"Dimmi che hai paura e non vuoi, ma non accampare scuse!" quasi si infervorò Mika a quel punto. "Se tu non vieni, ci vado da solo!" terminò poi con fare sicuro e uno sguardo che non ammetteva repliche.
Andy si trattenne dall'urlargli contro quello che stava pensando e chiudendo il pc si alzò dal tavolo con un "Ne riparliamo!" uscendo poi di casa.
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Il 18 agosto. La data che Andy aveva tanto sperato non sarebbe mai arrivata quell'anno.
Sì perché alla fine durante la passeggiata che quel pomeriggio aveva fatto per la città, pensando alla proposta di Mika, aveva cercato di mettersi nei suoi panni e aveva capito che la testa dura del suo ragazzo non avrebbe cambiato idea tanto facilmente e che se non lo avesse accontentato gliel'avrebbe fatta pagare a vita.
Perché Mika era un ragazzo d'oro, ma aveva una vena vendicativa che lui segretamente temeva.
In quel preciso istante non ricordava poi, se la decisione di andare con lui e non lasciare che andasse da solo con l'istruttore e due suoi amici, l'avesse presa per tenerlo d'occhio o solo per evitare di starsene per ore in ansia aspettando sue notizie. Qualunque fosse stata la motivazione, in quell'istante avrebbe tanto voluto tornare indietro e cambiare idea.
Dopo un'estenuante camminata di un'ora, si trovavano in quel momento in cima ad una montagnetta in Francia.
Andy attendeva, vestito con un'attillatissima muta nera, dentro la quale si sentiva bollire, con un'imbracatura dall'aria precaria a cui erano attaccate cordicelle, moschettoni e altri aggeggi di cui non capiva l'utilità, in testa uno scomodissimo caschetto arancione e dentro la testa una paura immensa.
"Ci siamo, CI SIAMOOO" gridò Mika, vestito allo stesso modo con un paio di Converse bianche ai piedi, camminando verso di lui con una leggiadria solo sua e un'enorme sorrisone in viso.
"Ci siamo... sì..." riconobbe Andy, mal celando il terrore che lo pervadeva.
"Dai, sarà divertente!" cercò di infondere in lui la sua stessa traboccante felicità.
L'istruttore spiegò alla piccola comitiva di 4 ragazzi le regole basilari da seguire, come funzionassero i moschettoni di cui erano dotati, e come si sarebbe svolta la giornata.
Andy cercò di non pensare a quello che gli sarebbe toccato fare e quando la comitiva mise piede nelle acque fredde del torrente, chiuse gli occhi con un enorme sospiro ripetendosi in continuazione: "Lo stai facendo per Mika!"
Le prime calate che dovettero affrontare furono corte, l'istruttore ci sapeva fare e infondeva una certa fiducia anche a lui.
"La corda nel discensore la faccio passare per questo buco giusto?" chiese Mika all'istruttore armeggiando con tutto l'armamentario con cui sembrava avere molta confidenza.
"Esattamente!" annuì il signore francese, lasciandolo fare e controllando alla fine che tutto andasse come doveva. Quando la corda fissata all'attacco nella roccia fu sistemata ai moschettoni della sua imbracatura, Mika con un "Vamossss" la fece scorrere velocemente scendendo la piccola cascata con fare sicuro.
Andy puntò la telecamerina fissata sul casco, su di lui inquadrando la discesa, attento a non sbilanciarsi.
Sì perché (quello stronzo di) Mika per aumentare la sua convinzione a seguirlo, qualche giorno prima gli aveva regalato una GoPro: una piccola videocamera resistente agli urti e all'acqua, usata per quegli sport, dicendogli: "Sai che figata di riprese ci fai con questa??"
Sperava vivamente avesse ragione, perchè non poter vedere ciò che veniva inquadrato, non gli piaceva affatto.
Il suo turno di scendere arrivò più presto di quanto avesse voluto.
"Stai tranquillo" gli disse la guida notando la paura nei suoi occhi. "Ti faccio scendere io" gli disse poi con un sorriso, pensando lui a legare la corda al suo imbrago e a procedere con la discesa, maneggiando la corda con lentezza affinché il greco potesse prendere confidenza con l'ambiente e la situazione nuova.
Essere sospeso con un imbrago a sostenerlo ed una corda fissata a dei pezzi di ferro lo faceva sentire decisamente poco a suo agio.
Fortunatamente tutto ciò che dovette fare fu appoggiare i piedi alla roccia e camminare all'indietro, imponendosi di non abbassare lo sguardo verso il basso.
Quanto toccò terra, trovò Mika che lo guardava con aria fiera. "Vedi, non è così difficile..." gli disse euforico aiutandolo a districare la corda dal moschettone e urlando poi "Libera" all'istruttore, facendogli così capire di recuperare la corda per far scendere gli altri ragazzi.
Nell'attesa degli altri due, Mika sfilò la piccola videocamera dal caschetto di Andy e la puntò verso il greco. "Sorridiiiiii" gli trillò facendo poi un giro veloce dei dintorni.
"Così verrà mosso" lo rimproverò il professionale cameraman, che anche in quella situazione non poteva dimenticare il suo perfezionismo da riprese.
"Frega niente!" gli disse con entusiasmo, portandosi accanto a lui e facendo entrare entrambi nell'inquadratura. Sorrise con aria ebete e poi prendendo il viso di Andy con la mano libera, lo fece voltare e gli lasciò un bacio a stampo sulle labbra.
Dopo altri minuti di riprese random da parte del riccio, gli altri due ragazzi misero piede accanto a loro e la discesa poté ricominciare.
Affrontarono un paio di cascate scendendo con la corda e poi arrivarono ad un punto in cui al di sotto delle rocce si apriva una pozza di acqua cristallina.
"Da qui si può saltare." li informò la guida. "Chi vuole lo può fare, chi non se la sente, scende come abbiamo fatto finora con la corda."
Era un salto di poco più di tre metri, nulla di pericoloso o complicato. Mika non stava più nella pelle, non vedeva l'ora di lanciarsi.
"Posso tuffarmi subito??" chiese osservando impazientemente la guida. L'uomo gli spiegò la posizione da tenere entrando in contatto con l'acqua e poi gli diede il via.
Mika non ci pensò due volte, prima ancora che Andy riuscisse a rendersene conto, era già saltato dalla rocce e con un urletto era finito in acqua, riemergendo subito dopo con un "Wooowww" soddisfatto.
Il biondo scosse la testa, attese che il secondo ragazzo si lanciasse e poi scese in cordata con l'altro compagno di avventure.
Quasi una mezz'oretta più tardi, Andy aveva ormai capito come le corde fossero sicure e come non fosse poi così spaventoso lasciarsi calare in quello che finalmente aveva iniziato a percepire come un bellissimo posto, il cui panorama assolutamente incontaminato, brillava di mille colori, tra le acque limpide delle cascate, le rocce brune e le piscine naturali di un verde intenso da sembrare quasi surreale.
"Eccoci qui. Questo è un toboga." spiegò l'istruttore mostrando ai ragazzi una discesa che l'acqua del torrente aveva scavato, formando un piccolo scivolo naturale arrotondato e molto poco tortuoso.
"Potete anche farlo in coppia questo, se volete. Non servono corde" a Mika immediatamente brillarono gli occhi e si voltò verso Andy.
"Lui viene con me!" trillò subito, prendendolo per un braccio. Il greco sbarrò le iridi azzurre. Ormai aveva preso confidenza a scendere guidato dall'istruttore, con Mika però aveva decisamente paura.
Non riuscì a protestare, in un batter d'occhio si trovarono all'imbocco di quella cascatella a scivolo.
Andy davanti e Mika dietro. Il riccio rubò la GoPro dal casco di Andy e la fissò al suo così da riprendere entrambi. "Pronti, Partenza..." il libanese al secondo grido si diede una forte spinta, prendendo alla sprovvista il più giovane che si produsse in un urlo acuto che terminò quando entrambi finirono in acqua.
Quando riemersero, la prima cosa che Andy sentì fu la risata giocosa di Mika. "Figo figooooo" urlò sguazzando nelle acque fredde del torrente, rese tiepide dalla pesante muta nera.
I due compagni di avventura e l'istruttore, ancora una volta erano rimasti sopra, così Mika afferrò il biondo per le spalle e una volta sott'acqua lo baciò intensamente, abbracciandolo.
Andy sorrise. Non lo vedeva così contento da tempo. Nemmeno il Parc des Princes lo aveva fatto ridere così tanto e con così tanta gioia.
"Allora... Com'è festeggiare così il tuo primo quarto di secolo?" chiese Andy giocosamente, riappropriandosi della telecamera e puntandola su di lui. Mika lo afferrò e lo fece cadere in acqua con lui, di nuovo.
"Il miglior compleanno di sempreeeee" gridò poi sempre senza mai smettere di ridere.
Le ore passarono in fretta, erano ormai giunti a poco dalla fine del torrente. C'erano stati diversi salti, numerosissime calate tra le cascate e alcuni altri toboga.
Addirittura Andy si era lasciato convincere in più di un'occasione a prendere parte ai tuffi meno pericolosi e più bassi. Infondo a lui tuffarsi era sempre piaciuto, e stava anche iniziando ad apprezzare a pieno quell'esperienza.
"Qui ci sono due possibilità." disse la guida mostrandogli ciò che si apriva davanti a loro.
Alla loro destra c'era un bellissimo toboga che Andy già stava figurando di scendere a tutta velocità, oltre a quello non vedeva altre alternative.
"C'è quel toboga." Indicò esattamente nel punto in cui Andy aveva visto.
"E ci sono 3 salti." disse indicando alla sua sinistra. Andy puntò gli occhi seguendo la sua mano e vide uno sperone di roccia.
"Quello" disse indicando il punto che il greco stava guardando proprio in quell'istante "è un 6 metri".
Mika sorrise e Andy pure, quasi quasi lo avrebbe fatto anche lui.
"Quello" continuò la guida alzando l'indice più in alto su una roccia più interna raggiungibile da un sentiero che invece di scendere come per tutto il percorso avevano fatto, saliva più su,. "è un 12 metri".
Andy sbarrò gli occhi e li puntò poi su Mika che stava sorridendo ancora più entusiasticamente di prima, quello no, lui non l'avrebbe decisamente tentato, pensò.
"e poi c'è l'ultimo" finì indicando ancora più in alto: "quello è un 15 metri."
Andy alzò gli occhi e perse un battito quando vide l'espressione del suo ragazzo. Si stava mordendo il labbro inferiore, segno di indecisione e paura, ma allo stesso tempo, i suoi occhi brillavano intensamente di coraggio e adrenalina.
"Scelta vostra." disse l'uomo "Sappiate solo che il 12 e il 15 metri vanno fatti con attenzione, altrimenti il rischio di farsi seriamente male è molto alto." spiegò lasciando libera scelta ai 4.
Andy aveva deciso che avrebbe tentato il 6 metri. Non c'erano rocce a cui prestare attenzione al di sotto, sembrava semplice. Uno dei due ragazzi optò per lo scivolo e l'altro sentenziò. "Io scelgo il 12".
Mika se ne stava fermo mordicchiandosi un unghia, osservando con sguardo rapito e incerto, l'ultima roccia più in alto.
Nella sua testa si affollarono alcuni dubbi. "Posso salire a vedere quello?" chiese all'istruttore il quale gli rispose che poteva salire e in caso non fosse convinto, sarebbe potuto scendere senza problemi dal sentiero. Mika si incamminò e Andy lo seguì col cuore in gola.
"Hey hey. Non ci stai pensando sul serio vero??" chiese il greco tirandolo per un braccio mentre camminavano.
"Non sono sicuro, devo vedere da sopra" disse il moro continuando a marciare verso la roccia.
Andy sospirò. Se non era sicuro aveva ancora una chance di convincerlo.
Arrivarono in cima e guardarono entrambi giù, attenti a non sporgersi troppo.
Mika puntò gli occhi alla pozza che da là sopra sembrava decisamente piccola, mentre Andy dopo un fugace sguardo al di sotto, distolse l'attenzione impaurito, scrutando attentamente le espressioni del suo ragazzo per capire i suoi pensieri.
Di nuovo era fermo con un unghia tra i denti e lo sguardo assorto.
Il cuore di Mika batteva all'impazzata. Aveva paura, decisamente. Fino a quel momento aveva affrontato tutto il percorso senza il minimo problema, ma ora, per la prima volta, si trovava indeciso.
Quel velo di inquietudine fu percepito da Andy che mettendogli una mano sulla spalla cercò di farlo desistere.
"Non farlo se non te la senti. Non rischiare." gli sussurrò sperando ardentemente lo assecondasse.
Ma Mika continuò a pensare incessantemente. Lui amava il rischio. Amava tuffarsi nell'ignoto e vedere cosa avrebbe potuto portargli, lui aveva bisogno di quell'iniezione di adrenalina di tanto in tanto, era quasi un bisogno fisico oltre che mentale.
Poteva farcela? Si chiese.
Avrebbe tanto voluto guardare alla sua destra e cercare negli occhi azzurri che tanto lo avevano aiutato in passato, quella piccola quantità di coraggio mancante, ma sapeva che se lo avesse fatto, avrebbe letto la paura nello sguardo del suo compagno e avrebbe finito per desistere definitivamente.
"Mika guardami." gli disse proprio in quell'istante Andy come ad avergli letto nel pensiero.
Il riccio scosse la testa, mantenendo lo sguardo puntato in basso sulle acque smeraldine, 15 metri più sotto.
Non doveva guardarlo.
"Mika." lo chiamò di nuovo. Il libanese scosse la testa più forte e pensò che se non lo avesse fatto si sarebbe dato del codardo a vita. Lui lo poteva e lo doveva fare!
Prese un respiro profondo e incatenò gli occhi a quelli del ragazzo a fianco. Andy perse un battito per la seconda volta in poco più di 5 minuti. Quella sicurezza che leggeva nelle iridi dorate non gli piaceva per niente.
"Lo faccio" gli disse sicuro.
Andy chiuse gli occhi per un breve attimo assimilando l'informazione.
Era stato troppo speranzoso.
"Io scelgo questo." gridò quindi Mika alla guida.
L'uomo si prese un attimo per ricordargli la posizione da assumere prima di atterrare in acqua ed accertarsi che avesse capito. Se avesse sbagliato si sarebbe potuto fare seriamente del male. Poi gli disse di andare quando avesse voluto.
Mika a quel punto sorrise confidente.
"Andy vai" gli disse però prima.
Il biondo lo squadrò. "Cosa?" chiese senza capire.
"Vai, scendi." gli disse di nuovo. Non lo voleva lì per una serie di motivi tra cui il più grande era che non voleva che notasse la paura che in realtà ancora lo pervadeva.
"Voglio che filmi il tuffo da sotto, sai che figata." disse quindi puntando sul lato creativo del suo ragazzo, senza però incrociarne lo sguardo.
Andy decise di ascoltarlo. Di certo non si sarebbe messo a discutere con lui su uno sperone di roccia.
Scese e si tuffò dal 6 metri, nuotando accanto alla pozza e puntando la testa, così anche la GoPro, verso l'alto. Visto da quella prospettiva quel salto faceva dannatamente paura.
Mika dal canto suo chiuse gli occhi con il cuore a mille. Doveva farlo. Ormai era deciso.
La paura tornò a farsi spazio dentro di lui ma prima che potesse bloccarlo e impedirgli di fare ciò che in realtà voleva, fece un passo indietro e con una piccola rincorsa e il cuore in gola staccò il piede sinistro dalla roccia chiara e si gettò nel vuoto.

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Two of a kind
FanfictionLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...