Pride, love, joy

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Posò una mano sul suo capo continuando il lavoro.

L'idea di Mika di averlo al suo fianco in quel momento in fin dei conti doveva dire che non era affatto male.

Lo faceva stare bene.

-*-*-*-*-

Dopo un'intera giornata passata a dormire e a rompere le scatole ad Andy, il giorno dopo Mika si svegliò decisamente più in forma alle 8 di mattina, un orario per lui quasi improponibile.

Buttò un occhio fuori dalla finestrella/abbaino che inondava di luce il seminterrato e sorrise contento nel notare lo splendere del sole alto nel cielo.

Andy una volta tanto dormiva ancora, steso compostamente sotto le coperte con il viso affondato nel cuscino e la bocca semi-aperta.

Decise che per una volta, se si fosse sbrigato, sarebbe probabilmente riuscito a fargli una sorpresa.

Nel giro di due minuti da che quel pensiero aveva attraversato la sua mente, si trovò fuori dalla porta di casa direzione la pasticceria in fondo alla via.

Era una meravigliosa giornata d'inverno, fredda ma tersa e Mika si ritrovò a sorridere per strada senza un motivo apparente.

Rientrò in casa solo 10 minuti più tardi, appoggiando il più silenziosamente possibile la torta e le brioches sul tavolo della cucina, si tolse berretta, sciarpa e cappotto pesante, abbandonò le scarpe accanto al divano e prese a preparare la colazione.

Finito, dispose le cose sul tavolo in maniera ordinata e presa una brioche al cioccolato, la preferita del greco, si avvicinò al letto, salendovi e portandosi a pochi centimetri dal viso di Andy. Iniziò a passare le labbra sul viso reso ispido dalla barba che approfittando delle vacanze, entrambi avevano lasciato crescere leggermente.

Non ci mise molto ad aprire gli occhi. Se Mika per svegliarsi aveva bisogno di una cannonata e di 10 minuti di meditazione, per Andy bastava un fruscio e mezzo minuto di tempo.

"Ma buongiorno!" gli trillò nelle orecchie infatti, non appena si accorse di Mika addosso a lui.

Il libanese sorrise con sguardo innamorato, prima di lasciargli un bacio intenso come buongiorno.

"Stai meglio vedo!" constatò il biondo, notando come la pelle del suo moretto fosse tornata ad una temperatura normale.

"Domani ho i Brit Awards. Mi conviene stare bene!" gli ricordò sfoderando poi da dietro la schiena la mano con la brioche, e portandola davanti al naso di Andy.

Questi sgranò gli occhi aprendosi in un sorrisone. "Oh sì... Devo lasciare che ti svegli prima di me più spesso!" gli disse prima di addentare la brioche dalla sua mano e portarne via quasi metà.

Il cioccolato di cui era piena zeppa gocciolò sul collo di Andy, lasciando una macchietta simile ad uno sei suoi nei. Mika non perse l'occasione e si piegò su di lui per togliere ogni traccia del cremoso dolce, portandosi intanto a sedere sulla sua pancia.

Andy mugolò masticando intanto. Mika si staccò da lui per addentare a sua volta la brioche voracemente. In due bocconi, non rimaneva altro che la punta croccante del cornetto che gentilmente concesse al greco che sotto di lui aveva preso ad accarezzarlo amorevolmente.

La scintilla ci mise veramente pochi attimi a scattare tra i due e fortunatamente la colazione preparata poco prima, non prevedeva nulla che si freddasse, perché non raggiunsero il tavolo se non un'ora dopo.

"Pure la torta?" chiese Andy avvicinandosi alla tavola imbandita e notando una Sacher con già alcune fettine tagliate, che lo osservava invitante.

Mika uscì dal bagno e lo raggiunse abbracciandolo da dietro. "Dici che ho preso troppa roba?" chiese fingendo di non conoscere la risposta.

"Assssolutisssimamente NO!" rispose sicuro Andy, portandosi alla bocca una fetta di quella delizia al cioccolato.

Finirono di fare colazione e poi di comune accordo decisero di sfruttare la bella giornata per fare un giretto per la capitale inglese.

Passeggiarono un paio di orette, facendo tappa a Portobello Road e Notthing Hill.
Era sabato e i mercatini d'antiquariato della graziosa via colorata a nord di Londra, esponevano i loro oggetti più disparati e talvolta insensati.

Inutile dire che per Mika quello rappresentava il paese dei balocchi. Da alcuni minuti buoni se ne stava immobile in contemplazione di un vecchio orologio a cucù quasi della loro altezza, intarsiato e dipinto con motivi floreali.

Notò una porticina arrotondata appena sopra il quadrante e curioso chiese al commerciante "C'è l'uccellino che esce quando batte le ore?".

Andy scosse la testa ridacchiando a quella domanda infantile.

Il signore che stava fumando la pipa con aria distratta, si voltò verso il ragazzo e gli fece un cenno di assenso col capo, prima di rispondergli con un: "lo vuoi vedere?"
Il moro sorrise raggiante rispondendo affermativamente. Il peculiare personaggio che gestiva quella bancarella mandò avanti il meccanismo dell'orologio portando le lancetta a segnare le 11 del mattino.

In quell'istante l'orologio emise i classici rintocchi, mentre un grazioso gufetto rimbalzava avanti e indietro dalla sua casetta per 11 volte. Mika ad ogni rintocco osservava il piccolo uccello con sguardo sempre più rapito e quando le porticine arrotondate si richiusero per l'ultima volta, si voltò verso il mercante producendosi in un "Lo compro!"

Il sorriso dipinto sul volto del biondo, scomparve repentinamente.

"Tu cosa?" chiese afferrandogli un braccio in cerca di attenzioni, facendolo voltare verso di lui.

"Lo prendo! Accanto al pianoforte a casa starà stupendamente!" spiegò riferendosi al posto che nella sua testa già gli aveva trovato.

"Ma come fai a portarlo a casa?!" gli chiese il biondo, ricordandogli come fossero arrivati fin lì senza automobile.

Il vecchio dietro di loro, mantenendo la solita aria svogliata col quale si era rivolto a loro per tutto il tempo, risolse il problema in un nanosecondo, azzerando le possibilità di Andy di non ritrovarsi quell'aggeggio di dubbio gusto nel loro salotto.

"Consegniamo in tutta l'Inghilterra. Londra è gratuita." spiegò togliendosi per un attimo la pipa fumante dalle labbra.

Mika sorrise festante e mentre Andy si portava la testa tra le mani, il riccio pagò il signore, dandogli l'indirizzo di casa.

Proseguirono la passeggiata con un Mika saltellante. "Davvero sei così contento per quel coso?" chiese il ragazzo, passeggiando con le mani nelle tasche a ripararsi dall'aria fredda.

"Ne avevamo uno simile a Parigi. Suonava tutte le ore." gli disse, facendo fermare Andy bruscamente e provocando uno sguardo curioso del riccio.

"Suona a tutte le ore?!" chiese a metà tra il terrorizzato e lo sconvolto il greco puntando gli occhi azzurri sgranati nei suoi.

"Sì. Ma sarà bello vedrai!" gli assicurò Mika prendendolo per una mano e obbligandolo a proseguire.

"Sarà bello quando lo smonterò pezzo per pezzo, userò il pendolo per girare il sugo in pentola e l'uccellino per accendere il caminetto!" minacciò il biondo camminando con passo svelto.

Dopo svariati minuti di battibecco, giunsero non troppo lontani da una zona molto familiare per Andy.

Il biondo si fece taciturno per un momento e quando il moro indagò sul perché, rispose "Siamo a pochi isolati da casa mia." disse "Stavo pensando che sarebbe bello..." lasciando in sospeso la frase, non troppo sicuro che quell'idea dell'ultimo minuto potesse di fatto piacere al suo compagno.

Mika lo osservò per un breve istante e poi rifletté, intuendo quello che poteva crucciare Andy in quel momento. "Ti piacerebbe fare una capatina dai tuoi?" chiese in un sussurro.

Il biondo si voltò verso di lui con sguardo irrequieto e impaziente.

Mika capì di averci preso. "Se non fosse di disturbo, sarebbe bello fermarci a pranzo come tua mamma ci ha proposto"

Andy non poté reprimere un sorriso di pura gioia, lasciando che i suoi occhi si perdessero nei cioccolatini al latte di Mika.

Era stupito sia da come gli aveva letto dentro, che da quella proposta, ma poi si ricordò chi aveva a fianco e capì che una cosa del genere se la doveva aspettare da lui, ed era una delle ragioni, forse LA ragione, per cui lo amava così follemente.

"Pensavo esattamente questo, e tu sei un immenso tesoro!" gli disse abbracciandolo con impeto quasi stritolandolo e facendo sì che iniziasse a tossire come da quella mattina non gli succedeva.

"Ops scusa!" gli disse con un sorriso colpevole lasciandolo andare.

"Dillo che nei tuoi piani c'è quello di farmi fuori!" scherzò Mika quando si fu ripreso, dando una lieve pacca alla giacca di Andy.

Ridacchiò e poi i due iniziarono a camminare verso casa Dermanis chiacchierando.
"Ha detto Ian che devi essere ai Brit Awards alle 7 domani, non è un po' presto?" chiese cercando di non pensare a ciò che sarebbe successo pochi minuti più tardi.

"In teoria sono alle 9, ma devo essere la prima per provare le canzoni con Beth Ditto." spiegò il ragazzo passeggiandogli accanto.

"Ma... canti?" gli chiese Andy che a quanto pare si era perso qualche pezzo, svoltando l'angolo dell'isolato.

"Apro lo spettacolo, sì..." gli confermò con un sorriso fiero calciando un sassolino con la punta della scarpa.

Andy alzò un sopracciglio guardandolo a sua volta, era curioso di vedere come sarebbe riuscito a cantare canzoni difficili come le sue con una bronchite.

A pochi metri dal cancellino d'entrata del complesso abitativo del greco, Mika gli prese la mano per un breve attimo portando l'attenzione e i suoi occhi nei suoi, lasciandogli un cenno di assenso ed un sorriso di incoraggiamento che il biondo ricambiò.

C'era Mika al suo fianco, non aveva nulla da temere.

Il ragazzo infilò le chiavi aprendo il cancello e arrivò poi alla porta d'entrata, aprendo silenziosamente anche quella.

"Heyla" si annunciò varcando la soglia di casa con il cuore che quasi esplodeva dal petto. Non sapeva chi ci avrebbe trovato e come avrebbero preso la decisione estemporanea di far capolino a casa in quel modo.

"Figliolo sono cucina." la voce grave del padre echeggiò tra le mura di casa, facendo sorridere Mika che adorava sentir parlar greco.

I due lasciarono i pesanti indumenti all'ingresso e si incamminarono verso la cucina dove il padre intento a cucinare qualcosa ai fornelli, non aveva notato la presenza dei due.

"Ciao!" salutò Andy. L'uomo si voltò immediatamente, era strano il figlio gli parlasse in inglese.

Quando i suoi occhi incontrarono la figura di Mika dietro di lui si bloccò con il cucchiaio a mezz'aria.

"Papà, ti presento Mika" gli disse il figlio senza perder tempo, portando una mano sulla schiena del suo ragazzo e invitandolo a superarlo e avvicinarsi al padre.

Andy osservò attentamente entrambi. Mika aveva lo sguardo incurvato da un leggero sorriso imbarazzato, Alexis invece aveva l'espressione stupita, scrutando il ricciolino che alto come lui, lo osservava curioso.

"Piacere signor Dermanis" Mika fu il primo a parlare e ad avanzare la mano destra ad incontrare quella dell'uomo.

Alexis abbassò lo sguardo sulla mano tesa, il ragazzo sembrava educato, si distese in un sorriso, avanzò di un passo la strinse con forza.

"Alexis, piacere mio" si presentò, sperando che quelle parole che al momento aveva detto più per circostanza che per altro, si sarebbero rivelate vere, conoscendolo più a fondo.

"A cosa devo questa improvvisata?" chiese poi stavolta spostando l'attenzione sul figlio con un sorriso.

"Mamma non c'è?" chiese prima di rispondere.

"E' uscita a fare compere insieme a tua sorella, saranno di ritorno a breve." spiegò l'assenza delle donne di casa.

Andy sorrise, era l'occasione perfetta.

"Mamma ci ha invitati a fare un pranzo tutti insieme l'altro giorno" iniziò spiegando, "eravamo in zona e abbiamo pensato, perché non oggi?"

Alexis tornò ad osservarli entrambi. "E' stata una buona idea infatti. Credo ne sarà contenta."

Quasi avesse sentito che si parlava di lei, la voce della moglie, insieme a quella della figlia, si udì provenire dall'ingresso insieme al fruscio delle borse del supermercato.

"Eccole" disse infatti Alexis prima di farsi sentire a sua volta: "Siamo in cucina" strillò alle due donne.

"Siamo?" chiese Eleni entrando in cucina e trovandosi il fratello ed il cognato davanti.

Allargò gli occhi e si aprì in un radioso sorriso. "Ma ciaaao!!!" avvicinandosi a grandi passi ed avvolgendoli entrambi in un abbraccio stritolatore a tre. Andy la rimproverò affettuosamente per l'impeto mentre Mika arricciò il naso e sorrise imbarazzato. "Siete tornati! Mi fa piacere!" continuò la bionda.

Il rapporto tra I fratelli Dermanis nell'ultimo anno, complice la distanza e la situazione familiare che era regnata tra quelle mura per parecchi mesi, si era fatto molto forte ed entrambi erano estremamente felici di rivedersi.

Eleni in più adorava suo "cognato" come lo chiamava e quest'ultimo a sua volta apprezzava l'euforica sorella maggiore del suo ragazzo.

Amanda entrò in cucina udendo il vociare spensierato della combriccola e dopo aver posato le borse sulla spesa si voltò verso i figli e il moretto.

"Buongiorno ragazzi!" disse loro sorridendo. "Che ci fate da queste parti?" chiese con espressione contenta e uno sguardo che non lasciava trapelare nient'altro che non fossero emozioni di gioia e sincero piacere per quella situazione.

"Buongiorno" salutò cortese Mika. "Ciao Mamma! Ci chiedevamo se l'invito a pranzo fosse valido oggi..." partì in quarta invece il figlio, ormai era determinato e convinto di ciò che stava facendo, niente lo avrebbe fermato.

Voleva dimostrare a sé stesso e a Mika di saper prendere in mano la sua vita e guidarla sul sentiero che aveva scelto di percorrere superando gli ostacoli da uomo adulto quale si sentiva di essere.

Mika si voltò stupito verso il suo greco rimirandolo orgoglioso.

"Assolutamente sì" sorrise la donna. Mika tossì pesantemente per alcuni attimi facendo voltare tutti verso di lui e arrossendo violentemente non appena si accorse di avere tutti e 8 gli occhi puntati su di lui.

Andy sorrise e gli passò una mano sulla schiena. Eccola lì la star capace di cantare davanti a decine di migliaia di persone ogni sera e al contempo sentirsi in imbarazzo con gli sguardi di 4 persone su di sé.

"Scusate" pronunciò flebilmente sperando che l'attenzione si spostasse su qualcosa d'altro.

"Ma figurati! Stai un po' meglio?" chiese la donna porgendogli un attimo dopo un bicchier d'acqua che accettò, ringraziandola.

"Sì, grazie." rispose Mika con un mezzo sorriso "Insomma..." pronunciò Andy con fare poco convinto nello stesso momento, facendo sorridere tutti e tre i membri della famiglia.

"Preparo la tavola, voi aspettate pure in salotto." li invitò Amanda, facendo cenno alla figlia di fare lo stesso.

I tre si spostarono nell'altra stanza chiacchierando. Mika ebbe finalmente l'occasione di rilassarsi un po' con Eleni e Andy. Benché fosse un ragazzo sicuro di sé, i "suoceri" lo mettevano ancora decisamente a disagio.

Fu il padre a invitarli a tornare in cucina e sedersi al tavolo.

Alexis si sedette a capotavola, Amanda di fronte a Andy, entrambi accanto al marito e Eleni di fronte a Mika lontani dall'uomo.

L'arrosto con le patate era squisito e per i primi 20 minuti, ci furono ben poche chiacchiere mentre tutti mangiavano affamati.

Quando i piatti furono ormai quasi vuoti, le domande iniziarono.

"Come sta andando il lavoro?" chiese Alexis ai due ragazzi, che si scambiarono uno sguardo.

"Molto bene, fa il pienone ovunque!" prese la parola Andy, orgogliosamente lodando l'ottimo successo che stava avendo il suo compagno.

"Sì, il sogno di una vita. Si sta rivelando anche meglio del previsto" descrisse molto francamente Mika, quella loro avventura.

"Sarai osannato da ragazze e ragazzi di tutto il mondo immagino..." continuò l'uomo.

Mika arrossì. I complimenti avevano sempre quell'effetto su di lui, e probabilmente ce lo avrebbero avuto anche in futuro. "Beh, ho tante persone che apprezzano quello che faccio. E' bello vedere un riscontro simile quando si ha lottato tanto per ottenere quello che si ha." Dichiarò con una punta di orgoglio nella voce ma sempre umilmente.

"Qualche sfizio da grande popstar te lo sei già tolto?" continuò la sua opera indagatrice, a Andy era chiaro quale fosse il suo intento, metterlo alle strette e capire come reagiva.

Mika ci penso qualche secondo e poi rispose "La cosa di cui vado più fiero, che ho potuto realizzare con ciò che sto guadagnando da tutto questo, è il monolocale nel seminterrato dei miei genitori, che sono riuscito a ristrutturare." fece una paura torturandosi le mani sotto il tavolo.

"Non mi importa se è un piccolissimo appartamento quasi senza finestre. Quello che mi importa è quello che ci sta dentro e quello che rappresenta per me e per noi." finì voltandosi verso Andy il quale sorrise fiero di lui, stringendogli una mano nascosta sotto la tovaglia.

Alexis osservò attentamente gli occhi ambrati del ragazzo di suo figlio e vi lesse orgoglio, sincerità e amore. Non poté reprimere un sorriso fiero e sincero.

"Quanto tempo vi fermerete prima di tornare al lavoro?" chiese poi Eleni.

"Una decina di giorni" rispose Andy pensandoci brevemente, "anche se lavorativamente parlando, lui domani è già in pista di nuovo." concluse.
"Davvero?" chiese Amanda curiosa.

"Sì ho uno show a cui devo andare." minimizzò Mika.

"Sì niente di importante..." ironizzò Andy. "Solo lo show dove premiano i migliori artisti di tutta la nazione, a cui partecipano popstar tra le più importanti al mondo tra cui lui ha delle nomination." spiegò con fare fiero alla sua famiglia.

"Show che potrete vedere in tv, che lui aprirà pure con un'artista di grande spessore, cantando nonostante abbia messo piede fuori dal letto oggi dopo tre giorni e non faccia altro che tossire da 5 giorni a questa parte..."

Andy era un fiume in piena. A ogni parola che pronunciava, Mika diventava sempre più rosso in viso. Era evidente che tutta quella attenzione e importanza palesata in quel modo lo mettessero a disagio, ma Andy era determinato a far capire alla sua famiglia, soprattutto a suo padre che tanto dubitava, che nonostante stesse con una delle persone più umili che conosceva, quello che faceva Mika non era cosa da tutti e che lo faceva per di più con una dedizione invidiabile.

Era chiaro che quel ragazzo fosse per lui grande fonte di ispirazione, era cristallino che in lui non ci vedeva solo un bel ragazzo la cui fama in ascesa lo aveva reso una popstar acclamata in mezzo globo, ma che lo amasse alla follia e lo portasse in palmo di mano, come con nessuno aveva fatto mai.

Era conscio che qualunque cosa sarebbe successa alla loro storia in futuro, quella forza e quel coraggio che gli aveva donato, sarebbero rimasti doni preziosi per tutta la sua vita.

Quasi a ribadire il concetto espresso dal biondo, tossì per alcuni attimi prima di riuscire a prendere la parola. "Oggi è in vena di complimenti" scherzò cercando di stemperare quel clima di idolatria che si era creato, e facendo ridere la famiglia.

"Siete spassosissimi insieme, quando parlate l'un dell'altro in terza persona poi ancor meglio!" si lasciò andare Eleni, esprimendo il suo pensiero ridacchiando.
Si stava creando un clima piacevole e rilassato.

"Tornando al discorso casa di poco fa" riprese la parola Mika "siete invitati da noi una sera di queste, quando volete. Sarebbe un piacere cucinare per voi." si offrì il riccio invitando ufficialmente tutti quanti.

A Andy andò quasi di traverso un pezzo di patata udendo quelle parole, e finì quasi per strozzarsi quando sentì il padre rispondere affermativamente con un "Mi dicono che sei un cuoco provetto di cucina libanese, mi piacerebbe molto provarla." Mika sorrise annuendo contento.

L'attenzione si spostò però su Andy che tossiva convulsivamente, mentre Alexis picchiettava una mano sulla sua schiena nel tentativo di migliorare la situazione.
Da come il pasto si era andato evolvendo, a Andy era chiaro che suo padre avesse apprezzato le risposte di Mika alle sue domande al limite dell'interrogatorio, ma quello scambio di battute l'aveva sorpreso immensamente.

"Tutto apposto?" chiese la madre al figlio che rosso in viso per ciò che era appena successo beveva grossi sorsi d'acqua.

Il biondo alzò i pollici in su in segno affermativo, finendo il liquido nel bicchiere.
Dopo un'altra mezz'oretta, Eleni annunciò come il lavoro chiamasse e dovesse lasciare l'allegra combriccola, tutti insieme si alzarono da tavola e mentre Mika scambiava le ultime parole con la cognata, Andy aiutò i genitori a sparecchiare.

"Mi sono ricreduto su Mika." furono le prime parole che suo padre disse quando il figlio entrò in cucina.

Andy lo osservò affettuosamente con un enorme sorriso.

"Nonostante il successo che sta avendo è incredibilmente educato, modesto e umile e nei suoi occhi ci leggi a chiare lettere una semplicità e una bontà d'animo rare." Il figlio rimase immobile per un attimo incredulo.

Aveva capito che Mika gli avesse fatto una buona impressione ma sentirlo esplicitamente dalla sua bocca era alquanto surreale. In un impeto lo abbracciò quasi commosso da quelle parole.

"Ha ragione Eleni. State benissimo insieme." intervenne la madre aggiungendosi all'abbraccio. Amanda aveva letto in tutti gli sguardi che si erano rubati a tavola, quanto amore ci fosse tra loro.

Andy a quel punto non ce la fece a trattenere una lacrima di gioia stretto tra le braccia dei suoi genitori.

Nemmeno nelle sue speranze più remote avrebbe mai creduto che in un paio d'ore sarebbe potuto succedere tutto questo.

Sentì nella stanza adiacente Mika salutare Eleni e decise quindi di sciogliere l'abbraccio.

Lasciò che i genitori finissero di sistemare e poi insieme al riccio, salutarono.

"Allora vi aspetto da noi." disse in ultima battuta il libanese.

"Con piacere!" ribadirono i coniugi.

"A presto." si salutarono definitivamente prendendo poi la via della porta.

Quando furono in strada, Andy svoltò nel piccolo parchetto deserto a fianco a casa iniziando a correre urlando di gioia.

Mika lo seguiva strattonato per un braccio dalla sua foga. Ad un certo punto svoltò bruscamente, si buttò a terra nell'erba umidiccia trascinandolo con sé e abbracciandolo, rotolando insieme a lui per due o tre volte, come era solito fare da bambino quando la contentezza superava l'immaginabile.

Si fermò ridendo portandosi sopra Mika, sempre mantenendo l'abbraccio saldo attorno al suo corpo e baciandolo con foga.

Il moro ancora frastornato da quella mossa improvvisa lo guardava e sorrideva di rimando all'espressione di pura gioia dipinta sul viso del suo ragazzo.

"Sei la cosa più bella che la vita mi abbia regalato!" gli sussurrò Andy con le mani avvolte attorno al suo viso.

Gli occhi di Mika brillarono di amore sentendo quella frase. Lo baciò lentamente cullandosi nei tiepidi raggi del sole.

Stettero in quella posizione, con Mika sdraiato sull'erba e Andy sopra di lui, per una decina di minuti buoni fino a quando il riccio tossicchiò un paio di volte rabbrividendo appena.

A quel punto Andy sgranò gli occhi e si alzò di scatto facendolo alzare a sua volta. Il suolo freddo a contatto con la schiena del ragazzo non era un'idea saggia anche se Mika non aveva detto nulla per non rovinare quel momento.

"Scusa, sono uno scemo." si rammaricò il biondo con una carezza alzandosi e tendendogli la mano, per poi riprendere a camminare verso casa insieme.

Il cielo iniziò a farsi nuvoloso e i raggi del sole a sparire. Andy meteoropatico com'era avrebbe normalmente blaterato qualche frase seccata, ma quel giorno il sorriso non lo abbandonò nemmeno per un secondo, neanche quando poco prima di rientrare in casa, la pioggia fece la sua comparsa.  

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