Capitolo 15

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Il ragazzo si stava aggrappando a lui.

E aveva occhi color smeraldo....

Occhi di cui Louis ormai aveva imparato ogni sfumatura, ogni crepa di colore che lasciava più o meno lentamente spazio a un'altra. Un incontro di verde e miele, fusi e mescolati insieme in una tinta irriproducibile con pennelli o colori a matita, ma così bella e calda da togliere il respiro. Erano occhi che ti portavano via. Erano occhi in cui un uomo poteva riconoscere e specchiarsi e trovare un milione di vite.

Gli tolsero il fiato.

<<Non...>>sussurrò lui, artigliando le sue dita al maglione di Louis.
<<Non andare via. Resta con me.>>

Lui perse un battito. Afferrò le mani del ragazzo con decisione e lo guardò negli occhi.
<<Non ti lascio.>> gli disse, la voce flebile, il cuore che pompava sangue con una velocità mai sperimentata prima. <<Non vado...non vado via. Non vado da nessuna parte.>>
Nell'attimo in cui Louis si perse di nuovo negli occhi del ragazzo che con le poche forze rimaste praticamente si stava ancorando a lui, gli infermieri fecero il giro attorno alla casa e li trovarono sul retro. Raccolsero il ragazzo ferito con delicatezza, Louis che li seguiva e chiedeva loro di stare attenti e di fare piano.

Aveva una tremenda voglia di salire in ambulanza con lui, ma non poteva. Aveva lasciato la macchina praticamente in mezzo alla strada di sera e doveva andare a recuperarla. Salì solo un attimo, mentre i medici lo preparavano su un lettino, afferrò la sua mano e qui gli disse:
<<Torno subito. Tu cerca di resistere, non- non cedere, va bene?>> un'infermiera gli passò accanto e sistemò meglio la testa del ragazzo sul cuscino.

Louis gli sorrise un'ultima volta prima di scendere dall'ambulanza, e prima di voltarsi gli parve che le labbra del ragazzo si stessero curvando per emettere un suono, un suono che in un primo momento non capì.

Quando scese dall'ambulanza e si voltò indietro un'ultima volta, la consapevolezza arrivò improvvisa come un schiaffo e fu talmente forte da togliergli il respiro.

Quel ragazzo aveva detto Louis.

Aveva detto il suo nome.

Harry era sveglio da un po', ormai; la spalla destra che pizzicava leggermente, avvolto da un camice di colore verde che aveva imparato ad associare ai pazienti degli ospedali grazie a qualche serie-tv che aveva visto da piccolo. Accanto a lui, seduto su una sedia e appoggiato con la testa sul bordo del letto, addormentato, c'era il ragazzo che poco prima gli aveva salvato la vita - senza alcun tipo di esitazione.

Harry si era aspettato che lo cacciasse via. Chi non l'avrebbe fatto, trovandosi davanti un ragazzo nudo, ferito e mai visto prima sulla soglia della propria casa?

Eppure si era preso cura di lui, senza fargli domande, con dolcezza e premura. Quasi come se lo avesse riconosciuto. Harry sapeva che a conti fatti non era riuscito a farlo, insomma, aveva avuto troppo poco tempo e lui aveva aperto gli occhi solo una volta. Gridandogli di fidarsi, di non lasciarlo. Perchè se lo avrebbe lasciato si sarebbe sgretolato nel giro di qualche istante.

Il ragazzo che lo aveva salvato gli teneva la mano. Harry se n'era accorto appena sveglio, ma non aveva fatto niente per togliere la propria, anzi, appena se n'era accorto aveva stretto più forte le sue dita, come per imprimersi il calore e la consistenza della sua pelle. Era una bella sensazione. Era come se da quel punto in cui le loro pelli si sfioravano provenisse una forza mai sperimentata prima.
Harry in quel groviglio di dita vedeva forza. Non aveva nessuna intenzione di ritrarre la mano.

Si chiese che ore fossero, rendendosi conto che probabilmente era notte inoltrata e che quel ragazzo piuttosto di stare lì, in ospedale con lui, a tenergli la mano e sonnecchiare in un modo incredibilmente scomodo, avrebbe potuto essere al caldo, avvolto dalle coperte e nel suo letto. Al sicuro. Invece era rimasto, per una ragione che ancora non capiva. Ma era bello pensare che lo avesse fatto. Era bello pensare che non fosse solo.

Dopo qualche istante, Louis si mosse e alzò la testa dal proprio braccio. Aprì gli occhi e sbatté le palpebre, cercando di capire dove si trovasse, focalizzando i pochi oggetti che lo circondavano e capendo subito dopo di essere all'ospedale. E poi ricordò.

Nel giro di qualche istante i suoi occhi si incatenano a quelli del ragazzo che aveva salvato. Stava bene.
Louis sentì un tonfo al cuore che esprimeva pura gioia per quello. Stava davvero bene, era salvo e respirava e gli sorrideva. Un sorriso piccolo, incredibilmente timido e rassicurante, che Louis fece suo come un bellissimo premio. Gli sorrise a sua volta.

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