The yellow hammock

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"Ti amo oh mio stronzo, permaloso, spocchioso libanese!"


E la conferma di avere tra le braccia, esattamente la persona che sa incastrare ogni parola e ogni gesto con il proprio, nella maniera più sfacciatamente perfetta.

-*-*-*-*-*-"3 ore di macchina, mezz'ora di elicottero e 3 ore e mezza di barca?? Dove caspita è, in mezzo all'oceano Indiano??" chiese Andy dopo aver letto il volantino preparato da Mika, che svelava finalmente l'ultima destinazione del loro viaggetto d'anniversario.


"Costa sud della Cambogia. Non esiste la tua amata guida per questa isola... è praticamente sconosciuta, ma fidati... mi ringrazierai" gli disse con un occhiolino, sollevando il maniglione del trolley e facendo strada verso la reception dell'hotel, dove avrebbero lasciato tutto, al di fuori di uno zaino ciascuno.

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Una decina di ore complessive più tardi, Andy rimirava con sguardo sognante le verdeggianti colline dell'isoletta dal nome impronunciabile su cui erano finiti.

Aveva adorato ogni minuto di quelle interminabili ore per giungere in quel luogo sconosciuto ai turisti, e conosciuto a malapena dagli abitanti delle coste cambogiane.

Dalle stradicciole sterrate tra gli specchi d'acqua e le praterie del sud di quella terra stretta tra la Tailandia ed il Vietnam, alla vista mozzafiato dall'elicottero, finendo con le onde scure del golfo del Siam.

Ogni chilometro era una scoperta, una dozzina di fotografie da aggiungere al rullino e una manciata di sguardi estasiati.

"Lascia fare a Mika e ti troverà un'isoletta pressoché deserta dove ritirarsi in eremitaggio" commentò passeggiando fianco a fianco a lui tra gli arbusti rigogliosi che affiancavano la stradina in terra battuta, e l'acqua iridescente, che dalla bassa scogliera scintillava inebriando la vista e il cuore.

Il brusio dei turisti e degli autoctoni cambogiani lontani centinaia di miglia, in quella solitudine così ascetica dove prendersi per mano, nell'incedere lungo il cammino, non sembrava tanto controverso e inopportuno, come sempre.
Dove poter essere due metà di una coppia, anziché soli compagni di viaggio poteva e doveva manifestarsi in tutta la sua verità, naturalezza e istinto.

"Dove dormiamo stanotte...?" chiese Andy, facendo ciondolare avanti e indietro fanciullescamente la mano intrecciata a quella del ricciolino, procedendo per la collinetta che avevano imboccato.

L'espressione rilassata del moro si colorò di gioia, la presa sulla mano che intrecciava la sua, più sicura.

"Oh... lo vedrai!" lasciò trapelare, sorridendo beffardo e scuotendo già il capo, in previsione del tentativo di estorcergli informazioni, che era certo sarebbe seguito.

"No Miiikaa daaaai!" si lamentò infatti il greco, allungando il passo quel tanto che bastava per superarlo e bloccargli la marcia.

"Aaaandy! Perché devi sempre essere così insistenteee..." sbuffò punzecchiandolo, cercando di farlo tornare al suo posto e porre fine alle sue manovre corruttive.

Ma il biondo non desistette "Eh no bello mio... Puoi solo tacere, perché io questa dote l'ho presa da te!" gli rinfacciò beatamente, con il mero intento di zittirlo e farlo confessare.

Mika a quel punto si fermò e posando le mani all'altezza delle spalle lo squadrò, fingendo un sospiro sconfitto. "E va bene... te lo dico..." cedette, illuminando gli occhi azzurri di pura estasi e orgoglio "dormiamo... uff devo proprio dirtelo...?" chiese piagnucolando.

Andy annuì trepidante, in attesa "Se te lo dico poi mi lasci in pace...?" chiese assicurandosi fosse la sua ultima insistenza per quella vacanza "Sì! Poi smetto!" accettò Andy con una mezza risata. "Prometti!" gli fece giurare per sicurezza.

Two of a kindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora