"Scusa, ho molto lavoro in queste giorni. La mia testa è piena" limitò a concedergli in confessione, ammettendo una gran parte di verità, "Penso che vado a casa adeso" annunciò ricevendo uno sguardo velatamente deluso dal suo insegnante, di cui però non si curò troppo, eccessivamente rapito dal suo io artistico per empatizzare con lui.
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Dire che si sentisse frastornato era un eufemismo. Finite le assegnazioni del venerdì alle sue ragazze di XFactor, si era fiondato in aeroporto, riuscendo per un pelo a imbarcarsi sul volo AirFrance diretto nella capitale. Lì, non aveva fatto nemmeno in tempo a sistemare le valigie nella suite d'hotel non distante da Montmartre, che il produttore di The Voice aveva già richiesto la sua presenza agli studi di Saint Denis.
In quattro e quattr'otto si era quindi ritrovato a vagare per i corridoi di TF1, mentre con tutto il cuore sperava il suo cervello riuscisse a disconnettersi dall'italiano e connettere nella sua lingua d'infanzia quanto prima.
"Vieni, i tuoi colleghi ti aspettano" trillò il produttore, evidentemente su di giri all'idea di presentare finalmente agli altri giudici, il ragazzo libanese che così a lungo aveva insistito per avere nel suo programma.
Quattro figure sorridenti si voltarono quando la porta della sala riunioni si spalancò e Mika ricambio l'espressione gentile, lievemente impacciato e intimidito. Non contavano gli anni di successo, né tantomeno quelli segnati dalla sua carta d'identità, la goffaggine interiore che si sentiva crescere all'idea di incontrare gente sconosciuta, non l'avrebbe forse persa mai.
Fortunatamente per lui però non tutti i nuovi compagni avevano i suoi stessi problemi relazionali.
"Finalmente abbiamo il piacere di conoscerti!" l'accento canadese decisamente pronunciato di Garou lo fece sorridere spontaneamente e lo portò a sciogliersi in meno di mezzo minuto. Florent Pagny e Jenifer si presentarono a loro volta, facendo della loro cordialità un'arma potente che mise a suo agio il giovanotto nel giro di pochi istanti.
"E lui è Nikos, il nostro conduttore franco-greco" fece le presentazioni Garou, chiamando a raccolta l'amico, impegnato con una macchina fotografica vintage a ritrarre il nuovo incontro.
Mika accolse l'ultimo collega, squadrandolo forse un po' troppo intensamente, esimendosi dal chiedere se le discendenze greche e la propensione verso la fotografia fossero in qualche modo correlate tra loro. Il confronto con Andy decisamente lampante.
"Mi fa piacere conoscervi" si animò sciogliendosi definitivamente e lasciando che il suo francese fluente gli rendesse tutto molto più semplice di quanto non fosse in Italia, con una lingua che per forza di cose si trovava a dover ragionare per costruire.
Dopo un veloce brindisi di benvenuto, i colleghi lo portarono festanti a conoscere la sua sedia rossa girevole, su cui per la prima volta svettavano le lettere del suo nome.
Mika prese posto con la stessa verve di un bambino davanti al giocattolo tanto atteso e con convinzione premette in pulsante rosso, aspettandosi di vederla girare, restando interdetto quando nulla accadde, scoppiando in una ristata fanciullesca quando comprese lo scherzo di cui era appena stato vittima.
Era in quel posto da nemmeno un'ora e già si sentiva molto più sciolto che dopo settimane nel talent italiano. Nonostante Garou, Florent e Jenifer fossero tre importanti nomi della musica francese e non, l'atmosfera che si respirava in quello studio televisivo, gli sembrava decisamente più simile a un gruppetto di amici in uscita libera che a 4 colleghi in procinto di iniziare le registrazioni solo il giorno seguente.
YFlorent gli si avvicinò una volta conclusa la sua analisi attenta di ogni angolo del palco, della sedia e dello studio, andando a stabilire per lui i piani della serata, con un invito cordiale a cui non poteva rifiutare. "Stasera sei invitato da noi a cena, non accettiamo un no come risposta!" a cui si aggiunse il sorriso già affettuoso degli altri.
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Two of a kind
FanfictionLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...