Capitolo 112

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<<Non è nemmeno riuscito ad aspettare che arrivassi.>> cominciò Stan. <<Si è trasformato qualche minuto fa. Avresti dovuto sentire quanto urlava, Tomlinson>>
<<Fammi andare da lui.>> chiese con estrema dolcezza Louis a Stan, che nel frattempo lo aveva raggiunto. <<Lui sta così male, ha- ha bisogno di aiuto. Ti prego, lasciami andare da lui.>> lo pregò guardandolo negli occhi. Sapeva di sembrare patetico, ma sinceramente in quel momento non riusciva a pensare a nulla di razionale o sensato che non fosse raggiungere Harry e portarlo in un posto caldo e sicuro.

Quando Louis si voltò nuovamente, si accorse che dietro Harry una figura lo stava osservando. C'era sempre stata, in verità, solo che non si era mai concentrato abbastanza prima su chi fosse. Solo allora se ne rese conto, e il suo cuore precipitò nel petto.
<<Zayn?>> disse, guardando il ragazzo che era dentro quella stanza insieme a Harry. Louis rabbrividì quando si rese conto che in mano aveva una piccola pistola - probabilmente su ordine di Stan in caso le cose si fossero inevitabilmente complicate.
Louis non seppe capir subito perché quella cosa gli fece tanto male. Al livello del petto, nello stomaco, ovunque dentro di sé. Forse perché un pochino cominciava a credere che tra lui e Zayn potesse esserci...qualcosa, ecco. E qualcosa era sempre meglio di niente. Qualcosa dava speranza, dava illusioni. E lui si era illuso che Zagn fosse una persona migliore di quello che aveva sempre creduto ascoltando gli altri.

Gli occhi del ragazzo erano spaventati. Enormi, come sempre, contornati da ciglia lunghe. Il suo volto era sconvolto e tirato, come se non dormisse bene da giorni. Entrambe le braccia erano tese lungo la pistola rivolta verso il basso, verso Harry. Louis rabbrividì.
<<Non c'è bisogno di tutto questo, lui- lui non vi farà del male. E io neppure. Solo- lasciate che mi prenda cura di lui.>> sussurrò Louis, passando lo sguardo da Zayn al fratello. Stan sembrava totalmente indifferente mentre l'altro lo guardava con misto di comprensione e colpevolezza. Gli tremava il labbro inferiore.
<<Prima dammi la cura, Tomlinson.>> gli ordinò Stab sprezzante, allungando una mano verso di lui. E Louia, per un singolo attimo, esitò. Pensò alla vita che avrebbe potuto avere con Harry - chiuse gli occhi, vide un sé stesso un po' più grande e maturo prendere la mano di un uomo dai ricci color cioccolato e accompagnarlo in giro per il mondo; vide pezzi della loro vita insieme, la loro unione, una possibile famiglia; vide frammenti di felicità e si crogiolò in essi sentendo un piccolo pezzetto dentro di sé spezzarsi inesorabilmente perché non avrebbe mai potuto avere niente di tutto quello. Ma fu solo un attimo, perché poi semplicemente allungò la mano e lasciò che la cura cadesse tra le dita di Stan.

Quello che accadde dopo successe troppo in fretta. Stan strinse il sangue tra le dita, ma invece di aprire la porta del cancello per lasciare entrare Louis, entrò nella stanza chiudendosi la porta alle spalle e lasciando così il ragazzo fuori.
<<Che cosa...che cosa stai facendo?>> chiese Louis, sbattendo le mani contro il cancello. Vide Stan camminare verso Harey e togliergli le coperte di dosso per liberare il suo corpo di lupo. Il riccio riusciva a malapena a concentrarsi su quello che stava succedendo, stanco com'era per la trasformazione appena subita. <<Stan, non...non ti azzardare a toccarlo! Lascialo andare, me- me lo avevi promesso!>> urlò Louis poi.
<<Stan, che diamine...?>> cercò di dire Zayn, altrettanto stupito. Ma il ragazzo non stava ascoltando nessuno dei due. Liberò la siringa dall'involucro in cui Eleanor l'aveva posta, poi si mise in ginocchio vicino al corpo del lupo. Solo dopo alzò gli occhi verso Louis.
<<Non avrai davvero creduto che potessi fidarmi di voi così, vero? Ho bisogno di sapere se la cura funziona. Quindi, se funziona su Styles, ci sono alte probabilità che funzioni anche su di me.>>
<<Questo non era nei piani, Stan.>> cercò di ricordargli Zayn. Per la prima volta da quando era lì, Louis si rese conto che il ragazzo sembrava quasi disgustato dal comportamento del fratello. E che stava cercando davvero di farlo ragionare.
<<Zay, io- io lo so.>> balbettò Stan, finalmente la maschera di compostezza che era crollata per lasciare spazio a un minimo di emozione. <<Ma io- io non posso vivere così, non più. Devo- devo guarire, Zay, e questo...questo è l'unico modo.>> disse infine Stan. E poi semplicemente abbassò la mano conficcando l'ago nella spalla di Harry.

<<No!>> gridò Louis. In un primo momento, non seppe nemmeno capire perché lo aveva detto. Insomma, era quello che voleva, no? Che Harry prendesse la cura. Forse perché non era ancora pronto, forse perché infondo non voleva che il riccio soffrisse ulteriormente dopo tutto quello che aveva appena subito.
Il lupo cominciò ad agitarsi in mezzo alla stanza, a gemere e a calciare, quasi come se volesse gridare dal dolore. Louis scoppiò a piangere. C'era qualcosa che non andava, era chiaro. Il piccolo corpo da lupo di Harry si stava contorcendo e lui faceva dei versi orribili, versi che non sapevano di altro se non puro, semplice dolore. Louid schiacciò il suo corpo contro le sbarre continuando a versare lacrime e soffrendo insieme a Harry, finchè-

Finchè, dopo un ultimo orribile movimento, Harry si accasciò a terra e rimase immobile, rannicchiato vicino al mucchio di coperte.
<<Harry?>> lo chiamò Louis in un sussurro. Stan e Zayn, accanto a lui, seguivano immobili la scena. Percepiva i loro respiri strozzati, uno in particolare più roco e spezzato degli altri che solo dopo riconobbe come il proprio. <<Oh mio dio, Haz, dimmi che- ti prego no..>>
Louis si precipitò sulla porta aggrappandosi con le mani al ferro e scuotendolo forte. <<Apri questa maledetta porta!>> gridò a Stan. <<Haz, dimmi che stai bene, ti prego non- non puoi..>>

Le mani di Eleanor sulla sua schiena arrivarono calde e inaspettate. Anche il singhiozzo subito dopo arrivò inaspettato, netto e lacerate, e Louis fu costretto a tenersi una mano sullo stomaco semplicemente per non cedere e spezzarsi.
Stan si piegò sul corpo del lupo e lo esaminò a lungo. <<Non respira più.>> soffiò poco dopo.

E Louis semplicemente smise di esistere.

<<No. No no no no no. Fammi entrare- voglio vederlo. Voglio- Harry!>> gridò, le lacrime che gli solcavano il viso inesorabili. Le lasciò cadere. Continuò a piangere, ancora e ancora, sbattendo le mani contro quella stupida gabbia che lo teneva lontano dal riccio. A malapena sentì più tardi due forti braccia che lo trascinavano via, Eleanor dietro di lui che cercava di combattere contro Stan e Zayn che gli mormorava che gli dispiaceva. Divenne tutto sfocato. A un certo punto venne portato via da Harry, dall'amore della sua vita - sentì solo Stan imprecare e dire che dovevano muoversi a lasciare il magazzino e che dovevano andare da qualche altra parte, in un posto più sicuro.

Sentì qualcuno legargli i polsi, poi venne adagiato su una macchina che non era quella di Eleanor. E nel giro di qualche minuto, il suo mondo diventò buio.

Wherever You Will GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora