Solo aveva deciso che prima di concedergli di rientrare nella sua vita, avrebbe dovuto provargli di essere tornato la persona che conosceva e di cui si poteva fidare.
Sbuffò sonoramente a quel groviglio di sensazioni discordanti e in un nanosecondo prese il cellulare e cercò un nome in rubrica, premendo poi la cornetta verde.
-*-*-*-*-*-*-
"Inglesino!" lo accolse la voce famigliare di Nikolas.
"Ciao Nik, scusa l'ora..." iniziò Andy.
Non c'era persona migliore con cui parlare in quel momento per lui.
"Ma ti pare?" disse lui in tono scherzoso "Dimmi tutto!" trillò poi chiedendogli di parlargli pure di ciò che voleva.
"E' tornato..." buttò lì subito andando al punto disegnando cerchiolini col dito sulle lenzuola.
"Lo so." La risposta che ricevette lo lasciò interdetto per un attimo e fece fermare il suo movimento continuo.
"Cosa? Lo sai?" chiese stupito da quella strana confessione. "Sto parlando di Mika..." precisò per correttezza, pensando l'amico avesse frainteso.
"Riccio, occhi castani, maglia rossa, giubbetto blu scuro, jeans e allstars bianche." controbatté l'uomo, descrivendoglielo e puntualizzando perfino l'abbigliamento, segno tangibile che non stesse mentendo, né tantomeno avesse frainteso.
"È venuto da me in negozio meno di mezz'oretta dopo di te. Gli ho detto che eri a casa. È corso fuori quando ha saputo. Sapevo sarebbe venuto da te. Ah ho 5 euro di resto da dargli." prese la parola il greco, spiegando come nulla fosse quella serie di dettagli che così detti sembravano alquanto insignificanti, mettendo inoltre l'accento sul resto che ancora doveva al ragazzo.
"COSA?" disse Andy incredulo. "Tu ci hai parlato??" chiese sempre più curioso dell'evolversi della conversazione.
Nikolas rise con nonchalance: "Certo! Prima di rivelargli che tu fossi a casa ho indagato per capire se fosse il caso di dargli una mano, se almeno fosse ancora innamorato di te e ho visto che è ancora decisamente perso ed è pure parecchio dispiaciuto, ma questo lo avrai notato anche tu." gli disse molto tranquillamente come se stesse parlando della ricetta per la sua torta preferita e non di una complicata relazione spezzata.
Andy che ormai si era messo a sedere sul letto, ascoltava ridendo e scuotendo la testa. Nikolas era davvero particolare.
"Sì l'ho notato." rispose solamente, cercando di capirci qualcosa in tutto quel casino.
"Quindi... Avete già fatto pace tra le lenzuola?" chiese il greco ridacchiando, curioso di sapere se la riappacificazione fosse andata a buon fine, indagando scherzosamente.
"NIKOLAS!!" lo rimproverò Andy ridendo a diventando rosso come un pomodoro. "Comunque no. Prima di rimettere piede a casa mia, mi deve dimostrare un paio di cosette" gli spiegò con calma.
"Cosa?? Mi vuoi dire che lo hai sbattuto fuori casa??" Chiese il venditore incredulo alzando di un paio di ottave la voce.
Andy rise udendo quel tono e spiego meglio.
"Nik lo sai benissimo come si è comportato in questi mesi. So che la storia di sua sorella è stata un trauma e che la cosa è giustificabile, ma ho bisogno che capisca e che si ripigli. Se servirà farlo soffrire un po' beh... Il fine giustifica i mezzi" disse stupendo perfino sé stesso.
La risposta dell'uomo ci mise un attimo ad arrivare, probabilmente stava riflettendo.
"Andy, se ti conosco bene, crollerai ai suoi piedi in un paio di giorni..."
Il biondino a quell'affermazione si accigliò leggermente. "Ehi! So essere duro anche io quando mi ci metto. E stavolta ne avrai la prova." Sbottò risoluto mostrando tutta la sua fermezza.
Dall'altro lato del telefono si udì una risatina.
"Manco ti aspettavi che lo avrei mandato a dormire fuori..." Gli ricordò a mo' di ripicca.
"Ok, ok. Hai vinto!" Scherzò di nuovo Nikolas dandogli ragione.
Si scambiarono ancora alcune piccole battute e poi si salutarono.
.
Mika si svegliò il giorno successivo con il sole che gli solleticava la pelle. Dopo essersi addormentato presto, aveva avuto una notte a dir poco travagliata. Il freddo, il mal di testa e il rumore del mare lo avevano tenuto sveglio a lungo, dopo il brusco risveglio provocatogli da un incubo tornato dopo più di un paio di mesi buoni in cui lo aveva lasciato tranquillo.
Quando alle 8 del mattino la luce dell'alba venne a salutarlo, non ne fu per nulla contento.
Cercò di girarsi dall'altra parte e riprendere sonno ma fu colto da un paio di starnuti e avvertì immediatamente la sensazione di naso chiuso di un bel raffreddore. Grugnì infastidito e decise che forse avrebbe fatto meglio a lasciare il letto e trovarsi qualche idea su come cercare di convincere Andy a dimenticare gli ultimi mesi e riprenderlo con sé.
Si alzò buttando immediatamente l'occhio fuori dalla finestra. Il cielo era blu e così il mare, tornato calmo e pacifico.
Sorrise leggermente e poi vestitosi in modo semplice con un paio di jeans e un maglioncino azzurro, uscì in cerca della signora che la sera prima gli aveva indicato la stanza della colazione. La trovò intenta a sistemare yogurt e torte sul minuscolo tavolo in legno. Dopo averla salutata con le poche parole di buon giorno che conosceva in greco, si saziò a volontà e uscì poi verso il porticciolo.
Gironzolò senza meta per una mezz'oretta e poi capitò in piazza davanti al negozietto in cui era entrato il giorno prima.
Si avvicinò alla porta e provò a spingerla trovandola ancora chiusa. Diede un veloce sguardo al cartello sulla porta e vide che l'orario di apertura era previsto cinque minuti più tardi.
Senza nulla di meglio da fare si sedette sulla panchina accanto, in attesa.
Intanto estrasse il cellulare dalla tasca e cominciò la sua opera di riconquista, da un semplice buongiorno, scritto con classe.
"Il più bel risveglio da un po' di tempo a questa parte. Saperti vicino mi basta. Buongiorno!"
"Ti sei affezionato alle pita ripiene di pesce?" Chiese una voce con forte accento greco alle sue spalle. Mika alzò il capo dal telefono incrociando gli occhi scuri di Nikolas e sorridendogli.
"Sono molto buone lo ammetto. Ho già fatto colazione però. Mi chiedevo se potessi rubarti due minuti del tuo tempo per due parole..." Chiese timidamente alzandosi dalla panchina.
L'uomo gli sorrise cordiale. "Ma certo" accettò felicemente. "Aspetta qui una decina di minuti, vado dal pescatore, che ho appena visto essere di ritorno, a prendere il pesce fresco e sono da te." Gli disse, indicandogli il porto.
Mika seguì la sua mano, notando un uomo scaricare delle casse bianche da una barca sul molo e si propose per un aiuto.
Se non ti dispiace mi farebbe piacere aiutarti..." Chiese.
Nikolas si sorprese di quella gentilezza ma accettò più che volentieri.
"Certo, seguimi." lo invitò il commerciante dirigendosi verso la discesa che portava alla zona bassa del porto.
Quando arrivarono sul molo, nei pressi delle barche, videro l'anziano signore finire di scaricare le casse e volgersi poi verso di loro. Con piacere Mika notò che l'uomo che aveva davanti, fosse lo stesso a cui aveva dato aiuto il pomeriggio precedente con le reti. Il vecchio salutò il riccio con un cenno ed un sorriso, attirando l'attenzione di Nikolas che osservò entrambi curiosamente.
I due greci si scambiarono qualche parola, osservando e indicando Mika di tanto in tanto, mentre quest'ultimo si dava da fare con le casse, aiutando.
Quando finirono, il libanese salutò di nuovo il pescatore e si diresse con Nikolas su per la strada, diretti al negozio.
"Stai simpatico a Christos. Ce ne vuole sai?" scherzò l'uomo brizzolato, camminando di fianco al giovane anche lui con un paio di casse colme di pesce fresco, tra le braccia.
Mika gli rivolse uno sguardo incerto poi capì a chi si riferisse e chiese il motivo di tale battuta.
"Lui è un lupo solitario. Molto strano. Mai successo desse confidenza a una persona che non fosse del luogo, tanto meno uno che non parla la sua lingua." asserì il greco arrivando davanti la porta del negozio.
Mika sorrise compiaciuto, entrando nel piccolo locale e posando ciò che teneva in mano.
Lasciò che Nikolas sistemasse le sue cose e poi l'uomo, dopo avergli portato il resto della sera precedente, si sedette con lui al tavolino, disposto ad ascoltare ciò che il ricciolino aveva da dirgli.
"Allora? Come è andata?" chiese porgendogli un succo di frutta, fingendo di non sapere l'epilogo della serata.
Mika ringraziò e poi rispose "Né bene né male. Me lo aspettavo un po'. Ha tutte le ragioni per essere arrabbiato con me." confessò molto sinceramente. Non aveva idea del motivo per cui parlare con quell'uomo gli venisse così naturale, ma calcolando come fosse l'unico di sua conoscenza a capire e parlare un po' di inglese, la scelta era quasi ovvia.
"Cosa hai intenzione di fare per riconquistarlo? Concerto privato?" chiese buttando lì la prima idea che gli era passata per la mente, conoscendo il ragazzo ed il suo talento musicale.
Lui però scosse la testa sorseggiando il succo. "No. Troppo scontato." affermò bocciandogli l'idea.
"Sai..." disse continuando "Non devo fare qualcosa che piaccia a me. Devo fare qualcosa che lui adori, devo stupirlo..." pensò ad alta voce cercando di estrapolare dagli ingranaggi del suo cervello un'idea che potesse fare al caso suo.
"Per esempio... A lui piace il mare... Gli piace fare snorkeling..." continuò la sua riflessione.
Poi gli balenò un'idea in mente. "Tu sicuramente conosci chi fa per me!" disse con enfasi raccontandogli il suo piano. Era un'idea semplice ma Nikolas era sicuro a Andy sarebbe piaciuta.
"Strano modo per riconquistare una persona..." affermò l'uomo con un ghigno, ricevendo una smorfia giocosa di rimprovero dal libanese.
Mika trascorse la giornata a pianificare ciò che aveva in mente con l'aiuto a distanza dell'amico e poi alle sette di sera tornò al negozietto per riferire il tutto.
Entrò come una furia, contento più che mai e anche decisamente affamato e si bloccò di colpo, interrompendo la frase a metà quando trovò una figura conosciuta seduta al tavolino dove quella mattina aveva chiacchierato con Nikolas.
Lo osservò per un attimo, incrociando lo sguardo con il suo.
"Ciao!" lo salutò quindi con un enorme sorriso, avvicinandosi lentamente all'angolo del negozio e fermandosi a pochi passi dal tavolo.
Andy osservò per bene il Mika che aveva davanti. Rispetto alla sera prima, sembrava un'altra persona. Era ben curato, i boccoli castani avevano finalmente ritrovato la loro voluminosità e dai suoi occhi si poteva leggere una gioia decisamente contagiosa.
"Buonasera. Che ci fai qui?" chiese Andy alzando gli occhi su di lui e abbozzando per la prima volta un sorriso, da che si erano rivisti.
Mika si grattò la nuca incerto guardando altrove e poi ammise parte della verità: "Mi sono affezionato alle sue pita"
"E chi sa resistere alle mie prelibatezze!" la vociona di Nikolas fece la sua comparsa in quell'istante dal retro del locale, seguita da un invitante profumino di pesce speziato.
"Ciao Mika." lo salutò poi l'uomo, posandogli una mano sulla spalla. Andy alzò le sopracciglia stranito da quella confidenza e poi guardò affamato il panino nelle mani dell'uomo.
"Ciao. Mi faresti una di quelle per cortesia?" chiese gentilmente il libanese indicando la pita fumante.
Nikolas sorrise con fare furbo indicando a Mika il tavolino dove anche Andy era seduto: "Accomodati pure" disse quindi voltandosi velocemente verso il biondo: "Ti fa nulla se divido questa in due così intanto mangia anche lui e poi ve ne preparo una seconda?" chiese servizievolmente fingendo mero interesse per la soddisfazione dei suoi clienti.
Andy gli scoccò uno sguardo eloquente con un mezzo sorriso di chi ha capito l'antifona: "Sì fa pure." rispose poi mantenendo quell'espressione mentre Mika si affrettava a ribattere contrariato "No no. Non ho fretta. Lascia pure a lui."
"Insisto. E poi lui ha detto di sì!" continuò però l'uomo dividendo il panino in due e porgendone metà ciascuno. "Buona appetito" augurò, lanciando un occhiolino a Mika.
"Grazie" risposero i due all'unisono. Andy si avventò sul panino in tutta fretta mentre il libanese lo guardava incerto. Sentiva di aver tolto qualcosa al biondino, non era quello che si era prefissato di fare.
Il più giovane notò l'espressione sul suo viso. Era vero che non si vedevano da mesi e le cose tra loro non stessero andando bene, ma la capacità di leggere i comportamenti del moro, Andy non l'aveva di certo abbandonata da un giorno all'altro.
Capì il suo sguardo e lo esortò con un semplice "Mangia che diventa freddo" a cui Mika ubbidì come un bambino.
Dal retro del locale Nikolas osservava la scena senza farsi scorgere.
Andy pareva piuttosto tranquillo, Mika invece sembrava più rigido e meno a suo agio.
"Che hai fatto oggi?" chiese il greco ad un certo punto, attirando lo sguardo timido del libanese su di sé.
Lui ci mise un attimo a rispondere. Non era sua intenzione mentire, nemmeno ad una domanda così semplice. "Sto organizzando una cosa. Quando sei libero un giorno di questi?" chiese prendendo un altro pezzo di pesce dal pane.
Andy si pulì la bocca con il tovagliolo.
"Domani pomeriggio finisco presto" rispose con tranquillità. Non aveva idea di cosa avesse in mente, ma era curioso.
"Allora posso sequestrarti qualche oretta?" chiese speranzoso con un dolce sorriso e uno sguardo accennato.
Andy ridacchiò a quella timidezza che vedeva in lui, così simile a quella degli inizi.
"Puoi" rispose quindi, facendogli tirare un sospiro di sollievo.
In quel momento Nikolas si palesò seguito dall'inconfondibile profumino "Ecco qui le altre due" disse porgendone una metà ciascuno.
I ragazzi le presero tra le mani e prima che Andy riuscisse ad allungare i soldi a Nikolas, Mika pagò per entrambi.
Il biondo ringraziò e poi decise di staccarsi dagli occhi scrutatori e curiosi dell'amico greco, uscendo col riccio. "Andiamo a fare un giro in spiaggia, ti va?" chiese alzandosi dal tavolo.
Mika annuì seguendolo, salutando il negoziante ed uscendo.
"Come va il lavoro?" prese la parola Mika quando furono in riva al mare a passeggiare, mangiando le restanti parti di pita.
Andy sorrise camminando lento "Bene anzi, meravigliosamente." ammise con una punta di orgoglio e palese felicità. Mika si voltò ad osservarlo mentre se ne stava con il viso rivolto ad est, verso il mare.
Quanto gli era mancato, pensò rubando sguardi fugaci ai suoi lineamenti fini che così ben conosceva.
"E tu? sei tornato a scrivere quindi..." si interessò ugualmente il giovane, toccando quel tasto che gli riportava alla mente momenti non troppo piacevoli dei mesi precedenti il viaggio del moro a Montreal.
Mika abbassò il capo e quasi colpevolmente ammise che sì, aveva ricominciato.
"Hai trovato il tema dell'album?" chiese di nuovo il più piccolo.
Sembravano regrediti ad un paio di amici che non si vedevano da mesi e non sapevano di cosa parlare, se non dei rispettivi lavori.
"Sì..." rispose Mika incerto di volerne parlare. Le canzoni che aveva scritto fino a quel momento, raccontavano tutta la verità nascosta degli ultimi mesi trascorsi in giro per il mondo, e non era sicuro fosse ancora il momento per riferirgli tutto.
"Ma non è importante." tagliò corto quindi, sperando di cambiare argomento.
Andy d'un tratto si fermò di colpo fissando gli occhi su di lui con fare contrariato.
"Non è importante?" chiese senza capire il senso di quelle parole.
Per Mika la musica era tutta la sua vita. Un album era un pezzo di sé e ora gli diceva che non era importante?
Mika si irrigidì. Andy pareva arrabbiato, nonostante lui ce l'avesse messa tutta per comportarsi nel migliore dei modi.
"Da quando il tuo intero mondo è diventato non importante?" chiese enfatizzando le parole e cercando una risposta in quella insensata risposta data senza una logica apparente.
"Non... Io credo che... Perché stiamo parlando di me... Non ha importanza Andy davvero" farfugliò il riccio che si trovava poco a suo agio in quella discussione. Aveva tenuto i riflettori puntati su di sé per troppo tempo, ora era giunto il momento di spegnere le luci della ribalta sul suo immenso ego, almeno fino a quando era con Andy.
Ma il ragazzo capì da cosa fosse stato mosso il moretto e si oppose fermamente a quel comportamento: "Non ti devi annichilire per me. Non voglio un Mika spersonalizzato. Non c'è nulla di più insensato." gli disse "Non è questo ciò che ti ho chiesto di dimostrarmi" proseguì con un filo di impeto in più rispetto a ciò che avrebbe voluto.
Il libanese rimase di stucco a quelle parole. Non si aspettava una forza emotiva del genere in lui.
Andy era diventato un ragazzo molto determinato e sicuro di sé in quegli anni. Era ben lontano dal ragazzino timido e impacciato che aveva conosciuto negli studi della sua casa discografica.
Era fiero di ciò che vedeva, ma sentire quell'aria quasi minacciosa rivolta verso di lui, era leggermente destabilizzante.
Di questo probabilmente Andy se ne rese conto, abbassò infatti i toni e proseguì cambiando discorso.
"Com'è il B&B?" chiese ben sapendo quanto le piccole stanze della amica di famiglia fossero ben poco confortevoli rispetto agli standard a cui erano abituati. Da piccolo aveva dormito spesso dall'amico a cui apparteneva la stanza che ora affittava ai turisti.
"Bello" rispose vago riprendendo a camminare e guardando altrove.
Andy scosse piano la testa. "Ah davvero? Pensavo odiassi i letti a molle..." buttò lì, sapendo il fatto suo.
Mika si lasciò andare a un mezzo sorriso. "Mi adatto..." rispose semplicemente.
Il greco sospirò. Già quella notte si era pentito di averlo sistemato in quel posto, l'unico aperto in quella stagione, ma decise che avrebbe aspettato ancora un po' e solo poi avrebbe deciso il da farsi.
Si scambiarono ancora due parole e poi si diedero appuntamento al giorno successivo per l'una di pomeriggio al porto.
Mika si coricò e, a differenza della sera precedente, stentò a prendere sonno ma quando ci riuscì dormì ininterrottamente fino a mezzogiorno.
Come si alzò dal letto il mattino successivo, vedendo l'orario tarda scattò in piedi saltando la colazione e dirigendosi svelto verso il porto, doveva arrivare presto e anticipare Andy una volta tanto.
Fortunatamente riuscì nel suo intento e fu anche in grado di prendersi un caffè al bar della piazza prima di vederlo arrivare.
Il greco dal canto suo, arrivò con un paio di minuti di ritardo ma notò con piacere il ragazzo già pronto e sorridente in perfetto orario, nel posto stabilito la sera precedente. In 4 anni di relazione l'aveva visto arrivare puntuale di sua spontanea volontà, veramente pochissime volte.
Era curioso di sapere cosa si fosse inventato e non aveva assolutamente idea di cosa sarebbe successo di lì a poco.
Si lasciò condurre verso una piccola imbarcazione al molo e quando vide la tenuta indossata dalla persona con cui Mika aveva scambiato un saluto, spalancò la bocca meravigliato.
Il riccio a quell'espressione sorrise vittorioso.
Un punto messo a segno.
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Two of a kind
ФанфикLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...