Due emozioni contrastanti stavano lottando ardentemente dentro di lui, la prima era l'amarezza che gli provocava l'estrema leggerezza con la quale Andy stava affrontando la cosa, avrebbe voluto ricordargli che ciò che lo aveva ferito, era stato ben altro e che quell'aspetto, in quel momento lui lo stava volutamente lasciando da parte.
In contrasto vi era invece la voglia di serenità, che gli stava suggerendo di leggere quelle parole, nella maniera scherzosa con cui il suo ragazzo le aveva pronunciate, il cui fine ultimo e assolutamente nobile era quello di riportare giocosità e spensieratezza tra di loro.
Dopo qualche secondo di esitazione, lo squadrò se ne uscì con un conciso: "Vaffanculo Andy!"
-*-*-*-*-*-
Pronunciò quelle parole con un ghigno, lanciandosi su di lui e atterrandolo tra le coperte, giusto un secondo più tardi.
Andy scoppiò in una risata liberatoria, mentre Mika si vendicava, scagliando innocui pugni al suo fianco, ridacchiando a sua volta.
"Sia chiaro che il tuo bonus te lo sei giocato." gli disse tra il serio ed il faceto il moro, squadrandolo per un attimo. "La prossima volta, dormi in terrazza per una settimana. E non me ne frega un cavolo se siamo in Canada a gennaio e fuori ci sono -20 gradi. Ci siamo capiti??" concluse facendogli capire in modo molto diretto che un'ennesima situazione futura di quel tipo, avrebbe portato a conseguenze ben più gravi e durature, di quanto non fosse finita per concludersi quella settimana.
Andy si fece serio a sua volta per un attimo e accolse lo sfogo di Mika "Prometto che se mai ci dovesse essere una prossima volta" si bloccò vedendo l'espressione corrucciata del moro "che non ci sarà!!" si affrettò a chiarire, "sarò io il primo a sbattermi fuori sul terrazzo a -20, senza che tu debba dirmi nulla." concluse portandosi una mano all'altezza del cuore e mantenendo lo sguardo fisso negli occhioni nocciola che si rilassarono in un lieve sorriso.
"Affare fatto!" accolse lui, porgendogli la mano, che Andy strinse in segno di accordo.
Se ne stettero tranquillamente tra le coperte fino a mezzogiorno inoltrato, parlando a lungo. Era ciò di cui avevano bisogno, dopo quei giorni.
Entrambi si resero conto di essersi mancati, Andy in un impeto di coraggio spiegò meglio come fossero andate le cose durante l'ultima settimana e volle capire come il suo comportamento avesse agito sul suo ragazzo. Tornò a prestare la dovuta attenzione agli occhi estremamente espressivi di Mika, che con una vena di tristezza appena accennata, spiegò al suo compagno pentito, come i suoi errori lo avessero in qualche modo colpito nel vivo, facendogli comprendere appieno quali fossero state le mancanze di cui aveva sofferto.
Quella chiacchierata, seppur non delle più semplici da affrontare, aveva smascherato i lati più nascosti e aveva portato alla luce ogni cosa non detta, ogni gesto mancato e ogni emozione non condivisa, di quel momento di difficoltà. Era servita loro per capirsi meglio ed era riuscita a riunire con un nodo strettissimo, quella corda che per un attimo aveva finito per spezzarsi.
"Ma... se tipo scendessimo a mangiare?" chiese Mika ad un certo punto, rompendo la tranquillità che regnava da qualche minuto a quella parte in stanza.
"Andy?" chiese non avendo ottenuto risposta. Il moro sdraiato perpendicolarmente al biondino, con la testa sul suo ventre, si alzò a sedere, notando il suo viso rilassato, addormentato.
Sorrise appena e alzandosi dal letto, lo lasciò dormire, andando a cercare intanto le scarpe ed una felpa, per poter scendere al piano inferiore.
Quando uscì dalla porta della stanza, la prima cosa che fece fu estrarre il suo cellulare dalle tasche e chiamare sua sorella, la quale lo informò di essere a pranzo con il resto della squadra, al primo piano dell'albergo.
Li raggiunse affamatissimo e come entrò nella sala, tutti i suoi amici si voltarono verso di lui, con sguardo curioso.
"Che c'è?" chiese guardandosi attorno, mentre gli amici in cerca di qualche scoop sulla situazione di coppia del loro cameraman e cantante, lo fissavano in attesa di news.
"Dove hai lasciato Andy?" chiese Ida. Tutti si stavano facendo la stessa domanda, se c'era un mattiniero in quella squadra, era proprio lui. Le uniche occasioni in cui faceva tardi, era quando in qualche modo c'era di mezzo il suo fidanzato ed in quel caso, i due comparivano insieme.
"L'ha ammazzato e si è sbarazzato del cadavere!" propose Nick con fare cinico stile film horror.
"Razza di ficcanaso che non siete altro!" sbottò il libanese, seduto accanto alla sorella, in uno dei posti liberi, mentre il cameriere gli portava la sua ordinazione in tempo record.
Non fecero a tempo a indagare oltre, che Andy fece il suo ingresso in sala, sorridente.
"Alla buon'ora!" esclamò Mike alzando il bicchiere semivuoto in aria.
"In effetti hai ragione!" rispose all'amico, prima di esclamare un "Ho una fame allucinante!" e avvicinarsi al tavolo, dove l'unica persona ancora intenta a mangiare era la popstar, seduta accanto a Yasmine.
Quest'ultimo, come lo vide arrivare, diretto alla sedia vuota un paio di posti più in la, inforchettò una grossa patata arrosto e nel momento in cui gli passò dietro, la alzò sopra il livello della sua testa, porgendogliela insieme alla forchetta. Andy la afferrò al volo dalla sua mano ingurgitandola nel giro di mezzo secondo, accomodandosi poi al tavolo e restituendo la posata a Mika che ringraziò con uno sfuggevole sguardo.
Le occhiate che i componenti della squadra si scambiarono, dopo aver assistito alla veloce scenetta, fecero sorridere Mika, mentre il biondo si guardava intorno con aria spaesata, finendo ancora di masticare la patata.
"Che c'è?" chiese il cameraman, usando la stessa espressione e lo stesso identico tono che aveva usato Mika, una ventina di minuti prima.
Jerry diede voce al bisbigliò concitato della tavolata. "I piccioncini sono tornati!"
Facendo arrossire entrambi che quasi in sincrono, scossero la testa imbarazzati.
Quella che seguì fu una settimana piena di concerti e impegni, che lasciarono ben poco tempo libero a Mika per fare qualunque altra cosa.
Era la fine di gennaio, da quando avevano lasciato Londra, avevano trascorso le settimane a godersi quel poco di luce che la parte più estrema del continente nord-americano offriva loro.
Da alcuni giorni però, dense nubi stavano ricoprendo il cielo freddo degli Stati Uniti, riversando grandi quantità di neve e lasciando al sole, ben poco posto per far filtrare i suoi tiepidi raggi.
Quando alle 8 di mattina Mika ancora in pigiama, puntò gli occhi fuori dalla finestra della grande camera d'albergo nel pieno centro di Salt Lake City, e scorse a malapena le alte montagne che lambivano la città, a causa di enormi fiocchi bianchi che imperterriti non volevano saperne di cessare la loro danzante caduta, sbuffò sonoramente esclamando. "Odio la neve!"
Andy che ancora tra le coperte, si stava preparando per alzarsi, scoppiò a ridere senza ritegno.
"Allelujaaaa!" lo canzonò goliardicamente. "Finalmente mi capisci!" infierì il greco, che alla fine aveva trionfato.
*flashback*
"La magia della neve è incomparabile a qualunque altra cosa" esclamò Mika, camminando per strada, distaccato dal resto della fila, sul marciapiede ricoperto di una spessa coltre candida, dell'ennesima fredda e nevosa città statunitense.
Andy dietro di lui, corrucciato ed infreddolito, se ne stava in silenzio, concentrato ad evitare di scivolare e finire a gambe all'aria, tirando il trolley con più energia, innervosendosi con le rotelline bloccate dalla neve ghiacciata.
"Senti che bello il crick crack sotto le scarpe..." continuò il giovane, facendo passi lenti e calcolati, per godersi al meglio quella sensazione che aveva sempre adorato.
Andy imprecò contro l'ennesimo cumulo di neve sporca, lasciato dallo spazzaneve, che lo costrinse a deviare leggermente la sua traiettoria di marcia.
"Guarda quell'albero come luccica, sembra tempestato di Swarovski!" si illuminò il libanese, puntando un dito verso un piccolo alberello davanti a loro, per chiunque altro totalmente insignificante.
In quello stesso momento Andy fu colpito in testa da una scarica di neve, caduta dalla terrazza sopra di loro, dove qualche maldestro cittadino, aveva pensato proprio in quell'istante, di disfarsi della neve accumulatasi sul pianerottolo.
Andy bofonchiò infastidito, levandosi quanti più fiocchi di dosso, e quando Mika si voltò verso di lui, con il suo classico sorriso da bambino, che aveva indossato tutto il giorno, la sola cosa che sinceramente gli uscì dalla bocca di rimando fu un "Io odio la neve!"
*fine flashback*
"Quando è troppo è troppo, sono due settimane che non vediamo altro che neve!" borbottò il moro, recandosi intanto in bagno per cambiarsi e darsi una rinfrescata.
Scesero nella hall dove furono condotti dal manager nel modesto locale dove quella sera si sarebbe tenuto il concerto e che stranamente, era ancora pressoché deserto.
I ragazzi si guardarono in giro confusi "Non dovrebbe essere già tutto montato?" chiese Martin facendo vagare lo sguardo sul palcoscenico spoglio.
"Brutte notizie in arrivo ragazzi..." li interruppe Jerry, che lasciato il telefono camminava verso di loro con passo svelto.
Mika immediatamente tese le orecchie preoccupato. "I camion con strumenti e scenografia, sono bloccati da una tormenta di neve sulle montagne del Colorado."
I musicisti sgranarono gli occhi increduli, scambiandosi occhiate perplesse ed indecise.
"Quindi?" chiese Cherisse allargando le braccia con fare rassegnato.
Jerry li osservò con un filo di delusione in volto e annunciò: "Quindi niente concerto."
Ci fu un coro di mormorii di protesta, e subito dopo i musicisti resisi conto di avere quella giornata libera, iniziarono a prendere in considerazione eventuali nuovi piani.
Mika per tutto il tempo invece se n'era stato in disparte, mordicchiandosi un unghia con espressione pensierosa e meditativa.
"Conosco quella faccia..." gli disse Andy, lasciando per un attimo il gruppetto e raggiungendolo.
"Hm?" chiese il ragazzo, troppo intento a pensare a una possibile soluzione, per curarsi di ascoltare ciò che il mondo attorno a lui aveva da dire.
"Cosa stai architettando?" tornò alla ribalta il greco, conosceva quell'espressione, compariva sul suo viso ogni qualvolta la sua mente tremendamente creativa, stava elaborando qualcosa, solitamente di folle.
"Pensavo..." sussurrò tra sé e sé, fermandosi subito dopo ad osservare la sala facendo un veloce giro a 360 gradi e continuando la sua riflessione silenziosa.
"Pensavi...?" lo invitò a proseguire, venendo però interrotto.
"Jerry!" urlò improvvisamente Mika.
Il manager, intento a chiamare chi di dovere, per annunciare la cancellazione dell'evento e mettere in moto la complessa macchina burocratica che stava dietro al rimborso dei biglietti per i fans, si fermò un secondo, voltandosi verso la popstar con fare curioso.
"Ho un'idea!" disse il ragazzo, correndo verso di lui.
"Tu prepara tutto e poi ci sentiamo tra un attimo" concluse la chiamata il manager, rivolgendo l'attenzione al ragazzo di fronte a lui, con aria poco convinta.
Mika non perse tempo e buttò lì la sua idea: "Suoniamo in acustico!"
L'intero gruppetto di ragazzi, ancora intento a progettare la serata si zittì nel giro di pochi secondi, girandosi verso di loro e avvicinandosi.
Jerry scosse la testa, bocciando l'idea dell'ambizioso 24enne. "Perché no?" incalzò invece Ida, avvicinandosi al suo ex compagno di scuola.
"Perché le persone hanno pagato 30 dollari di biglietto e non si accontenteranno di certo di vedere un misero show in acustico" parlò chiaramente Jerry, che aveva il compito di pensare alla faccenda in modo razionale e dal punto di vista organizzativo.
Il team tornò in silenzio di nuovo. Purtroppo il manager aveva ragione.
Ma Mika non sembrava voler demordere. "Perché non diamo loro la possibilità di scegliere...Chi vorrà potrà venire ad assistere al concerto acustico, gli altri potranno avere il rimborso del biglietto." propose con impeto.
Era intenzionato a far di tutto per non lasciare i suoi fan a bocca asciutta, le avrebbe provate tutte.
"E come lo proporresti, sentiamo?" chiese il quarantenne, pensando in pratico.
Mika si fermò un attimo a riflettere. "Non avete un'intervista in radio, dopo? Sfruttate quel canale!" propose Andy intervenendo per la prima volta in quella discussione.
Il riccio si voltò verso di lui e lo osservò con occhi adoranti. "Genio, GENIO!" gli disse tirandolo a sé.
"Possiamo??" chiese poi implorante a Jerry, che in silenzio, pensava al da farsi.
"Ti prego!! Proviamoci almeno!" continuò imperterrito, venendo spalleggiato dal resto della band, che iniziava già a pensare a nuovi arrangiamenti da dare alle canzoni.
Il tour manager non era affatto dell'idea, ma vedere tutti i suoi musicisti così coesi e decisi, gli fece cambiare opinione.
"Provo a sentire gli sponsor... Non esultate, non è ancora un sì, il mio!" li informò, cercando di non dar loro troppe false speranze e riprendendo tra le mani il cellulare.
Mika però la seconda parte della frase non l'aveva recepita come avrebbe dovuto, perché un secondo dopo, stava già proponendo alla band, varie cose che gli stavano passando per la testa e che secondo lui, sarebbero state perfette nel contesto particolare che gli si stava ponendo di fronte.
Il problema principale era però che tutti i ragazzi, nessuno escluso, stavano pendendo dalle labbra del cantante, e a loro volta, portavano avanti entusiasticamente le loro idee.
Quando Jerry tornò da loro, sorrise notando quell'allegra concitazione e comunicò loro l'esito delle sue chiamate.
"Allora ragazzi... C'è una possibilità di fare questo show stasera..." una ola di voci si alzò immediatamente. "MA" continuò il quarantenne smorzando un po' i festeggiamenti "sappiate che dovendo noleggiare gli strumenti, rischiate di suonare praticamente gratis, e tu Mika, non uscirai con grandi ricavi da questa serata." chiarì le cose in maniera molto diretta.
Dopo una breve consultazione tra i ragazzi, la decisione comune fu quella di fregarsene dello stipendio ridotto e portare avanti il loro progetto.
Circa un'ora e mezza più tardi, degli strumenti presi a noleggio fecero la loro comparsa sul palcoscenico spoglio, permettendo ai ragazzi di provare per un paio di orette i loro nuovi arrangiamenti.
Soddisfatti di come la giornata stava evolvendo, tornarono all'hotel festanti.
Si trovavano tutti nel piccolo pulmino, diretti verso l'albergo, chiacchierando concitatamente, quando Andy si trovò nuovamente ad osservare lo sguardo perso del suo ragazzo, puntato fuori dal finestrino.
Avrebbe pagato oro per poter entrare anche solo mezzo minuto e sbirciare nel cervello complesso che si trovava sotto ai folti ricci castani, per capire come nascevano certe idee astruse che sempre più spesso si prodigava a proporre a tutti loro.
Durante la sua osservazione, Andy vide un piccolo sorriso comparire sul viso e un secondo dopo Mika si risvegliò dal suo stato di semi-trance e parlò: "Ragazzi ho un'idea!"
Jerry si voltò dal sedile anteriore e gli scoccò uno sguardo quasi impaurito.
"Ho paura di chiederti di cosa si tratti!" confessò infatti immediatamente, mentre una serie di risatine si innalzarono dai vari componenti della vettura.
"Non abbiamo una scenografia stasera." evidenziò Mika, con tono serio.
"Complimenti Einstein!" lo prese in giro subito Cherisse, facendo scoppiare a ridere gli altri.
Mika gli fece una linguaccia prima di continuare a spiegare "Mia nonna una volta per una festa di compleanno che organizzò, prese in affitto in una specie di magazzino di cianfrusaglie di seconda mano, un mucchio di cose bizzarre, per addobbare casa. Mi disse che qui in America è un'usanza frequente e che di questi magazzini ce ne sono parecchi. Se ne trovassimo uno, potremmo costruire una scenografia..."
Quando finì il suo monologo, i ragazzi scoppiarono a ridere sommessamente, tutti tranne Jerry.
"Sai che potrebbe essere un'idea interessante?" disse infatti l'uomo, facendo sorridere Mika a 32 denti.
"Resta il problema del budget però..." gli ricordo allo stesso tempo.
Mika non ci pensò che pochi attimi. "Utilizza il mio guadagno della serata! Siamo in ballo, balliamo!" concesse il ragazzo, ottenendo un ovazione da parte dei ragazzi.
C'era una felicità condivisa in quella giornata partita malissimo, che faceva sembrare tutti i problemi, piccole e insignificanti faccende, risolvibili con un paio di minuti di riflessioni e una manciata di risate.
Durante il pranzo, Jerry comunicò loro che grazie ad alcuni contatti, aveva trovato ciò che faceva per loro e che nel pomeriggio, si sarebbero recati al noleggio a decidere il da farsi.
Arrivarono al grande magazzino industriale alle 2 del pomeriggio. Come misero piede all'interno, Mika si illuminò.
"Ohmammamiaaaaaaaa!" esclamò potandosi le mani in viso, incredulo, facendo correre gli occhi da un angolo all'altro dell'enorme, spazio pieno zeppo di cianfrusaglie senza senso di tutti i tipi, tutte le grandezze e tutti i materiali possibili ed immaginabili.
Andy sghignazzò poco più in là. Portare il suo ragazzo in quel posto, era come fargli 10 regali di compleanno tutti insieme.
"Noi possiamo prendere quello che vogliamo da qui???" chiese avvicinandosi a Jerry e guardandolo con aria sognante.
"Ho parlato con il proprietario e mi ha detto che per l'occasione ci farà un prezzo forfettario quindi direi di sì..." gli spiegò l'uomo.
Mika rise e poi si mise a saltellare gioiosamente tra gli scaffali, ridendo come un bambino di tre anni al suo primo giorno di luna park.
"WOOOOW. Ci sono le scimmie, le teste a forma ti topo, le mani giganti." esclamò a voce alta da infondo ad uno dei lunghi corridoi.
I ragazzi erano sparpagliati per la struttura, in cerca di qualcosa di fattibile e utile per la serata.
"Lampadari in finto cristallo con candele in stile settecentesco a ore 12." urlò Mike indicando con un dito, uno scaffale in alto, dritto di fronte a lui.
"Cosa Cosa Cosa Cosa COSA??!" strillò Mika correndo verso di loro e frenando con una brusca sterzata, davanti a Mike e Ida.
Il bassista gli indicò il punto preciso e Mika sgranò gli occhi. "Quei cosi funzionano?!" chiese impaziente al commesso che cercava con difficoltà di seguire quella massa informe di persone, sparse ovunque nel suo magazzino.
"Certamente." lo informò il ragazzo.
"Allora li prendiamo!" affermò velocemente il riccio, facendo vagare le iridi nocciola impazientemente altrove.
"Tutti e 4?" chiese il commesso, che si vedeva già costretto a fare delle manovre assurde per andare ad afferrare quegli aggeggi dal quinto piano dello scaffale, posto a 3 metri e mezzo dal suolo.
"Assolutamente!!" gridò Mika che già si stava dirigendo a passo svelto verso la prossima tappa del tour.
Andy camminava qua e là filmando tutto con la sua videocamera. Era una giornata particolare, che certamente sarebbe rimasta nei loro ricordi molto a lungo, indipendentemente dal successo che quella preparazione così azzardata avrebbe portato.
"Jerry! Ci servono dei drappi da mettere dietro!" gridò il libanese all'improvviso da lontano.
"Ci penso io!" disse incamminandosi nel lato più a nord del magazzino "Tu smettila di urlare o stasera rischi di trovarti anche la voce in acustico!" lo riprese poi il manager, che si rendeva perfettamente conto di come il suo giovanotto fosse completamente fuori controllo.
"Sì capo!" strillò lui infatti, un attimo dopo.
Jerry scosse la testa esasperato, ma con un sorriso in volto. L'aveva capito dal primo giorno, che quello spilungone canterino fosse una forza della natura, ambizioso e testardo all'inverosimile.
"Pensa io che lo sopporto tutto il giorno!" scherzò Andy, seguendolo a telecamera spenta.
Jerry ridacchiò. "Sant'Andreas da Atene!" asserì, facendo ridere anche il biondino.
Dopo oltre due ore e mezza passate lì dentro a scandagliare anche la più piccola ed insignificante paccottiglia, la squadra era pronta a partire con il suo assurdo carico, diretta verso la sala da concerti.
Fu divertentissimo costruire la scenografia pezzo per pezzo. Era composta davvero da articoli kitsch di ogni tipo, da maschere coloratissime dall'aspetto quasi grottesco, a pezzi enormi di pupazzi, sparsi senza apparente criterio sui finti tappeti persiani, che occupavano gran parte della superficie disponibile.
Ogni angolo del palcoscenico era occupato da qualche cosa, perfino le aste dei microfoni erano state avvolte da fiorellini in plastica o luminarie natalizie. Dal soffitto pendevano i 4 lampadari a candela, ornati con finte gocce di cristallo, che donavano al palcoscenico, una luce gialla calda ed accogliente.
Una scimmia glitterata appariva in tutta la sua grandezza davanti alla prima fila del pubblico, così come l'enorme testone di un topolino dalle grandi orecchie arrotondate.
Inutile dire che quella scenografia piaceva a Mika più del suo solito ed elaborato set e che la voglia di suonare, quella sera, fosse moltiplicata esponenzialmente rispetto al solito.
Quando le porte della sala furono aperte, Jerry si stupì della quantità di gente che aveva deciso di approfittare della possibilità di assistere a un concerto in acustico della durata di nemmeno un'ora, piuttosto che essere risarcita del costo del biglietto.
Non si sarebbe mai aspettato un afflusso di gente così grande.
La serata fu del tutto strabiliante.
Le versioni acustiche di quelle grandi hit, ebbero il potere di far ballare tutti i presenti anche senza l'ausilio di grandi casse, effetti da discoteca o potenti fari.
Si rese conto ancora una volta delle spiccate ed infinite doti di intrattenitore del ragazzo, che in un contesto del genere facevano la differenza tra una serata completamente riuscita, ed un disastro totale.
Quando finita l'esibizione si trovarono dietro le quinte, Jerry non poté esimersi dall'inchinarsi davanti allo stupefacente lavoro di squadra del suo team.
"Sono orgoglioso di voi ragazzi, questa volta avete superato voi stessi. Avete saputo concretizzare delle idee completamente folli ed avete fatto centro in pieno." li elogiò ricevendo sorrisi sinceri e soddisfatti da tutti.
"Detto questo, cercate di non rubarmi il lavoro come avete fatto oggi, altrimenti mi ritroverò disoccupato nel giro di pochi mesi." scherzò il quarantenne, prima di perdersi nei festeggiamenti con loro.
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Two of a kind
FanficLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...