Proprio durante uno di questi suoi momenti di ansia, ricevette un messaggio:
"Sono sotto casa tua.-*-*-*-*-*-
Mika si risvegliò immediatamente dai suoi pensieri, cosa ci faceva Andy sotto casa sua alle 8 di sera di venerdì?
Si alzò dalla scrivania e si affacciò alla finestra scorgendo nella semi-oscurità il capo biondo del greco che già varcata la soglia del cancellino, aspettava davanti al portone d'entrata.
Si immise in corridoio e scese le scale, incontrando sua sorella Yasmine che lo squadrò perplessa, e spalancò poi la porta d'entrata, lentamente.
"Cia..." non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò la telecamera del ragazzo dritta in viso e l'espressione concentrata del biondo, intento a fare ciò che più gli riusciva meglio nella vita.
"Sorridi" lo invitò il greco sogghignando appena.
Mika sorrise imbarazzato, bloccando le riprese con una mano davanti all'obiettivo dell'aggeggio.
"Si può sapere cosa ci fai qui, a quest'ora, con una telecamera in mano?" gli chiese stranito dalla situazione, restando impalato davanti a lui quasi immobile.
"Volevo finire il documentario e mi serviva un'intervista al protagonista, prima dell'inizio del tour." spiegò il ragazzino, tranquillamente, continuando a riprendere la scena.
"Cosa?" continuò incredulo Mika, confuso dall'atteggiamento dell'amico e stranito da quella situazione.
"Posso entrare intanto, oppure..." chiese Andy che ancora fermo sulla soglia della porta, stretto nella pesante giacca e nella sciarpa a righe grigie e arancioni, iniziava a sentirsi in imbarazzo.
"Oh sì. Sì certo!" si risvegliò il riccio, scostando il palmo della mano dell'occhio della cinepresa e accogliendolo all'interno, chiudendo poi la porta per lui.
"Vieni pure su." gli disse imboccando le scale che si aprivano a pochi metri dall'ingresso.
Una volta giunti in camera dei fratelli, Andy prese posto sul morbido letto sfatto di Mika e accese la videocamera, mentre ancora il riccio se ne stava in piedi, incerto sul da farsi con un'espressione quasi infastidita in volto e lo sguardo puntato al suo strumento bianco a muro.
"Cosa devo fare?" gli chiese voltandosi e alzando le sopracciglia, indietreggiando fino a quando il davanzale della finestra non arrivò a toccargli la schiena.
"Mettiti comodo, iniziamo l'intervista..." gli ordinò il greco desideroso di iniziare, indicandogli la sedia o il letto, con un cenno.
"Ma sei serio?" continuò Mika appoggiandosi al muro con la schiena e guardando con aria imbarazzata la lucina rossa che lampeggiava sull'apparecchio, segno che fosse in fase di registrazione.
"Ti sembra che scherzi? Daaaai! Ti dovrai abituare a queste cose!" proseguì Andy sorridendo e facendogli di nuovo cenno di prendere posto, il suo lato timido stava frenando la cosa.
Mika poco convinto, si sedette composto sullo sgabello del pianoforte e fissò l'amico, perplesso.
"Allora Mika, questa è la tua prima intervista? ti vedo teso..." iniziò Andy con fare professionale imbracciando meglio la videocamera e zumando sul viso del ragazzo.
"Tu dici?!" esclamò, lui tutto fuorché a suo agio in quella situazione a lui nuova.
"Ok!" disse ad un tratto Andy, smettendo di riprenderlo e appoggiando la telecamera sul letto.
"E' evidente che così non caverò un ragno dal buco!" osservò il ragazzo, intelligentemente cambiando modo di fare nei confronti dell'artista, che impacciato non sembrava dell'idea di collaborare.
"Avresti un bicchier d'acqua per favore?" chiese poi semplicemente, sorridendo innocente.
"Sì, vado a prendertelo" rispose Mika, alzandosi subito dallo sgabello e fuggendo velocemente al piano di sotto, ringraziando il cielo di aver scampato quell'intervista forzata e imprevista.
Quando rientrò nella stanza con il bicchiere in mano, Andy stava attentamente fissando le fotografie appese al muro, con espressione interessata e un sorriso appena accennato.
"Sei tu quello?" gli chiese dopo che ebbe ricevuto il suo bicchiere, indicando una fotografia in cui si poteva vedere un giovane ragazzino dai capelli lisci e non troppo scuri indicare qualcosa, su quello che sembrava il palco di un teatro.
"Sì ero io." confermò sorridendo. A quanto Andy poteva capire, quell'immagine evocava un felice ricordo nel riccio e quindi proseguì.
"E che ci facevi a teatro? Recitavi?" chiese sorseggiando un goccio d'acqua e fissando ora lui ora la fotografia.
"Cantavo opera, ero un soprano. Quella era la Royal Opera House. Mi sono esibito lì dai 10 ai 16 anni circa."
gli narrò Mika, ricordando quei giorni faticosi, ma allo stesso tempo pieni di soddisfazione e gioia, trascorsi nel lussuoso teatro di Covent Garden, nei quali si era creata in lui l'idea di ciò che avrebbe voluto fare da grande.
"Cantavi opera? Non l'avrei mai detto! E come sei arrivato fin lì?" continuò Andy osservando Mika, che tranquillizzatosi, chiacchierava allegramente con lui, narrandogli spezzoni della sua incredibile vita.
"Ricordi quando al parco ti ho detto che mi avevano cacciato da scuola e che mia madre mi aveva trovato un'insegante di canto?" chiese Mika guardando Andy, il quale gli rispose annuendo.
Ecco, era talmente brava che nel giro di pochi mesi, mi ha fatto fare un provino all'opera reale, dove mi hanno preso."
"Beh, sarà stata brava lei ma nemmeno tu a bravura, non credo scherzassi..." puntualizzò Andy.
"Ho capito allora come mai sei così a tuo agio sul palco" osservò poi, avendo notato che la timidezza che mostrava talvolta nella vita normale, come anche poco prima con lui, sul palco diventava energia, adrenalina, e spariva magicamente.
"Già, era la mia rivincita, a scuola ero il ragazzino incapace, mirino dei bulli, su quel palco potevo essere me stesso al 100%" ricordò con un sorriso un po' più tirato. Vedendo quel quasi impercettibile mutamento di espressione, Andy saggiamente cambiò argomento.
"E qui invece, eravate a Parigi! Che bello, pensa che io non ci sono mai stato..." se ne uscì, fissando a quel punto, una bella foto di famiglia in cui vi erano i genitori, le sorelle maggiori di Mika e quest'ultimo, che a occhio e croce, non poteva avere più di più di 5 anni.
"Sì, Parigi è meravigliosa, non vedo l'ora di poterci suonare, è la città della mia infanzia! Pensa che abitavamo in un piccolo quartiere in centro, molto chic, per loro eravamo la famiglia libanese chiassosa, troppo rumorosi per i normali borghesi francesi! Ma a noi, non ce ne fregava!" ripercorse mentalmente quei giorni, ridacchiando al pensiero delle esclamazioni dei vicini parigini.
"Non faccio fatica ad immaginarvi." confessò il biondo ridendo a sua volta.
Da quel poco che conosceva la famiglia libanese, aveva capito essere un agglomerato di persone festanti e dall'animo molto aperto e ospitale, ma anche piuttosto rumoroso.
"Infatti! Non siamo cambiati eh?" ironizzò contento con un scintillio nelle iridi che Andy trovò di una dolcezza infinita.
Era molto legato a loro, si notava.
"Vedo che collaborate molto insieme..." lanciò l'amo Andy, sperando che Mika abboccasse e proseguisse il discorso.
"Volente o nolente sì, non ho soldi per commissionare le cose ad altri. E comunque ha un lato positivo lavorare in famiglia..." buttò lì Mika abboccando all'esca del regista, fermandosi poi un attimo e sorridendo furbetto.
Il greco sorrise a sua volta e tese le orecchie curioso: "Sono gli unici ad essere completamente sinceri con me. Se una cosa fa schifo non ci girano in torno tanto, a volte sono spietati, soprattutto mia madre e le mie sorelle maggiori, ma tutto questo mi fa restare coi piedi per terra." ammise. Sul suo viso si poteva leggere tutta l'umiltà e la sincerità di quelle parole.
"A proposito di piedi per terra, cosa hai fatto quando hai visto che Grace Kelly era in cima alla classifica??!" chiese euforico il giovane videomaker, avvicinandosi appena a lui.
"Aaaah! Questa te la devo raccontare!!" disse Mika raggiante alzando il tono della voce, preso dalla gioia e dalla soddisfazione di poter raccontare quell'istante.
Andy rise, finalmente si era completamente lasciato andare, il Mika euforico che tanto gli piaceva si stava rivelando in tutto il suo splendore.
"Ero coi miei amici in un pub a Richmond, Ian mi chiamò e mi disse: 'dovunque tu sia, accendi la radio e sintonizzala sulla chart!'" iniziò gesticolando, preso dal racconto. "Ci fiondammo dal barista e lo pregammo di accendere la radio, spiegandogli che ero un musicista e che la mia canzone probabilmente sarebbe stata in testa alle classifiche e che avevo bisogno di capire cosa stesse succedendo.
Quello stronzo ci disse che la gente del suo pub, non voleva ascoltare la radio. Allora dissi solo "ok va bene!"" proseguì quasi infervorandosi, ma senza che il suo sorrisone si smorzasse nemmeno per un attimo.
"Un amico mio, non so come né perché, riuscì a comprare una radio e la piazzò in centro al nostro tavolo; ce ne restammo tranquilli fino a quando, ad un certo punto, la tipa in radio annunciò: "e questa settimana, al numero uno della nostra classifica c'è Mika con la sua Grace Kelly!"" si fermò un attimo nascondendosi il viso tra le mani, sopprimendo una risata di gioia, e poi continuò: "iniziammo ad urlare come dei pazzi, io saltai sul tavolo, non capivo più niente, te lo giuro!
A quel punto il barman venne da noi, incazzatissimo e ci sbatté fuori!! Fu fantastico! Poi uscimmo in strada, con ancora la radio in mano che trametteva la mia canzone e andammo in giro a far casino per tutta sera!" finì lanciando le braccia in aria e ridendo come un bambino senza contegno.
Andy lo osservava esterrefatto, ridendo a sua volta, cercando di immaginarsi la scena di un Mika al settimo cielo, talmente preso dalla gioia di aver realizzato il suo sogno, da dimenticare la timidezza e lanciarsi in piedi su un tavolo in un pub, dimentico di chiunque vi fosse in quel momento intorno a lui.
Segretamente avrebbe voluto aver vissuto con lui quel momento, avrebbe dato qualunque cosa per far retrocedere il tempo e poter vedere quella scena coi suoi occhi.
Nonostante ciò si accontentò della gioia riflessa nelle sue iridi nocciola e della sua risata giocosa.
"Ahahha avrei voluto esserci!" gli confessò poco dopo infatti. "Anche solo per vederti ballare sul tavolo!"
Mika si nascose di nuovo il viso tra le mani ridendo a crepapelle. "Quanto sono scemo!" disse a sé stesso, appoggiando il gomito sui tasti del pianoforte e producendo un orribile suono.
Risero insieme fino a quando Andy puntò gli occhi sull'orologio digitale posto sul comodino di Mika e si accorse dell'ora tarda.
"Sono già passate le 11! Domani abbiamo le prove alle 9, sarà meglio che io vada." asserì il biondino alzandosi dal letto.
"Ma prima devo fare una cosa..." disse sporgendosi verso le mensole zeppe di peluches e libri dei fratelli Penniman e estraendo dal suo nascondiglio la videocamera accesa, posta dietro un'enorme orsacchiotto beige, che diligentemente aveva celato l'apparecchio durante la serata.
Mika lo fissò con aria incredula, ad occhi sgranati ed espressione corrucciata, mentre il ragazzo premeva il tasto stop, ponendo fine al lampeggiare della spia rossa.
"Tuuuuu!!!" ringhiò avvicinandosi lentamente con fare minaccioso verso Andy, il quale velocemente mise in salvo la videocamera nella custodia.
"Come hai osato?!" continuò serio, arrivando ora vicino al biondo, il quale cominciò a spaventarsi seriamente, notando lo sguardo omicida del moro.
"Dai Mika, ho ottenuto la mia intervista evitandoti un attacco d'ansia, dovresti ringraziarmi!" pronunciò velocemente indietreggiando, ponendo le mani davanti al petto in difesa.
"Questa è invasione della privacy, io odio i paparazzi!" gli sussurrò puntando gli occhi, ridotti a due fessure taglienti, verso i suoi e avanzando lentamente.
"Ma... ma, no! Hai frainteso!" cercò di scusarsi vedendosi sovrastato da Mika, che benché poco più alto di lui, iniziava davvero a fargli un certo timore.
Andy mosse due passi veloci prima che Mika gli si gettasse addosso e lo atterrasse sul letto di Fortuné.
Finì intrappolato tra il materasso ricoperto dalla pesante coperta blu ed il corpo di Mika, che lo schiacciava con il suo peso.
"Adesso me la paghi!" gli sussurrò a pochi centimetri dall'orecchio abbassandosi ulteriormente su di lui e inspirando un po' di quel profumo fruttato che aveva rinchiuso nella sua collezione.
Il biondino non sapeva se temere quelle parole o se prenderle come uno scherzo maligno, quando però il ragazzo gli assestò un pizzicotto ed iniziò a punzecchiarlo in una specie di solletico si rese conto che la rabbia che Mika gli aveva mostrato era solo dimostrazione della sua arte di bravo attore e che in realtà non se l'era davvero presa.
Andy cominciò a ridere senza riuscire e senza voler trattenersi. Era una situazione strana e del tutto inaspettata, ma doveva ammettere che non gli dispiaceva per niente.
"Così impari che fregare un Penniman, porta a delle conseguenze!" si giustificò a mo' di spiegazione mentre alzandosi appena, lasciò lo spazio a Andy di voltarsi e trovarsi faccia a faccia con lui.
Andy lo fissò, per la prima volta da una distanza così ravvicinata e notò alcuni particolari dei suoi lineamenti che prima non aveva mai potuto osservare. Le labbra carnose, la piccola cicatrice sulla fronte, gli occhi di quel colore così particolare e indefinito, tra il nocciola ed il dorato, con lievi pennellate di smeraldo, il ricciolo più lungo, attorcigliato a formare un grazioso boccolo, che decorava il lato sinistro del suo viso.
Si chiese come mai un ragazzo così bello non avesse nessuno al suo fianco. Se solo avesse voluto, avrebbe potuto avere la fila di pretendenti, soprattutto ora che stava per diventare una stella del pop.
Mika, ancora semi-disteso sopra di lui, si ritrovava immerso in pensieri molto simili. Anche lui si era perso nell'osservazione dei tratti dolci del greco, in particolar modo di quegli occhi dal colore cristallino del mare prima di una tempesta, che lui adorava.
Era fermo a contemplare il modo in cui gli angoli degli occhi si sollevavano quando sul viso spuntava un sorriso, a come i suoi occhi fossero espressivi e sorridenti a loro volta.
Fu un attimo, nello stesso istante lo stesso pensiero balenò nelle loro menti.
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Two of a kind
FanficLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...