Andy si sentì stupido.
Aveva agito spinto dalle emozioni e commosso dalle parole che quella poesia recitava, senza pensare che molto probabilmente non era un abbraccio ciò che Mika avrebbe voluto, o più precisamente, non un abbraccio da una persona estranea, quale lui, volente o nolente, era ancora per il moro.
Impacciato e incoraggiato dal comportamento schivo che Mika mostrava, sfilò velocemente il dvd dal computer del ragazzo e dopo un saluto frettoloso, uscì dalla camera del riccio, chiudendo piano la porta dietro di sé.-*-*-*-*-*-
Mika udendo il click che la serratura provocò chiudendosi, scattò dalla sgabello e si fiondò alla porta, spalancandola e affacciandosi sul corridoio.
"ANDY!" chiamò a gran voce, spaventando il ragazzo che in fondo al lungo passaggio tra le stanze stava per imboccare le scale e che si girò di scatto.
Mika percorse a grandi passi la distanza che li separava e gli si fermò a mezzo metro, posandogli le mani sulle spalle.
"Scusa, io..." iniziò Andy, cercando di farsi perdonare per il gesto che aveva interpretato come non gradito, ma Mika lo zittì.
"No! Non hai nulla di cui scusarti."
Buttò lì velocemente il libanese, prima che il biondo potesse mal interpretare oltre, "solo che... non me l'aspettavo... ecco" proseguì abbassando lo sguardo e torturandosi le mani nervosamente.
"Ma... mi ha fatto piacere comunque." finì alzando lo sguardo e intrecciandolo con gli zaffiri lucenti del greco che illuminati dalla luce dell'ampia finestra del corridoio, a Mika sembrarono di una bellezza disarmante.
"Grazie! Pensavo di aver fatto un'altra delle mie cavolate" confessò Andy ridacchiando.
"Un'altra delle tue cavolate? E quali sarebbero le altre?" chiese Mika, reso curioso da quell'affermazione.
"Lascia stare!" tagliò corto lui, scuotendo le mani.
Mentre tra i due calò un attimo di silenzio, Mika udì delle voci provenire dal piano di sotto, si sporse leggermente dalla ringhiera e notò Zuleika intenta ad origliare la loro conversazione, al che rubò la sciarpa dal collo di Andy e la gettò al piano di sotto, dopo averne fatto una palla.
Si sentì un "ahi" appena accennato e Mika le gridò "Zuleika!!!!". Dei passi veloci si udirono correre via, in direzione opposta alle scale.
"Grande famiglia la tua!" rise Andy seguendo Mika che ora se ne stava tornando in camera e gli faceva segno di seguire i suoi passi.
"Fin troppo! Vuoi un paio di sorelle? Te le cedo e ti do pure un incentivo!" scherzò il moro richiudendo la porta alle sue spalle.
"Anche no! La mia fa per tre." concluse lui in risposta prendendo posto sulla sedia della scrivania e tornando ad osservare la stanza, mentre Mika si accomodava sul letto a gambe incrociate.
"Dunque è qui che componi le tue canzoni?" gli chiese Andy tornando a fissare il pianoforte.
"Un po' dappertutto a dir la verità. Rain, quella di ieri è nata qui solo per metà, ho scritto il testo qui e poi la musica l'ho composta in sala prove l'altro giorno." gli spiegò Mika, rendendolo partecipe della sua arte.
"E parlano tutte di te e della tua vita?" proseguì, volendo saperne di più.
"Non proprio, alcune prendono spunto dalla vita di miei amici" raccontò il cantante fissando Andy.
"Quindi potrei rischiare di finire in una canzone?" gli chiese un po' per gioco.
"Perché no..." rispose inaspettatamente per lui, Mika.
"Allora devo stare attento a ciò che ti racconto!" concluse il greco ridendo.
Mika fu percorso da una sensazione particolare che da mesi non provava. Quella risata gli suscitava benessere e gioia.
Era terapeutica.
"Caspita! Sono già le 7! Devo filare a casa alla svelta o mia sorella mi uccide!" interruppe quel momento il giovane, scattando in piedi e raccogliendo le sue cose.
Mika lo osservò dispiaciuto. Avrebbe voluto proseguire a parlare con lui, ma se aveva un impegno, non poteva di certo trattenerlo.
Dopo averlo accompagnato in fondo alle scale e avergli aperto la porta, lo salutò e gli augurò una buona serata, dandogli appuntamento a lunedì.
Anche per lui era già giunta l'ora di cena e ne approfittò per restare con la famiglia al piano di sotto.
Una volta che tutti ebbero mangiato a sufficienza e si furono aiutati a sistemare la cucina, Mika imboccò di nuovo le scale per camera sua, notando però un particolare sull'attaccapanni in fianco alla porta.
Era la sciarpa di Andy, che lui aveva lanciato qualche ora prima, in testa alla sorella impicciona.
Si era dimenticato di dargliela.
Onde evitare che finisse dispersa in qualche meandro di casa sua, la recuperò e se la portò in stanza con lui.
Prima di riporla accuratamente sulla scrivania, la porto inconsciamente a contatto col suo naso, ispirando profondamente il profumo di Andy che per la prima volta notò essere fruttato e lievemente aranciato.
Mika amava gli odori, li amava a tal punto da averne in un armadietto, un'intera collezione.
Boccettine marroni chiuse ermeticamente in cui aveva raccolto di tutto: pezzi di stoffa, di plastica, erbe, foglie secche, sabbia, conchiglie, sassolini.
Qualunque cosa gli potesse riportare alla mente un profumo a lui caro. Decise che quello dovesse decisamente finire nella sua collezione.
Presa una forbice, recise una frangia della sciarpa beige e arancione e righe fini e presa una boccettina ve la rinchiuse, conservandola per sempre.
Il giorno dopo Mika lo passò in famiglia, accogliendo alcuni cugini, accorsi per il compleanno di una loro zia, una giornata piacevole ma stancante, nella quale si ritrovò più di una volta a pensare al bel biondino.
Quando finalmente il lunedì arrivò, Mika si presentò alla Universal insieme alla sorella Yasmine, con la quale avrebbero montato le scenografie per il tour, per la prima volta.
"Ciao a tutti!" salutò il cantante facendo il suo ingresso e presentando alla squadra la sorella.
"Lei ci aiuterà con le scenografie oggi" spiegò poi agli amici, che presero immediatamente a chiedere come avrebbero potuto rendersi utili per le varie fasi di montaggio.
Mentre Yasmine spiegava ad ognuno cosa fare e in che modo, Mika arrivò di spalle a Andy e gli avvolse la sua sciarpa intorno al collo.
"Oh grazie!" gli disse il biondo contento di averlo accanto di nuovo, più che di aver riavuto la sua sciarpa.
Quando Andy si voltò verso di lui, i loro sguardi si intercettarono per un istante ed i loro sorrisi si fecero più radiosi. Prima che qualcuno potesse accorgersi di quello scambio di occhiate, i due tornarono a dedicarsi alla preparazione del palco.
C'erano delle colorate file di bandierine, preparate dai fratelli minori, che vennero a poco a poco innalzate nella parte superiore del palco, l'enorme faccione di un clown si stagliava come scenografia principale al centro del palco e vari elementi gonfiabili come giganti lecca-lecca e bamboline, vennero gonfiati per la prima prova.
Quando tutto fu pronto, le prove iniziarono come sempre.
Quello era ormai il penultimo giorno, in cui si sarebbero trovati in quella location, prima dell'inizio del tour e ognuno ci teneva a affinare i dettagli.
Yasmine per la prima volta si ritrovava ad assistere ad un'esibizione del fratello con la sua nuova band e squadra e doveva ammettere che sul palco della Royal Opera House, da bambino, ci stava bene; ma su quel palco, suonando la sua musica, in quel momento, ci stava da Dio.
Era il suo sogno da sempre e lo vedeva da ogni mossa, ogni nota e ogni sguardo che lanciava a chi gli stava attorno. La rivincita del bambino dislessico e deriso da tutti, si stava avvicinando a grandi passi.
Allo stesso modo, le persone che gli stavano accanto, venivano come contagiate da quell'atteggiamento positivo e festante che Mika sprigionava ed era certa che il pubblico che se lo fosse trovato davanti di lì a poco, non sarebbe rimasto indifferente.
La bella libanese si ritrovò a fissare i suoi collaboratori uno ad uno, ma si rese presto conto che i suoi occhi finivano immancabilmente su colui che meglio conosceva tra loro. Il giovane cameraman saltellava da una parte all'altra della stanza, puntando il suo obiettivo sui musicisti e gli altri ragazzi presenti.
Anche lui, poteva notare, era estremamente felice di trovarsi in quel posto a fare ciò che faceva.
Sembrava che tra lui e Mika vi fosse un'intesa particolare, anzi, poteva dire di esserne certa. Il comportamento esagitato che il fratello aveva mostrato un paio di giorni prima, in vista dell'arrivo del ragazzo a casa loro, Yasmine lo aveva riconosciuto.
Era lo stesso che aveva avuto i primi tempi che frequentava Adam. Era quello di un ragazzo innamorato, ma forse, questo, Mika doveva ancora capirlo.
Inconsciamente in quei giorni, aveva cercato di capire se il biondino fosse dello stesso parere del ricciolino, forse per curiosità, più probabilmente per amore fraterno.
L'occhiata che ad un certo punto i due si scambiarono dal palco, contribuì ad accrescere i suoi sospetti sul fatto che Andy la pensasse esattamente come Mika.
I giorni successivi passarono talmente velocemente ed in modo caotico, che tutta la squadra ebbe a malapena il tempo di finire di sistemare i dettagli, prima che la strumentazione fosse smontata e caricata sugli Stage Truck che li avrebbero seguiti nel primo vero tour.
Mika, aveva già fatto alcune esibizioni in giro per l'Inghilterra, ancor prima che il suo singolo e album fossero messi in vendita, ma com'è ovvio che fosse, non aveva avuto il riscontro di pubblico che sicuramente avrebbe avuto nelle date successive.
Questo dettaglio un po' lo metteva in ansia, per questo ogni tanto si fermava e restava immobile per alcuni attimi, pensando a ciò che lo aspettava e a come parte di quello lo terrorizzava.
Proprio durante uno di questi suoi momenti di ansia, ricevette un messaggio:
"Sono sotto casa tua."
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Two of a kind
FanfictionLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...