"Adesso puoi dirmi che cerco di affogarti..." lo schernì con un sorrisone da furbacchione, mentre Mika riemergeva con sguardo carico di vendetta, togliendosi di nuovo la schiuma dal viso che aveva vanificato il risciacquo di prima.Riemersero dal bagno dopo un ulteriore quarto d'ora e poi si accomodarono in cucina, in attesa che l'acqua del tè fosse pronta.
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Mika stava girando il cucchiaino nella tazzina di tè nero da 5 minuti ininterrotti, provocando uno stridio incessante che Andy iniziò a percepire come fastidioso.
Quando il greco alzò di poco lo sguardo dalla mano in movimento circolare, al volto del compagno, capì immediatamente come con il corpo fosse fisicamente in cucina, ma con la mente fosse tutt'altra parte.
Avvicinandosi piano, prese la mano destra nella sua, fermando il rumore insistente e sollevandogli il viso una volta che il cucchiaino venne estratto dalla bevanda bollente.
Mika rimase fermo un breve istante, ma quando notò lo sguardo velatamente preoccupato di Andy, comprese come il suo frenetico pensare si fosse rivelato più rumoroso del previsto e decise che i turbamenti che lo stavano pervadendo, fosse giusto venissero condivisi con lui, e che venissesro condivisi in quel momento.
Andy non ebbe bisogno di chiedergli cosa non andasse, perché il libanese iniziò senza che ve ne fosse la necessità.
"Posso chiederti... posso chiederti da quanto fumi?" iniziò titubante per poi concludere la frase più sicuro, focalizzandosi attentamente sugli occhi blu mare che lo osservavano premurosi, notandoli abbassarsi verso il basso per un frangente.
Non aveva molta voglia di infrangere la quiete che si era reimpossessata della loro dimora, ma aveva bisogno di sapere e non gli andava di posticipare il discorso a lungo.
Andy, dal canto suo, sapeva che prima o poi quella domanda sarebbe uscita. Era certo che Mika non avrebbe lasciato correre e gli avrebbe chiesto. Anzi, lui ci aveva già provato la sera precedente, ma Andy non gli aveva risposto, un po' perché adirato con lui non voleva dargli il contentino, un po' perché, nervoso, non aveva avuto voglia di parlargli di qualcosa che già sapeva non avrebbe gradito.
Fosse stato meno orgoglioso e sfacciato la sera prima, molto probabilmente Mika avrebbe continuato a rimanere allo scuro di quel suo saltuario vizietto e quella discussione sarebbe potuta essere evitata, ma irritato dal comportamento che aveva tenuto nei suoi confronti, aveva deciso di indispettirlo e mostrarsi sfrontatamente mentre si fumava con fare di sfida la sua sigaretta.
"Quando avevo più o meno 15 anni" iniziò rispondendo esattamente alla sua domanda, senza sviare.
Mika assottigliò lievemente gli occhi, corrucciandosi appena. "Ma non ho mai fumato con regolarità" aggiunse sperando di mitigare un minimo quello sguardo che si era indurito fin troppo, riuscendoci appena.
"Ai tempi della scuola ne fumavo una o due quando uscivo coi miei amici o quando ero nervoso, e ho mantenuto la cosa come sorta di palliativo allo stress, ma senza mai diventarne dipendente" spiegò meglio, mettendo l'accento su quell'importante aspetto finale.
Mika inspirò e lo osservò, cercando di comprendere.
"Ma io non ti ho mai visto prima di ieri..." puntualizzò a quel punto il riccio. Aveva pensato giusto la sera prima a possibili indizi che gliene potessero aver fatto cenno, ma non aveva trovato nulla nei suoi ricordi se non quel singolo pacchetto trovato per caso in Grecia.
Il pensiero che Andy gli avesse taciuto qualcosa che andava avanti da tanti anni di nascosto da lui, non lo lasciava tranquillo.
Ma il biondo fortunatamente aveva una risposta, a quella sua domanda inespressa.
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Two of a kind
FanfictionLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...