino al frigorifero con un pennello molto piccolo, quando sentì Harry dargli una piccola spallata.
<<Harry! Così mi fai sbagliare.>> si lamentò, guardandolo e cercando di sembrare offeso.
<<Lou, senza offesa, ma ti stai concentrando da un sacco di tempo su quell'angolino! Non succede niente se non è perfetto.>> lo rassicurò Harry, mentre con un pennello quasi più grande di lui tinteggiava la parte di parete vicina a lui.
<<Sai benissimo che mi piace fare le cose per bene. Non certo come qualcuno che conosco.>> disse vago il castano, mordendosi il labbro inferiore.
Harry spalancò gli occhi. <<Guarda che io sono bravissimo.>> replicò. <<E posso anche dimostrartelo.>>
<<Ho i miei seri dubbi, Harry>>
Ma era decisamente troppo tardi. Harry aveva già allungato una mano per lasciare una piccola striscia di colore bianco sul nasino di Louis. Immediatamente dopo averlo fatto, scoppiò a ridere.
<<Harry! Oddio, Haz, mi avevi promesso che...>> il ragazzl si portò una mano sul naso e cercò di togliere la macchia, ma finì solo per sporcarsi le dita ancora di più. <<Che non mi sarei sporcato!>>
<<Davvero?>> lo prese in giro il riccio, per poi appoggiare il pennello sulla guancia del suo ragazzo e lasciargli un po' di colore anche in quel punto. Non riusciva a smettere di ridere.
<<Ma- Harry! Adesso ti faccio vedere io.>> lo minacciò Louis, andando verso il barattolo di colore per prendere un pennello più grande. Una volta tra le mani lo agitò contro il riccio, in modo che il colore schizzasse su tutti i suoi vestiti e la sua pelle.
<<Lou, non vale! Io ti ho solo sporcato la faccia.>> si lamentò Harrg ridendo come un bambino. Anche Louis adesso non riusciva a smettere di osservare Harrg e ridere come se non avesse alcuna preoccupazione al mondo.

Continuarono a fare quella strana lotta per un po', almeno finchè il riccio non gettò il pennello per terra e afferrò entrambi i fianchi di Louis per avvicinarlo a sé. Il ragazzo mantenne il pennello tra i loro corpi, quasi come se stesse minacciando l'altro.
Rimasero a fissarsi e ridacchiare, gli occhi che brillavano di una luce intensa e diversa - consapevole di quello che stava succedendo tra di loro. Che era tutto a posto, finalmente, che quello era tutto quello che avevano sempre desiderato. Harry appoggiò la fronte a quella di Louis senza mai chiudere gli occhi, accorgendosi che qualche residuo di colore si era infiltrato nelle sue ciglia lunghe che si incontravano ogni volta che sbatteva le palpebre. Il riccio si morse il labbro e inspirò a fondo per sentire il profumo dell'altro avvolgerlo tutto.
<<Sei bellissimo.>> sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra. Louis abbassò lo sguardo.
<<Non accetterò i complimenti come scusa. E poi è...impossibile. Sono tutto sporco.>>
Harrh gli baciò la punta del naso, non curandosi che fosse sporco di colore. <<No, io...sono serio, Lou. Non è solo un complimento, è di più, okay? Non sei solo bellissimo perché hai un corpo meraviglioso e due occhi che sembrano pezzi di cielo. Tu sei bellissimo dentro. E' questo che ti rende diverso. E' questo che mi fa innamorare di te sempre di più.>>
Louis alla fine sorrise. Gettò le braccia al collo di Harry, giocherellando con il pennello che aveva ancora in mano che rimase lì, dietro la schiena del suo ragazzo.
<<Quasi come se non riuscissi a contenerlo?>>
<<Quasi come se non riuscissi a contenerlo.>> mormorò Harry. Accarezzò con le dita i fianchi del suo ragazzo, di tanto in tanto scavalcando la maglietta per raggiungere la sua pelle nuda. <<Parlare con Ashton mi ha fatto pensare a parecchie cose, sai? Mi ricordo per esempio di quando ti ho detto che essere lupo mi aveva salvato. In un certo senso lo penso ancora, solo che...adesso vedo tutto con occhi diversi, perché ci sei tu. Tu mi hai salvato, Lou. Non cambiare forma, non scappare dalla mia famiglia. Tu. Solo e sempre tu.>>

Forse fu il modo in cui Harry lo guardava, forse il tono con cui aveva detto quelle parole, ma Louis sentì il suo mondo perdere consistenza per un attimo e lasciò cadere il pennello, improvvisamente privato delle proprie forze. Il cuore gli batteva forte nel petto e l'unica cosa a cui riusciva a pensare era quanto incondizionatamente amasse il ragazzo che lo teneva fra le braccia.
<<Sei la mia ancora, Lou. Tutto quello che faccio è rivolto a te.>> sussurrò Harry chiudendo gli occhi e facendo aderire i loro nasi. <<Se sono qui, oggi; se ho sto facendo quello che sto facendo, è solo grazie a te. E per te.>>
Louis si aggrappò stretto alle sue spalle. <<Non credo riuscirò mai ad abituarmi al fatto che stiamo avendo tutto questo, Haz. Tu...tu sei sorprendente. E... dio, ti amo così tanto.>>
Louis annullò la poca distanza che c'era fra di loro facendo combaciare le loro labbra. Un gesto semplice, lento e dolce; e per un attimo ringraziò il fatto che Harry fosse più forte di lui e che lo stesse stringendo così tanto, perché altrimenti sapeva che sarebbe caduto.

Rimasero a respirarsi a vicenda per qualche minuto - Ashton che nell'altra stanza doveva aver sicuramente deciso di fare il meno rumore possibile, perché l'unica cosa su cui erano in grado di concentrarsi erano i loro respiri sincronizzati. A un certo punto Louis si staccò da Harry e raccolse il pennello che era caduto.
<<Se ti chiedo una cosa mi prometti che non ti arrabbierai?>>
Harry arricciò il naso in una smorfia buffa. <<Sentiamo.>>
<<Beh, uhm, ecco...>> Louia improvvisamente tornò ad essere molto interessato all'angolino che stava dipingendo prima che iniziasse la lotta con il ricco. <<Mi stavo chiedendo...Ashton è, ecco, un bel ragazzo, e tu...insomma, era tutto ciò che avevi. Non hai mai...non so, avuto una cotta per lui?>>

Louis non si voltò per guardare il volto di Harry.

<<No.>> rispose semplicemente.

Louis non si era accorto di stare trattenendo il respiro, almeno fino a quando non ricominciò a respirare. <<E' solo perché...non voglio insinuare niente, okay? Solo- credo che fosse più che normale, quindi...>>
<<Lou.>> lo chiamò dolcemente Harry. Gli prese il volto fra le mani per costringerlo a guardarlo negli occhi verdi. <<No.>> ripetè, e stavolta il cuore del castano perse un battito perché Harry era incredibilmente serio mentre diceva quella parola.
<<Non arrabbiarti.>>
<<Non mi arrabbio. Solo- no, okay? Sono consapevole del fatto che sia un bel ragazzo, ma...no. E' arrivato in un momento in cui ero solo, è vero, siamo cresciuti insieme ma non l'ho mai guardato con occhi diversi. E' una sorta di fratello maggiore, hai presente?>>
Louia annuì, il cuore che batteva forte. <<Va bene.>>
<<Non pensarci più. Voglio dire- sono contento che abbiamo chiarito, così almeno non hai nulla da temere. Davvero, Lou...gli voglio bene; rivederlo oggi è stato pazzesco perché pensavo di non rivederlo mai più, ma...non potrei mai. E sinceramente non voglio. Tutto quello che desidero è un ragazzo meraviglioso che è qui con me oggi e sta lasciando che io gli faccia vedere la parte di me che è più vulnerabile, e...questo significa così tanto per me.>>
<<Uhm...il tuo ragazzo deve amarti molto.>> ammise Louis, sorridendogli appena.
<<Già. Lo spero davvero, visto che anche io lo amo da morire.>> sussurrò Harry prima di baciargli una guancia. Poi con le mani cercò di togliergli dal viso i residui di colore, proprio nel momento in cui Ashtob rientrava nella cucina tutto sporco di bianco.

<<Ragazzi, io ho finito di là! Mettete giù i pennelli che facciamo pausa. Chi ha voglia di una cioccolata calda?>>

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