Swing

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La frase pronunciata dal biondo fece scoppiare a ridere Nikolas. L'imitazione canzonatoria di Mika fatta dal talentuoso Andy era da oscar.

Ma come sempre, il ventisettenne ci aveva visto giusto e l'espressione corrucciata, seguita dalla gomitata nelle costole ebbe l'effetto di far dimenticare anche quella sensazione spiacevole.

-*-*-*-*-

La partenza fu quasi da film...

Sembrava gli amici si stessero salutando e non si sarebbero visti per anni.

La scenetta tragicomica di un Andy che impersonava una ragazzina emotiva e in lacrime però riportò le risa sui loro volti, così come parecchi sguardi perplessi ed infastiditi di qualche uomo inglese in doppiopetto e ventiquattrore.

Mika, come tornò indietro dall'aeroporto, imboccò la via dello studio di Cheswick e vi si rinchiuse con un paio di produttori per tutta la giornata.

L'album ormai era in dirittura d'arrivo. La restante parte di mixaggio era perlopiù lavoro dei tecnici che lui doveva solo noiosamente sorvegliare e nel caso correggere.

Nella giornata che seguì, il ragazzo si recò insieme a Fortuné a fare visita alla sorella per poi finir trascinato dal fratello ad assistere alle semifinali olimpiche di pallavolo che ancora una volta occupavano la struttura sportiva recentemente costruita.

La permanenza a Londra durò ancora qualche giorno, poi ripartì con la band alla volta dell'Europa e successivamente dell'America.

"Sì ok ho capito ma mi spieghi cosa ha di così speciale?" passeggiando nervosamente per il salotto del suo appartamento in affitto nella grande mela, dove si trovava per lavoro da un mese inoltrato, Yasmine rispose quasi seccata all'ennesima supplica insistente del fratello minore.

Mika, trotterellando a sua volta avanti e indietro davanti al tavolo in vetro della sua stanza d'hotel a Miami, portava sguardi sempre più prolungati verso il luminoso schermo piatto del suo MacBook, cercando di trovare una risposta che fosse il più soddisfacente possibile e che potesse portare la sorella maggiore a cedere alle sue continue implorazioni, che ormai si susseguivano da una decina di minuti buoni "Ha un'aura particolare.

Mi ispira..." asserì quindi, a corto di argomentazioni effettive e più concrete di quella semplicistica scusante che aveva appena propinato alla 34enne.

"Senti, io non me ne intendo, ma vista così mi sembra poco più che un rudere mal messo." Perseverò la giovane, cercando di instillare un briciolo di realtà nel cervello eccitato della popstar.

"Ma perché non l'hai vista dal vivo. Fa tutt'un altro effetto, credimi!" Mika non si dava per vinto. Aveva messo gli occhi su quella costruzione passandoci davanti per caso e senza spiegarsi nemmeno il motivo, se n'era perdutamente innamorato.

"Con la crisi che c'è adesso, dicono tutti che investire nel mattone è una buona scelta e che..." il riccio a corto di idee e di scusanti, cercò di far notare alla sorella il lato vantaggioso e imprenditoriale della cosa, inerpicandosi su per un sentiero che non aveva idea di dove lo avrebbe portato, ma che era, in quel preciso istante, l'unica cosa che gli passava per la testa.

Una risata divertita e incredula si innalzò dall'altro lato del telefono.

Yasmine a quell'uscita del fratello non era stata capace di trattenersi, sentendo la miriade di luoghi comuni uscire dalla bocca del ventinovenne che, ne era certa, manco sapeva di cosa stesse parlando.

"Mika ti prego! Chi è dei che ha una laurea in economia e chi dei due ha studiato musica?" chiese semplicemente la libanese, conscia che quel punto lo avrebbe messo a segno lei a mani basse.

Il silenzio che si avvertì per alcuni secondi tra Miami e New York comprovò la vittoria della maggiore. "Ritenta. Stavolta magari scegli un argomento di cui tu abbia almeno qualche conoscenza." Lo prese in giro la ragazza, puntando di nuovo i suoi occhi verdi acqua sull'annuncio che Mika le aveva mandato per mail solo poche ore prima.

Il riccio, preso in contropiede dalle argomentazioni di Yasmine, rifletté un istante prima che il suo cervello connettesse di nuovo e gli propinasse una idea alla quale la sorella non avrebbe saputo resistere. "Per il nostro progetto di design sarebbe perfetta..."

Tra i due fratelli Penniman cadde di nuovo il silenzio per un attimo e Mika si allargò istantaneamente in un sorriso soddisfatto, uno a uno, palla al centro.

"Yas..." il nome quasi sussurrato dal fratello, riportò la designer con i piedi per terra, dopo che per una trentina di secondi la sua creatività aveva vagato libera cercando di figurarsi la realizzazione di quell'immenso sogno da bambina.

"Il prezzo è trattabile...?" chiese quindi la moretta, passando allo step successivo e dando di fatto la certezza a Mika che quell'ultima palla da lui messa in rete, valesse in realtà ben più di un punto.

"YEEEAH!" esclamò Mika in un urlo di gioia liberatorio che troncò la frase quasi conclusa di Yasmine, producendosi in un salto di euforia.

La sorella maggiore non riuscì a trattenere un sorriso affettuoso nell'udire il grido esaltato di felicità del fratellino. "Mika... trattieniti!" lo rimproverò con fare dolce come molte volte aveva fatto quando ancora erano fanciulli.

"Shhhh! Come faccio a trattenermi???! Sono troppo contento!" trillò però il cantante, continuando la sua marcia, ora divenuta festante, per la camera d'albergo.

La conversazione continuò per un altro po', i due ragazzi definirono alcuni punti importanti e poi si salutarono affettuosamente.

Erano le 5 e mezza di sera di una giornata afosa di metà agosto a Miami e Mika dopo quella notizia favolosa, corse fuori nell'aria soffocante della costa Atlantica battuta dal sole, pronto a realizzare il suo sogno di quel giorno.

Rientrò un'oretta e mezza più tardi con una cartellina ed un plico di fogli sottobraccio, nonché con un enorme sorriso in volto, da fare invidia a chiunque, mandando un semplicissimo messaggio.

A Yasmine: FATTO!

Poi con la stessa euforia, scorse la rubrica fino in cima e con una mossa veloce chiamò uno dei contatti in cima alla sua lista.

"Παρακαλώ?" una voce assonnata rispose sbiascicando appena dall'altro capo del telefono, non curandosi di osservare il mittente della chiamata e scegliere la lingua giusta con la quale rispondere.

"Καλησπέρα Ανδη" Mika sempre in tono esagitato e felice rispose con un "buonasera Andy" che denotava tutta la sua euforia e mancava completamente di notare il tono assonnato con il quale il suo ragazzo gli aveva risposto.

"Mika. Cosa succede?" Andy si passò una mano sugli occhi scrollandosi di dosso il sonno, cercando di capire il motivo per cui il suo compagno lo stesse chiamando alle... 2:35 del mattino a giudicare dall'occhiata alla sveglia, preoccupato che quel tono urgente che aveva percepito, fosse portatore di cattive nuove.

"Ho comprato casa a Miami!" Mika compose quella frase alla velocità della luce, troppo impaziente per resistere oltre, aspettandosi dall'altro lato dell'Atlantico la risposta gioiosa e orgogliosa tipica di Andy.

Il biondo restò un attimo perplesso a quelle parole, di certo non quelle che si sarebbe aspettato di udire, poi placando l'irrequietezza che lo aveva pervaso fin dalle prime parole di Mika, capì che il tono del suo ragazzo non era concitato per una notizia allarmante, ma era fomentato dall'euforia.

Aggrottò le sopracciglia con fare irritato e tornò a buttare un occhio ai numerini blu proiettati dal laser dell'orologio sul soffitto candido della sua casupola greca.

Mika l'aveva appena chiamato alle due di notte per dirgli che aveva... comprato casa... a Miami?

Il suo cervello elaborò l'informazione, cercando nei meandri dei suoi ricordi, un accenno a quella che apparentemente era un'idea sfociata in una strana realtà.

"Hai cosa?" non trovando nulla di significativo tra la miriade di cose che Mika gli aveva confidato in quegli anni o in quegli ultimi mesi che si rifacesse ad una cosa simile, chiese spiegazioni.

"..comprato una casa a Miami!!" la voce acuta ed eccitata del libanese echeggiò nella sua testa rimbombando qua e là.

Andy si lasciò cadere stancamente tra i cuscini che lo avevano visto dormiente fino a pochi attimi prima e si passò una mano in viso.

Era andato a letto solo un'ora prima e di lì a 4 ore la sua sveglia dall'abominevole trillo lo avrebbe destato per un'altra giornata di estenuante lavoro. Era stanco morto dai ritmi di quei giorni e Mika lo chiamava per una stupidata simile...

"Mika... dimmi che non mi hai chiamato a quest'ora solo per dirmi una cosa del genere..."

Il tono con cui il greco pronunciò quelle parole era tanto piccato quanto minaccioso, e Mika, pur offuscato dall'euforia della situazione, non mancò di notarlo e finì per fare mentalmente due conti.

Erano le 7 e mezza di sera... più 7 ore di fuso orario...

Il libanese sgranò gli occhi, rendendosi conto solo in quel momento del motivo per cui Andy avesse risposto così stranamente solo una manciata di minuti prima.

"Oddio! Sono tipo le due e mezza da te..." esclamò con voce ora più incerta e meno gioiosa, dandosi mentalmente dell'idiota.

"2:39 per la precisione!" lo rimproverò il biondino. "Con solo altre 4 ore di sonno da poter sfruttare..." continuò facendogli notare il motivo della sua apparente arrabbiatura.

"E tu mi chiami dicendomi che hai comprato una CASA a MIAMI!" continuò infervorandosi forse più del dovuto.

Mika stava per ribattere scusandosi fino allo sfinimento per quella sua piccola ed innocente disattenzione, quando Andy continuò.

"Che poi quando mai me ne hai parlato??" chiese il ventisettenne scocciato.

"Ok, i soldi sono i tuoi e ci fai ciò che vuoi, su questo non ho la minima intenzione di sindacare, ma speravo di contare almeno un minimo per te, da venire almeno a sapere che stavi decidendo di comprarti qualcosa di così insignificante come una CASA!!"

Andy annebbiato dalla stanchezza e fomentato dalla preoccupazione che Mika gli aveva messo addosso poco prima, prese la mancanza di notifica di una cosa tanto importante come la prospettiva dell'acquisto di una casa nuova, come un affronto.

Mika udì quelle parole e le processò lentamente nella testa, cercando di capire come una cosa così innocente, avesse potuto trasformarsi nel giro di pochi attimi, in una sfuriata da parte del suo sempre paziente e imperturbabile ragazzo.

"È successo tutto nel giro di una manciata di ore." In tono dolce e pacato, Mika cercò di spiegare a Andy che il fatto che lui fosse all'oscuro di tutto quando, dipendesse solo ed esclusivamente dalla velocità con cui tutto quanto si era svolto, e non da una sua mancanza di considerazione nei suoi confronti.

"Certo! Perché una casa la si compra come un pacchetto di caramelle al supermercato!" il greco, ceco delle sue convinzioni e ormai partito per la tangente sbottò di nuovo, convinto che il libanese lo stesse prendendo bellamente per i fondelli.

"Andy, non sto scherzando..." Mika cercò nuovamente di spiegare i fatti al biondino che però forte delle sue convinzioni, vedeva ogni tentativo di chiarimento come un affronto e una menzogna ulteriore.

Dopo 5 minuti buoni di toni infuriati da parte del biondo, Mika capì che sarebbe stato meglio risolvere la questione a tu per tu con lui quando si fossero visti per il suo compleanno, di lì a tre giorni.

"Hai ragione Andy, avrei dovuto dirtelo, mi spiace, e mi spiace anche di averti svegliato, sono stato uno stupido a non considerare il fuso. Ci sentiamo domani, ti lascio dormire." Mika disse ad un certo punto, mantenendo un tono pacato e mortificato, nettamente in contrasto con gli animi alterati del più giovane che da 5 minuti non faceva altro che recriminargli le sue mancanze.

"Ecco sì, meglio! Ci sentiamo!" Andy lo liquidò con una certa urgenza ed una freddezza a lui poco consone, tornando poi all'oscurità della sua stanza e al suo sonno che ormai ci avrebbe rimesso un po' a ritrovare.

Terminata la chiamata, Mika rimase a fissare lo schermo del cellulare sul quale figurava una foto di Melachi al lago di Richmond, mentre nella sua mente scorrevano le parole che Andy gli aveva detto nei 10 minuti precedenti.

Il suo sconfinato entusiasmo per il nuovo acquisto lo aveva portato a non calcolare la reazione del greco, che fomentata dal risveglio improvviso e da ciò che ne era conseguito, era stata alquanto imprevedibile quanto esagerata.

Era certo che Andy non avesse compreso quanto effettivamente veloce fosse stata quella pazzia della casa nuova ed era sicuro che se glie ne avesse parlato di persona, quel battibecco inutile non avrebbe neppure minimamente avuto luogo.

Erano in piccolezze come quelle che la loro situazione lavorativa e quotidiana si faceva sentire maggiormente.

Non era la prima volta che Andy si arrabbiava per qualcosa che Mika aveva fatto e di cui si era trovato a conoscenza a posteriori, dopo magari essere venuto a saperlo da qualcun altro.

Evidentemente il greco sentiva il bisogno profondo di essere parte della vita di Mika, di sapere cosa gli succedesse, ogni sua nuova decisione o ogni suo nuovo progetto. Erano bastati solo pochi mesi di lontananza al moro per capire come se voleva mantenere una relazione stabile con Andy, avrebbe dovuto sforzarsi a raccontargli ogni sfumatura della sua vita.

Non era smania di controllo quella di Andy, né tanto meno bramosia di protagonismo, era il suo modo di fronteggiare e cercare di scacciare la lontananza. L'assenza fisica ed intellettuale del suo ragazzo nei momenti di solitudine lo facevano vacillare.

Come se non bastasse, Mika era una persona estremamente impulsiva e dalle decisioni discutibili. Era capace di fare cose insensate o estremamente audaci e di pentirsene un attimo più tardi.

C'erano state circostanze, durante gli anni di tour, in cui la presenza di Andy e la sua intercessione, avevano evitato al riccio di compiere gesti o azioni inappropriate, entrambi lo sapevano perfettamente.

Andy non lo avrebbe ammesso apertamente tanto facilmente, ma c'erano volte in cui temeva seriamente che senza qualcuno accanto a dissuaderlo, Mika avrebbe potuto fare cose stupide o finire per cacciarsi in situazioni più grandi di lui.

Un esempio di "cose stupide" che il greco non mancava di fargli notare quando si toccava l'argomento, era l'acquisto di "quel trabiccolo malmesso che ti sei ficcato in garage" che Andy aveva criticato aspramente dalla prima foto che gli era stata mandata.

Quella sera, aveva avuto esattamente quella sensazione.

Mika non gli aveva confessato cosa gli passava per la testa e ora aveva finito per comprarsi una casa che Andy non osava nemmeno immaginare quanto male fosse messa.

Perché per quanto amasse quello spilungone canterino, il cameraman non poteva non ammettere che per certe cose Mika fosse decisamente ed inconfutabilmente negato.

Mika dopo una breve riflessione bloccò il telefono e prese le sue cose, decise di raggiungere la band e uscire a cena, lasciando da parte per quella serata i battibecchi con il suo ragazzo.

Tre giorni più tardi Mika e Andy si ritrovarono in un'auto direzione Toscana, dove un paio di giorni dopo li avrebbero raggiunti Zuleika, Fortuné, suo padre e Melachi per alcuni giorni di vacanza insieme.

Il caldo secco della regione italiana aveva messo entrambi i ragazzi di buon umore fin da subito e marciando sull'autostrada del Sole con tranquillità, si erano ritrovati a parlare di tutto ciò che gli era capitato durante le settimane di lavoro a distanza.

"Io e te abbiamo ancora una faccenda in sospeso"

Andy pronunciò quelle parole di punto in bianco, cambiando espressione e facendosi serio.

Mika si voltò verso il ragazzo al volante pensando alla natura di quell'espressione e non gli ci vollero che pochi secondi per capire l'antifona del greco.

Negli ultimi giorni, i due ragazzi non avevano mai più tirato in ballo la questione del loro ultimo litigio. Mika aveva infatti pensato fosse inutile e controproducente cercare di convincere il suo compagno via telefono, e Andy era intenzionato a guardare in faccia il libanese durante il chiarimento, anche solo per essere sicuro che dalle sue labbra uscisse null'altro che la pura verità.

"Oh certo.. La casa a Miami..." disse infatti Mika, ricevendo un cenno di assenso dal greco.

Il moro trasse un sospiro di sollievo e poi si schiarì la voce. "Innanzitutto ammetto di essere stato un idiota per la questione dell'ora. Non so perché ma non ci ho proprio pensato..." ammise in prima battuta, avanzando con cautela e anteponendo fin da subito la sua arrendevolezza, seppellendo ogni possibile ascia di guerra.

Andy emise un'esclamazione gutturale che Mika capì esprimere un assenso poco convinto.

Il greco aveva capito perfettamente il motivo di quella svista: conosceva Mika abbastanza bene da sapere che quando veniva pervaso dall'euforia, era capace di perdere la cognizione di tutto.

"Secondo, non te ne ho parlato prima. Vero." Ammise di nuovo, ricevendo in risposta l'ennesima esclamazione neutrale del greco, a significare le sue ragioni.

"MA..." esclamò a quel punto Mika, indicando chiaramente il cambio di direzione del suo discorso
"è vero che è successo tutto nel giro di un paio d'ore." Concluse brevemente, lasciando che il significato di quelle parole fosse ben compreso e accettato dal compagno.

Andy rimase per un attimo in silenzio, esattamente come aveva fatto quella notte, ma dalla sua espressione, Mika poteva capire che quella volta non fosse infuriato con lui.

"Io certe volte non ti capisco..." buttò lì in un mezzo sussurro il biondo, mantenendo gli occhi fissi sulla strada di fronte, cercando una spiegazione logica ad una cosa tanto strana come quella.

Negli ultimi due anni vissuti insieme, tra di loro era successo di tutto.

L'incidente di Paloma, il blocco creativo di Mika, il nuovo lavoro di Andy, la fuga del riccio, il trasferimento in Grecia del biondo, l'uscita allo scoperto sulla sua sessualità per Mika.

Tutto quel turbinio di cose aveva portato i due ragazzi ad una crescita emotiva e caratteriale senza precedenti.

Se prima erano due giovanotti alla rincorsa dei loro obbiettivi e per alcuni anni avevano vissuto in quell'idillio tanto agognato, fatto da un amore appena sbocciato ed un lavoro da sogno, ora le circostanze li avevano portati sempre di più a distanziarsi sotto molti aspetti, a mutare di carattere e cambiare prerogative, mettendo in mostra con sfrontata nitidezza tutte le loro differenze.

La loro relazione era a sua volta irrimediabilmente cambiata.

Nata con insicurezza, sbocciata con passione e intrigo, cresciuta con reciproco supporto e costante forza, aveva subìto col tempo degli scossoni non indifferenti che erano perfino riusciti a spezzare il pilastro portante del suo essere.

Ricostruire quella colonna vertebrale non era stato semplice, ma il vicendevole aiuto e impegno di entrambi era riuscito a riportare stabilità al loro legame, lasciando segni indelebili che erano però serviti come base solida sulla quale rimodellare ciò che erano.

La forza scaturita dalle vicende dolorosamente complicate a cui il loro rapporto era stato esposto, le fragilità emerse in mesi di oscurità da parte di entrambi, curate e lenite ogni volta con maestria sempre crescente, avevano stretto il nodo della loro storia a doppio intreccio.

Non erano più due ragazzini alle prime armi, due fidanzatini persi nell'incanto effimero dell'innamoramento e della passione iniziale, ma erano divenuti due uomini consapevoli della loro vita e della difficoltà di ciò che una relazione lunga anni come la loro portava. Erano sopravvissuti alla trasformazione radicale del loro mondo e del loro modo di vedersi e percepirsi e così era mutata la loro quotidianità.

Avevano ormai lavori, ritmi, giornate e collaboratori diversi, oltre a trovarsi sempre più spesso in nazioni o addirittura continenti differenti.

Era inevitabile che le incomprensioni fossero più frequenti e che le loro discordanze caratteriali si accentuassero ancor più visibilmente.
Ma nonostante ciò, quello che li legava andava oltre.

"...ma d'altronde se ti capissi sempre non ci sarebbe gusto." Andy continuò la frase lasciata a metà dopo una manciata di secondi, aprendosi in un sorriso sbieco che Mika lesse perfettamente dal sedile accanto a suo.

"Vorrei ben vedere... Non mi capisco nemmeno io. Mica lo pretendo da qualcun altro!" Il moretto si lasciò andare ad una battuta distensiva che ricevette come risposta una risata sincera del greco, che ebbe il potere di rasserenare in un attimo gli animi.

"Meno male che lo sai!" lo rimbeccò il videomaker andando a piazzare una mano sui suoi ricci e tirandogli appena un'orecchia con fare giocoso.

Nella vettura vi fu silenzio per un attimo, rotto solamente dalle news che la radio passava, insieme all'annuncio dell'orario e del traffico.

"Apparentemente ci sarà traffico tra non molto" osservò Mika traducendo ad alta voce quello che era praticamente certo di aver compreso dalla radiospeaker italiana, mettendo al corrente il suo compagno alla guida.

Andy si voltò verso di lui con fare incerto squadrandolo perplesso "... e tu lo deduci da?" chiese curioso, portando brevemente gli occhi azzurri coperti dagli occhiali da sole su di lui.

"Lo hanno appena detto alla radio..." rispose il libanese con aria disinvolta, puntualizzandolo come se non fosse chiaro abbastanza.

"Ah giusto! Chiedo scusa se non capisco l'italiano!" lo rimproverò scherzosamente Andy, chiedendosi ancora quante altre volte si sarebbe stupito di certe capacità recondite del suo compagno di vita.

Mika ridacchiò gioiosamente a quella battuta piccata e poi assunse un piglio vanitoso e con fare altezzoso esclamò "Dì la verità... Non ti sei ancora abituato al mio genio dopo tutti questi anni eh..??"

Andy si voltò per un nano secondo verso di lui e poi senza trattenersi scoppiò in una fragorosa risata, piegandosi sul volante in preda ad un attacco di risa che non riuscì a controllare.

Dopo alcuni secondi fortunatamente vide il cartello di una piazzola di sosta di un Autogrill e senza pensarci oltre mise la freccia e svoltò nell'enorme piazzale, fermandosi nel primo parcheggio libero e piegandosi finalmente a trattenersi la pancia che ormai gli doleva dal troppo ridere.

Mika contagiato a sua volta dal riso del suo ragazzo aveva a sua volta iniziato a ridacchiare fanciullescamente accanto a lui. Agli occhi dei passanti sembravano due adolescenti brilli, ma a loro non importava minimamente.  

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