Mika sapeva come farlo impazzire, ne era conscio, ed era intenzionato a ringraziarlo per ogni singolo sforzo attuato quella sera e nei giorni precedenti, per l'organizzazione di quella magnifica nottata.
Era di certo il più bel compleanno di sempre e concluderlo facendo l'amore con colui che considerava la sua metà, era il modo migliore per inaugurare un nuovo anno della sua vita.
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La mattina dopo, o meglio, il pomeriggio seguente, i due si svegliarono con tranquillità uno tra le braccia dell'altro.
Come sempre il primo ad aprire gli occhi fu Andy, che aveva meno ore di sonno da recuperare ed era quel tipo di persona che dopo 8/9 ore, sentiva il bisogno di alzarsi dal letto, a differenza del ghiro che si ritrovava tra le braccia.
Decise che l'unico modo per tentare il risveglio del 24enne, fosse quello di stuzzicargli l'appetito.
Si sganciò dall'abbraccio del riccio e lo coprì fino alla vita col lenzuolo, dopodiché si vestì con una semplice t-shirt bianca ed un paio di shorts beige, scendendo di sotto in cerca di cibo.
Erano quasi le 2 del pomeriggio, non sapeva esattamente se avesse più voglia di qualcosa di dolce o di salato, simile alla colazione, al pranzo o alla merenda. Fortunatamente quando arrivò in sala da pranzo, scorse un enorme buffet, ricco di ogni leccornia e dopo aver afferrato un vassoio e alcuni piatti, vi si gettò a capofitto.
Attese qualche attimo l'ascensore e le braccia iniziarono a dolergli. Aveva tra le mani una quantità di cibo che bastava per 4.
Quando arrivò in camera appoggiò il tutto sul tavolo del salottino e afferrata una chela di granchio impanata si diresse verso il letto.
Mika aveva cambiato posizione da prima e ora dormiva a pancia in su occupando tutto il letto.
Era una delle cose che faceva diventare matto Andy. Tutt'altro che raramente si ritrovava in piena notte sul bordo del materasso, con un piede di Mika in pancia o una mano in faccia, mentre il giovanotto se la dormiva bellamente a stella marina, facendolo quasi cadere di sotto.
Si sedette spostandogli un braccio e gli si avvicinò con la stuzzicante pietanza in mano, passandogliela sotto al naso.
Dopo alcuni secondi vide il naso del ragazzo, annusare curiosamente.
Assomigliava terribilmente a Roxie, la sua golden retriever che aveva da bambino e che reagiva allo stesso suo modo, quando da addormentata, riceveva un bocconcino davanti al naso.
Non riuscì a trattenere un risolino giocoso, quando Mika, senza nemmeno schiudere gli occhi, aprì la bocca e afferrò la chela dorata, masticando con gusto. Una volta finito, ingurgitò il tutto, portandosi una mano alla bocca e estraendo la parte dura della chela, non commestibile, porgendola a Andy e aprendo finalmente gli occhi, sorridendo beffardo.
Il biondo lo squadrò con un sopracciglio alzato.
"Va bene svegliarti teneramente con tanto di pranzo a letto, ma farti da schiavo anche no!" mise subito in chiaro il greco, facendogli capire di non avanzare troppe pretese e avvicinandosi per porgergli il bacio del buongiorno, dal quale Mika si scostò.
Fece per alzarsi e dirigersi verso il vassoio, quando Andy lo prese per un braccio e lo fece finire di nuovo sul letto, imprigionandolo poi sotto di lui. "Oi oi lo schiavo si ribella..." asserì Mika disteso con la schiena contro il materasso e i riccioli lunghi sparsi a mo' di corona sulle lenzuola sottostanti.
"Lo schiavo si ammutina e schiavizza il padrone!" disse Andy, sfoderando la sua voce profonda, scoccandogli un'occhiata eloquente e schiacciando Mika con il suo peso.
Il moro si perse in quelle iridi azzurre dall'aspetto seducente e non capì più nulla.
"Hmm allettante..." asserì infatti, smettendo la sua lotta e arrendendosi ai baci e alle carezze che Andy gli stava lasciando un po' ovunque.
Il greco continuò, si avvicinò al suo collo e gli assestò un piccolo morso, scendendo in quel modo fino agli addominali appena scolpiti, e arrivando su un fianco. Quando ormai vide che Mika era completamente soggiogato dalla sua danza erotica, ad occhi chiusi con la testa rivolta all'indietro, gli assestò un morso stavolta decisamente meno leggero sul fianco destro.
Mika scattò di colpo, spalancando gli occhi ed emettendo un imprecazione, ma venne trattenuto da un braccio del biondo sul suo petto, che lo fece tornare in posizione sdraiata sotto di lui, non era intenzionato a lasciarlo andare, prima del suo volere.
"Ti ho detto che ora comando io!" ribadì Andy con tono minaccioso e grave, tornando a mordicchiarlo come un lupo con la sua preda.
"Mi fai quasi paura!" asserì il 24enne, in balia del biondino.
"Quasi?! Allora non ci siamo..." lo riprese Andy, alzandosi appena quel tanto che bastava per voltarlo e farlo ricadere pancia sotto, riportandosi poi sopra di lui e bloccandogli le mani dietro alla schiena.
Prima che potesse fare qualsiasi cosa, Andy si portò sul suo collo poco sopra la clavicola e approfondì il bacio, lasciando irrimediabilmente un segno rosso sulla pelle candida.
"No no no!" lo scongiurò Mika, capendo quello che gli stava facendo ma Andy non lo ascoltò e concluse la sua opera in tranquillità.
"Quindi ricapitolando... Chi comanda?" chiese Andy, allentando di poco la presa sulle mani bloccate nelle sue.
Mika se ne guardò bene dal dargli la soddisfazione della risposta da lui tanto auspicata e tacque.
Andy attese qualche altro secondo, poi si sporse verso la sua spalla e gli assestò un altro bel morso.
"AHIA!" gridò il riccio. Stavolta gli aveva fatto male sul serio. "Cazzo Andy!" imprecò stringendo I denti.
"Allora??" chiese ancora il greco con fare serio e autoritario.
"Va bene, mi arrendo!" cedette finalmente Mika, dandogliela vinta. Lo stava torturando per davvero.
"Ottimo" trillò gioiosamente con un acuto il biondo, lasciandogli le mani e alzandosi da sopra di lui, dandogli via libera.
"Direi che ora che abbiamo riportato l'ordine, possiamo mangiare." asserì, andando a recuperare il vassoio, portandolo sul letto, dove un Mika perplesso lo osservava con sguardo tra l'impaurito e l'incredulo, mentre con una mano si massaggiava la parte in cui il 22enne gli aveva lasciato il segno dei denti.
"Dopo tutto quello che ho dovuto sopportare, tu concludi così?!" gli si rivolse Mika, che da quella situazione sperava una conclusione diversa, magari simile a quella con la quale si era chiusa la serata precedente.
Andy che se ne stava a gambe incrociate sopra le lenzuola, con una manciata di patatine in mano rispose con un'alzata di spalle. "Era solo per ristabilire le gerarchie" spiegò a bocca semi-piena.
Mika spalancò la bocca incredulo. "E sentiamo... Da quando tu saresti in cima alla piramide?!" gli chiese, rubandogli una patatina di mano.
"Hmm, da adesso! E' giusto mettere in discussione la supremazia del branco di tanto in tanto, per capire se il maschio alpha possa ancora definirsi tale." affermò il giovane con nonchalance, come se fosse la cosa più normale di questa terra. "L'hanno spiegato in un documentario che ho visto l'altra sera" finì di spiegare.
Mika annuì come si fa con un bambino al quale si dà il contentino. "Dimmi che hai bevuto un paio di vodka prima di salire in camera. Dimmelo ti prego, altrimenti mi preoccupo sul serio!" asserì prendendo una forchettata di cuscus.
Andy a quel punto non ce la fece più e scoppiò in una chiassosa risata, strozzandosi quasi con un pezzo di frittura del fish and chips, rannicchiandosi e tenendosi la pancia con una mano, dal troppo ridere.
"Alieni per favore, riprendetevi questo essere psicopatico e ridatemi il mio ragazzo, che per quanto strano, era comunque sopportabile." chiese Mika a mani giunte, puntando gli occhi verso il soffitto della stanza trattenendo a stento le risa.
Era decisamente un compleanno strano, ma così particolare da essere perfetto.
Quando i due finirono di mangiare tutta quella montagna di cibo, finalmente si vestirono e uscirono dalla stanza d'albergo, passando il resto della giornata in giro per la cittadina inglese, con la famiglia di Mika e tutta la combriccola.
Ad un certo punto, mentre Andy e Mika si furono staccati per un attimo dal gruppo, il biondo prese dalla borsa una cosa e si fermò di fronte al suo compagno.
"Questo è il mio regalo di compleanno." disse con un enorme sorriso, tenendo una busta gialla in mano e porgendola al festeggiato.
"Ah ma non era quel morso di stamattina?" chiese ironico. "Oh bene!" concluse poi aprendo non molto delicatamente la busta che gli era appena stata consegnata.
Quando estrasse il contenuto e vide i due biglietti aerei, si bloccò un attimo, poi lesse la meta e le date di andata e ritorno e un sorrisone enorme comparve sul suo viso.
"Mi stai dicendo che ci faremo 10 giorni di vacanza in Grecia???!" chiese con gli occhi che luccicavano, puntati dritti in faccia al greco.
Andy sorrise, lieto che quel pensiero fosse stato gradito e poi gli rispose. "Se vuoi venire... Altrimenti ci vado con Cherisse" gli disse molto semplicemente Andy, con vena scherzosa.
Mika lo abbracciò di getto, sussurrandogli un grazie e stringendo i biglietti in mano come fossero il suo tesoro più prezioso.
"Mamma non vedo l'ora." esclamò saltellando.
"Al massimo: 'Andy non vedo l'ora'..." lo corresse il 22enne.
"Aaaaaaaaaah smettila di fare lo scemo!" gli gridò Mika spintonandolo amorevolmente per poi dirigersi di nuovo verso il gruppetto, seguito da un Andy, fiero di averlo stupito ancora una volta.
Prima di potersi finalmente godere le meritate vacanze, c'erano ancora un paio di settimane di lavoro, che Mika affrontò con più energia del solito, conscio di ciò che lo aspettava.
Il 30 agosto, tenne la sua ultima esibizione agli EMA di Monaco e il mattino successivo, mentre il resto della crew all'aeroporto era in attesa del volo per Londra, Mika passò davanti a loro sventolando festante il biglietto Monaco-Atene, con un'espressione di esilarante contentezza in volto.
"Tornatevene nella grigia Londra voi... vi manderemo una cartolina dalla spiaggia!" gli rimarcò saltellandogli intorno.
"Sì sì, gongola!" lo prese in giro Jerry. "Quando torni ti faccio sgobbare il doppio!" lo minacciò con un sorriso di sfida sul volto.
Andy dietro di lui rise sguaiatamente prendendo per i fondelli il ricciolino.
"Pure tu, caro il mio amichetto greco!" continuò il manager puntando il dito verso il biondo, il quale guardò altrove, fingendo di non capire.
"Haa!" strillò Mika con un acuto rivolto verso Andy, "ben ti sta!" lo rimbeccò poi.
Gli amici si salutarono, augurando ai ragazzi una buona vacanza e dirigendosi ognuno verso il proprio gate.
Mentre dall'area immediatamente adiacente al check-in, dove avevano salutato gli amici, si dirigevano alla saletta antistante il loro gate, passarono davanti a numerosi duty-free, dove ad un tratto Mika si fermò.
"Bada un attimo alle valige!" gli disse velocemente, prima di sparire all'interno del negozietto.
Ne uscì due minuti dopo con una borsa, dalla quale estrasse subito due cappelli di paglia e due paia di occhiali da sole a specchio.
Si avvicinò a Andy, gli calò il cappello in testa, prendendo poi il paio di occhiali blu cobalto e sistemandoglieli in viso, poi fece la medesima cosa con sé stesso, si mise il cappello, schiacciando i riccioli castani, che uscirono vaporosi dai lati e indossando gli occhiali verde sgargiante, prendendo poi Andy per le spalle e facendolo voltare verso la vetrina.
Il riflesso che li osservava di rimando, mostrava due ragazzi in tenuta cittadina dal collo in giù, camicia bianca per Andy e maglia del medesimo colore per Mika, jeans corti per il primo, lunghi per il secondo, ma dal viso dall'aspetto prettamente vacanziero.
Andy si squadrò perplesso, poi spostò lo sguardo appena, sul ragazzo riflesso accanto a lui e notando il sorrisone da bambino al luna park, non poté che essere pervaso dal suo stesso entusiasmo.
Se ne fregò di quella combinazione ridicola di indumenti e riprendendo in mano la maniglia del trolley, prese Mika per un braccio e si incamminò entusiasta verso il gate, sorridendo agli sguardi perplessi dei businessman che in giacca e cravatta riempivano i corridoi dell'aeroporto.
Presero posto su una delle seggiole.
Andy si tolse gli occhiali da sole e li appoggiò sopra il cappello, Mika invece se ne stava sbragato sulla sedia in posizione da spiaggia, con gli occhiali ancora a coprirgli gli occhi, nonostante il sole quel giorno fosse coperto da uno spesso strato di nubi.
Il biondo sorrise passandosi la lingua sulle labbra. Avrebbe trascorso 10 giorni da favola, finalmente con il suo ragazzo nella sua terra natia, non vedeva l'ora di mostrargli tutti i posti in cui era solito andare fin da bambino.
Il loro volo venne chiamato dopo soli 10 minuti di attesa e i due si alzarono e si diressero verso il gate raggianti come non mai.
Come furono a bordo, gli speaker iniziarono come sempre a trasmettere le informazioni nelle due lingue di partenza e arrivo.
Immediatamente Mika si voltò verso Andy, richiamando la sua attenzione.
"Hai presente che ti sentirò parlare greco per oltre una settimana?! Che figata!" gli riferì festante.
Andy non capiva questo suo entusiasmo, a lui piaceva l'accento francese di quando Mika parlava nella lingua di Molière, ma odiava non capire ciò che diceva, sarebbe valso lo stesso per lui.
"Ma se non parli una parola..." disse infatti voltandosi verso di lui, cercando di capire.
Non ridergli in faccia, con quel cappello in testa, gli veniva difficile.
"Non mi importa, sei troppo sexy quando lo parli" puntualizzò allacciandosi la cintura e poi tornando a osservarlo raggiante.
Il volo durò poco più di tre ore, e quando atterrarono all'aeroporto di Atene, accolti da un magnifico sole cocente, i loro volti si illuminarono ancora di più.
"Mi piace già!" affermò il riccio, inforcando gli occhiali da sole e camminando sulla pista d'atterraggio, come se già fosse tra le meraviglie elleniche.
Andy roteò gli occhi incredulo, sorridendo a quel comportamento fanciullesco, segno distintivo della sua contentezza.
"Posso chiedere se ti prestano una sdraio, in caso ti lascio qui." gli suggerì, portandosi una mano sotto al mento con aria pensosa, prima di ricominciare a camminare verso l'area ritiro bagagli.
Andarono a prendere le loro valige e poi si diressero verso la fermata del bus, che li avrebbe portati ad Atene città. Una volta arrivati nella periferia della capitale Andy gli fece cenno di scendere.
"Siamo arrivati?" chiese impaziente, guardandosi in giro con sguardo curioso. Sembrava un bambino che per la prima volta esce di casa, per un viaggio con i genitori, invece di un ragazzo che aveva di fatto, passato gli ultimi 8 mesi ininterrotti in giro per mezzo globo.
"Sì, soggiorneremo nello scantinato qui accanto." lo prese in giro Andy, continuando a camminare fino a raggiungere un'autorimessa.
Estrasse un mazzo di chiavi dallo zaino e entrò, arrivando al garage numero 323. Estrasse dalla tasca il telecomando ed aprì la serranda.
All'interno dell'ampio spazio, vi erano una moto da strada nera e un'auto sportiva rossa fiammante.
"Moto o macchina?" chiese Andy al ragazzo che osservava i due mezzi con fare stupito.
"Aspetta fammi capire..." iniziò indicando prima la quattroruote, poi la motocicletta accanto e infine Andy.
Il biondo ridacchiò davanti alla sua espressione. "Sono di mio padre, lavora qui parecchi mesi all'anno, sono indispensabili per raggiungere casa." gli spiegò con calma, avvicinandosi alla moto e accarezzandola, adorava scorrazzare per le vie del suo paese con quel mezzo.
Mika annuì e poi tornò alla ribalta. "E tu sai guidare?" gli chiese scettico, non nascondendo un po' di preoccupazione nella voce.
"Certamente." asserì Andy con fare fiero. "A Londra non giro quasi mai in auto, troppo traffico, ma qui è tutta un'altra storia." ammise indicando i mezzi. "Quindi?" chiese di nuovo al compagno.
Mika osservò entrambe le cose poi decise. "Macchina. Almeno quella sta in piedi anche da sola." ammise palesando tutta la sua paura e ricevendo uno sguardo corrucciato dal greco.
"Dopo questa meriteresti di fartela a piedi!" gli rispose con finto fare seccato, aprendo il baule e riponendovi i bagagli.
"Sali!" lo invitò poi aprendo la portiera e prendendo posto alla guida.
Mika montò in auto, osservando nervosamente ogni gesto del biondo, allacciò la cintura, cosa che copiò immediatamente anche lui, sistemò lo specchietto retrovisore, inserì le chiavi nel cruscotto e girò la chiave mettendo in moto con un sonoro rombo.
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Two of a kind
FanfictionLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...