Louis avrebbe voluto rispondere che questo lui lo sapeva benissimo, e che scommetteva con tutto il cuore che anche Harry lo sapeva. E glielo dimostrava ogni volta che lo toccava e lo stringeva fra le sue braccia.
<<Va...va bene, papà.>> si concesse di dire infine, riuscendo ad affondare finalmente il cucchiaio nel gelato che si era finalmente ammorbidito.
<<Mmmh, e sarebbe opportuno che massimo alle undici Harry fosse a casa sua.>> continuò poi. Louis sentì il battito di cuore accelerare, temendo che il padre gli chiedesse dove abitasse il riccio, ma continuò a parlare senza entrare nei dettagli. <<Ah, e se qualche volta volete cenare o pranzare insieme mi va bene, a patto che i compiti non ne risentano. E ricordagli che il fucile carico è sempre nel garage, quindi gli conviene comportarsi bene.>>
Louiz lo guardò in tralice. <<Papà, la storia del fucile non spaventa più come la prima volta. Dopo un po' tende a perdere efficacia.>> borbottò, mentre versava un po' di gelato in una ciotola per suo padre. Quando gliela porse, questo l'accettò con un bel sorriso.
<<Beh, credo che tu possa andare a chiamare Harry, adesso.>> disse suo padre facendogli l'occhiolino, in un modo tacito di dimostrargli che aveva capito benissimo che Harry se n'era andato per permettere loro di parlare. Louis sorrise, il cuore che si scaldava di un dolce calore.
<<Va bene, vado.>> gli rispose, sentendo l'eccitazione nella sua stessa voce. Non vedeva l'ora di dire al suo Harry che andava tutto bene.<<Ehi, Louis?>> lo chiamò suo padre, mentre stava proprio per uscire dalla cucina.
<<Mmmh?>>
<<Anche tua madre sarebbe stata tanto felice per te.>> gli disse Mark senza voltarsi, e Louis sentì gli angoli degli occhi cominciare a pizzicare, perché era davvero bello sentirsi dire quelle cose, soprattutto in quei momenti, quando il ricordo di sua madre lo inondava di tenerezza e lo sentiva tutto intorno a loro. Come se effettivamente lei fosse ancora viva, e loro ancora una famiglia.Quando salì le scale, trovò Harry in camera sua. Era seduto sul letto, con la sua macchina fotografica in mano, ad osservare le foto che gli aveva scattato il giorno in cui era stati alla vecchia casa di Harry.
Il riccio lo guardò con occhi preoccupati. Si muoveva un po' sul letto, evidentemente agitato. Prima di parlare si morse il labbro.<<Allora?>> chiese impaziente.
Louis gli concesse un sorriso radioso. <<E' tutto a posto, Harry.>> gli disse con il tono più calmo e sicuro del mondo, e subito dopo vide l'altro rilassarsi e concedersi un ampio sorriso a sua volta. Poi il riccio picchiettò la mano sul lato del letto vicino a lui, facendo segno a Louials di sedersi.
<<Non si è arrabbiato?>>chiese, prendendogli una mano tra le proprie.
<<Per niente. Ha solo...imposto delle regole, da buon papà apprensivo e severo. E' normale.>>disse Louis, ripensando alla conversazione che aveva avuto con Mark e realizzando che comunque sarebbe potuta andare molto peggio. Quando il castano riportò gli occhi sull'altro, notò che stava sorridendo tristemente, rivolto verso la macchina fotografica che ancora teneva tra le mani.
<<Che cosa c'è?>> chiese Louis in un sussurro, spostando una mano per accarezzargli una guancia. Harry chiuse gli occhi e si abbandonò completamente al tocco.
<<Niente. E' solo che...hai un gran bel rapporto con tuo padre. Si vede subito. E' bellissimo, sai? Sei molto fortunato.>> ammise, allargando il suo sorriso triste. Louis notò che il riccio in quel momento era così triste e vulnerabile, quasi come se qualcosa di orribile lo stesse inghiottendo. E non poteva fare nulla per tirare Harry fuori da quel baratro, e si sentiva così impotente e piccolo.<<Haz, i tuoi genitori...>> cominciò, non sapendo bene cosa dire, come chiederglielo. Harrt una volta aveva accennato qualcosa, ma non era mai entrato nei particolari. Pensò che visto che quel pomeriggio si era confidato con lui riguardo Stan, Blaine volesse fare la stessa cosa. Era pronto ad ascoltarlo, a stringerlo e dargli tutto il conforto di cui aveva bisogno.
<<...non sono morti, Lou.>> disse inaspettatamente il ragazzo. E quello, in qualche modo, cambiò ogni cosa. Louis era davvero convinto che i genitori di Harry non ci fossero più perché scomparsi in un incidente stradale, o per qualche altra disgraziata causa. Invece erano vivi. E non vivevano con Harry. E Harry non sembrava...molto ansioso di parlare di loro. Anzi, sembrava quasi avere paura di quell'aspetto della sua vita. <<Anche se per me è come se lo fossero.>> sussurrò dopo, impercettibilmente.Louia si morse il labbro così forte da farsi male. Poi azzerò la distanza tra di loro e lasciò un piccolo bacio sulla tempia del riccio, nel punto in cui iniziavano i capelli, che solleticarono la parte del suo labbro superiore.
<<Ehi, shhh. E' tutto ok. Non devi parlarne se non te la senti.>>
Harry lo guardò con occhioni grandi e feriti, feriti da una verità che Louis francamente cominciava ad aver paura di scoprire.
<<Io...solo non adesso, Lou. Ma ti dirò tutto un giorno. Non c'è nessun altro che merita di sapere la mia storia se non tu, tesoro, solo che è così...così...>>
<<Va bene. Va bene così, Haz. Quando sarai pronto, non c'è alcuna fretta.>> sussurrò dolcemente il castano. Poi scese dal letto e si mise di fronte a Harry, le ginocchia appoggiate al pavimento.
<<Giù il gelato è pronto. Ti sentirai meglio dopo averlo mangiato.>> lo rassicurò con un bel sorriso stampato in volto. Harry ne approfittò per puntare la macchina fotografica su di lui e scattargli una fotografia.Louis reagì con una smorfia, ma poi scoppiò a ridere.
<<Harry, ehi! Non vale!>> lo rimproverò, dandogli delle leggere pacche sulla gambe. Riuscì finalmente a strappargli una risata.
<<E' che eri così bello, Lou. E poi dovevo vendicarmi, tu me ne hai fatte così tante quel giorno!>> ammise, per poi mordersi il labbro. Il castano prese tra le mani la macchina fotografica e la lasciò cadere in qualche modo sul letto, poi si sporse leggermente per poter baciare Harry sulle labbra. Il ragazzo lo accolse, allargando le gambe di più per far aderire meglio il corpo piccolo di Louis al proprio e avvolgendolo con entrambe le braccia.Era stata una giornata lunga, piena di sorprese e novità. Avevano in qualche modo sconfitto vecchi demoni di Louis, affrontato Mark e si erano fatti la promessa che prima o poi sarebbero dovuti riuscire ad affrontare le paure che attanagliavano Harry quando accennava al suo passato.
Mentre si baciavano in quel momento, la sera che scendeva e Mark che li aspettava in cucina mentre mangiava il gelato, pensarono che comunque avevano affrontato e dovevano affrontare - ancora - tutto quello insieme.
E quello era un buon motivo per non avere quasi più paura, infondo.
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Wherever You Will Go
FanfictionLouis è un ragazzo che dentro di sé porta un segreto: da piccolo la sua vita è stata salvata da un lupo. Lo stesso lupo che ogni inverno lo viene a trovare e che Louis stringe di nascosto per sentirsi meno solo, in un mondo che ha deciso che lui è t...