"Stasera sono irascibile, perdonami" aggiunse dispiaciuto del tono che aveva usato con lei.
Joy scosse la testa e gli rispose teneramente "E io sono un'impicciona!" ridendo e facendo ridere entrambi.
Arrivati alla fermata, Mika ringraziò l'amica per il passaggio, dandole appuntamento per le prove e correndo a casa prima di inzupparsi i vestiti di pioggia.
-*-*-*-*-*-*-
Terminate le ultime prove con i ragazzi, la squadra si mise in marcia per il primo piccolo festival d'estate. Non era nulla di enorme e le canzoni che dovevano fare, appartenevano tutte ai due album precedenti, quindi Mika sapeva come giostrarle e come ottenere la reazione del suo pubblico su quelle che erano riconosciute come hit da tutti quanti.
L'alchimia tra lui e i musicisti sul palco non era ancora eccellente ma era abbastanza da non passare inosservata.
Mika superò il suo scoglio iniziare egregiamente, ritrovando il piacere e la magia di fare ciò che più di tutti era IL suo mestiere.
Sua madre e Yasmine lo seguirono durante le prime date della nuova tournée, curando i piccoli dettagli e facendo da supporto psicologico alle piccole incertezze del ragazzo.
Dopo due settimane di tour, sia la madre che la sorella rientrarono, la prima per aiutare Paloma, la seconda per un lavoro a New York e Mika si ritrovò da solo con la crew.
Dopo l'ennesimo festival, quella sera scese dal palco rifugiandosi in camerino in solitudine e mettendoci un paio d'ore buone per docciarsi e sistemarsi. Uscì incontrando i fan e poi attese che l'auto per tornare in hotel insieme agli ultimi ritardatari della band apparisse all'orizzonte.
"Alla buon'ora!" scherzò Max quando finalmente le porte della vettura nera si chiusero alle sue spalle.
Mika stava per rispondere con una linguaccia giocosa all'amico bassista quando Erik intervenne con una delle sue battute da capo clown.
"Vuole fare l'importante la popstar... Farsi aspettare almeno un paio d'ore." ghignò facendo ridere Max, e Neil.
Il libanese si trattenne dal rispondere male e si limitò ad una frecciatina "Posso fare molto peggio volendo..." affermò con un sorriso di scherno, lasciando poi perdere le risate del direttore luci che come sempre doveva essere al centro dell'attenzione.
Arrivati in hotel, Mika sgusciò via dai colleghi con un "buonanotte" frettoloso e una volta in camera si buttò sul letto, sospirando.
Anche quella sera, si stava ritrovando al rientro dal concerto, con i nervi a fior di pelle e una fastidiosa irritabilità addosso. Fosse andato avanti in quel modo, avrebbe dovuto riprendere a fare yoga tutti i giorni, come durante il periodo del suo fastidioso problema di sordità di quasi 4 anni prima.
Non si ricordava quando avesse iniziato a diventare così facilmente irritabile e poco propenso alle relazioni sociali o di gruppo, ma in quel periodo inspiegabilmente si sentiva sempre più spesso un orso solitario.
Forse si era dimenticato come fosse la vita in tour e non riusciva a gestire i ritmi come doveva, forse era la situazione nuova o la presenza di certi elementi della sua squadra che lo infastidivano a dismisura.
Guardando il programma concerti per l'indomani emise un mormorio infastidito, notando l'orario a cui avrebbe dovuto settare la sveglia, sbloccò il cellulare e meccanicamente entrò nelle impostazioni orologio per quel simpatico compito, poi rispose ai messaggi whattsapp di Andy che tempo prima aveva letto distrattamente senza ricordarsi di rispondere.
Si diede dell'idiota. Se stava iniziando a ignorare anche i messaggi del suo ragazzo, era davvero messo male.
Si scusò con lui per la risposta tarda che sarebbe arrivata sul suo cellulare alle 4 di notte inoltrate e gli disse di aver avuto una giornata stressante e di aver trovato un attimo per rispondergli solo in quel momento.
Non se la sentì di scrivere nulla di scherzoso come era solito fare, non era in vena, ed era troppo stanco per dilungarsi.
Come se non bastasse poi, gli mancava da morire, dato che da più di un mese ormai non si vedevano e ultimamente non riusciva più a mascherare molto la cosa.
Si coricò stanco e sperò il giorno successivo sarebbe stato meno stressante.
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Andy si svegliò al trillo dei messaggi, tastando con la mano sul pouf fino a quando non incontrò il rettangolino nero del suo telefono. Normalmente metteva il silenzioso di notte per non essere disturbato, ma ultimamente aveva sentito Mika stranamente irrequieto e sapendo che spesso finiva tardi ai festival e non lo chiamava per non disturbarlo, voleva almeno leggere i suoi messaggi il prima possibile.
Passandosi una mano in viso per svegliarsi, sbloccò il telefono e attese che i suoi occhi si abituassero alla luce dello schermo, poi lesse: "Scusami l'ora, ho finito poco fa e non ho avuto tempo per risponderti." diceva il primo "Festival carino, concerto andato bene, come sempre." continuava il secondo. "Domani giornata piena. Buona notte, ci sentiamo domani. Mi manchi!" concludeva il terzo con una emoticon triste messa a corredare le ultime parole.
Andy pensò di rispondergli ma decise di non svegliarlo, sapendo che dall'accaduto di quasi due anni prima, Mika era solito tenere il cellulare acceso e reattivo anche di notte.
Sospirò sconsolato. Sentirlo così era una sofferenza anche per lui.
.
Due giorni dopo, Mika si trovava nel nord della Francia, era pomeriggio e dopo il sound check aveva in programma di fuggire un paio d'ore da solo alla scoperta di Amiens, faceva caldo e un buon gelato artigianale non gliel'avrebbe tolto nessuno.
Terminata l'ultima canzone, scese dal palco a grandi falcate e si avviò verso il backstage.
Per prima cosa recuperò il cellulare dallo zaino in camerino e subito notò 4 chiamate perse di Andy. Immediatamente si allarmò, se lo aveva cercato così tante volte, doveva essere successo qualcosa.
Richiamò velocemente e la voce squillante che gli rispose lo calmò in un istante.
"Sai... Una volta era più semplice riuscire ad accedere al backstage dato che avevo il pass della working crew, questa volta no e quelli della security vogliono l'autorizzazione di uno della squadra che mi conosca per farmi entrare e ehm... non mi conosce nessuno tranne te, quindi mi faresti questo favore? Parleresti con loro? Grazie."
Il greco nel suo discorso sembrava un fiume in piena. Mika stava capendo pochissimo e una volta che il ragazzo ebbe finito il suo monologo, restò in silenzio cercando di elaborare quell'ammasso di informazioni tanto strane tutte insieme da apparire completamente illogiche.
"Ma... di.. di cosa stai parlando?" chiese titubante. La sua mente aveva elaborato una sola spiegazione a quelle parole, ma voleva la conferma prima di iniziare a volare alto con la fantasia e rischiare di ricadere a terra con un sonoro tonfo.
"Allora... Mi spiego meglio." Disse Andy dopo una risatina di gioia "Sono ad Amiens, fuori dall'arena nella quale avete fatto il sound check e..." il greco non poté dire oltre perché la comunicazione venne interrotta e il suono ripetitivo della linea libera risuonò nelle sue orecchie.
Mika infatti, appena avuta la conferma che cercava, aveva chiuso il telefono in faccia al suo ragazzo e aveva preso a correre a perdifiato verso una delle entrate dell'arena, la prima che gli era capitata davanti il suo percorso.
Uscito in cerca di Andy si accorse immediatamente di non aver la più pallida idea di quale fosse l'entrata giusta davanti alla quale il greco fosse in sua attesa.
Senza perdersi d'animo si mise a percorrere l'intero perimetro della grande struttura, guardandosi in giro concitatamente.
Ad un certo punto lo vide. Se ne stava a pochi metri da una delle cancellate chiuse, parlando con una persona che ci mise solo qualche secondo a riconoscere.
Affrettò la sua corsa e sorrise a 32 denti quando il volto altrettanto sorridente di Andy si voltò nella sua direzione, intercettandolo finalmente.
Il suo istinto gli gridava di abbracciarlo e non lasciarlo per almeno dieci minuti buoni, la ragione lo frenava e gli imponeva un comportamento più consono.
Arrivò di fronte a loro ansimante dopo la lunga corsa e la prima cosa che dovette fare fu tornare a respirare in maniera decente prima di riuscire a salutarli degnamente, mentre Andy non perse tempo per sfotterlo amabilmente.
"Ti sono mancato vedo..." disse con un sorriso furbo e un'espressione fiera a cui Mika rispose con una linguaccia.
"Ciao Nikolas!" salutò quindi l'amico e fido consigliere greco con una stretta di mano e un abbraccio sentito.
"Artista! Mi fa piacere rivederti" disse l'uomo sfoderando il suo bell'inglese dal terribile accento ellenico.
Mika avrebbe voluto continuare a chiacchierare con loro, ma le dita di quelle che sembravano alcune fan puntate verso di loro, gli fecero cambiare idea al volo.
Si avvicinò velocemente ai due energumeni della sicurezza parlandogli in francese e spiegandogli come i due fossero con lui, ricevendo due pass. Uno lo porse gentilmente a Nikolas, l'altro lo tenne con sé, facendoli poi entrare dalla cancellata, davanti a loro.
Chiacchierò un bel momento con Nikolas, fino a quando il brizzolato venditore di pesce decise che voleva "a tutti i costi visitare la splendida arena", lasciando quindi la coppia da sola, non prima di aver scoccato ad entrambi una occhiata complice che tutti e tre interpretarono come dovevano.
Non appena i due ragazzi rimasero da soli, Mika prese Andy per un braccio e lo trascinò letteralmente con sé dietro le quinte, tra le sue proteste, approdando in camerino e chiudendosi la porta alle spalle con una manata.
Quando furono dentro, Mika lo avvolse stretto a sé in un abbraccio stritolatore, buttandosi a capofitto sulle sue labbra e sussurrandogli un "Grazie, grazie, grazie!" che fece comparire un'espressione di fiera gioia sul viso del ventisettenne.
Quando Mika si staccò da lui, prese il pass, lo mise al suo collo e gli stampò un altro bacio dicendogli poi a fior di labbra "Guai a te se ti scuci questo coso di dosso per i prossimi giorni!"
Andy ridacchiò contento e poi in silenzio si perse a scrutare gli occhi castani del ragazzo, in cerca di quella irrequietezza che aveva percepito via telefono durante le ultime settimane. In quel momento tuttavia non poteva trovare nulla se non una felicità palese tra le sfumature calde di quegli occhi che tanto amava e senza indagare oltre, decise di approfittare del momento e trascorrere più tempo possibile in solitudine con lui.
Il gelato che Mika aveva pensato di farsi in solitudine, divenne decisamente molto più interessante e meravigliosamente più gioioso.
Andy gli raccontò del suo ultimo lavoro: un documentario tra le grotte marine nascoste in alcune minuscole isole greche. "Prossima vacanza!" trillò il riccio rapito dai racconti dettagliati del biondino, sgranocchiando la punta del cono.
"Sicuro! Tra due settimane ferie anche per te, non vedo l'ora!" esultò Andy con un sorrisone da fanciullo. L'idea di trascorrere due settimane in totale solitudine con Mika su qualche sperduta isola, dopo tanti giorni passati lontani era quasi utopia.
"Pensavo venissi per il concerto di Londra tra una settimana, mi hai fatto una bella sorpresa" disse il cantante.
I loro accordi prevedevano infatti che Andy lo raggiungesse direttamente a casa loro nella capitale inglese, per poi assistere al concerto in cui avrebbe presentato il nuovo album.
"E sono molto contento che ci sia anche Nikolas" continuò mostrando tutta la sua gratitudine al ragazzo per essersi portato dietro il loro amico comune.
Andy annuì e poi sorridendo affettuosamente ammise "Ci ho messo un po' a convincerlo sai? Mi ha detto che eravate d'accordo per il concerto di Londra e quando gli ho annunciato che volevo anticipare la partenza e seguirti anche per queste date, non voleva essere di disturbo e fare il terzo incomodo, venendo anche lui in giro con noi. Io invece ero sicuro ti avrebbe fatto piacere."
Mika non si stupì di quella confessione. Nei periodi passati nel paesino greco, aveva avuto modo di conoscerlo abbastanza da capire come l'uomo ci tenesse sinceramente a loro e alla loro relazione. Si rivedeva in loro ed era come una sorta di padrino per entrambi.
"Mi fa piacere eccome!" esordì il riccio, avallando le parole del compagno.
"Ne avevo bisogno..." continuò poi con voce più sussurrata e sguardo sfuggevole.
Andy comprese all'istante. Quella era una confessione celata, una sua implicita richiesta di aiuto. Gli aveva appena confermato i suoi sospetti.
Passeggiando lungo le sponde di uno dei numerosi canali della piccola Amsterdam francese, Andy pensò fosse giunto il momento di cercare di indagare sull'umore ultimamente spesso altalenante del suo ragazzo, e fermandosi poco più avanti rispetto a due panchine, invitò Mika a fare lo stesso, appoggiando i gomiti sulla ringhiera in ferro rossiccio che dava sulle acque verdognole.
Mika abbassò subito il viso, scrutando due anatroccoli nuotare lentamente e beccare qualche briciola di pane, lasciata cadere da dei turisti poco più avanti.
Aveva capito Andy gli volesse parlare, che avesse capito, dai suoi toni insoliti degli ultimi giorni, come non fosse sereno come sempre in tour. Era sicuro di sapere a cosa il biondo avrebbe imputato quelle sue momentanee perdite di spensieratezza e lui ci teneva a confermargli i suoi sospetti e non lasciar trapelare altro.
"Sei preoccupato per la tua decisione?" chiese infatti, confermando le ipotesi che Mika si era fatto sulle sue supposizioni.
Sorrise alla sua intuizione, complimentandosi con sé stesso per la profonda conoscenza che aveva del bel biondino al suo fianco.
"Chi non lo sarebbe...?" rispose quindi, lasciando intendere uno spiraglio di verità. Che il coming-out fosse parte dei suoi recenti crucci era un dato di fatto.
"Hai già un'idea di come affrontarlo?" chiese Andy proseguendo il discorso nella direzione in cui Mika lo stava lasciando addentrare.
Il riccio alzò il viso verso di lui e gli donò un veloce sorriso, corredato da una espressione a metà strada tra il timido ed il furbetto.
"Sì, ce l'ho e no, non te lo dico" ammise con fierezza e un pizzico di malizia, mentre sul volto del greco si delineava una smorfia contrariata.
"Come non me lo dici?!" lo rimbeccò il più giovane con una gomitata ben assestata e piglio indispettito.
Mika a quel punto scoppiò in una sonora risata, ricevendo un'occhiataccia di fuoco.
Occhiataccia in realtà tutt'altro che di sincero disappunto. Andy infatti era contento di sentirlo ridere e scherzare così liberamente e a costo di rendersi ridicolo avrebbe tranquillamente continuato per quella strada. Moriva dalla voglia di sapere cosa avesse architettato, ma era anche sicuro che se non rientrava nei suoi piani, avrebbe finito per scoprirlo a posteriori, per quanto a lungo ci avrebbe potuto provare.
"Sappi che prima o poi te lo estorcerò... E so anche come!" proseguì facendo assumere a Mika un'aria di spiccata e marcata astuzia.
"E sappi che io sono incorruttibile!" si vantò però il libanese, allontanandosi quindi dalla ringhiera e proseguendo lungo il canale, osservando con la coda dell'occhio che il greco lo seguisse.
Andy increspò le labbra fini all'insù, portandosi con un paio di passi più lunghi accanto a lui, dandogli una leggera spinta verso destra, facendo riemergere di nuovo la sua tanto adorata risata da bambino.
Tornarono a piedi verso l'arena e non appena misero piede nella zona backstage, Mika ricevette una mezza lavata di capo da parte di John, il quale aveva cercato di contattarlo per le due ore precedenti, senza successo.
Andy osservava la scena da una decina di metri di distanza e quando vide il riccio abbassare lievemente il capo ed annuire, si sentì pervadere da un leggero moto di fastidio, che ricacciò indietro e cercò di dimenticare.
Dieci minuti prima del concerto, Mika, Andy e Nikolas si trovavano nel camerino della popstar chiacchierando, in attesa di cominciare.
Nikolas gli stava comunicando la sua emozione, erano alcune decine di anni che non partecipava ad un evento tanto grande come un festival da decine di migliaia di persone. In più l'idea di vedere il suo amico "Artista", che aveva sempre e solo conosciuto come il giovanotto semplice e timido, in vacanza in Grecia dal suo ragazzo, dominare una scena tanto imponente e guidare una folla tanto grande, lo faceva impazzire di gioia come un quindicenne.
Per Andy avere Nikolas e Mika nello stesso posto, fuori dal contesto del suo paese, sembrava una situazione altamente surreale e magnifica.
Tra quelle 4 mura ristrette si respirava un'aria serena e spensierata, molto simile ai momenti che tanto spesso avevano vissuto insieme prima di ogni show duranti gli svariati anni di tour.
"Pronti, via!" trillò Mika euforico prima di balzare in piedi dal divano e battere le mani una volta.
Era giunta l'ora di andare e anche da lì poteva sentire la folla incitare il suo nome.
Diede un veloce cinque a Nikolas e contro la volontà di Andy, che si sentiva osservato dal connazionale, gli lasciò un veloce bacio a fior di labbra prima di uscire in corridoio sorridente.
Per la prima volta dall'inizio del tour attraversò i metri che dal backstage portavano al palco, con un sorrisone a 32 denti in viso.
Il concerto fu una festa come sempre, quella sera presentò due nuove canzoni del suo album, come ogni sera era solito fare ma trattenne il suo desiderio di mettere in scaletta la canzone che avrebbe dato il titolo al suo ultimo lavoro. Non era ancora giunta l'ora di presentarla a Andy come avrebbe voluto.
Il cameraman passò l'intero spettacolo accanto ad un esuberante Nikolas, regredito ad un'età mentale di una quarantina d'anni inferiore rispetto alla sua età anagrafica, scoprendo anche che l'amico si era imparato quasi tutti i testi delle canzoni a memoria e non si vergognava a cantarle in mezzo agli altri giovani.
Prestò attenzione, forse un po' per deformazione professionale, a tutto il contesto e la macchina organizzativa sopra e sotto il palco e gli sembrò funzionare tutto alla perfezione sotto ogni aspetto tecnico. Credette invece di notare una atipica disconnessione emotiva tra il suo ragazzo e le altre persone con cui condivideva il palco. Essendo la prima volta che assisteva ad un concerto con Mika e la nuova band diede la colpa di quella sua riflessione alla complicità che evidentemente non era ancora così forte in quel gruppo, come dopo 4 anni lo era nel precedente, e non ci fece troppo caso.
Come Mika scese dal palco, Andy sgusciò armato di pass e Nikolas al seguito, nel backstage pronto a felicitarsi con il suo ragazzo della bella performance e della sensazione di festa che le canzoni nuove gli avevano dato.
Entrato nello stanzone principale però si bloccò. L'intera squadra era radunata, come consuetudine dopo ogni esibizione e lui si sentì improvvisamente e inaspettatamente fuori posto.
Se il mondo di Mika per 4 anni era coinciso con il suo, in quel momento si rese conto di aver varcato una soglia di una terra per lui estranea.
Una decina di occhi si voltarono curiosi e incerti verso i due greci, squadrandoli da capo a piedi come fossero due extraterrestri usciti da qualche strana galassia vicina.
Mika si voltò per ultimo e notati i due, sorrise andandogli incontro raggiante, bloccandosi a metà quando si rese conto degli sguardi perplessi del suo team e si ricordò quindi di non aver ancora presentato Andy e Nikolas al gruppo e di non essere certo di volerlo fare introducendoli come avrebbe dovuto e voluto.
Proseguì e azzerò la distanza tra lui e i due e quando gli fu accanto, con un attimo di timidezza fece velocemente le presentazioni.
"Ragazzi: loro sono Andy e Nikolas, due miei... amici greci." Spiegò, tentennando notevolmente sulla scelta dei termini.
Si morse la lingua dopo quell'uscita, ben sapendo di aver appena graffiato il suo orgoglio e quello del biondo e del brizzolato accanto a lui. "Loro... loro verranno in tour con noi fino a Londra" concluse quindi farfugliando appena, mentre i musicisti ed i tecnici si facevano avanti per fare la loro conoscenza.
Il videomaker e il venditore di pesce colloquiarono con la squadra mentre Mika sparì nel suo camerino per una veloce doccia.
Quando ne uscì, salutò frettolosamente gli amici e presi i greci con sé, si diresse a passo svelto fuori dall'arena, rifugiandosi in centro in cerca di un luogo tranquillo dove far due chiacchiere con loro.
Se prima del concerto era la persona più felice della terra, in quel momento, passeggiando con il suo compagno e uno dei suoi più cari confidenti per Amiens, si sentiva il più indegno degli amici e degli amanti.
Andy e Nikolas notarono la sua caduta d'umore e si prodigarono con battute e scherzi a fargli tornare il sorriso, riuscendoci dopo un'oretta buona.
Conclusa la serata, Mika si rintanò con Andy nella sua stanza mentre Nikolas occupava quella a fianco.
Andy avrebbe tanto voluto passare una nottata movimentata con lui ma lo sguardo stanco con cui il riccio uscì dal bagno dopo la doccia lo fece desistere e rimandare il divertimento ai giorni successivi.
La giornata che seguì vide lo spostamento della truppa verso nord, per un altro importante festival francese a cui Mika si apprestava a partecipare per la terza volta. Il giovane cantante a bordo dell'automobile con l'autista, Nikolas e Andy a fianco, passava ore spensierate e decisamente divertenti.
L'amico di mezza età pareva un bambino alla scoperta del mondo. Mika adorava il suo continuo stupirsi per ogni dettaglio che ai due giovanotti passava inosservato. Il mondo in tour per lui aveva un fascino completamente diverso e nuovo.
Dopo una mattinata in viaggio, i ragazzi approdarono nella cittadina dove il festival avrebbe chiuso i battenti quella sera e una volta arrivata anche la crew, si spostarono a pranzare in un bel ristorantino del centro.
In quell'occasione si ritrovarono per la prima volta tutti quanti insieme in una situazione conviviale, seduti davanti una buona quiche Lorraine a chiacchierare di varie cose.
"Siete già stati altre volte in giro con Mika prima d'ora?" chiese Joy ai due nuovi componenti del gruppetto, coinvolgendoli nella discussione che stava prendendo piede. La ragazza era tra tutti la più estroversa e coinvolgente. Trovava sempre il modo per fare sentire chiunque a proprio agio.
Andy e Mika si scambiarono un fugace sguardo e si trattennero dal ridere sommessamente, limitandosi il primo a sorridere e rispondere, il secondo ad abbassare il capo e sopprimere le risa.
"Nikolas no, Andy giusto un paio di giorni" rispose il giovane libanese ironicamente ridendo amichevolmente e lanciando uno sguardo di intesa al suo ragazzo.
I musicisti li osservarono straniti, quindi Andy spiegò quella sorta di battuta nata e capita solo da loro due.
"Facevo parte della sua crew prima che arrivaste voi. Abbiamo girato il mondo insieme per 3 anni e mezzo" disse con una punta di orgoglio ben riconoscibile e uno sguardo di chi sa il fatto suo.
"Ah però!" si complimentò con loro Tim con espressione stupita.
"E che ruolo avevi?" continuò quindi il batterista dall'altro lato del tavolo. Andy si voltò verso di lui e gli spiegò le sue mansioni di cameraman, videomaker e quant'altro che lo avevano visto alle dipendenze della Universal e a fianco di Mika in quel periodo.
I tecnici vollero sapere come mai non vi fosse una persona che ricopriva la sua stessa posizione in quella squadra in quel momento e Mika tagliò corto dicendo che i vlog non erano ormai più di moda e che in caso di bisogno avrebbe senza problemi lavorato volentieri di nuovo con lui.
"E non ti manca un po' la vita in tour?" chiese Neil che da 20 anni in giro per il mondo sentiva come una sensazione di costrizione ogni volta che finito un incarico si trovava a dover passare più di 6 mesi nello stesso posto.
Il greco annuì sinceramente. Nonostante amasse da morire il suo nuovo lavoro come videomaker e documentarista, il viaggiare a fianco di Mika gli mancava molto, soprattutto in certi momenti.
"Mi manca sì, era divertente. Più che una squadra di colleghi eravamo un gruppo di amici con un forte legame tra noi, sembrava di essere perennemente in gita" rispose con una punta di malinconia e una sferzata di calore dritta al cuore, ricordando gli anni meravigliosi passati a lavorare con loro, gli scherzi, le stancanti ore su un aereo o a bordo di un tourbus, le immense soddisfazioni di piazze gremite e l'amore viscerale per ciò che facevano.
"Si vede che avete mantenuto un bel rapporto di amicizia" intervenne Erik a quel punto, complimentandosi con loro e con il legame che era palese fosse rimasto ancora vivo, al di fuori del contesto lavorativo.
In una frazione di secondo le iridi nocciola di Mika intercettarono quelle azzurre di Andy e in un incrocio di sguardi si inserirono quelle scure di Nikolas, mentre un impercettibile silenzio imbarazzato si faceva strada nell'inconscio dei tre.
Mika si voltò quindi verso l'ingegnere e con un mezzo sorriso gli rispose con una veloce battuta che per colui che l'aveva pronunciata aveva un retrogusto dal sapore amaro e velenoso. "Vedo che il tuo sesto senso colpisce ancora..."
Come previsto, sul volto di Erik si disegnò un piglio compiaciuto e saccente di chi è convinto di averci visto lungo ancora una volta, mentre nei pensieri del giovane greco, si insinuava una strana sensazione non troppo piacevole.
Il collaboratore del suo ragazzo non aveva certamente colto il tono velatamente sarcastico che Mika aveva usato; a Andy, che invece lo conosceva fin troppo bene, quella risposta era parsa intrisa di irritazione e dissimulato risentimento.
Fortunatamente la conversazione prese un'altra piega e, iniziando a chiacchierare di generi musicali, l'atmosfera tornò serena e tranquilla.
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Two of a kind
FanfictionLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...