Oltreoceano

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  "O magari prima pranziamo!" esclamò Andy sghignazzando e buttando intanto l'occhio all'orologio a muro, che segnava già l'una passata.
"Forse è meglio..." accettò Mika, alzandosi dal letto e recuperando la sua maglietta del pigiama che Andy aveva lanciato a qualche metro di distanza non troppo tempo prima.
Quando si fu vestito, si avvicinò alla credenza, estrasse una padella e brandendola con fare sapiente esclamò: "Oggi libanese!"

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L'atmosfera da conclusione delle vacanze, si respirò ufficialmente in casa Penniman, il giorno in cui gli addobbi natalizi, vennero impacchettati e riposti con cura negli scatoloni, in attesa che un altro anno scorresse nelle loro vite, prima di poter fare la loro comparsa di nuovo tra quelle mura.

In concomitanza con questa ricorrenza, i due giovani, che da tre settimane occupavano stabilmente il piano seminterrato della casa di South Kensington, si stavano anche preparando a lasciare il loro confortevole nido, per riprendere il lavoro, ormai a metà gennaio inoltrato, che questa volta li avrebbe portati oltre oceano, a calcare i palchi e le scene del nord America.

I visti lavorativi dei musicisti, erano stati consegnati qualche giorno prima da Jerry, Mika era l'unico del suo gruppo che non necessitava di tale formalità, essere Americano per metà, e possederne il passaporto, aveva i suoi vantaggi.

Mentre sistemava gli indumenti nella grande valigia, recuperando una ciabatta da sotto al letto, Mika notò un luccichio, proprio dove l'angolo della coperta toccava per terra.
Allungò una mano e ne estrasse con un sorriso, una pallina di plastica rossa con i ghirigori argentati e la scritta Merry Christmas.

Come fosse finita lì sotto, poteva immaginarselo benissimo.

Dopo aver smontato l'albero e aver riposto le file di lucine nelle scatole, Mika, intento a chiudere con cura lo scatolone con il nastro adesivo, aveva ricevuto una pallina di carta da imballaggio accartocciata in testa, seguita dalla risata birichina di Andy.

Quel gesto era stato interpretato come un segnale di sfida giocosa da parte del riccio, che afferrata una pallina bianca dalla scatola sul tavolo, nella quale erano state riposte alla rinfusa, l'aveva scaraventata con forza nella direzione del biondo, che evitandola con un balzo aveva raggiunto la postazione di Mika e aveva raccolto una manciata di palline, dando inizio ad una vera e propria guerra.

Nel giro di due minuti, le numerose palline rosse e bianche, erano state sparse per tutto il monolocale, nascoste in ogni dove. Mika era sicuro che avrebbero finito per trovarsele tra i piedi, fino a Natale 2008. Probabilmente non si sbagliava.

Il riccio se ne stette con la pallina tra il pollice e l'indice per alcuni attimi: gli scatoloni erano stati ormai riposti in garage, e con loro tutta l'atmosfera spensierata e gioiosa di quelle festività, che avevano portato nella sua vita e in quella di Andy una carrellata di emozioni positive.

Con un alzata di spalle ed un'espressione serena in volto, la prese e la ripose nella valigia, incastrandola nello scomparto laterale, tra i calzini e le mutande.

"Ho una domanda..."

La voce di Andy, appena rientrato nella stanza, dalla cabina armadio che ormai era diventata anche di sua proprietà, fece voltare Mika verso di lui.

"Spara..." gli diede via libera il moro, aiutandolo ad appoggiare la montagnetta di vestiti, in bilico tra le sue braccia, che senza il suo aiuto non sarebbe arrivata intera sul letto.

Andy aprì la valigia, e senza alzare lo sguardo dalla pila di indumenti, chiese "Ci sarà tua nonna quando suonerai a New York?"

Udendo quella domanda, Mika smise di sistemare ordinatamente le magliette sul letto e alzò lo sguardo su di lui, sospirando.

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