There's no place like...

197 9 0
                                    

Andy e Dave scoppiarono a ridere, attirando qualche sguardo stranito dai londinesi intenti a fare jogging.

"Ben fatto ragazzi! Bravi!" si complimentò il giovane addestratore.

Dopo un'ultima corsa tutti insieme, si salutarono dandosi appuntamento per la settimana successiva.

-*-*-*-*-*-*-

A metà settembre Andy era pronto per tornare a lavorare in Grecia con la troupe di Thyrsos ma tra la settimana del compleanno di Mika e l'arrivo di Melachi, non aveva più trovato il momento adatto per parlarne con la persona per lui più importante.

Era il 31 agosto 2010, 3 anni e 7 mesi dal loro primo bacio, dalla scoperta più bella della loro vita, da quando avevano capito di amarsi reciprocamente.

Erano quasi le 11 di sera, erano rientrati per la notte nel monolocale di South Kensington dopo aver trascorso la giornata nella nuova casa, come spesso in quegli ultimi giorni accadeva.

Melachi, ormai divenuta "Mel" per entrambi, riposava nella sua cesta dopo la passeggiata che i due avevano fatto da Chelsea a casa loro.

Mika era sul divano a guardare la tv, mentre Andy sistematosi dopo la doccia, prese posto accanto a lui, sedendosi a indiano, rivolto nella sua direzione, in attesa che gli prestasse attenzione.

Dopo neanche mezzo minuto, il riccio avvertì infatti gli occhi zaffiro puntati sulla sua figura e si voltò verso di lui. Lo osservò per alcuni attimi e poi spense il televisore, portandosi nella sua stessa posizione di fronte a lui. "Cosa mi devi dire?" chiese subito, capendo che quello sguardo potesse significare solo un discorso serio e imminente.

Andy sorrise a quella intuizione e iniziò: "Sono quasi due settimane che aspetto di dirtelo. Come sai tra quindici giorni torno ad Atene" affermò aspettando una qualche reazione. Tutto ciò che Mika fece, fu un accenno di sorriso e gli occhi che si disintrecciarono dai suoi e saettarono alle sue mani, attorcigliate e appoggiate tra le gambe.

Il biondo con un gesto gentile gli passò una mano in viso e riportò il suo sguardo basso su di sé.

"Thyrsos mi ha offerto un contratto semplicemente irrinunciabile." confessò guardando gli occhi nocciola spostarsi verso il basso. Si morse il labbro e deglutì.

"E' un po' ciò che la Universal ha rappresentato per te." con quelle parole cercò di indorargli la pillola, facendogli intendere le sue ragioni e sapendo come quella somiglianza tra i loro due sogni fosse così labile da non poter passare inosservata.

"Ho intenzione di firmare il prima possibile, non appena torno giù." gli spiegò la sua decisione che non prevedeva una richiesta di permesso ma denotava una valutazione già dovutamente ponderata.

Mika che per quegli attimi aveva mantenuto il silenzio, lasciando la parola al suo ragazzo, se ne uscì con una domanda semplice: "Cosa... cosa comporterà? Quanto tempo dovrai lavorare per lui?"

Andy sospirò: "Lavorerò principalmente in Grecia. Il contratto potrò rinnovarlo ogni sei mesi" gli disse per poi prendergli il viso tra le mani.

"Così intanto che tu lavori sull'album io ho qualcosa da fare, poi quando riprenderà il tour, potrò sempre tornare, se sarà il caso."

Mika continuò a mantenere lo sguardo basso traendo un profondo respiro e a quella frase si morse un labbro talmente forte che quasi lo fece sanguinare.

"Fai bene. So che è quello che ti piace" gli disse quindi, dissimulando la tristezza e il senso di abbandono profondo che lo stava attanagliando.

Andy sorrise lievemente a quella parole; sapeva non le stesse pensando con tutto il cuore ma apprezzava lo sforzo che stava facendo.

In tre anni e mezzo di relazione, il greco non lo aveva mai visto così incerto e vulnerabile come in quegli ultimi mesi. Benché vi fossero stati intervalli più o meno lunghi di spensieratezza, come nel periodo della tourneé, o le ultime settimane di vacanza, vedeva tornare sempre più spesso una malinconia e un senso di inadeguatezza nei suoi comportamenti, che trovava assolutamente distanti dal Mika coraggioso e pronto a tutto che aveva avuto la fortuna di conoscere negli anni che si erano lasciati alle spalle.

Sembrava che ultimamente i ruoli tra i due si fossero invertiti e che il dovere di prendere per mano l'altro, ricadesse ora su di lui.

Che quel periodo strano fosse imputabile alla sua assenza di ispirazione in campo musicale, lo aveva pensato più di una volta ed era finito a credere che fosse addirittura alla base di tutto quello che gli stava accadendo.

Ciononostante si era ritrovato spesso a tentare di aiutarlo a non disperare, a fargli capire che fosse solo questione di tempo, ma sempre più di frequente aveva solamente ottenuto una discussione dai toni accesi, terminata in un litigio.

Quando poi la frustrazione di Mika si riversava su di lui come un fiume in piena, schiacciandolo sotto il suo peso, si ritrovava a dover lottare con tutto sé stesso per non farsi sfuggire ciò che malignamente la sua bocca avrebbe pronunciato.

Il carattere forte, tenace ed irremovibile del libanese, unito alla sua mancanza di eccessiva razionalità, ultimamente si scontrava troppo spesso con la pacatezza, la tranquillità e la spiccata riflessività di Andy, il quale a lungo andare, sentiva il bisogno di spiccare il volo per brevi attimi in solitudine.

Per questi motivi riuscì a mettere da parte quegli sguardi tristi e di abbandono che Mika gli rivolse anche quella sera, anteponendo per una volta il suo sogno al suo amore.

Vedendo quell'espressione sconsolata di fronte a sé, in quel momento però si sporse verso di lui e lo abbracciò stretto. Mika ricambiò stringendo i pugni attorno al tessuto della sua maglia come in un disperato bisogno di un appiglio.

Se c'era un'altra cosa di cui Andy era certo in tutto quel turbinio di emozioni, era che lo amasse.

Gli lasciò un lungo bacio sul capo, affondando una mano nei ricci e stringendolo di più a sé. In quel momento era lui il cucciolo indifeso e sarebbe toccato a Andy il compito di proteggerlo.

D'un tratto si ritrasse e con le mani sulle sue spalle puntò gli occhi, che il biondo notò essere lievemente lucidi, nei suoi, aprendosi in un sorriso che seppur non troppo smagliante era di certo autentico.

"Sono così fiero di te!" gli confessò con una sincerità palpabile che a Andy fece battere il cuore.

Quello era il Mika che lui conosceva da tre anni e mezzo e per cui valeva la pena ogni singolo litigio, ogni incomprensione, ogni dispiacere.

"Ti amo" gli sussurrò il biondo prima di tuffarsi sulle sue labbra e di stenderlo delicatamente sul divano, racchiudendolo in un abbraccio sentito.

Nei giorni successivi, i due ragazzi continuarono le loro lezioni di educazione con Mel e Dave. Il giovane inglese aveva detto loro che stavano percorrendo la giusta strada verso un bel rapporto con la cagnolina.

Da qualche giorno erano riusciti a insegnarle a segnalare la necessità di uscire in giardino per i suoi bisogni e a non rosicchiare le ciabatte.

Mika ne approfittava per starsene accanto a Andy per gli ultimi giorni prima che partisse per la Grecia e non trascorreva che poche ore di pomeriggio in studio.

Quel pomeriggio, di ritorno dal lavoro, Andy era passato a prenderlo per poter andare tutti insieme a fare un bel giretto con Mel, sfruttando la giornata limpida di settembre.

"Posso guidare io??" chiese prima di montare in auto, abbassandosi e supplicandolo con lo sguardo.

Mika aveva ottenuto il foglio rosa passando il quiz della patente mentre Andy era al lavoro ad Atene ed avendo il biondo la patente da più di 5 anni, poteva assisterlo alla guida. Prima di quel momento però, non gli era mai saltata per la testa quell'idea.

"Cosa?? NO!" rispose telegraficamente il giovane scuotendo la testa energicamente e facendo segno a Mika di prende posto sul sedile alla sua sinistra.

"Ci tengo alla mia vita e a quella della giovane creatura qui dietro" si affrettò a
precisare, indicando il sedile posteriore dove Mel se ne stava accucciata.

Il riccio sbuffò ma fece come gli era stato imposto.

Per tutta la durata del viaggio dal quartiere vicino Portobello a Richmond il libanese non fece altro che rompere le scatole a Andy in tutti i modi possibili e immaginabili. Era esasperante.

"Puoi anche smetterla, ci tengo troppo alla mia auto per farti guidare in pieno centro città" gli disse risoluto spiegandogli per l'ennesima volta i suoi propositi.

Il vasto parco cittadino alla periferia sud ovest di Londra li accolse con tutti i suoi colori. Da quel giorno di più di tre anni e mezzo prima non ci avevano più messo piede e tornare a passeggiare tra le stradicciole di quel polmone verde della capitale, sembrava riportarli indietro nel tempo ad una stagione in cui gli alberi non erano verdeggianti e rigogliosi come in quel pomeriggio di estate, ma luccicavano incantati in un regno di ghiaccio e neve.

"Mi piacerebbe tornare al laghetto dove..." disse scrutando l'orizzonte, tenendo d'occhio la sua cagnolina che pochi metri più avanti correva annusando qua e là.
Non finì la frase perché incrociando il suo sguardo con quello di Andy, capì che il bel biondino aveva già afferrato.

"Seguimi" gli disse con un bel sorriso infatti indicandogli un sentiero alla sua destra. Se c'era una persona che conosceva quel posto come le sue tasche era proprio lui.
Dopo 10 minuti di cammino si aprì davanti a loro una splendida distesa di erba ben curata e un meraviglioso lago dai riflessi azzurro e verde chiaro.

Mika lasciò che i suoi occhi vagassero lungo tutta la grandezza di quel posto, incantato dai ricordi e dal tempo che aveva trasformato quel luogo magico.

Il laghetto che ricordava piccolo e coperto da uno spesso strato di ghiaccio appariva ora molto più grande e profondo. Non riusciva nemmeno a distinguere il piccolo pendio da dove il cerbiatto e lui stesso poco dopo, erano scivolati.

"Che strano. Sembra tutto così diverso..." sussurrò sovrappensiero, facendo uscire quelle parole senza averne sentore.

Andy seduto sull'erba a un metro da lui senza distogliere l'attenzione dalle anatre che con tranquillità nuotavano nelle acque chiare rispose: "Già. Quegli alberi sembrano più vicini, non ci sono cervi in vista... e il lago in estate diventa almeno il doppio in grandezza" spiegò con voce calma.

Mika sempre tendendo un occhio a Mel estrasse il cellulare e fece una veloce panoramica di quel posto poi chiamò a sé la cucciola e si avvicinò al lago. Come vide il grande specchio d'acqua, da brava golden retriever quale era, senza nessun timore si avvicinò al bordo e con un piccolo tuffo iniziò a nuotare verso le papere che vedendola arrivare aumentarono di velocità e si dileguarono.

Il biondo si alzò dall'erba e volendo assistere alla scena si portò a sua volta accanto a Mika sul bordo del lago.

"Hai intenzione di buttarti in acqua a salvare anche lei?" chiese con un ghigno, passando un braccio attorno alle sue spalle mentre, telefono in mano, il riccio ancora filmava la nuotata della sua cagnolina.

Mika rise piano voltandosi verso di lui. "No grazie, lei se la cava benissimo da sola." rispose con un filo di orgoglio.

"C'è da dire che con il caldo che fa, sicuramente sarebbe più piacevole della volta scorsa" disse poi, ridendo di sé stesso mentre Andy gli tirava una piccola pacca affettuosa sul braccio.

Quindi cercò i suoi occhi azzurri e continuò. "Poi non ho bisogno di infradiciarmi, ammalarmi e venire a casa tua per rubarti un bacio, stavolta." affermò mentre il suo sguardo finiva in un attimo alle labbra rosate del greco che vennero curvate da un sorriso sincero e leggermente beffardo.

"Chi te lo dice?" lo stupì quindi il biondo, sfuggendo alle sue attenzioni e facendo finire il bacio di Mika a vuoto.

Il libanese però fu più svelto e non si fece fregare. Con una mano gli afferrò il polso, lo tirò verso di lui e portando l'altra dietro alla sua nuca lo attirò baciandolo prima che potesse avere l'ardire di replicare o sfuggirgli un'altra volta.

"Sei uno stronzetto" lo rimproverò il più piccolo ridendo appena a pochi millimetri dalle sue labbra.

Mika lo osservò con malizia negli occhi nocciola. "A quanto pare gli stronzi ti piacciono... " asserì avventurandosi sulle sue labbra di nuovo e mordendogli un labbro con fare possessivo, senza però fargli male. "...parecchio anche, vedo!" aggiunse sentendo la risata del biondo risuonare tra le loro bocche unite.

Come a voler interrompere quel momento di passione, Mel decise che fosse il momento giusto per uscire dall'acqua e portarsi tra loro, prima di scuotersi e immancabilmente infradiciare i due dalle ginocchia in giù.

"Piccola rompiscatole!" strillò Andy ridendo e ricorrendola giocosamente, staccandosi da Mika.

"Come il tuo padrone!" aggiunse quindi prendendola da dietro e sollevandola.

"Heeeeey!" lo rimproverò Mika prima di ritrovarsi le sue zampette bagnate al collo, e il pelo gocciolante a contatto con la sua t-shirt scura, dove Andy la aveva appena appoggiata, ridendo come un fanciullo.

Dopo aver lasciato Mel in braccio a lui ed avergli sporcato la maglietta, il biondo si dileguò con un "Siamo pari!" seguito da uno "Stronzo!" strillato dal suo compagno.

Si avventurarono per il parco insieme alla golden per oltre due ore, poi quando il Big Ben batté i 6 rintocchi tornarono verso la macchina.

"Andy..." chiese di nuovo il ragazzo, quando ormai aveva quasi raggiunto il parcheggio.

Il biondo sbuffò sonoramente e poi si fermò. Sapeva dove voleva andare a parare con quel tono supplichevole. "Sai... riflettendoci..." disse sperando di non pentirsi di quell'idea di lì a poco "nel parco non c'è nessuno a quest'ora. Gli alberi sono lontani dalla stradicciola. Potrebbe esserci una possibilità che non finiamo contro qualcosa qui..." disse sapendo come nel parco reale non vi fossero mai troppe auto in quel periodo.

Mika sfoggiò un sorriso radioso per poi saltellare sul posto un paio di volte.
"Ma ti preeeego! Fai quello che ti dico. Intesi??" lo avvertì Andy, sperando recepisse il messaggio, ma conscio che l'euforia gli aveva già scollegato i neuroni.
Raggiunta la macchina e portata in mezzo al parco, il biondo scese e lasciò il suo posto a Mika, andando a posizionarsi sul sedile a sinistra.

Come Mika la avviò, il giovane si fece un segno della croce piuttosto plateale e si lasciò andare in un "Dio, ti prego, ho ancora molto bene da dare a questo mondo..."

Il riccio gli mollò un pugno su una gamba, ridendo però a sua volta per quella sua uscita.

Ingranò la marcia e con un sussulto partì. "Perché ti ho detto di sì?!" piagnucolò il cameraman coprendosi gli occhi per un brevissimo istante e tornando poi alla strada.

"Aaah smettila! Dammi fiducia!" sbottò Mika mentre più dolcemente iniziò a percorrere la stradicciola asfaltata che attraversava l'enorme parco.

Dopo un primo istante di brusche manovre e cambi di marcia, il ragazzo prese confidenza con l'auto e percorse quasi due chilometri senza che Andy potesse lamentarsi.

"Devo dire che mi stai stupendo!" ammise il greco infatti, ora più tranquillo con una mano fuori dal finestrino abbassato.

"Hehehe. Lo dovresti sapere che sono un uomo pieno di sorprese" si vantò il moro svoltando appena sulla sinistra.

In quel momento da uno degli alberi poco distanti sbucò uno scoiattolino che fece per attraversare velocemente la strada, fermandosi però in mezzo. Mika come lo vide sgranò gli occhi e senza esitare staccò il piede dall'acceleratore e inchiodò, facendo quasi finire Andy contro il cristallo con la testa e facendo sì che l'auto si spegnesse con un sussulto.

Andy dopo un primo spavento iniziale trasse un grande respiro, mentre il riccio ancora stringeva il volante con tutte le sue forze, in shock.

"Ho parlato troppo presto..." sussurrò Andy passandosi una mano in viso.

"Potevo ucciderlo!" si risvegliò invece Mika, pronunciando quelle parole con terrore ben riconoscibile nella voce.

Andy ridacchiò. "Se anche fosse se l'era cercata dai. Si è fermato in mezzo..." disse cercando di sdrammatizzare.

Ma a Mika quella scena e la possibilità, che aveva scampato per un pelo, di lasciarsi dietro le ruote la carcassa di uno scoiattolo spiaccicato, lo aveva lasciato con un enorme senso di colpa.

"Guida tu!" chiese infatti immediatamente, scendendo dall'auto e facendogli segno di scambiare i ruoli.

Andy sospirò incredulo. "Mika... sali..." lo intimò con poca grazia, incredulo che per una cavolata del genere avesse avuto paura.

"No!" rispose conciso il libanese.

"Ho detto sali..." continuò imperterrito Andy, sicuro che se non l'avesse convinto subito, avrebbe finito per portarsi dietro quella stupida paura, per i giorni a venire.

"Conto fino a 10. Se non sei in macchina quando arrivo allo zero io vado e tu torni a casa in metro." gli disse serio alzando il tono di voce affinché capisse bene.

"Dieci, nove, otto, sette..." iniziò a contare piano "sei, cinque, Mika non sto scherzando, quattro" con uno sbuffo e una esclamazione contrariata, il più grande montò in auto e senza degnarlo di uno sguardo riprese la guida.

Continuò bene per una mezz'oretta in cui Mika si scusò con Andy per poco prima e lo ringraziò della sua perseveranza e insistenza. Poi quando l'ora della chiusura dei cancelli del parco si fece vicina, uscì e lasciò che fosse Andy a riportarlo a Chelsea. 

Two of a kindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora