Christmas Eve

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Arrivarono a casa di Mika che era quasi mezzogiorno.

Andy giunto davanti al portone, inserì le chiavi e fece entrare la sorella, indicandole poi le scale del piano di sotto che scesero insieme.

Già dai primi gradini si poteva sentire una melodia risalire dall'appartamento.

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Spalancando la porta si ritrovarono investiti dalla musica a palla dei Queen, unita alla voce cristallina di Mika, che in un perfetto acuto intonato, stava cantando Bohemian Rhapsody.

La sorella di Andy sorrise, la voce del ragazzo di suo fratello le piaceva da impazzire.

La seconda cosa che notarono ancora sulla soglia della porta, fu il profumino che aleggiava nell'aria, Mika stava di certo cucinando qualcosa di invitante.

Quello che invece videro una volta entrati nel monolocale, fu una scena memorabile: il riccio intento a girare qualcosa nella padella con un cucchiaio di legno, cantava a squarciagola, muovendosi a ritmo con i fianchi, vestito solamente con un paio di boxer a quadretti, un paio di calzini bianchi e un grembiule da cucina bianco e rosso con delle graziose pecorelle disegnate.

Il ragazzo, intento ai fornelli non si era accorto del fidanzato e la sua ospite, continuando indisturbato a ballare e cucinare.

Andy si portò le mani alla faccia, imbarazzato per lui, Eleni invece rideva di gusto davanti a quel quadretto familiare alquanto particolare.

Il biondo si indirizzò verso lo stereo abbassando radicalmente il volume.

Quel cambiamento improvviso, fece voltare Mika, che con ancora il cucchiaio di legno in mano, sorrideva aspettandosi di trovare Andy dall'altro lato della cucina.

Quando i suoi occhi incontrarono il sorriso divertito di Eleni, la sua espressione mutò, bloccando la sua danza e portandolo a sgranare gli occhi incredulo, mentre le sue gote si tingevano di un rosso fuoco molto evidente.

Immediatamente, spostò lo sguardo verso Andy, che con una mano davanti alla bocca, celava una risata, in maniera piuttosto plateale.

L'occhiataccia che gli rivolse fu di fuoco, era terribilmente in imbarazzo, e sicuramente avrebbe dato la colpa a lui.

"Andy maccheccazz!!!" pronunciò infatti in un sussurro, con espressione imbarazzatissima, facendogli capire che avrebbe dovuto avvisarlo dell'arrivo della sorella.

"Il telefono dove ce l'hai?" chiese Andy con fare ovvio, sicuro a quel punto che il messaggio a causa della musica, non fosse stato avvertito dal riccio.

"Io ehm..." disse grattandosi la nuca colpevole.

Andy rise. "Ecco appunto..." sentenziò facendo ricadere ogni colpa dell'accaduto su di lui.

Eleni intanto li osservava ridacchiando. "Siete uno spasso!" disse la bella greca, facendo avvampare entrambi in maniera indecente.

"Mika, non preoccuparti, il tuo ragazzo girava sempre per casa in boxer fino a qualche anno fa, sono abituata." disse sdrammatizzando, rivolgendogli un sorriso di comprensione.

"Devo ammettere però che te lo sei scelto bene!" ammise poi rivolgendosi a Andy, passando gli occhi attentamente sulla figura slanciata del 24enne in tenuta da casa, che si trovava davanti.

Mika arrossì ancora di più se possibile, e così fece Andy.

"Vado... vado a vestirmi!! Andy il sugo..." disse ad un tratto Mika, indicando la padella al compagno e abbandonando il cucchiaio sul tavolo, correndo nella piccola cabina armadio, dalla quale tornò vestito con un paio di pantaloni rossi e, una maglia bianca con una X verde disegnata.

Quando incontrò di nuovo lo sguardo della cognata su di sé, Mika abbassò gli occhi. "Scusami per... per prima, io... non sapevo che..." spiegò mordendosi un labbro e squadrandola con fare imbarazzato e colpevole.

Il discorso venne interrotto da Andy che starnutì 3 volte di fila, mentre ancora mischiava il sugo.

Gli ultimi giorni di viaggio gli avevano lasciato un fastidiosissimo raffreddore, dettato dall'aria fredda di dicembre che si stava facendo sentire.

"Allontanati da lì prima che mi contamini tutto!" blaterò Mika, avvicinandosi ai fornelli e rubando il cucchiaio dalle mani del biondo.

"Resti a pranzo?" chiese Andy, soffiandosi il naso con forza e avvicinandosi alla bionda.

La ragazza ci pensò un attimo poi accettò. "Dato che ha cucinato lui ed il profumo è ottimo, direi che va bene."

Mika dalla cucina le rivolse un sorriso, mentre regalò una linguaccia al greco, per il complimento ricevuto.

Il pranzo passò velocemente, Eleni era contentissima di passare del tempo con il fratello ed il suo ragazzo, stava bene con loro.

"Mika perché non vieni a cena da noi domani sera?" chiese d'un tratto la greca.

Entrambi i ragazzi si bloccarono, scambiandosi uno sguardo perplesso e poco convinto.

Non sapevano cosa rispondere.

Mika avrebbe volentieri passato del tempo con la famiglia, ma conosceva la loro madre e la sua attitudine nei suoi confronti e pensava fosse meglio evitare di creare situazioni che sarebbero potute sfociare in qualche discussione poco piacevole, tanto più in un periodo di festa e giovialità come quello.

Il problema era che non aveva il coraggio di declinare la proposta.

Andy invece era di tutt'altro parere.

Non voleva assolutamente ricreare il terreno per un faccia a faccia, come quello avvenuto il giorno in cui si era presentato a casa sua.

Le parole che la madre aveva rivolto a Mika erano state di puro odio ed intolleranza ed era stato sul punto di urlarle in faccia tutto ciò che pensava, se l'atteggiamento pacato e rispettoso del riccio non gli avesse fatto cambiare idea.

"No" parlò Andy, facendo voltare entrambi i commensali verso di lui.

Eleni lo guardò leggermente delusa ma con sguardo sensibile. Mika invece gli dedicò uno sguardo di silenzioso ringraziamento.

"Non è il caso. Non a Natale..." spiegò il biondo, esternando i pensieri del moro, che accanto a lui annuiva mordendosi nervosamente una guancia.

La ragazza annuì, facendo capire a entrambi di aver accettato le loro ragioni e cambiando poi discorso.

Verso le due, la giovane salutò i due inquilini del monolocale, e augurò loro una felice vigilia, prima di guidare verso casa del suo ragazzo.

I due sistemarono velocemente i piatti in lavastoviglie e poi si buttarono sul divano, svaccati davanti alla televisione, che trasmetteva i soliti film natalizi, che da 10 anni si ripetevano ininterrottamente, facendo sì che crollassero addormentati nel giro di un'oretta.

Verso le 6 e mezza di sera, Joannie bussò alla porta della casa del figlio più volte, per invitare lui ed il genero a salire al piano di sopra per la cena, non ricevendo risposta alcuna, entrò trovandoli addormentati sul divano.

Con un sorriso di affetto in volto, chiamò Mika, scuotendolo leggermente. Ottenne un Andy in stato di coma che la osservava spaesato e un Mika ancora nel mondo dei sogni che non dava segni di vita.

"Scusate l'intrusione. Volevo invitarvi di sopra per la cena." disse cortesemente al biondo, che assonnato e raffreddato, le rispose con un cenno ed un sorriso imbarazzato.

"Lascio a te il compito di svegliarlo." gli disse poi, salutandoli e tornando di nuovo al piano superiore.

Dopo che la donna fu uscita, Andy sbadigliò un paio di volte, soffiandosi poi il naso completamente chiuso dopo la dormita, e svegliò Mika.

Salirono al piano di sopra, dopo essersi cambiati in abiti un po' meno casalinghi, per la cena con l'intera famiglia Penniman

Andy era alquanto letargico quella sera, il raffreddore gli aveva impedito di dormire bene per alcuni giorni e la pennichella di poco prima lo aveva lasciato annebbiato.

"Pianeta terra chiama Andy!" gli gracchiò Mika in un orecchio con finta voce nasale in stile navicella spaziale, lasciandosi cadere seduto sul divano in pelle del salotto di sua madre, accanto a lui, porgendogli una scatola di kleenex, che gli rubò dalle mani.

"Dod sfottere!" gli rispose con la sua voce dalle tonalità basse, che data la sua condizione era ancora più grave, prendendo il fazzoletto, il primo di tanti, e soffiandosi il naso chiuso, senza ottenere molti risultati.

Mika lo osservava con la coda dell'occhio sogghignando.

Quando il ragazzo se ne accorse gli lanciò un'occhiataccia di minaccia, che venne però interrotta da Joannie che entrando in salotto, avvisò i due ragazzi della cena pronta in tavola.

Si alzarono dal divano e Mika passò un braccio attorno alle spalle del suo ragazzo stringendolo a sé e lasciandogli un bacio sulla guancia, mentre si dirigevano in sala da pranzo.

La tavola era riccamente imbandita, ricoperta di tovaglioli e decorazioni rosse e bianche e un bellissimo centrotavola composto da alcune candele finemente intagliate a forma di stelle di natale.

"Mamma mia! A gennaio sul palco invece di saltare, rotolo!" ironizzò il figlio, prendendo posto a tavola e facendo ridere i suoi fratelli, notando la quantità di cibo che vi era già in tavola e quella ancora in forno e in frigorifero.

Andy, si sedette accanto al riccio, posando delicatamente la scatola di fazzoletti sotto la sedia e stendendosi poi educatamente il tovagliolo sulle gambe.

La donna, aiutata dalle figlie maggiori, servi l'antipasto nei piatti dei commensali.

Andy osservò il piatto e senza farsi vedere sussurrò a Mika: "Questo è solo l'antipasto?" adocchiando la pietanza con fare incredulo.

Il libanese annuì con un sorriso in volto, notando l'espressione quasi spaventata del suo ragazzo.

Dopo un buon appetito collettivo iniziarono a mangiare. Per i primi dieci minuti, l'unica cosa che si udì furono le forchette che tintinnavano contro la fine porcellana cinese dei piatti, poi quando la famiglia, iniziò ad avere meno fame, iniziarono i vari dialoghi.

Andy cercava di seguire attentamente i vari discorsi, perdendo a volte qualche pezzo.

"Com'era l'antipasto Andy?" chiese ad un certo punto Joannie, iniziando a sparecchiare i piattini, per passare poi al primo.

Il greco, si pulì la bocca con il tovagliolo e con un sorriso rispose: "Squisito!", sorridendo poi alla volta della signora.

Quando la madre fu sparita al di là della cucina, Mika si voltò verso di lui con uno sguardo eloquente che Andy interpretò nella maniera corretta.

"Squisito eh? Sai a mala pena se era dolce o salato..." lo punzecchiò sussurrando.

"Dirle:- Penso fosse buono ma in realtà non ne ho la più pallida idea- era poco carino, non trovi?!" puntualizzò Andy sempre a bassa voce, educatamente aveva evitato di far presente alla suocera come in realtà non avesse potuto percepire nulla, dato il raffreddore.

Mika gli rispose con un ghigno di presa in giro, tornando poi a portare l'attenzione alla famiglia.

"La chicken pie è servita!" annunciò Paloma, piazzando la pietanza in mezzo al tavolo così che ognuno fosse libero di prenderne la quantità desiderata.

Andy mentalmente ringraziò, servendosi solo con una piccola fettina, mentre Mika affamatissimo prese anche la parte rimanente che sarebbe spettata a lui.

La capofamiglia libanese, era sempre estremamente ospitale e ci teneva che i suoi invitati non si alzassero da tavola affamati. Per questo osservando il piatto del greco, si preoccupò e si prodigò ad aggiungere al biondino la parte mancante, nonostante il suo rifiuto gentile.

Mika ridacchiò a quella scenetta, sua madre non sarebbe cambiata mai, per nulla al mondo.

Andy a quel punto non protestò, mangiando in silenzio fino a quando ne ce la fece più.

Il riccio accanto aveva appena ripulito il piatto di ogni briciola, quando si voltò verso di lui e soffiandosi per l'ennesima volta il naso ne approfittò per fargli capire con uno sguardo, di dargli una mano.

Intenerito da quell'espressione affranta, senza che sua madre lo vedesse, scambiò i loro piatti e tornò a mangiare anche la parte di Andy.

La cena proseguì con un bell'arrosto dall'aria invitante, che sia Mika che Andy spiluccarono appena, già troppo pieni.

Erano ormai le 11 di sera quando il dolce venne servito.

Mika si sentiva esplodere: aveva mangiato la sua parte e anche quella di Andy, di nascosto dalla madre.

Il biondo invece era in stato di coma sia per via dell'abbuffata sia per le sue condizioni di salute che gli facevano desiderare con tutto il cuore un letto caldo e niente più.

Joannie avanzava a grandi passi per casa, sparecchiando e portando piatti dalla cucina alla sala da pranzo, aiutata dalle figlie maggiori.

"Andy caro, ti senti bene?" chiese ad un certo punto la signora libanese, raccogliendo gli ultimi piattini dal tavolo e notando da vicino il viso stanco del ragazzo.

Prima che il greco potesse aprire bocca rispondendo poco sinceramente, Mika lo precedette.

"No mamma, decisamente no. A tal proposito, vi offendete se dopo il caffè torniamo di sotto?" chiese approfittando della situazione, per passare almeno la mezzanotte del loro primo Natale di coppia in completa solitudine, dopo tutto il trambusto del tour e di quella serata conviviale in famiglia.

Le sorelle li squadrarono con aria sorniona mentre la donna li guardò con aria intenerita. "Ma certo che no! Vi vedo piuttosto stanchi in effetti." ammise poi la madre del riccio, appoggiando una mano sulla spalla del suo terzogenito.

Quando la donna si voltò per tornare in cucina, Andy prese la mano di Mika sotto il tavolo e la strinse, in un tacito ringraziamento. Il ragazzo immediatamente si voltò sorridendo complice in direzione degli occhi azzurro cielo dall'aria stanca.

Bevvero il caffè e poi i due ragazzi si alzarono dal tavolo.

"Aspettate!" disse Joannie, lasciando perdere per un attimo le faccende casalinghe e andando a recuperare un involucro in carta natalizia rossa e oro, da sotto l'imponente albero addobbato con mille fronzoli e tornando a passo svelto verso i due,

"Questo è il nostro regalo per voi. E' proprio una cosa da nulla ma speriamo vi piaccia." disse la donna porgendo ai ragazzi il pacchetto.

Mika che aveva da sempre avuto un'impazienza innata per i regali, senza un filo di grazia, strappò la carta facendola a pezzi e ritrovandosi per le mani una cornice finemente decorata, sicuramente opera di Yasmine.

I fusti di due alberi spogli ed innevati, formavano i due lati verticali più corti, i rami si congiungevano al di sopra, ornati da scintillanti brillantini, nella parte sottostante invece vi era una riproduzione di un cerbiatto, del tutto simile a un piccolo Bambi, addormentato tra la neve.

All'interno della cornice vi era una fotografia scattata il giorno del compleanno di Mika, nella quale Andy teneva per mano l'incredulo festeggiato, portandolo in mezzo ai suoi amici. I due si guardavano negli occhi, Mika completamente stupito e Andy con sguardo gioioso di chi è riuscito a sorprendere la persona amata.

Andy la osservò incredulo con un sorriso tenero in volto.

"Gra... grazie!" pronunciò titubante, sorridendo affettuosamente alla donna e voltandosi per fare lo stesso con il resto della famiglia ancora accomodata a tavola.
Mika sorrise alla sorella maggiore, a lei aveva raccontato com'era andata quel giorno, in più riconosceva la bravura e la mano in quella creazione.

Quella situazione aveva del surreale, pensò Andy. Con la sua famiglia non poteva nemmeno permettersi di invitare il suo compagno a casa per evitare stupide discussioni, lì invece non solo lui era il benvenuto, ma veniva trattato in tutto e per tutto come un sesto Penniman.

"Buon Natale!" augurò Mika a tutti e così fece il biondo accanto a lui, poi i due imboccarono la porta di casa e scesero al piano di sotto.

Andy immediatamente dopo essere entrato nel monolocale, si lasciò cadere sul divano esausto, fissando il soffitto e godendosi il silenzio di quella stanza.

Mika invece si prese un attimo per posizionare la cornice contenente la loro fotografia sopra il piccolo caminetto antistante il divano, rimirandola con un sorriso dolce in volto.

Dopo aver messo un ceppo di legna nel camino ed aver ravvivato le braci, si spostò appena, dove Andy se ne stava sdraiato occupando gran parte del divano e vi si sdraiò accanto, andando a posare per un attimo le labbra sulle sue.

"Bika sei sicuro di quello che fai?" pronunciò con la voce nasale di un raffreddore coi fiocchi, scansandolo appena.

Il moro udendo quella voce d'oltretomba non resistette e scoppiò a ridere strusciandosi su di lui e chiudendolo in un abbraccio stritolatore.

"Oh beh, siamo in vacanza, non me ne importa più di tanto!" disse il ragazzo, fregandosene del virus che avrebbe potuto prendere dal suo Andy.

"E' Natale e i miei piani sono di passarlo avvinghiato a te. Hai qualcosa in contrario?" chiese alzandosi per un attimo dal divano e recuperando la coperta verde ed azzurra dal loro letto e stendendola su di lui notando qualche brivido ogni tanto sulla sua pelle.

Andy si stese meglio, facendo spazio al ragazzo che si sdraiò a sua volta alle sue spalle e lo abbracciò amorevolmente da dietro, stringendolo al petto, osservando il fuoco che piano piano si stava facendo sempre più impetuoso nel camino.

"Sai... riflettevo..." disse ad un certo punto Andy accarezzando delicatamente il braccio del suo compagno, avvolto da un maglioncino morbido.

"Hm?" mugugnò il moro, facendogli capire di proseguire.

"Mi piacerebbe fare una cena con te, mia sorella e mio papà" buttò lì a mo' di proposta.

In fondo loro non avevano problemi con lui, sua sorella lo conosceva e lo ammirava, suo padre non aveva mai avuto modo di incontrarlo, ma sosteneva la sua scelta, inoltre era certo che se avesse fatto la sua conoscenza, i pochi dubbi che aveva su di lui, sarebbero scomparsi nel giro di pochi attimi.

Mika rifletté sulle parole appena pronunciate dal biondo tra le sue braccia. Aveva notato lo sguardo di gratitudine nei suoi occhi, quando sua mamma poco prima, gli aveva consegnato il regalo.

Aveva capito immediatamente che quella proposta era un tentativo da parte sua, di instaurare un rapporto civile anche con la sua famiglia.

"Credo che sia una buona idea, questa casa è aperta a chi vuoi!" gli disse infatti passandogli una mano tra i capelli e tracciando con le dita dei piccoli ghirigori tra le corte ciocche bionde.

Andy si voltò giusto un attimo verso di lui per incontrare i suoi occhi. "Te l'ho mai detto che ti amo da impazzire?" gli disse a cuore aperto.

"Hmm, giusto un paio di volte!" scherzò Mika allungandosi a lasciargli un bacio sulla fronte. Sapeva quanto tutto quello fosse importante per lui, se gliel'avesse chiesto, avrebbe affrontato anche sua madre senza batter ciglio.

"Questa volta vedo di avvisarti con un po' più di anticipo!" ironizzò poi il biondo, ricordando la scena di quella mattina.

Mika gli allungò un pizzicotto su un braccio "Ti conviene!" disse poi con finta aria scocciata.

Andy ridacchiò e poi tornò a guardare le fiamme del camino rincorrersi l'un l'altra verso l'alto.

Era passata la mezzanotte, era Natale ma i due non se ne accorsero nemmeno, intenti com'erano a godersi quel momento di tranquilla quotidianità, dopo mesi di viaggi ininterrotti, era una benedizione.

"Che ne dici di spostarci a letto?" chiese Mika dopo una ventina di minuti, continuando la sua danza di carezze tra i capelli lisci del compagno.

Nessuna risposta arrivò dal giovane cameraman. "Andy..." lo chiamò piano a quel punto il moretto, passandogli una mano sul braccio e sporgendosi appena, notando gli occhi chiusi e l'espressione rilassata del greco che dormiva profondamente a bocca semiaperta ignaro di tutto e di tutti.

Mika sorrise, gli passo una mano sulla guancia in una delicata carezza e facendo più piano possibile si alzò dal divano, si accucciò davanti a lui, lo osservò per un breve istante e poi avvolse un braccio sotto le gambe, uno attorno alle spalle e non senza fatica lo sollevò dal divano.

Andy non si mosse, definitivamente esausto, poi attento a non inciamparsi con la coperta che avvolta attorno alla figura del biondo, ricadeva verso terra appena davanti ai suoi piedi, proseguì verso il letto, dove lo adagiò delicatamente.

Dopo averlo coperto con il pesante piumino che occupava il letto a due piazze, prese posto accanto a lui, infilandovisi a sua volta.

Si sporse verso il compagno, gli lasciò un dolce bacio sulla fronte lievemente più calda del normale e gli sussurrò un "Buon Natale", prima di passargli una mano attorno alla vita ed addormentarsi accoccolato a lui, nel miglior primo Natale insieme che potesse desiderare.         

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