Capitolo 65

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Una sera, Harry era seduto sul letto di Louis con la chitarra in grembo e le gambe allungate intrecciate a quelle dell'altro, sdraiato di fronte a lui. Lo osservava comporre mentre studiacchiava biologia per un test che avrebbe avuto la settimana successiva.

Era davvero un periodo pieno, quello: tra verifiche, compiti extra e preparazione alle provinciali di canto in quello stesso sabato, Louis dedicava a Harry un quarto del tempo che avrebbe dovuto e voluto dedicargli. Certo, in quel momento erano insieme e vicini, ma il castano lo sentiva come qualcosa di sprecato. Logico che non poteva nemmeno passare tutto il tempo a baciare l'altro o tenerlo tra le braccia, altrimenti i suoi voti ne avrebbero risentito – anche se comunque la tentazione era davvero molto, molto forte.

<<Chi ti ha insegnato a suonare?>> chiese all'improvviso Louis, posando il libro sulla pancia. Aveva finalmente terminato di studiare il primo capitolo e non aveva alcuna intenzione di cominciare col secondo, quella sera. Il suo libro poteva benissimo resistere fino al giorno dopo.
<<Simon, colui che mi ha trasformato>>. rispose Harry, staccando gli occhi dalle corde dello strumento e posandoli su Louis, mentre continuava distrattamente a suonare qualche nota. <<Non era bravissimo, ma mi ha iniziato allo studio. Il resto lo so perché l'ho imparato da solo.>>
Il castano fece un lieve sorriso, pensando che il suo Harry non avrebbe per niente sfigurato al club.
<<La prima cosa che ho pensato quando ti ho visto al mio negozio, Lou, è stata che volevo scrivere una canzone sul tuo sorriso.>> ammise il riccio semplicemente, come se fosse la cosa più naturale che avesse mai detto in tutta la vita. <<...Hai un sorriso così dolce.>>

Louis sentì le guance scaldarsi un pochino. Non si sarebbe mai abituato a ricevere quei complimenti, soprattutto così inaspettatamente.
<<Non puoi dirmi queste cose.>> disse mordendosi il labbro, lamentandosi.
<<Perchè no? E' la verità.>> mormorò l'altro, muovendo un piede per accarezzare lentamente un fianco del castano con l'alluce. <<In realtà, il tuo sorriso non è l'unica cosa di cui vorrei scrivere.>> continuò, sistemandosi meglio gli occhiali da vista. Louis aveva scoperto che li usava di tanto in tanto, ad esempio quando doveva comporre, come in quel momento, o quando leggeva – per quello li portava anche al lavoro. Pensava che gli donassero – anzi, che lo rendessero in qualche modo decisamente sexy.

<<Su cos'altro scriveresti?>>
<<Mmmh>> fece Blaine, un suono roco e sensuale che per qualche motivo fece nascere un dolce calore al livello dello stomaco di Louis.
<<Da dove comincio? I tuoi occhi, sicuramente. Le tue mani, la tua pelle...Diciamo tutto, Lou. Per certe parti del tuo corpo, dolce non è esattamente la parola giusta che sceglierei, però.>> mormorò Harry, accentuando le carezze sul suo fianco.

Nei momenti come quelli, Louis aveva solo tanta voglia di gettarsi su di lui e strappargli i vestiti di dosso. Era un'immagine potente, che non pensava di poter provare anche solo ad immaginare, eppure ultimamente balenava spesso davanti ai suoi occhi, provocandolo e annebbiandogli la vista. Harry era bellissimo e...era colpa sua, solo colpa sua, perché era così adorabile e sexy e fantastico e tutto troppo, troppo da contenere insieme. Ma la pura e semplice verità era che lui non sapeva proprio un bel niente di quelle cose.
Ed esattamente per quel motivo, sceglieva spesso di tornare indietro quando cominciava a sentire che le cose si stavano scaldando, come in quel momento. Non che non volesse intimità con Harry – per quel poco che aveva assaporato, aveva scoperto che poteva sentirsi in modo fantastico, e l'altro lo faceva stare così bene – ma pensava semplicemente di non essere pronto.

<<Haz...>> lo chiamò, allungando una mano per potergli accarezzare un ginocchio, in gesti semplici e distratti. <<Questo...questo Simon, è importante per te, vero?>> gli domandò, senza mai distogliere lo sguardo da quello di Harry. Il riccio continuò la sua dolce tortura con il piede, ma smise di suonare.
<<Beh...sì. Lo sai, è quello che mi ha trasformato. E' una specie di...fratello maggiore. Ma non è importante solo per quello, lui...lui si è preso cura di me. Dopo...dopo che, beh...>> Harry si aggrappò con entrambe le mani alla chitarra, facendosi diventare le nocche bianche. Il suo sguardo vacillò di colpo, e Louis sentì immediatamente la necessità di alzarsi a sedere per potergli stare più vicino. Allungò le mani per poterle appoggiare a quelle di Harry, lasciando sulla pelle carezze distratte, cercando di far in modo che l'altro allentasse la presa sulla chitarra.
<<E' tutto a posto, Haz.>> gli sussurrò Louis. <<Non...devi parlarmene. Ehi, guardami, è tutto a posto.>> ripetè, finalmente catturando l'attenzione di Harry. Il riccio gli sorrise dolcemente, mordendosi il labbro subito dopo. Harry si sentiva talmente in colpa per non riuscire a trovare il coraggio di far uscire quelle parole riguardo il suo passato. Di bloccarsi ogni dannata volta, riportando alla mente le immagini della sua primissima trasformazione.

<<Gli voglio tanto bene.>> si limitò poi a dire Harry, ricominciando a suonare. Louis interpretò il gesto come una tacita richiesta di cambiare argomento, e se quello era ciò che desiderava lui, allora era più che felice di accontentarlo. Respirò a fondo, mentre osservava le dita di Harry muoversi abili sullo strumento, immaginando che invece di toccare quelle corde si allungassero per tracciare delle linee sul suo corpo, sullo stomaco, nelle fossette che portavano all'inguine, sulle sue natiche...

<<Ehm, Harry?>> chiese improvvisamente Louis, maledicendosi per i pensieri che aveva cominciato a fare. Era sicuro di essere arrossito, ed era anche abbastanza sicuro che l'altro se ne stesse accorgendo. <<Hai voglia di...insegnarmi a, ecco...>>

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Cosa Louis chiederà al ricciolino di insegnargli? Accetterà o sarà costretto a rifiutare?
Tutto nel prossimo capitolo!
La vostra ansia! :3 ♡

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