Amanda incrociò le braccia al petto osservando Andy con sguardo impassibile.
Il biondo stava iniziando a perdere la pazienza, si staccò da Mika per avvicinarsi ed affrontare la madre, ma quest'ultimo lo fermò, prendendogli una mano nella sua e stringendola, facendo in modo che il biondo portasse la sua attenzione su di lui per un attimo. Quando ci riuscì, gli fece capire con un semplice sguardo, di non fare gesti azzardati, dettati dalla foga del momento, ma di lasciar correre."Sulla mia strada non potevo incontrare persona migliore" disse Andy, indicando il giovanotto che gli stava accanto, appena mezzo passo indietro. "Dovresti imparare un po' della sua saggezza e della sua eleganza, mamma, chiunque altro ti avrebbe già mandato a quel paese!" concluse poi voltandosi, prendendo Mika per mano e uscendo dalla porta di casa insieme a lui, lasciando la madre allibita e senza parole, davanti all'uscio chiuso.
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La coppia camminò in silenzio per un bel momento, prima che Mika aprisse bocca.
"Devi darle tempo" gli disse mentre passeggiavano sul marciapiede, sotto il sole caldo delle 11:30 del mattino.
"Darle tempo??! No ma dico l'hai sentita?!" si infervorò Andy gesticolando con fare seccato.
Mika sospirò: "C'è chi ci mette meno tempo e chi ce ne mette di più" spiegò con pacatezza tentando di far calmare Andy, che non aveva mai visto così arrabbiato prima d'all'ora.
"Io non dico essere comprensiva come tua madre che è il meglio che si può chiedere, ma almeno che ragionasse da persona matura dico io..." buttò lì camminando a passo svelto nel sole di Londra.
Mika si sentì pervadere da una strana sensazione. In effetti, pensò, sua madre aveva accolto Andy come fosse un sesto figlio e ciò che lui in quelle settimane stava preparando all'oscuro del biondo, era un segno di questa sua benevolenza.
"Mia madre è strana. Non so come, ha sempre saputo nella vita, cosa fosse meglio per me, e ha fatto di tutto affinché riuscissi nei miei intenti, anche a costo di andare contro tutti." ricordò Mika, ripensando a quando da piccolo l'aveva avviato verso la musica, che già allora Mika sentiva come una parte importante di sé, e lo aveva sgridato ogni volta che si rifiutava di fare ciò che la sua professoressa di canto Alla, gli raccomandava.
Joannie aveva capito che quella fosse la sua strada, e aveva fatto di tutto per far sì che non mollasse mai. Era grazie a lei se ora era una popstar in ascesa.
Andy non aveva questa grande fortuna, non aveva un sostegno forte e comprensivo al suo fianco, per questo Mika decise che, fino a quando il biondino fosse stato al suo fianco, lui sarebbe stato il suo porto sicuro, il suo appiglio.
"Vieni da me, devo mostrarti una cosa!" gli disse Mika ad un certo punto, prendendolo per un braccio e trascinandolo con sé.
Il suo progetto non era ancora finito, ma era certo che a Andy avrebbe fatto bene, in quel preciso momento della sua vita.
Il greco cercò durante tutto il viaggio di estorcere a Mika qualche informazione, dal momento che aveva notato quel luccichio strano negli occhi nocciola, che stava a significare il chiaro segno dell'entusiasmo che il moro manifestava ogniqualvolta era fiero di una sua creazione.
"Ho detto che non ti dico niente, puoi anche smetterla di rompere!" sbottò ad un certo punto Mika, mettendolo a tacere.
Usciti dalla metro, si avviarono a passo svelto verso casa Penniman, era quasi ora di mezzogiorno e Andy aggiunse: "Spero che la tua sorpresa preveda anche del cibo, in caso contrario sbrano te!" facendo notare come il suo stomaco, vuoto dalla sera prima a causa della colazione mancata, stesse facendosi sentire.
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Two of a kind
FanfictionLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...