Una finestra sull'aranceto

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Intanto Andy si allungò e superandolo, si andò a prendere il suo trancio di pizza tanto agognato, rubando anche una manciata dipatatine e posandole con grazia sopra la mozzarella. "Grazie mon amour, questa pizza è squisita!" disse lanciandogli uno sguardo eloquente.

A Mika non restò che addentare di nuovo la sua pizza, cercando di far dissipare dalla sua mente le immagini non troppo caste che quella semplice insinuazione era riuscita a fargli nascere spontaneamente.

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Il mattino successivo i due avevano in progetto di dormire fino a mezzogiorno, stanchi dalla mattinata in windsurf e dalla biciclettata di una decina di chilometri che avevano deciso di fare, deviando per raggiungere una piccola penisoletta dove godere delle ultime ore di sole prima di tornare a casa.

Non fu contento Mika quindi, di udire il suo cellulare suonare alle 8 e mezza di mattina e di sentire la voce concitata di sua madre, in piena preparazione per la partenza dell'indomani.

"...quindi siamo in 22, più l'infermiera per la nonna, 23!" gli annunciò, spiegando di aver esteso l'invito anche alle cugine e alle zie che erano riuscite a liberarsi per alcuni giorni.

"Ventitré??" chiese il libanese scandendo bene, assicurandosi di aver capito bene, mentre Andy nascondeva con un grugnito la testa sotto al cuscino.

"Sì, ma non preoccuparti, abbiamo già sistemato tutto noi. Tu devi solo chiamare dove hai prenotato e specificare che ci serviranno un paio di stanze in più." Cercò di tranquillizzarlo la donna, avvertendolo del suo unico compito.

Mika si buttò tra i cuscini, sibilando per non imprecare al dolore diffuso in tutto il corpo, eredità della giornata prima.

"Va bene..." si limitò a commentare, troppo assonnato per riuscire a prendersela con lei per quel cambio di programma di cui aveva avuto notizia solo alla vigilia della partenza.

Non che non gli facesse piacere avere più membri della famiglia con sé, ma sapeva fin troppo bene quanto caotici potessero essere i Penniman, e sopportare 6 perone in più di quanto preventivato, non era cosa da poco.

Dato che ormai era sveglio, decise di alzarsi dal letto e fare uscire Mel nel giardinetto antistante la villetta e approfittarne per fare quelle chiamate prima di dimenticarsene definitivamente e sorbirsi le ire di mamma Joannie.

Chiuse gli occhi per un istante, sforzandosi di non pensare ai muscoli doloranti e mise piede sul fresco marmo rosa della camera, trascinandosi in salotto per non disturbare il compagno.

"Residence le Tre Querce, buongiorno, sono Eleonora, come posso esservi utile?"

La parlantina spigliata e retorica della ragazza della reception prese un attimo in contropiede il libanese, il cui cervello connetteva in inglese e francese da oltre una settimana.

"Ehm buongiorno..." tentò forzando la sua mente ad andare a racimolare quel poco di italiano che era sopravvissuto all'ultimo periodo di zero allenamento, pregando gli dei che la situazione non fosse così compromessa come gli sembrava al momento. Gli passò per la mente l'idea di spiegare la sua richiesta alla signorina in inglese, certo che lo capisse, ma poi si ricordò cosa avrebbe dovuto fare di lì a nemmeno due mesi e accantonò forzatamente la pigrizia.

"Buongiorno...sono Penniman" enunciò, ok, fino a lì ci sarebbe arrivato anche Andy probabilmente.

"Oh sì buongiorno signore, prego mi dica!" rispose cordialmente la ragazza andando a cercare la sua prenotazione. "Io ho una prenotazione di 19 persone..." spiegò velocemente, prima di essere interrotto dalla ragazza, che gli diede conferma di avere sotto mano la sua richiesta e lo esortò a proseguire.

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