From the beaches of Manila

276 9 0
                                    

Di quel fine serata atipico nessuno dei due ne avrebbe mai più fatto parola, lo sapeva lui così come lo sapeva Andy.

Ciononostante sarebbe rimasto impresso a fuoco indelebilmente dentro di loro per lunghi anni a venire ed era conscio che entrambi lo avrebbero saputo conservare preziosamente nel loro personale libricino contenente i migliaia di ricordi della loro storia, contrassegnando quella pagina con un segnalibro rosso, affinché nessuno mai si dimenticasse di quanto si fossero confessati a cuore aperto e di quanto quella serata e quegli avvenimenti avessero insegnato loro.

-*-*-*-*-*-*-

Settembre e ottobre, due mesi "di ansia" li aveva soprannominati il libanese, tra le risatine di Andy.

Nel giro di poche settimane aveva affrontato l'intervista del suo officiale coming-out, la pubblicazione del suo nuovo album a poco a poco in tutto il globo, l'uscita di Celebrate e Elle me dit come singoli in zone diverse e l'inizio della promozione in giro per l'Europa. In poche parole non aveva trovato un solo attimo di tranquillità nemmeno a pagarlo oro.

Andy aveva fatto un paio di comparsate a Londra per accertarsi che il carico di ansie e preoccupazioni tipico del rilascio di un album, non avesse in lui effetti preoccupanti, ma con sua grande gioia si era reso conto che Mika, forse anche a seguito degli ultimi due anni appena trascorsi, aveva trovato una stabilità alquanto stupefacente che sembrava dargli la forza necessaria per affrontare il suo stressante lavoro senza vacillare.

"Dobbiamo organizzare le vacanze di capodanno!" La voce squillante del riccio echeggiò con forza nelle orecchie di Andy, appena rientrato a casa sua in Grecia dopo una giornata di appagante lavoro coi colleghi.

"Buonasera anche a te..." lo prese in giro bonariamente Andy, il quale non aveva nemmeno fatto a tempo a rispondere "pronto?" prima di essere sommerso dalla proposta del suo euforico ragazzo che, da come poteva intuire dal tono eccitato, doveva aver certamente qualcosa già in mente.

"Sì, sì.. sera..." rispose quasi a voler zittire i convenevoli che il greco si aspettava "Andiamo in Thailandia??" chiese quindi in un impeto di entusiasmo. Andy lo conosceva talmente bene da riuscire perfettamente a figurarsi davanti agli occhi l'espressione elettrizzata di Mika mentre pronunciava quella richiesta che lui, lo sapeva, non avrebbe dovuto fare altro che accettare al volo, se non voleva spegnere quella fiamma di entusiasmo improvviso e sentire la sua voce calare di un paio di ottave, con fare affranto.

"Sono in aeroporto in Germania e c'è un meeega cartellone di queste casette fighissime immerse nel mare azzurrissssimo..." prese a spiegare con eccessiva enfasi e un numero spropositato di aggettivi superlativi, passeggiando avanti e indietro davanti alla vetrata che dava sulla pista affollata di velivoli.

Andy nel mentre aprì il frigo, estraendo gli avanzi della cena del giorno prima e mettendoli a riscaldare in microonde, troppo pigro per mettersi ai fornelli, per poi lasciarsi cadere sul divano, in ascolto della proposta.

"Interessante, avrei voglia di montagna dopo mesi di mare..." disse esternando a ruota libera i suoi pensieri momentanei "... ma un paio di settimane al calduccio spaparanzato su una spiaggia bianca a non fare assolutamente nulla direi che mi attizzano parecchio" continuò dando di fatto a Mika il via libera per portare avanti il suo piano. Non gli interessava molto dove sarebbe finito a passare il capodanno, gli interessava solo trascorrere delle tranquille giornate spensierate con il suo compagno, lontano da entrambi i loro impegnativi lavori.

"Ok quindi che giorni hai liberi tu??" la domanda che seguì la sua riflessione, lo fece sorridere, fece mentalmente due calcoli e poi gli comunicò i programmi dei prossimi due mesi, cominciando a contare i minuti che sarebbero trascorsi tra il suo "ok ci sentiamo dopo" al messaggio di conferma che sarebbe seguito.

Il microonde emise un gioioso trillo che fece schiodare Andy dal divano solo il tempo necessario per afferrare il piatto e tornare ad affondare tra i cuscini, accendendo distrattamente la tv.
"Fatto!!! JAndiamo in Thailandiaaaaaaaa!!!"

Andy udì la vibrazione del suo cellulare e sbirciò il contenuto del messaggio, facendo un veloce calcolo e attestando a 3 minuti la velocità di azione del suo personale tour operator, ridacchiando tra sé e sé.

"Fantastico! Sei più efficiente di un'agenzia viaggi!" si complimentò con lui, tornando quindi al telegiornale greco che trasmetteva immagini natalizie di una festa qualche isoletta più a sud di dove si trovava lui. Doveva solo aspettare altri 15 giorni e poi sarebbe stato al caldo dell'oceano indiano.

.

Il pranzo di Natale a casa Penniman, Andy lo aveva da sempre temuto, fin dalla sua primissima esperienza. Quella famiglia era in grado di cucinare per un intero esercito e pretendere che tutto ciò che era stato preparato con dovizia, venisse ingurgitato da una ventina di persone, a volte anche meno. Il 2012 aveva portato moltissimi cambiamenti, ma quella tradizione era decisamente rimasta invariata.

A casa Dermanis le cose erano sempre state un bel po' più ridimensionate, ma negli ultimi tempi, dopo che la famiglia era stata ospite dei Penniman in un paio di occasioni, Amanda aveva iniziato ad assumere lo stesso comportamento ossessivo-compulsivo-culinario di Joannie ogniqualvolta Mika metteva piede in casa loro, per paura che il genero abituato a cotanto ben di Dio, potesse non mangiare a sazietà.

A nulla erano valsi gli svariati tentativi di libanese e fidanzato, di spiegare alla donna come quell'atto di masochismo puro fosse assolutamente insensato e non necessario. Lei aveva continuato imperterrita per la sua strada.

Non c'era da stupirsi quindi se dopo la vigilia a casa di Andy e il pranzo da Mika i due si trovassero alle 7 di sera del giorno di Natale, spiaggiati sul divano con le sembianze del serpente ritratto nel celeberrimo disegno dall'aviatore nella storia del piccolo principe, senza muovere un muscolo, guardando distrattamente la tv, solo per non cadere addormentati ed esausti.

"Ho come l'impressione che mi toccherà iscrivermi in palestra a gennaio, se vorrò essere ancora in grado di saltare sul palco. Queste feste mi stanno uccidendo!" borbottò Mika sbadigliando e allungandosi meglio sul divano beige del salotto più grande di casa, infilzando una costola del greco con l'alluce.

"Non solo le feste!" mugugnò Andy dando una sberla al piede del compagno e massaggiandosi il fianco sinistro, continuando lo zapping tra il noiosissimo palinsesto natalizio che da 10 anni a quella parte propinava sempre gli stessi film visti e rivisti.

"Il ragazzino di 'mamma ho perso l'aereo' è più vecchio di noi oramai, ma ancora si ostinano a metterlo in programmazione ogni dannato anno!" si lamentò il greco, prodigandosi di premere con ancora più velocità sul tastino + dei canali.

Mika ridacchiò concordando con lui, poi si alzò dalla sua posizione supina ai piedi del compagno e decise di sfruttare quella pigra serata per farsi coccolare; si allungò quindi senza tanti complimenti su di lui, portando il capo a insinuarsi sotto il suo mento e ottenendo che rotolasse leggermente di fianco per fargli posto accanto. "No ciccio, non sul mio stomaco!" lo rimproverò dolcemente Andy, spostandolo di peso appena più in là, così che il suo petto non andasse a pesare sulla sua pancia già provata, per poi passargli un bracciò attorno alle spalle e avvolgerlo amorevolmente.

"Sai... qualche giorno fa me ne stavo sul divano ad Atene coccolando Ares..." iniziò il greco passando una mano lentamente sul braccio di Mika coperto da un morbido maglioncino di pile. Mika spalancò gli occhi sorridendo con un bambino "Ooooh è tornato??" chiese curioso; gli erano bastati pochi giorni da Andy per affezionarsi al gattone arancione striato dei suoi vicini, che di tanto in tanto si presentava nella casetta bianca per farsi coccolare.

"Sì, ti saluta..." gli rispose affettuosamente "comunque... dicevo che stavo coccolando Ares giorni fa, e mi è balenata in testa l'idea che non mi dispiacerebbe avere un gatto qui a Londra..." continuò le sue riflessioni mentre Mika già gongolava all'idea. "Potrebbe giocare con Mel e farle compagnia!" aggiunse infatti immediatamente, avallando l'ipotesi di un secondo animale domestico.

"ma..." proseguì però il greco, deviando direzione di pensiero "...poi mi è venuto in mente che a Londra oltre ad avere un cane, ho già anche un altro animale che ama spalmarmisi addosso come un gatto, è morbido e sono quasi certo che se si impegna sappia anche fare le fusa...quindi non ne ho bisogno..." affermò sorridendo sempre più apertamente ad ogni parola che lasciava la sua bocca.

Mika rimase in attento ascolto di ciò che il compagno gli stava raccontando, godendosi le carezze affettuose e meditando su ciò che intendesse dire, facendo mente locale sugli animali di casa.
Quando dopo una manciata di secondi arrivò finalmente a capire l'antifona, si strinse ancora di più a lui, sovrapponendo le gambe alle sue ed accontentando la sua richiesta di fusa strusciando il viso contro il suo petto ed emettendo un sordo brontolio felino che fece ridere Andy di gusto.

"Ecco, vedi. Lo sapevo che ne eri capace. Bello il mio miciotto!" disse prendendolo il giro e assottigliando la voce come spesso faceva quando si rivolgeva giocosamente a Mel, facendo scorrere sue dita sotto al mento del suo ragazzo come era solito fare con Ares.

Mika si lasciò cullare dalle coccole del suo ragazzo chiudendo gli occhi per un istante mentre la tv faceva da sottofondo alla tranquilla serata di relax, e le braci nel camino si facevano a poco a poco cenere, apportando all'atmosfera natalizia corredata di lucine millecolori e abete rosso, quel tocco di romanticismo in più.

L'incanto durò fino a quando Melachi si avvicinò a loro, facendogli capire con garbo come fosse giunto per lei l'orario della cena.

Andy fece per spostare Mika da sopra di sé, scoprendo con poca sorpresa come il 29enne fosse finito per soccombere alla tranquillità della serata e assopirsi sotto il suo magico tocco. Cercò di non svegliarlo ma il sonno ancora leggero lo destò, togliendo a Andy la fatica di sgusciare da sotto di lui senza farlo rovinare a terra.

Il greco andò in cucina servendo la ciotola di cibo a Mel per poi andare a recuperare il caricatore del cellulare al piano di sopra, quando tornò in salotto, invece di trovare Mika disteso in tutta la sua lunghezza sul divano, come gli piaceva fare per rompere le scatole, lo vide seduto a gambe incrociate in fondo alla penisola, con le mani sotto al mento, i gomiti appoggiati a un cuscino e l'attenzione completamente assorbita dalla tv.

Curioso, si affrettò ad aggirare la tv e piazzarsi a sua volta sul sofà, appena dietro a lui, cercando di capire cosa lo avesse stregato in quella maniera.

Su un astruso canale a lui sconosciuto, su cui il suo zapping si era fermato quasi un'oretta prima, stavano trasmettendo un - apparentemente interessantissimo - programma-documentario su quelle che parevano essere delle montagne alquanto imponenti, circondate da nebbie e interamente coperte da spessi nevai.

L'animo documentarista di Andy venne catturato a sua volta dalle spettacolari immagini che scorrevano sullo schermo, ritrovandosi a pensare a quanto avrebbe voluto poter avere la possibilità di lavorare a report come quello, dove la natura era ancora più selvaggia delle sue isole greche - e in quel caso anche decisamente più ostile - poi una breve inquadratura al commentatore completamente imbacuccato in un pesantissimo giubbotto rosso, sferzato da venti gelidi e ricoperto da una sottile coltre bianca, gli fece cambiare repentinamente idea. Non avrebbe di certo cambiato i 25-30 gradi di Atene con i meno-non-sapeva-bene-cosa di quei luoghi.

"Che mergaviiigliaa" il sussurro poco più che udibile che uscì dalle labbra del libanese, mentre i suoi occhi se ne stavano incollati magneticamente allo schermo piatto della tv, fece sorridere Andy che ben si aspettava una sua reazione simile.

Effettivamente una mezza idea di andare a trascorrere qualche giorno sugli sci, gli stava ronzando in testa da parecchio. Era certo che se avesse buttato lì l'idea a Mika, l'avrebbe sicuramente accolta di buon grado, soprattutto dopo aver visto quelle immagini.

"Hey Mika" lo chiamò avvicinandoglisi per attirare la sua attenzione. Il ragazzo non fece mezza piega.

"Yuuhuuu" canticchiò quindi passandogli una mano davanti agli occhi, intralciando la sua visione.

Mika aggrottò gli occhi scacciando con una mano quelle di Andy che gli gironzolavano davanti, cercando di non perdersi nemmeno un fotogramma di quelle immagini.

"Miciottoooooo" lo chiamò di nuovo il greco, non demordendo e stavolta mettendoglisi davanti con il viso, così da essere finalmente preso in considerazione.

Il libanese sbuffò portando le mani ai fianchi e raddrizzando il petto con fare minaccioso "Che vuoi? E non chiamarmi così!!" rispose irritato facendo sorridere beffardamente il suo compagno.
"Ascolta mio miciotto" disse ricevendo uno sguardo di fuoco e schivando una cuscinata "...che ne dici di farci qualche giorno in montagna a gennaio?" chiese con l'aria fiera di chi ha avuto un'idea fantastica e assolutamente irrinunciabile.

Mika sgranò gli occhi e sorrise euforico al sol pensiero di mettere piede tra la neve, ma poi facendo due veloci calcoli, si rese conto che dopo le due settimane di vacanza in Thailandia, non avrebbe avuto abbastanza giorni liberi da poter dedicare ad una gita simile.

Andy notò il mutare dell'espressione del riccio e capì come con tutta probabilità, il ragazzo si fosse reso conto di un qualche impedimento che intralciava i loro piani.

"Non riusciamo?" chiese infatti con fare disincantato ma sguardo dolce di chi può comprendere perfettamente le esigenze lavorative complicate.

Mika scosse la testa mordicchiandosi una guancia e abbassando gli occhi, ma quell'espressione abbattuta non durò il tempo di un battito di ciglia.

"Andiamoci adesso!!" esclamò tutto d'un tratto riaprendosi nel sorrisone tipico di chi ha avuto l'idea geniale del secolo.

Andy lo squadrò perplesso ma quando capì le possibili implicazioni di ciò che stavano discutendo, pregò con tutto sé stesso che a Mika non venisse in mente di...
"Andiamoci al posto della Thailandia!!" il libanese si alzò in tutta la sua lunghezza sul divano, sovrastando Andy di un mezzo metro buono, "Cancelliamo e ce ne andiamo in Nepal, a scalare l'Himalaya!!!!" disse alzando la voce gioioso e lanciando le braccia in aria, facendo un mezzo balzo sul divano.

Il greco si portò entrambe le mani nei corti capelli ordinati preparandosi mentalmente a dire addio ai suoi sogni di spiagge bianche, mare cristallino e relax, per prepararsi almeno un minimo a ciò a cui sarebbe potuto andare incontro, dopo che la sua bella idea era stata trasformata in qualcosa che, temeva veramente, sarebbe potuta divenire una folle avventura da cui non era certo sarebbero usciti interi.

Il problema più grande era che non aveva il coraggio e il cuore di smontare ciò che stava nascendo dato che era stato proprio lui a fomentare la voglia di montagna di Mika, già estremamente amplificata da quel documentario.

"Vado a prendere il pc!!" basandosi sulla legge del 'chi tace acconsente' il libanese ancora in piedi sui cuscini della penisola, prese la palla al balzo e prima che Andy potesse tentare di dissuaderlo, si lanciò verso la porta scavalcando con un salto lo schienale del divano e fiondandosi nello studio del greco per rubare il computer e mettersi all'opera.

"Il pc deve arrivare qui INTERO!" gli urlò Andy quando il ragazzo quasi finì contro il muro che separava la scala dalla cucina, tentando una folle derapata per virare la sua corsa coi calzini verso il piano superiore.

"Non preoccuparti!!" gridò lui di rimando, già sparito su per gli scalini in legno percorsi a due a due.

"Sì che mi preoccupo, e tanto anche..." biascicò Andy a sé stesso sconsolato, tornando a sedersi sul divano e accogliendo Mel che avanzava intanto a consolare il padroncino.

Two of a kindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora