Portami dove non serve sognare

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Per capodanno Mika non aveva voluto sentir ragioni da nessuno. Gli erano piovuti inviti un po' da chiunque: amici, familiari, colleghi, ma lui aveva deciso che dopo il cenone natalizio con quasi 20 invitati, l'ultimo giorno dell'anno dovesse essere esclusivamente di Andy.

Era stato un anno complicato sotto alcuni punti di vista, ricco di novità non sempre positive, e una serata di solitudine con il compagno gli pareva il modo migliore per ristabilire un equilibrio e iniziare l'anno nuovo con il piede giusto.

A Andy erano brillati gli occhi quando Mika gli aveva comunicato i suoi piani per il 31 dicembre e il lungo bacio che ne era conseguito, gli aveva dato la conferma di aver fatto la scelta migliore.

"Solo io, te e Mel a casa nostra. Il capodanno perfetto" aveva affermato con un sorriso intriso d'amore in volto.

Il Natale era stato un momento spensierato, una serata ricca di risa, di chiasso gioioso, di voci sovrapposte e grida di giubilo condivise. Le speranze di Mika di vedere il sorriso sui volti della famiglia del compagno oltre che sulla sua, si erano concretizzate perfettamente e ci aveva tenuto a ringraziare sentitamente tutti gli invitati per aver reso la ricorrenza cosi serena e distesa per chiunque fosse a quel tavolo.

Per la cena dell'ultimo giorno dell'anno, Mika aveva previsto un menù più elaborato e più particolare di quanto avesse servito a Natale. Per lui non aveva badato a spese, alla preparazione, o alle difficoltà.

Gli interessava solamente fargli trascorrere una serata da sogno, di quelle che si sarebbe ricordato a vita.

Tutto quanto aveva pensato, si era ritrovato a doverlo allestire però in tre sole ore, le uniche che il fidanzato avrebbe passato fuori casa, per un minuscolo lavoretto con Adam a cui non aveva saputo rinunciare, per sua somma fortuna.

Saputo dell'impegno pomeridiano che Andy aveva preso, aveva infatti provveduto a chiamare Adam e trasformare il suo consulto di un'oretta e mezza in qualcosa di più elaborato, che gli potesse permettere di avere il tempo necessario, seppur parecchio tirato, di sistemare ogni cosa come doveva.

Non fu per caso infatti che non appena Andy svoltò l'angolo a bordo della sua auto, la villetta si trasformò in un formicaio brulicante di ogni tipo di professionista: dal cuoco, allo scenografo, dall'idraulico al giocattolaio.

Mika aveva pensato un po' a tutto e aveva già provveduto a dare istruzioni a tutti quanti fin dalla settimana precedente. Vi erano il salotto, la camera da letto e il bagno al piano di sopra da allestire con i decori e gli arredi che avevano predisposto su misura, dopo un sopralluogo della casa di qualche giorno prima.

Tre stanze, tre temi: passato, presente e futuro, e tutta la fantasia in cui l'anima di Mika era in grado di fluttuare.

La villetta prese vita in un attimo: crepitii ai fornelli, vibrazioni ovattate, tintinnii e spacchettamenti saturarono l'atmosfera, distendendo sempre più le labbra di Mika in un sorriso radioso.

Gironzolava per casa controllando ognuno dei suo folletti all'opera, annuendo soddisfatto o correggendo all'occorrenza, costantemente monitorando le tempistiche.

Andy sarebbe arrivato intorno alle 19, per quell'ora doveva essere tutto perfetto.

Aveva trasformato casa in un sogno ad occhi aperti a cui lui stesso, camminando dentro, stentava a credere.

Alle 18:20 il primo squadrone di operai dichiarò conclusa la propria opera. Mika provvide a dar loro appuntamento al giorno successivo e a donare a ciascuno un dolce artigianale come ringraziamento per la celerità e la professionalità.

Gli altri componenti del formicaio lasciarono la villetta nel giro della restante mezz'ora, abbandonando solamente il cuoco a concludere gli ultimi tocchi.

Mika aiutò in cucina e finì di disporre la tavola poi si mise a gironzolare per il salotto, lottando contro la smania sempre crescente di mettere mano a tutto ciò che vi era sparso per terra.

Erano le 19 e 10 quando Andy rientrò dalla sua giornata, annunciandosi con un crepitio di borse e uno stupito "Che profuminoooo!" che giunse alle orecchie di Mika fin dalla soglia dell'entrata.

Il libanese corse verso l'uscio e si precipitò davanti al compagno con un sorrisone a 32 denti e le braccia dietro alla schiena, quasi fosse un fanciullo pronto ad esibirsi.

"Ciao amore!" trillò stampandogli un bacio a fior di labbra e recuperando la busta che aveva tra le mani, sotto il suo sguardo incerto e curioso, mentre dalla sua aria esaltata aveva già intuito che qualcosa di grosso stesse bollendo in pentola, in senso letterale e non.

"...cosa ti sei inventato stavolta...?" chiese impaziente, facendo saettare lo sguardo nel piccolo salottino antistante l'ingresso, alla ricerca di qualche indizio che gli potesse svelare qualcosa.

Mika si morse il labbro sorridendo raggiante "Alloooooora... una cosa per volta..." proferì posando le mani sulle sue spalle, "prima di tutto togliti questo" disse aiutandolo con il cappotto "questa e questa" continuò con berretta e sciarpa, lanciando tutto sul divano verde scuro, "poi vieni con me" lo prese per mano, guidandolo verso il salotto più grande, allestito da sala da pranzo.

Andy lo seguì impaziente di scoprire cosa avesse architettato sua creatività in persona e quando giunse sulla soglia, la sua bocca si spalancò d'istinto, così come i suoi occhi, incredulo davanti al paese dei balocchi che aveva davanti.

Non aveva più 10 anni, eppure non fu mentalmente in grado di reagire come un ventinovenne di fronte a quella meraviglia.

Nel salotto della casa erano magicamente tornati dal passato gli anni '90 in tutto il loro splendore visto attraverso gli occhi di un fanciullo di sette/otto anni.

Da un angolo partiva una pista di macchinine che faceva letteralmente il giro di tutta la stanza, tra piroette, salite, discese e curve, all'interno delle quali trovavano posto tutti i giochi della sua infanzia.

C'era il dolce forno, la fabbrica dei mostri, la pesca dei pesciolini, una vecchissima console Nintendo collegata alla TV, un castello della Lego, forza 4, i palloncini crystal ball e un enorme sberluccicante flipper, il tutto illuminato da lucine al neon.

Andy non fu in grado di muovere un muscolo né di spiccicare parola per un quasi un minuto, intento com'era a scannerizzare con lo sguardo tutto ciò che gli si trovava davanti, con lo stesso stupore del bambino dell'epoca.

"No ma io non..." farneticò avanzando verso il centro della stanza, recuperando il controller della pista di macchinine e girandoselo in mano incredulo. "Ti prego, giochiamo??" chiese ancora in evidente stato di trance, raccogliendo il secondo telecomando e allungandolo verso Mika come fosse il suo compagno di giochi.

"Oh si!! Sono tre ore che aspetto di batterti!!!" si fiondò immediatamente accanto a lui, prendendo posto sul tappeto e posizionando le macchinine sul tracciato a filo della linea a scacchi.

"Prontiiii, parteeenzaaaa.... VIA!" pronunciò con suspence, pigiando con forza sul tastino rosso alla sua destra e facendo sfrecciare la sua macchinina rossa, accanto a quella argento, che per il momento gli era perfettamente a fianco.

"WAAAAA" strillò Andy, seguendo con sguardo vispo le due automobiline sfreccianti salire e scendere, avvicinarsi fino quasi a sorpassarsi sul ponte per poi procedere di nuovo fianco a fianco, seguendo con il movimento del corpo le curve della sua rossa in un tentativo inconscio di darle più spinta e assetto.

Mika accanto a lui faceva lo stesso, mordendosi la lingua appena fuori dalle labbra dalla concentrazione, quasi da quella corsa dipendesse il suo onore di bambino.

Si persero tra gli infiniti giri sempre uguali ma mai identici, fino a che Andy riuscì con una speronata da maestro in curva a far schizzare fuori pista il bolide argento, spiaggiandolo tra le frange del tappeto,.

"E VINCEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE" buttò le mani in aria gridando felice, mentre Mika ridacchiava sconfitto nel gioco ma vincitore in quella sorpresa perfettamente riuscita.

"Ma che razza di figata ti sei inventatooo?!!" rise poi mollando il controller e abbracciando d'impeto il fidanzato, stendendolo sul tappeto e riempiendolo di baci tra le risa di pura gioia ed euforia.

"E'... è... non mi vengono manco gli aggettivi...!" ammise ridendo a cuore aperto, mentre Mika lo abbracciava raggiante e soddisfatto della prima parte di sorpresa, riuscita perfettamente.

"Eh no eh.. io li voglio gli aggettivi!!" lo minacciò solleticandogli i fianchi, facendolo ridere ancora di più, beandosi di quella gioia così prorompente dopo i mesi cupi con cui il 2014 li aveva messi alla prova.

"E'... incredibilmente magicamente stupefacentemente meravigliosamente incredibile, magico, stupefancente e meraviglioso!" blaterò con un sorrisone da fanciullo e due occhi pieni di luce che Mika incorniciò con le mani, prima di appoggiare le labbra alla fronte e baciarlo con tutto l'amore che possedeva.

"Grazie amore mio..." gli uscì spontaneamente, baciandogli le labbra con dolcezza "Maaaa... io adesso ho fame!" confessò interrompendo il momento, all'ennesimo gorgoglio del suo stomaco, invitando Andy a scostarsi perché potesse alzarsi.

"Ho assoldato un cuoco e ho fatto cucinare un po' di cose mooolto succulente!" annunciò allungandogli la mano "Cose che io non sarei mai stato in grado di fare, quindi goditi qualcuno che una volta tanto ti cucina come si deve" ridacchiò avvicinandosi al tavolo imbandito e spostando la sedia per fargli prendere posto.

"A parte che tu spesso cucini benissimo... ci sono volte che fai disastri, sì, ma Mika senza disastri non esiste, quindi va benissimo così! Vado a lavarmi le mani!" annunciò sorridendogli dolcemente, avviandosi verso il bagno, che Mika controllò essere quello al piano inferiore.

"Intanto io porto gli antipasti!" trillò avviandosi in cucina, dove il cuoco aveva lasciato tutto pronto, sul tavolo, in frigorifero o in calda nel forno.

Le pietanze già preparate, erano impiattate in un modo che Mika poteva solo definire come deliziosamente artistico e che svelavano immediatamente la mano di un esperto.

Erano disposte a seconda dei colori, tra loro complementari e, sistemate in forme sinuose, come in pochi ristoranti aveva visto fare meglio.

Li raccolse dal ripiano attento a non spostare nulla e li servì in tavola non appena Andy prese posto, accomodandoglisi accanto e servendogli il bianco fermo che il sommelier aveva consigliato.

"Wow!" riuscì solo a commentare il biondo, osservando a lungo e con dovizia sia la pietanza che la geometria e la composizione di quel piatto così scenico e pregiato.

Su un lato era adagiata una rosa formata da sottili fettine di carpaccio di pesce spada su un letto di rucola e zenzero, accanto ad un avocado ripieno con gamberi e mandorle e ad un bicchierino con mousse delicata e uova di storione.

"Che spettacolo! E' talmente bello che non lo mangerei!" ammise Andy rigirando il piatto per osservarlo da tutte le angolazioni possibili.

"Aspetta che io finisca il mio e poi vedi come fai a mangiarlo!" lo minacciò sollevando la forchetta dal tavolo pronto a iniziare le danze, ma Andy lo interruppe, intrecciando la mano alla sua e rubandogli un bacio delicato.

"Mi bastava una minestrina, tesoro...  e invece hai voluto portare il ristorante a casa, quindi grazie..." ci tenne a ringraziare prima di iniziare a mangiare.

Mika gli sorrise amorevole "E' il tuo ultimo capodanno da ventenne... non poteva trascorrere a minestrina e divano, dai..." confessò alludendo ai suoi 30 anni ormai prossimi "e ora... buon appetito!" sentenziò affondando la forchetta nell'avocado e gustandosi il primo boccone con un teatrale "Hmmmmmmmm".

Un piatto dopo l'altro, un'opera gastronomica di seguito alla precedente gustarono un menù completamente nuovo, tessuto ad arte sugli ingredienti preferiti di entrambi, che Mika aveva dettato allo chef. Insieme ai piatti si susseguirono calici di bianco, rosso e rosé uno via l'altro e proporzionalmente germogliarono le risa.

Le ore scorrevano senza che la cognizione di ognuno le considerasse minimamente, come inutili rintocchi silenziati dalla gioia e dalla spensieratezza più spontanea.

Mika, che all'inizio della serata fremeva al pensiero di svelare ogni sorpresa alla sua metà, lasciò da parte ogni cosa, godendosi semplicemente ogni istante così come veniva modellato dalle loro volontà.

La mezzanotte ebbe la dolcezza di una deliziosa mousse ai tre cioccolati tra cui fecero capolino i lontani scoppi sordi dei giochi pirotecnici, gioia dei turisti della capitale, che annunciarono l'avvento del 2015 anche ai due ignari innamorati, intenti a rubarsi quanti più riccioli di cioccolato riuscissero, dalla fetta dell'altro.

"Questo bianco però lo voglio iooo!" lo rimproverò il biondo, acciuffando con le dita la scaglia arricciata di cioccolato bianco dalla forchetta di Mika che se la portò alla bocca completamente vuota.

Il libanese approfittò della scusa del furto di cioccolato, per avvicinarsi con fermezza a Andy e baciarlo da togliergli il fiato, gustandosi il suo dolce sapore e provvedendo al rituale augurio, lievemente personalizzato "Buon anno, stronzo!"

Andy non si ricordava di aver mai trascorso una serata nemmeno lontanamente paragonabile a quella, nella sua vita. Sì, avevano mangiato in ristoranti stellati, avevano trascorso interi pomeriggi nelle sale giochi, avevano passato serate a raccontarsi qualunque cosa gli passasse per la testa, si erano crogiolati in un idromassaggio enorme, ma mai a capodanno, mai in quel modo e mai tutte le cose insieme.

Finita la cena, infatti Mika l'aveva guidato al piano di sopra.

Per la seconda volta Andy si era ritrovato esterrefatto davanti ad un bagno irriconoscibile, trasformato in una grotta con una scenografia da togliere il fiato, in mezzo alla quale si stagliava una vasca idromassaggio grande il doppio della loro, con schiuma, luci subacquee soffuse e vapore alla lavanda.

"Non ci credo..." sussurrò mettendo piede in quell'antro incantato in accappatoio e ciabattine.

"Sì, quando l'ho proposto a Tim, aveva più o meno la tua faccia, solo un bel po' più preoccupata" raccontò di come l'amico scenografo aveva accolto la sua idea strampalata.

Andy avanzo inspirando il profumo del vapore che gli penetrò le ossa come una dolce carezza "Non stento a crederci!" asserì ricordandosi la moltitudine di volte che l'aveva visto ascoltare le idee del compagno. "Mi hai portato un ristorante in casa e ora una spa...? C'è altro che non so?" chiese estasiato, voltandosi verso di lui con sguardo adorante.

"Poootrebbe" rispose Mika vago alzando le spalle, quindi sorrise, baciandolo con uno schiocco.

"Permette...?" chiese allungando la mano galantemente verso di lui, con un sorriso da principe al ballo, alla sua principessa.

Andy gli porse la sua delicatamente, alzando piano il piede quasi stesse camminando su una scala dorata e immergendolo nell'acqua profumata e deliziosamente bollente.

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