I don't wanna be that guy

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Quel giorno però Andy, contrariamente a Mika, sentiva il bisogno di parlare delle tante cose che bollivano in pentola per allontanare del tutto il peso che sentiva. Per questo non demorse, anche se non aveva idea di dove quella discussione li avrebbe portati.

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La cosa che più di tutto gli pesava era dover ammettere quel minuscolo, insignificante fatto. Erano da sempre una coppia assolutamente fedele. Le tentazioni erano tante per tutti e due, ma l'amore e il rispetto era così forte da non portarli nemmeno a considerare l'idea di varcare quel confine, tacitamente marcato a fuoco da entrambi.

In 7 anni, Mika una sola volta aveva baciato delle labbra diverse dalle sue. Ma tecnicamente non stavano nemmeno insieme e quella serata strana era esitata nell'unica canzone che Andy detestasse e in una confessione gratuita ma sincera e dovuta.

Andy invece si era inaspettatamente invaghito di un bel cameraman canadese, facendo soffrire il suo ragazzo più di quanto non si fosse reso conto. Il bacio era stato solo immaginato, ma gli occhi cupi, tristi, affranti, delusi che Mika gli aveva rivolto per diversi giorni a seguire erano ancora ben impressi nella sua memoria. In quell'occasione aveva toccato con mano forse per la prima volta quanto Mika tenesse al loro amore e quanto la sua felicità ne dipendesse. Sentendosi un perfetto imbecille, gli aveva giurato che non sarebbe successo mai più. Ma soprattutto l'aveva giurato a sé stesso.

Il bacio rubatogli da Stef non era certo paragonabile allo sfarfallio che aveva provocato la delusione di Mika. La situazione era molto più simile a quella raccontata nella canzone più crudele che Mika gli avesse mai dedicato, con cui mai avrebbe pensato di trovarsi in parte d'accordo.

In fondo sapeva che Mika avrebbe capito, ma prima di tutto era certo di dovergliene parlare, in nome di quella lealtà che aveva appreso proprio dal compagno.

Ora capiva lo sforzo che Mika aveva dovuto fare in Grecia, scegliendo di raccontargli quel piccolo particolare privo di importanza. Ora capiva l'incertezza, la paura, il tormento.

E ora si malediceva per lo sguardo tagliente che gli aveva riservato a quella confessione.

Perché se era vero che era assolutamente convinto di dovergliela, quella verità, era altrettanto vero che non era certo di ricevere immediata comprensione.

Essere costretto a raccontargli di quel bacio lo rendeva irrequieto oltre ogni razionalità. Non solo aveva paura di deluderlo un'altra volta, ma era anche infastidito e risentito con sé stesso all'idea che quel dannato bacio fosse arrivato in un periodo per loro così difficile, dettato dalla distanza e da una mole di lavoro consistente per entrambi.

Ma era inutile negare che una piccola parte di sé temeva, più che la delusione, la rabbia. Se Mika se la fosse presa con lui vanificando i loro unici giorni spensierati in mesi....

"...si, lo so, ma... vorrei.... avrei bisogno di parlarti..."

In quella frase stentata pronunciata a singhiozzo, Mika riconobbe l'ansia e la difficoltà ad esprimere i propri pensieri più profondi che spesso aveva visto nell'Andy ventenne. Sorrise teneramente e annuendo, con una carezza gli fece cenno di continuare, mettendosi in silenzioso ascolto, percependo intanto un leggera ansia avvolgerlo, incapace di intuire cosa mettesse così tanto a disagio il suo compagno.

"...è la cosa che mi manca di più...sono settimane che aspetto di poter parlare un po' con te in questo modo ma... prima..." ammise il biondo in un sussurro, abbassando gli occhi sulla maglietta azzurra del riccio e inspirando il profumo fruttato di cui era intrisa, da sempre in grado di placare le sue angosce.

"Anche io Andy!" rispose sicuro Mika, nel tentativo di fargli capire come la lontananza pesasse anche a lui.

Poi rimase in silenzio, aspettando senza calcare la mano che i crucci del compagno venissero a galla spontaneamente. Lo vide sospirare pesantemente e attese curioso e, al contempo, preoccupato da quell'ansia che gli leggeva in maniera così evidente.

"..I... I don't wanna be that guy...." sussurrò senza nemmeno rendersene conto, tenendo ancora gli occhi fissi sulla maglia di Mika, che restò sbigottito da quella frase così simile a... a un'ipotesi che non voleva nemmeno prendere in considerazione.

Venne investito da due gocce dal cupo colore del mare d'inverno e sentì quello che in quell'attimo di silenzio aveva sperato non sentire.

"...look you in the face and lie.... faceva così... giusto?" chiese inutilmente conferma a un Mika che lo guardava attonito e immobile, incerto sul significato da dare a quelle parole e a quella domanda, ma determinato a essere razionale e a non saltare a conclusioni affrettate, ma a lasciargli il suo tempo e i suoi modi per far venire a galla una cosa di cui, ormai era certo, il greco faticava molto a parlare.

Andy sospirò profondamente ancora una volta, poi si decise a parlare apertamente, distogliendo di nuovo lo sguardo, improvvisamente incapace di sorreggere quelle iridi in incerta attesa.

"In questi giorni di pioggia ho dovuto lavorare con una squadra diversa dalla mia... decisione del mio capo.." iniziò a introdurre il discorso, contestualizzando il tutto in maniera vaga ma sincera.

"Tra questi ragazzi nuovi ce n'era uno che..." inspirò profondamente "..che ci ha provato con me praticamente dal primo giorno che ci siamo conosciuti!" ammise alzando gli occhi per osservare la sua reazione. Mika sollevò un sopracciglio senza mutare la sua espressione. Non trovava molto strano che il compagno potesse suscitare l'interesse di qualcuno, dopotutto. Decise che non sarebbe intervenuto fino alla fine del discorso, sperando, ma, in realtà, intuendo, che non aveva nulla da temere. La scelta di Andy di tirare in ballo quella canzone inaspettatamente ora lo rassicurava molto sul tipo di confessione che il greco aveva da fagli.

"In breve, ieri sera ci siamo salutati, molto probabilmente non lo vedrò più, non è un granché come cameraman e credo il mio capo l'abbia capito.." continuò specificando quel punto, quasi a voler mettere le mani avanti prima di lasciare che la fine della storia si concretizzasse definitivamente, svelando al compagno il motivo della sua irascibilità e della sua ansia. "E.... facendola breve, ha approfittato del mio abbraccio di buona fortuna.....per baciarmi." Confessò senza aggiungere altro.

Tenne gli occhi puntanti verso le lenzuola azzurrine per un lungo attimo e alzò il viso solo quando sentì la mano di Mika sollevargli il viso con delicatezza.

"..E tu?" chiese semplicemente, il viso dipinto con un'espressione indecifrabile.

"Io l'ho respinto!" si affrettò a puntualizzare con decisione.

Basta. Ottenuta questa certezza Mika

"..E quindi?" indagò nuovamente, senza mutare minimamente la sua espressione. Andy si sentì gelare il sangue a quella domanda a cui non sapeva che tipo di risposta dare.

"E quindi.. cosa?" chiese sperando Mika formulasse la domanda in maniera più esplicita, per poter evitare di dargli risposte fuori luogo.

"E quindi.. bacio meglio io o lui?" chiese Mika, incurvando un lato delle labbra in un mezzo sorrisino che Andy non capì del tutto, ma che gli sembrò malizioso e goliardico.

Osò, sperando di aver letto giusto, pronto ad essere mangiato vivo in caso contrario.

"Ma sei scemo??" gli chiese tirandogli una cuscinata, sentendolo ridacchiare.

Si tolse il cuscino di dosso e poi ritornò all'attacco "Allora?! Non mi hai ancora risposto!" precisò, continuando a indagare fino ad ottenere la sua ammissione.

"Cosa vuoi che ne sappia, ti pare che io l'abbia lasciato fare??" chiese quasi incredulo da quella reazione completamente disinteressata nei confronti di una cosa che l'aveva letteralmente mangiato vivo dall'ansia per più di ventiquattr'ore.

La risata fanciulla di Mika riecheggiò nella stanza, finendo col travolgere anche Andy.

Mika in realtà aveva intuito tutto già alle prime parole della sua colpevole confessione. Sapeva quanto Andy detestasse quella canzone e anche se per un breve attimo aveva temuto il peggio, aveva capito subito che Andy l'aveva inconsciamente usata come scudo dietro a cui difendersi in Mika si fosse arrabbiato, ricordandogli fin da subito come la stessa cosa fosse successa anche a lui, con l'aggravante che lui, quel ragazzo, l'aveva baciato davvero.. e pure con passione!

In realtà, aveva notato il nervosismo, l'ansia e il terrore nascosti nei suoi gesti, nei suoi sguardi e nei suoi modi di fare fin dal primo momento in cui si erano salutati, il giorno precedente e aveva temuto al compagno fosse accaduto qualcosa sul lavoro o in famiglia.

Il non poterne parlare con tranquillità non l'aveva lasciato sereno, finendo per farlo rimuginare sul suo atteggiamento per tutta la giornata. Quando poi l'aveva visto sbottare in modo così esagerato all'ennesimo impegno lavorativo dell'ultimo minuto, aveva davvero temuto ci fosse qualcosa di serio dietro a quel comportamento irascibile tanto inconsueto in lui.

La piccola confessione che aveva invece ottenuto, gli aveva fatto capire come in realtà ciò che lo mettesse così in ansia non fosse l'accaduto di per sé, ma l'idea di dovergliene parlare. Motivo per cui aveva scelto parole non sue per affrontare l'argomento, come spesso faceva quando doveva parlare di qualcosa che lo metteva profondamente in difficoltà.

Amava Andy alla follia anche solo per quella sua spiccata lealtà. In 7 anni aveva imparato ad affrontare qualunque cosa a testa alta, ma aveva ancora una paura tremenda di deluderlo, anche solo per una insignificante banalità come quella.

Chiunque avrebbe taciuto una simile sciocchezza, ma non Andy. Lui si era mangiato il fegato per interminabili ore e poi gliel'aveva confessato apertamente.

Vederlo così indifeso e in balia di una sua reazione e sapere che il motivo era una sciocchezza del genere pervase Mika da un senso di tenerezza assurdo. Si ritrovò a rivedere in lui quel ventunenne impacciato e timido di cui si era innamorato e non poté che frantumare quella sua irrequietezza mettendo il tutto sul ridere, per poter spazzare via ogni suo freno e riavere con sé il suo ragazzo giocherellone e ribelle.

Si calmarono entrambi, facendo cessare le risate e fissandosi per attimi interminabili negli occhi, prima che Mika prendesse la parola e dissipasse i dubbi del compagno una volta per tutte.

"Avevo capito ci fosse qualcosa che non andava, ma dai tuoi modi di fare pensavo dovessi parlarmi di qualcosa di serio, qualcosa di importante, di grave che ti fosse successo. Non puoi capire quanto sia sollevato a sapere che si tratta di uno stupido bacio rubato!" si premurò di spiegarsi, carezzandogli amorevolmente la guancia. "Sono geloso eh! Tremendamente geloso!!" finse di corrucciarsi per un attimo "Ma direi che non posso biasimare quel tuo povero collega... e, anzi... posso solo provare pena per lui, perché immagino lo sguardo inceneritore che gli avrai riservato!" disse teatralmente dispiaciuto per quel ragazzo che aveva giocato col fuoco, figurandosi senza alcuno sforzo di immaginazioni l'occhiata tagliente che Andy sapeva così sapientemente utilizzare per intimorire ogni essere sulla faccia della terra che, a suo avviso, se lo meritasse.

"Però ehi.. cosa c'entra la mia canzone? Io quel bacio.... era diverso, lo sai! Sei dannatamente bello Andy! E' quasi normale che la gente ci provi con te! A me interessa sapere che tu mi ami e che non cerchi altri baci fuori dai miei... poi se a volte qualcuno ci prova...che....se non è l'abitudine ma è l'eccezione che conferma la regola.. beh.. pazienza! Ti prego non ti torturare per cagate come questa! Intesi?" Prese il suo viso tra le mani e lo guardò dolce a deciso, premurandosi di chiarire bene il concetto.

"Si, ok. Grazie per aver capito. Ma.. ecco, io... sentivo di dovertela questa confessione e non ero certo di come avresti reagito perché.. è vero, non è altro che uno stupido bacio rubato, ma... so bene quanto male ti ho fatto quando mi sono invaghito di... e so quanto mi ha dato profondamente fastidio l'idea che tu... anche se non stavamo insieme.."

Le sue parole incerte e a tratti farneticanti vennero interrotte dal contatto inaspettato con le uniche labbra che desiderava sentire su di sé.
"Ti amo e amo la tua sincerità. Sono sempre stato abituato che in famiglia le azioni hanno delle conseguenze, a volte anche gravi, ma che poi tutto torna come prima, perché in famiglia ci si ama a prescindere. La mia famiglia ormai sei tu e per me con te vale la stessa regola."
A questa affermazione, tanto pacata quanto risoluta, lo sentì stringersi al suo braccio, come in una reazione automatica di chi si è sentito punto nel cuore del problema.

Lo accarezzò con dolcezza, infondendogli calma e sicurezza, poi lo esortò a parlare.

"Quel bacio rubato non è l'unico problema vero Andy? Che cosa c'è che non mi stai dicendo?" chiese con tutta la dolcezza di cui si sentiva capace.

A un primo istante di esitazione, seguì la resa, pacata e definitiva del greco.

"C'è che mi manchi Mika.. più del normale. Più di quanto tu mi sia sempre mancato. E c'è che non ha senso che tu mi manchi così tanto.

Non è il primo anno che siamo distanti e che vedersi sembra un Tetris particolarmente intricato. E' infantile ed egoista.. ma per quanto sia stupido non so cosa farci. Ci ho provato a fare finta di niente, ma.. non ci riesco. Mi manchi. E più i manche più ti si aggiunge roba da fare, impegni che ti portano via da me e da noi. Io.. non lo so Mika.. mi sembra di essere in un circolo senza fine. E c'è anche che ho paura. Ho paura che tu stia facendo troppo. Ho paura di non riuscire a capire quando sei solo stanco e quando invece c'è dell'altro che non mi stai dicendo. E scusami se te lo dico, ma ultimamente ho anche paura di averti consigliato con troppa leggerezza. Io credo in te Mika, nella tua competenza e capacità, ciecamente, e so quanto impegno e fatica ti è costata questa cosa, ma ho paura che non tutti alla lunga lo capiscano. Ieri quando continuavano a ridere per i tuoi sbagli.. a un certo punto li avrei stesi! Lo so che non hai bisogno dell'avvocato difensore e che te la cavi benissimo da solo, ma il mio istinto di protezione su di te a volte prende il sopravvento.. e questa è una di quelle volte. Comunque ieri ho sbottato inutilmente.. o so e ti chiedo scusa. Ma è che, appunto, mi manchi e in tutto sto casino saperti in America o con Giulio all'ennesimo impegno di lavoro ... mi ha sfinito. Scusa..."

Quel monologo che sapeva tanto di flusso di coscienza finì così, con dei punti lacunosi e non chiari lascati in sospeso, ad aleggiare in attesa che si districassero da soli. Mika decise di partire proprio da quelli.

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Buonaseraaaaaaaaa!
In quasi ritardo anche oggi...
Come avrete notato, questa settimana le risposte alle recensioni non sono arrivate da me, ma da colei da cui l'intero capitolo scorso è stato scritto e che, per chi ancora non lo sapesse, è Lady Françoise. Complimenti a chi ci ha azzeccato! Non era per nulla facile.
Questo capitolo è stato scritto un po' a 4 mani e sinceramente faticherei a dirvi quali pezzi appartengano a chi, specialmente dato il fatto che ci abbiamo messo mano ribaltanto il tutto più volte. Stavolta rimarrete col dubbio.
La settimana della laurea è passata, e meglio di così non poteva andare, ora abbiate pazienza perchè le prossime non saranno troppo libere a loro volta, quindi mi impegnerò a postare, ma per le risposte e le caramelle, abbiate un pochino di pazienza, lo so che sono pessima! Hahaahha.
Vi ringrazio e lo faccio anche a nome di Lady Françoise!
A presto e grazie!
Vv  

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