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Si alzò sorridente dal letto e lo raggiunse, aprendo poi la porta e uscendo con lui.
In corridoio non dovettero fare che pochi metri per raggiungere la stanza adiacente e palesare la loro presenza con due colpetti alla porta di legno.

Immediatamente dopo aver bussato, si sentirono dei passi pesanti farsi avanti verso la porta, ed il cuore di Andy aumentò lievemente i battiti, Mika gli strinse velocemente la mano e la lasciò prima che la porta si aprisse davanti a loro.

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"Buongiorno, entrate!" li accolse la voce profonda di Jerry che li osservava con sguardo serio.

I due si fecero avanti nel salottino della stanza, dove una serie di occhi curiosi li squadrarono, ciascuno in maniera univoca.

Tutta la squadra era riunita, in quella che era la stanza più grande, seduti su piccole poltroncine o sul lungo divano, attorno ad un tavolino da thè in vetro.

Andy diede un veloce sguardo attorno e sentì il suo cuore battere all'impazzata. Respirò profondamente, in ansia totale.

A nessuno prima d'ora aveva mai raccontato questo suo segreto, né alla sua famiglia, né ai suoi amici. Solo i suoi ex sapevano.

Mika al contrario, sembrava più a suo agio, anche se in realtà avrebbe preferito spiegare la cosa con i suoi tempi e con la situazione sotto controllo, invece di dover parlare a cose fatte.

Il tour manager indicò ai ragazzi una poltroncina a due posti vuota, e li invitò a prendere posto.

Mika si sedette ancora lievemente assonnato, Andy lo guardò impietrito, titubante nel sedersi accanto a lui davanti a tutti quanti, ma il riccio lo fissò con sguardo serio, fino a quando non si fece coraggio e non si portò accanto a lui.

Si osservarono tutti per un attimo in silenzio, la tensione era palpabile, e questo non contribuì di certo a migliorare l'animo di Andy, il quale avrebbe voluto sprofondare nella poltrona come se, la timidezza che ormai da mesi aveva lasciato da parte con gli amici, fosse tornata ad avvolgerlo come un mantello gelido.

Sembrava che nessuno volesse iniziare quella discussione inevitabile, ognuno guardava qualcun altro, sperando di non dover fare il primo passo, finché Mika con un grosso sospiro ruppe il silenzio.

"Sì: quello che immagino Cherisse vi abbia riferito è vero. Sì: ci siamo addormentati ieri sera nello stesso letto. Sì: ..." si fermò un attimo voltandosi verso Andy, che lo squadrava terrorizzato, con gli occhi strabuzzati.

"Andy e io stiamo insieme" disse tornando a guardare uno per uno i suoi compagni di squadra. " E sì: Andy sta per avere un infarto ed è tutta colpa mia!" finì poi, puntando di nuovo gli occhi nelle iridi azzurre del ragazzo impietrito accanto a lui, e ridacchiando appena.

Qualche flebile risata si udì nella sala, mentre i musicisti ed i tecnici se ne stavano per lo più muti, difronte alla schiettezza del cantante.

Era stato cristallino, nella sua veloce spiegazione non lasciava spazio a dubbio alcuno.

"Perché non ce l'avete detto?" chiese Jerry, in piedi a braccia conserte, in parte al divano.

"Era nei nostri piani..." iniziò Mika sincero, continuando a voltarsi verso Andy, cercando di capire le sue emozioni, tutte al limite dell'attacco di cuore, in quel momento.

"... o almeno nei miei..." ammise poi, notando come gli occhi azzurri si fossero fatti ancora più grandi, se possibile.

"Adesso si spiegano alcune cose." affermò Cherisse sorridendo.

Mika sorrise di rimando e curioso chiese tranquillamente: "chi di voi aveva capito? o almeno sospettava?"

Un turbinio di sguardi furono scambiati tra i musicisti.

"Beh, io sapendo già che tipo di soggetti ti piacciono" iniziò Ida, che conosceva il moro dai tempi dell'università, frequentata insieme "avrei giurato che non ti fosse indifferente" continuò portando i suoi occhi sul cameraman per un breve attimo, "però siete stati bravi abbastanza da non far percepire niente... o almeno fino a ieri sera." concluse poi con un sorriso ed uno sguardo di sincero affetto.

"Suppongo che da ora in avanti la sistemazione camere sarà quella di stanotte" accennò Nick con un ghigno furbo e sornione.

Entrambi i ragazzi si colorarono di un bel rosso vivo a quell'affermazione, Andy nascondendosi dietro a Mika.

"Smettila di fare lo struzzo tu!" lo apostrofò ad un certo punto il riccio, scostandosi affinché il greco fosse allo scoperto.

"Andy è in shock!" ironizzò Mike ridacchiando appena, e provocando l'ilarità nella stanza.

"Scusate io..." iniziò sentendosi chiamato in causa, a sguardo basso, torturandosi le mani.

Mika a quel punto le avvolse entrambe nelle sue, stringendo forte e tacitamente chiedendogli di alzare gli occhi.

"E' che..." tentò di parlare, bloccandosi, poi alzò lo sguardo, incatenandolo alle iridi cioccolato di Mika e proseguì: "è la prima volta che qualcuno sa di... insomma... che esco allo scoperto e..." cercò di spiegarsi.

"non è facile e... avevo paur... HO paura..." disse enfatizzando il tempo presente "di perdere tutto questo."
si fermò un attimo abbassando per un attimo gli occhi. "questo lavoro, che è il mio sogno... e.... lui..." concluse intrecciando di nuovo gli occhi ai suoi.

"Avevate paura che noi non accettassimo la vostra storia?" chiese Martin esprimendo il pensiero comune.

Andy annuì piano, mentre Mika espresse chiaramente le sue idee con tono tranquillo.

"C'è tra di voi qualcuno che ha qualche problema in merito?"

Tutti scossero la testa, o accennarono negazioni più o meno enfatizzate, tutti tranne uno.

"E se ci fosse qualcuno che ne avesse?" chiese serio Jerry.

Andy perse un battito, mentre Mika alzò gli occhi su di lui, con espressione adulta ma al contempo serena.

"In quel caso gli chiederei di decidere: o superare i problemi e continuare professionalmente a lavorare, oppure lasciare la squadra."

La schiettezza e l'apparente tranquillità d'animo con cui Mika stava affrontando il discorso, stava spiazzando tutti.

Non avevano mai visto in lui uno sguardo così risoluto e adulto.

Lo sguardo di un uomo che difende a spada tratta ciò in cui crede.

Jerry improvvisamente sorrise, facendo rilassare appena Andy, che dopo le parole del suo ragazzo era stato avvolto da una sensazione di calore mai provata prima, orgoglio, amore, stima.

"Ovviamente problemi io non ne ho, così come tutti noi qui dentro." spiegò sciogliendosi un attimo.

"Vi stavo mettendo alla prova..." asserì spiegando il suo comportamento.

"Ma prima che Andy svenga davvero, è meglio che io dica che niente cambierà qui dentro." ironizzò vedendo il volto pallido del ragazzo, che ad ogni battuta diventava di una sfumatura più chiaro.

"Fifoooone!" lo prese in giro Mika tirandogli una leggere spallata che lo fece sorridere.

"Tornando seri per un attimo ragazzi" si intromise di nuovo il tour manager, "come avete intenzione di gestire la cosa al di fuori di qui?" chiese. Era un aspetto importante da discutere.

"La cosa deve rimanere nascosta, noi promettiamo di stare attenti... più di quanto non abbiamo fatto con voi" ammise sorridendo colpevolmente Mika.

"Bene, io sto alle vostre decisioni a riguardo. Quando e se mai, vorrete rivelare la cosa, magari prima fatemi un fischio, ok?" gli chiese cortesemente.

"Ok" esclamarono in coro i due ragazzi.

"Che ore sono?" chiese improvvisamente Mika, chiudendo il discorso.

"9:35" rispose Mike osservando il cellulare.

"Bene, io vado a dormire." asserì alzandosi dalla poltrona e sbadigliando. "Chi decide di mettere piede in camera mia, sia consapevole che mordo se verrò svegliato." riferì poi a tutti ma in particolar modo a colui che fino a pochi secondi prima, era seduto a fianco a lui.

Molti dei musicisti lo squadrarono con aria perplessa. Che a Mika piacesse dormire lo sapevano tutti, ma che potesse avere sonno dopo un discorso di quel tipo, era solo possibile per lui.

"Buonanotte allora" gli augurò Martin mentre il riccio già si incamminava verso la porta.

"Grazie..." rispose Mika voltandosi e osservando uno per uno i suoi compagni "Grazie davvero!" scandì con un sorriso dolce ed affettuoso rivolto a tutti loro sulle labbra, che valeva più di mille parole.

Andy si alzò dalla poltrona e lasciò che Mika sparisse al di là della porta prima di parlare.

"Io vorrei scusarmi per... per non aver quasi aperto bocca ma... ero giusto un filo terrorizzato dall'idea che... voi poteste non accettare e per ciò che ne sarebbe potuto conseguire." parlò per la prima volta alzando gli occhi su di loro.

"Come vi ho accennato, è la prima volta che mi apro a qualcuno su questa parte di me e... credetemi se vi dico che non è facile. Non so dove Mika abbia trovato il coraggio di parlare in maniera così esplicita ma... " disse grattandosi la nuca "Mika è Mika e... è quello che dopo aver rivelato di essere gay e di stare con uno dei ragazzi della sua squadra, davanti a tutti quanti, poi va a dormire come niente fosse e quindi..." continuò abbassando lo sguardo e ridacchiando "se sto con uno così, del tutto normale non devo essere nemmeno io!" finì ridacchiando e portando il sorriso sui volti di tutti.

Nick, il giocherellone del gruppo, colui che in ogni situazione trovava sempre da scherzare, si avvicinò ad Andy e gli porse la mano, dandogli affettuosamente una pacca sulla spalla, affermando con espressione posata: "Sei tra amici qui, non c'è nulla di cui vergognarsi e ancor meno da temere. Siamo fieri che questo passo tu l'abbia fatto così. Sei un professionista nel tuo lavoro ed un bravo ragazzo. Tanto basta."
poi si aprì in un sorriso furbo "E poi sopporti Mika... Sei un santo solo per quello!" terminò con un'ultima pacca affettuosa.

Andy a quel punto si aprì in un sorriso sincero e rilassato. Ce l'aveva fatta.

"Grazie" disse a cuore aperto. "Ora se non vi dispiace tornerei di là." asserì quasi in tono di richiesta.

"Ok! Se non ti sbrana, ci vediamo più tardi" scherzò Cherisse facendogli l'occhiolino.

Salutò tutti e rientrò nella stanza adiacente, dove Mika se ne stava già sdraiato sopra le coperte, nuovamente assopito, si sedette accanto a lui sul letto, gli lasciò un bacio lieve sul capo e poi prese un libro dalla sua borsa e si sdraiò accanto a lui, immerso nella lettura.

Dopo nemmeno 2 pagine, la sua mente tornò a poco prima.

Pensò a come il suo ragazzo avesse gestito quella situazione ad alto contenuto di stress.

Si era comportato in maniera esemplare, era stato schietto ma tranquillo, serenamente aveva spiegato le sue ragioni ed aveva dato modo a tutti di capire chiaramente come stessero le cose, e decidere in merito.

Andy capì di avere imparato una lezione di vita importante, ora sapeva come avrebbe dovuto fare in futuro, a spiegare quell'enorme verità che non aveva mai trovato il coraggio di raccontare a nessuno.

Ora si sentiva più forte e determinato, ed in quel preciso istante prese una decisione.

Una volta tornato a casa, avrebbe parlato con i suoi genitori e gli avrebbe spiegato tutto, magari presentandogli anche Mika.

Con l'animo più sereno, Andy lasciò che la sua mente venisse trascinata di nuovo nell'intricata trama del capolavoro di Faulkner: L'urlo e il Furore.

La giornata trascorse tranquilla, Andy si recò a pranzo con il resto dei compagni, ridendo e scherzando come niente fosse e lasciando Mika al suo sonno letargico.

Il riccio comparve al cospetto della squadra alle 2 inoltrate di pomeriggio, ricevendo commenti di ogni tipo, su quanto fosse impossibile per un essere umano, riuscire a dormire così tanto, e a cui lui rispose per le rime.

Decisero poi di farsi un giro per la capitale finlandese, prima di ripartire di nuovo per la Francia e fare successivamente tappa a Berlino.

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