Mind the keys!

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"Bravo!" gli disse con una pacca fraterna sulla spalla, "Sono certo che renderai tutti quanti fieri di te" gli augurò a cuore aperto.

La serata, o per meglio dire, nottata, si concluse all'alba, con i pochi superstiti non ancora crollati per le quantità di alcol o di sonno che si salutarono calorosamente, chi dandosi appuntamento alla stagione a venire, chi congedandosi con la speranza di ritrovarsi altrove.

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Milano, Parigi, Londra, di nuovo Parigi, di nuovo Londra. C'erano giorni in cui si svegliava e doveva attendere di connettere il cervello per capire in quale città europea si fosse svegliato. Non più di una settimana prima, aveva cercato di comprare il pane nella sua città di residenza in perfetto francese, attirando su di sé lo sguardo scocciato del panettiere di South Kensington.

Svegliato da una zampa conficcata nel fianco, quella mattina la prima parola che pronunciò scocciato, fu il nome della sua quattro zampe, decisamente affamata in attesa di ricevere la colazione dal suo poco mattiniero padroncino. Con un grugnito scocciato, il libanese aprì gli occhi, trovandosi davanti il musetto implorante del suo cane, che lo osservava in trepidante attesa, con sguardo di puro ed incontrastato affetto.

Si alzò dal letto, mugugnando al grigiore di Londra che filtrava dalle persiane e lasciando perdere il casino di vestiti che in meno di 6 ore il giorno prima era riuscito a disseminare per la stanza, e che sarebbe toccato a lui riordinare.

Scese al piano di sotto con andatura lenta ed assonnata, a piedi scalzi e senza nemmeno degnarsi di indossare un paio di pantaloni sopra i boxer.

Sfamata la golden e lasciatala uscire in giardino, si svaccò con uno sbuffo scocciato sul divano del salotto, decisamente contrariato all'idea di essere stato interrotto in una delle migliori dormite delle ultime settimane.

Visionò le mail nella sua casella di posta, riservando un borbottio infastidito ad un paio di esse, poi accese svogliatamente la tv facendo zapping con fare distratto ed insofferente.

Il trillo del suo cellulare, lo infastidì ulteriormente, e afferratolo tra le dita con l'intento di metterlo a tacere definitivamente per tutta la mattinata e porre fine alle scocciature per alcune ore, fu dissuaso dal buongiorno amorevole del suo greco, che riuscì a strappargli il primo arduo sorriso della mattinata.

"Un'alba così è il sogno di ogni artista. Buongiorno mio libanesino! L'Egeo ti saluta. <3" in allegato uno scorcio di mare da cui il sole sbucava timidamente, facendo arrossire gli strati di vapore acqueo sospeso nelle basse atmosfere.

Gli ci era voluta una piccolezza per svegliarsi male. Gli era bastata una semplice nuvoletta bianca e una immagine su whatsapp dalla persona giusta, per ribaltare il suo umore.

"Oh grazie Gapi! Avevo decisamente bisogno di un raggio di sole, nel grigio di stamattina!" rispose, alludendo solo secondariamente alle nubi dense nei cieli londinesi, e allegando una foto delle sue gambe sul divano.

Andy, che stava attendendo un paio di colleghi prima di iniziare il secondo round di riprese, ricevette al volo il messaggio e rispose immediatamente.
"Il romanticismo del mio fidanzato... io gli invio l'alba sul mare e lui le sue gambe pelose..."

L'ironia palese del greco fece tornare definitivamente il buonumore al trentenne, che stette al gioco, scattandosi una foto alla sua mano sinistra, il cui unico dito alzato e svettante era il terzo, da destra o da sinistra che lo si guardasse.

"Lo sai che ho un modo tutto mio di vedere il romanticismo, e comunque se non sai cogliere la poesia dietro quella foto, sei un artista fasullo!" rispose a sua volta con emoticon saccente allegata.

Andy scosse la testa con una risata aprendo i due messaggi appena ricevuti e rispondendo "Colgo, colgo, non preoccuparti. Anche se come peli preferisco quelli rossicci e lunghi! Provvedi!"

Mika, ormai con il sorriso perenne in viso, lesse il nuovo messaggio e afferrò la richiesta peculiare del compagno, alzandosi con un mezzo sbuffo dal divano e facendo rientrare la golden, a cui scattò una fotografia, inviata in tempo zero al greco, con relativo commento.

"Sempre un piacere avere la conferma di come tu la preferisca a me...."
Andy si fece travolgere dalla tenerezza del musino contento della sua golden, che gli mancava come l'aria e ridacchiò alla battuta del suo ricciolo.

"Ehhh mi mancaaa! Con te almeno posso parlarci, con lei no!" ribatté con tanto di faccina triste e sconsolata.

Mika leggendo il commento malinconico del compagno, e capita l'antifona, decise di provare ad accontentarlo per quel poco che poteva.

Avviò una chiamata Facetime, ponendo di fronte alla videocamerina del suo iphone, il musetto, o meglio il tartufo curioso in esplorazione del cellulare, della cagnolina.

Non appena il greco rispose, si senti un urletto giocoso provenire dagli altoparlanti del telefono e in contemporanea la coda di Melachi iniziò a scodinzolare a più non posso.

"Buongiorno anche a te!" scostò quindi la videocamera dal muso di Mel al proprio viso, sorridendo gioioso.

Andy accennò un mezzo sorriso poi assunse un'espressione contrariata "Ma..! Torna alla mia patatina!! La tua faccia la vedo già troppo spesso"

Il viso del libanese si tramutò in mezzo secondo in una smorfia fittiziamente iraconda e seccata "Ma se sono quasi 2 mesi che non ci vediamo?!" rivendicando a sua volta il proprio ruolo in famiglia.

"1 mese e 19 giorni, e per la cronaca mi manchi un sacco anche tu, rompipalle Penniman" confessò addolcendo i toni, senza rinunciare allo sfottò quotidiano.

Anche Mika rasserenò lo sguardo di rimando scrutando il quadretto offertogli dallo schermo del suo telefono "Certo che sei in un posto fighissimo oggi!" osservò, alludendo al panorama di Atene dall'alto, di cui godeva la terrazza su cui il ragazzo era affacciato.

"Decisamente!" confermò dando un occhio alle sue spalle, poi si voltò in direzione opposta, dove un paio di suoi collaboratori si stava radunando, pronti per l'inizio del successivo round di riprese.

"Mi tocca andare. Goditi il divano e la mia Melachi!" gli augurò con un occhiolino.

"La MIA Melachi se proprio! Buon lavoro Andy!" puntualizzò con una linguaccia, prima di salutarlo e tornare alla sua mattinata.

Aveva solo una giornata da trascorrere a Londra, prima di tornare in Italia per il mega concerto che doveva tenere in piazza a Napoli, i vari incontri preliminari per XF, le lezioni di italiano e quant'altro, ma non aveva la minima voglia di schiodarsi dal divano.

Sapeva perfettamente che se sua madre fosse venuta a conoscenza della sua breve tappa in città, gli avrebbe animato la giornata a dovere, ma in quelle settimane concitate, l'unica cosa di cui sentiva il bisogno era qualche ora di silenzio e solitudine. Avrebbe dovuto per forza di cose passare in studio nel pomeriggio, per ritirare la traccia di Boum Boum Boum pronta per la pubblicazione, ma a parte quello, non aveva voglia di vedere nessuno.

A ben vedere si sentiva un po' come il suo personaggio della canzone, che demotivato e solo pensava unicamente a ciò che gli mancava e si sfogava a suon di tequila e cibo spazzatura. Se non fosse stato per il suo disgusto verso la tequila, e l'assenza di patatine o schifezze simili nella sua dispensa, probabilmente si sarebbe lasciato agglomerare dal divano esattamente come lui.

Ripensando alla sua canzone, gli venne automatico andare a cercarne il testo, salvato sul suo drive e dargli una lettura. Si ricordava ancora perfettamente la faccia di Doriand, quando dopo aver assistito alla peculiare scena comica del fustacchione intento a dare bella mostra di sé con vanto davanti allo specchio di camera sua, al secondo piano del condominio sulla piazzetta, si era ritrovato il tovagliolo del bistrot scarabocchiato con le prime frasi di quella che sarebbe divenuta una canzone.

Et tous les bourgeois du 16ème
Se demandent pourquoi je t'aime
Pour n'avoir pas besoin d'un zoom
Quand toi et moi on fait boum boum boum

"Dimmi che non lo stai per fare davvero...?" gli chiese l'amico, leggendo quanto scritto fino a quel momento e scrutandolo con un sopracciglio alzato.

Mika non ci pensò due volte, e complici i bicchieri di vino rosso sorseggiati con avidità, gli rispose con una risata delle sue e un convinto "Oh si!"
"Mika.... È super esplicita! Da quando ti esprimi con questa sfacciataggine?" gli chiese accennando suo malgrado un sorriso.

"Da quando seduto tranquillamente in un bistrot a pranzo me ne vedo uno nudo alla finestra che si guarda allo specchio suadentemente, con gli occhi di mezza piazza che lo osservano. Daaai! E' comica!" rise il libanese, andando a canticchiare a bassa voce un motivetto incalzante che gli frullava in testa.

Complici il nettare di bacco con cui si era dissetato, e la lontananza del suo amante, gli venne piuttosto semplice scrivere una canzone a che narrava della malinconia struggente dell'assenza, dell'ardore del desiderio e dell'appagamento dell'atto d'amore.

Doriand aveva notato l'insolita apertura messa in mostra da quelle parole a chiare lettere, ma si era limitato a metterlo al corrente della sua visione, senza interferire oltre.

Mika era quindi finito per completarla davvero e anzi, si era pure intestardito a tal punto da volerla come primo singolo estivo del suo quarto album, ancora in piena fase di lavorazione.

Seduto su quel divano, con null'altro che i suoi pensieri e le sue opinioni a saturargli la mente, si ritrovò un filo impaurito dalla franchezza di quel testo, che canticchiato come un ritornello innocente, era molto simile alla sua vecchia Lollipop.

Ci pensò per quasi 10 minuti buoni, poi decise di fregarsene e mantenere tutto quanto così come aveva deciso. Dopotutto aveva parlato di qualcosa di così naturale e umanamente fisiologico in termini scherzosi, che chiunque l'avrebbe intesa esattamente come avrebbe dovuto. Chi cogliendo perfettamente il significato, chi ignorandolo, limitandosi a canticchiarla storpiando parole a caso.

Con un ultimo sospiro soddisfatto, chiuse l'app e si allungò sul divano, accarezzando il pelo della sua golden, finendo per appisolarsi di nuovo.

.
Andy concluse la giornata di lavoro a cena con la squadra, al termine dell'ennesimo ottimo lavoro e poi si ritirò nella casupola al paese, dove le valige per l'indomani erano già pronte in salotto.

Aveva in programma di fare una sorpresa al compagno che non vedeva da 7 settimane e doveva sperare che l'aereo non tardasse, o avrebbe vanificato ogni cosa. L'orario d'atterraggio previsto per Mika, era infatti le 11:00 di mattina, il suo alle 10:30. Se avesse tardato anche solo di mezz'ora, avrebbe finito per arrivare dopo di lui.

Svizzero come sempre, si imbarcò sull'aereo in perfetto orario, e la compagnia greca, non gli fece fortunatamente nessuno scherzo, cosa che gli permise di mettere piede nell'appartamento di Milano alle 11:10 spaccate.

Velocemente si premurò di nascondere la valigia nell'armadio in camera, di aprire le finestre, e preparare la tavola imbandita con ciò che si era portato dalla Grecia e ciò che Giulio gli aveva gentilmente fatto pervenire su richiesta. Diede un veloce sguardo all'orologio e poi al cellulare. Mika aveva appena comunicato a Giulio di essere partito col taxi dall'aeroporto.

Mezz'ora e sarebbe stato sotto casa.

Calcolò minuziosamente i tempi: il fioraio era distante 10 minuti a piedi, 5 se fatti correndo. Poteva correre all'andata, al ritorno avrebbe rischiato di rovinare i fiori. 15 minuti + 5, no, 10 in caso di attesa per scegliere e acquistare, facevano 25. Ce la poteva fare!

Corse in camera, recuperò il portafoglio e il cellulare e senza indugiare si fiondò in strada. Fece partire il cronometro sul suo orologio e si mise in marcia, schivando i passanti uno dopo l'altro, fregandosene del semaforo arancione inoltrato e attraversando la strada in tempo record.

Diede uno sguardo all'orologio: 4 minuti. Perfetto.

Fece il suo ingresso nel negozio, cercando di recuperare il fiato e ringraziò il cielo quando vide che il cliente prima di lui col suo mazzo di tulipani in mano stava ormai pagando. Si diede un'occhiata in giro e optato per dei ranuncoli gialli e arancioni e alcune peonie bianche, si fece capire dalla fioraia con le pochissime parole di italiano che Mika gli aveva inculcato e con un occhio all'orologio si affrettò a pagare e uscire dal negozio.

18 minuti. Gliene restavano 10 più due di scarto. Perfetto!

SI incamminò a passo svelto attento a non sciupare il prezioso mazzo, attese con impazienza che il traffico defluisse e la strada fosse sgombera ed attraversò, guardandosi attorno, una volta sotto casa, sperando di non scorgere nessun taxi.

Con un'abile mossa, sgusciò dentro il portone precedentemente aperto dall'anziana signora del secondo piano, prima che si chiudesse, guadagnando ulteriori 30 secondi e senza aspettare l'ascensore saltellò i gradini a due a due sulle tre rampe di scale che conducevano al loro appartamento.

Raggiunta la sua porta, si prese una decina di secondi per riprendersi dal tour de force e diede un occhio all'orologio, fermando la corsa dei secondi a 28 minuti e 34. Svizzero!

Poi una volta tornato in sé, attento a non far cadere il mazzo di fiori, infilò la mano in tasca per estrarre le chiavi, entrare, sistemare i fiori nel vaso in centro al tavolo, e nascondersi.

Sbuffò quando la mano sinistra non trovo null'altro in tasca se non il suo cellulare. Spostò i fiori nell'altra mano e con la destra ravanò nell'altra tasca. Vuota.

Frettolosamente si premurò di controllare le tasche posteriori, senza risultati.

Sbuffò sonoramente, poi alzò lo sguardo e si ricordò dell'apertura a codice applicata alla porta, che più volte aveva salvato Mika dalle chiavi dimenticare e lo ringraziò mentalmente.

Si apprestò a digitare i 6 numeri magici, quando gli venne un ultimo fatale dubbio.

Così come nella fretta si era dimenticato di infilarsi le chiavi in tasca, così non aveva sollevato i contatori della corrente lasciando di fatto il tastierino numerico senza elettricità, e quindi completamente inutilizzabile.

Era decisamente e irrimediabilmente fregato.

Si lasciò andare ad un'imprecazione sottovoce e dopo uno sguardo all'orologio, decise che non poteva fare altro se non aspettare l'arrivo del suo ragazzo dal pianerottolo appena fuori l'ascensore.

Senza alcuna speranza di poter rimediare al suo piano fallito, si appoggiò distrattamente alla porta chiusa in attesa.

Non passò un minuto che il trillo dell'ascensore giunto al piano si fece largo nel vano silenzioso e il rumore lineare delle rotelle del trolley accompagnò l'uscita di Mika, già intento a estrarre le chiavi dalla borsa a tracolla.

Andy osservò la scena avanzando a passi silenziosi verso di lui, sorridendo ebete con il mazzo di fiori a coprirgli metà viso e quando Mika sollevò lo sguardo se lo trovò davanti esattamente così.

L'espressione di puro stupore che gli incorniciò il viso e gli fece brillare gli occhi, lanciò uno sfarfallio incontrollato allo stomaco del greco, che gli si avvicinò ulteriormente, abbassando i fiori e aiutandolo con le chiavi, prima che gli cadessero di mano finendo nella fessura dell'ascensore, come peraltro era già successo, rischiando di relegare entrambi sul pianerottolo per il resto della giornata.

"Queste le prendo io!" disse infatti rubandogliele.

Mika lo lasciò fare esclamando però un sorpreso "Che ci fai qua?" accompagnato da un solare sorriso.

"Hmmm... qua sul pianerottolo o qua a Milano....?" Domandò facendo lo gnorri, con un sorrisino colpevole in viso.

"Tutti e due, o meglio... qui a Milano posso immaginarlo, dato che hai pure i fiori in mano, volevi farmi una sorpresa. Qui fuori............" collegò il fatto che gli avesse rubato le chiavi di mano e che non avesse valige o borse con lui ed esclamò soddisfatto "Sei rimasto chiuso fuoooriiiiI!!!!!" iniziando a ridere.

Andy sospirò guardandolo di sottecchi, sorbendosi il fare compiaciuto del compagno che per una volta si poteva beare di un errore che era solito commettere lui stesso.

"Ma scusa... ho messo l'apertura col codice apposta, per aprire anche senza chiave..." gli ricordò avvicinandosi alla porta e a lui, scrutando il tastierino numerico, la cui lucina rossa risultava assente.

Mika si perse in una seconda ondata di risa "Non hai alzato il contatore!!" lo sfotté amabilmente.

"Mioddio stai diventando peggio di me, Gapi!" continuò avvicinandolo poi alla porta contro cui il biondo era già finito e intrappolandocelo con una mano sul petto e una a cingergli la nuca. Con un fugace sguardo ai dintorni, si allungò andando a baciarlo ancora con il sorriso sulle labbra, coi fiori che gli accarezzavano la guancia e li inebriavano con il loro profumo.

"Ma finché mi capiterai di fronte a casa con un mazzo di fiori così, a farmi una sorpresa dopo due mesi che non ti vedo...." Disse facendo scontrare i loro nasi "...ti perdono qualunque cosa" sorrise baciandolo a fior di labbra e sfilandogli le chiavi di mano, scostandosi di lato per aprire.

"Prego, tesoro" gli cedette il passo per entrare nell'appartamento, tirandosi appresso la valigia e varcando la soglia, alzando come prima cosa i contatori della corrente, una volta chiusa la porta.

Immediatamente percepì un profumino di cibo nell'aria e come un segugio sgattaiolò in salotto trovando la tavola imbandita, sgranando gli occhi stupefatto.

"Ma amoooreeeee" trillò mollando immediatamente tutto, recuperando un trancetto di pizza e raggiugendo a passi svelti la cucina, dove il compagno stava riponendo i fiori nel vaso.

Andy si sentì una scarica di endorfine pervaderlo a quell'esclamazione così genuina e profonda e d'istinto sorrise, finendo di sistemare i fiori nel modo più carino possibile, attento a non sciuparli.

"Che meraviglia! Ma quando sei arrivato?" gli chiese accortosi che oltre alla tavola imbandita non vi fosse traccia di sue cose per la stanza, sintomo che non avesse ancora disfatto la valigia.

Il greco diede un ultimo sguardo compiaciuto al vaso e lo abbandonò nelle mani del compagno, rubandogli la pizza e addentandola famelico. "Un'ora scarsa fa" rispose dopo averne ingurgitato due pezzi avidamente.

Mika fece due calcoli veloci e intuì come per imbastire il tutto, fiori compresi, il greco avesse dovuto fare un tour de force infinito. "E' per questo che sei rimasto chiuso fuori..." osservò acutamente, ricevendo un cenno di assenso dal biondino.

"Mi andava tutto benissimo così tato, anche senza fiori..." gli fece notare "Ma anche senza cibo... mi bastava la sorpresa di te qui" azzardò addirittura, e per uno perennemente affamato come lui, era un'affermazione da non sottovalutare, Andy lo sapeva benissimo.

"Ma ti ringrazio infinitamente per esserti preoccupato di sfamarmi e di farmi pure trovare i miei fiori preferiti in centro alla tavola in tempo record. E' tutto perfetto" gli sorrise innamorato, lodando tutto ciò che si era prodigato a fare per lui, perché ognuno di quei suoi piccoli gesti ricevesse il ringraziamento che meritava.

Andy infatti si aprì nel suo sorriso più caldo, soprattutto a quelle ultime parole e gli si avvicinò abbracciandolo semplicemente a sé, senza dire nulla, senza fare nulla. Godendoselo solamente.

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Buoooooooongiorno!
Eccoci qui. Questo capitolo mi piace parecchio, benché sia piuttosto normale.

- A quelle parole a Andy venne spontaneo ruotare gli occhi verso il cielo ed emettere un lieve sbuffo contrariato. Da quando Mika gli aveva comunicato la nuova formazione dei giudici si era ritrovato piuttosto risentito. L'unico dei tre che avrebbe tanto voluto fuori dalla circolazione, era il solo ad aver rinnovato il contratto con Sky per la stagione 2014, oltre al suo fidanzato. -

- Il libanese aveva continuato imperterrito nelle ultime settimane a stuzzicarlo con vantaggi e risvolti positivi di una decisione di quel tipo e notare di aver sortito gli effetti desiderati, lo faceva immancabilmente sentire fiero di sé e del compagno. "Davvero?? Oooooh! Questa è una fantastica notiziaaaa!!" trillò baciandolo raggiante.-

- "Ma non devi lavorare tu??" chiese con un sospiro rassegnato, davanti alla follia euforica che investiva il fidanzato ogni volta che si nominava anche solo di sfuggita qualcosa di creativo.-

- Fu una totale immersione nel mondo di Andy. Il negoziante, un italo americano molto disponibile, chiacchierò con lui per quasi un'ora, tra aperture, diaframmi, lunghezze focali, pixel, risoluzioni varie di cui Mika capiva poco o nulla. Lui si limitò a seguire pezzi di discorso e gironzolare per gli scaffali ingombri di un'infinità di aggeggi elettronici, a molti dei quali non avrebbe neppur saputo dare un nome.-

Le 4 caramelline a voi!
Buona domenica a tutti!
:*
Vv  

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