Good life

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Andy sospirò dolcemente a quelle parole. Dovette ammettere a sé stesso che il compagno aveva gestito la cosa in modo scaltro e geniale, tale da non lasciargli adito a scontri o lamentele.

Con null'altro da fare se non ringraziarlo infinitamente si sporse a lasciargli uno dei suoi baci più sentiti, per poi ricevere l'invito giocoso ad aprire il resto dei pacchi.

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Che Mika non fosse in grado di starsene tranquillo per troppi giorni senza lavorare, Andy lo sapeva bene, soprattutto se era fermo in una delle sue case sparse per l'Europa, ma in quegli ultimi due giorni a Londra, sembrava davvero che fosse diventato una trottola impazzita.

Si alzava presto al mattino, gironzolava per casa parlando al telefono con mezzo mondo, poi spariva in studio di registrazione, tornava, si rimetteva al piano, cucinava sempre parlando al telefono con produttori, tecnici e collaboratori e pareva davvero non riuscire a restare nello stesso metro quadrato per più di mezz'ora.

Negli ultimi 10 minuti però il ricciolino aveva toccato una soglia di irrequietezza euforica fuori da ogni precedente. Parlava concitatamente in francese, alternando lunghi momenti di pausa a frasi lunghe e infinite.

Andy dal tavolo della sala da pranzo, adibito temporaneamente a studio per sfruttare il fresco naturale del piano interrato a dispetto dello studio al secondo piano, lo guardava curioso, buttando un occhio al rendering del suo video di tanto in tanto.

Quando dopo un quarto d'ora circa di chiamata, il libanese riagganciò, Andy non fece in tempo a chiedere spiegazioni che se lo ritrovò al pc a battere concitatamente sui tasti.

"CAZZO!" ringhiò al computer, il quale dopo interminabili avvisi di batteria in esaurimento, aveva deciso di morire proprio in quel preciso istante.

Senza battere ciglio si impossessò del pc del compagno, che però glielo sfilò dalle mani in tempo zero.

"Hey hey! Giù le mani, sto renderizzando un video!" lo ammonì riportandolo sul tavolo da dove era appena stato tolto. Mika sapeva benissimo che in certe fasi di elaborazione e editing dei suoi lavori, il pc di Andy era off-limits, e quella fase era una delle principali.

"Uffaaaaa! Mi hanno appena chiamato da Montreal, devo andare tra tre giorni, devo riuscire a trovare un volo per dopodomani assolutamente, siamo in alta stagione turistica, ce ne sono pochissimi rimasti, mi DEVI prestare il pc o sono fottuto!" cercò di convincerlo, mettendolo al corrente della richiesta dell'orchestra sinfonica, che lo voleva in Canada per le prove, anticipate per ragioni a lui sconosciute.

"In quel caso, non devi fare altro che salire due piani di scale, anzi tre, perché scommetto che ce l'hai in studio, e recuperare quella cosina chiamata trasformatore che il tuo pc ti stava chiedendo da mezz'ora buona, senza che tu lo degnassi di attenzione." Gli fece segno verso la porta con un sorrisino beffardo in volto.

"Gne gne gneeee! Prestami il tuo!!" richiese allungandosi verso la spina multipresa dove il suo caricatore era collegato.

"Mika... prova staccalo e giuro che ti butto fuori e ti chiudo in giardino al sole cocente!" lo minacciò con sguardo tagliente onde evitare che il compagno scollegasse il suo pc dalla corrente sotto cui lo aveva collegato da poco meno di 10 minuti, e finisse col spegnerlo.
Il libanese sbuffò sonoramente e con un teatrale "Uffaaaaaa!!" si diresse a passo svelto verso le scale.

Andy si godette quel singolare momento di tranquillità, lanciando a Melachi uno sguardo complice e tornando al suo progetto.

Nella pace ritrovata, continuò il suo lavoro fino a terminarlo. Si stiracchiò inspirando a fondo e nel farlo notò il pc dell'iperattivo compagno ancora al tavolo, e si rese conto di come fosse sparito ai piani superiori alla ricerca del suo caricatore, ormai da un'ora. Ridacchiò pensando al livello di scansafatichaggine di Mika, che pur di non scendere le scale, stava sicuramente utilizzando il tablet sul divano del salotto.

Sentendo lo stomaco brontolare, decise di salire di sopra e preparare qualcosa per merenda per entrambi.

Come si aspettava, trovò il riccio esattamente dove se lo sarebbe aspettato, sul divano beige, tablet in mano.

"Scansafatiche! Pur di non salire le scale a prendere il caricatore per il pc, e poi riscendere di sotto, hai pensato bene di fregarmi il tablet e lasciarmi in sala da pranzo tutto solo." Lo sfotté lanciandoli un cuscino.

Mika, aria concentrata e introspetta lo zittì con un frettoloso "Shhhhhhhh!", rilanciandogli il cuscino, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.

"Mamma mia, due ore ti ci vogliono per prenotare un volo per il Canada...?? Manco dovessi circumnavigare il globo 4 volte!" ridacchiò il giovanotto facendo tappa verso la cucina.

"Volo...?" Sussurrò Mika tra sé e sé poi sgranò gli occhi e cacciò un urlo "CAZZOOOOOOOOOO!"

"Mikaaaaaaaa, la smetti con la parolacce oggi?!" lo redarguì Andy che sopportava il suo linguaggio colorito solo fino ad un certo punto.

"DEVO PRENOTARE IL VOOOLOOOOO!!!!" lo sentì sbraitare dal salotto e non poté esimersi dal tornare da dove era appena venuto e cercare di capire cosa stesse succedendo.

"Ma se avevi tutte le frette del mondo un'ora e mezza fa...?" Chiese all'ombra del compagno, sparito su per le scale a recuperare qualcosa. Con un sospiro si armò di pazienza e si sedette sul divano, yogurt alla mano, recuperando il tablet su cui era aperto un file di testo, dal tavolino da tè.

Non era solito spulciare nei documenti del suo ragazzo, non che lui glielo negasse mai, ma non gli piaceva. Quella volta però, il documento aperto su cui stava lavorando, che era il motivo per il quale apparentemente si era dimenticato un dettaglio importante come prenotare un volo di cui gli restavano poche alternative, e il titolo in alto alla pagina lo incuriosirono a tal punto da portarlo a leggere.

Viene da me, vuole affogare i suoi dispiaceri, c'è un divano a due posti e una bottiglia di whisky

E' distrutto e in lacrime con il peso del mondo sulle sue spalle.

Oh mio Dio, Sam che ti è successo?
Dice solo che sua moglie lo ha lasciato ed è andata con sua figlia di due anni a vivere ad Acapulco con un qualche idiota che ha incontrato solo un paio di mesi fa.

Sai... vorrei poterti dire che se fosse per me, io per te sarei una buona moglie
Non dubiterei mai di te e la nostra sarebbe una bella vita.
Potremmo essere migliori di tanti altri, non ti stresserei mai per ciò che devi portare a casa.

Ma per tutte queste cose, dovrò attendere un'altra vita.
Sarebbe stato perfetto se solo Dio avesse voluto.
Ma non lo saprai mai e diventeremo vecchi.
Ora non parliamone più, appoggia la testa sulla mia spalla.

Non lo saprai mai, non lo saprai mai, non conoscerai come può essere bella la vita.

Qualcuno una volta mi ha detto che in questo mondo c'è chi osserva e c'è chi fa
Io credo di essere un osservatore, non per scelta, sono fatto così
Siamo solo due buoni amici, non è una situazione rischiosa

Appoggia la tua testa sulla mia spalla
Sono così stanco, forse non lo noti
Ora che la vita è un po' più fredda, potrei semplicemente amarti
Anche se non lo saprai mai, il mio affetto per te non se ne andrà mai come la luce del sole
Buon vecchio amico mio, nel bene e nel male.

Ma per tutte queste cose, dovrò attendere un'altra vita
Sarebbe stato perfetto se solo Dio avesse voluto
Ma non lo saprai mai e diventeremo vecchi.
Ora non parliamone appoggia la testa sulla mia spalla.

Non lo saprai mai, non lo saprai mai come può essere bella la vita.

Andy restò per un lungo istante ad osservare il testo, pareva quasi una lettera, una confessione accorata, con ogni probabilità taciuta la sera in cui era nata. Si stupì della nitidezza di dettagli descritta in quelle righe. Leggendo riusciva a figurarsi davanti agli occhi l'immagine perfetta della serata in cui Sam si era presentato alla loro porta e dell'espressione del loro amico distrutto, in lacrime con il peso del mondo sulle sue spalle. Sapeva che Mika aveva ricevuto la proposta per scrivere un libro da una casa editrice italiana e si chiese se quelle righe non ne potessero già fare parte. Ad un primo sguardo sembrava una via di mezzo tra una canzone e un testo narrato.

Al di là della riflessione stilistica, rilesse più attentamente il tutto soffermandosi sul significato di ciò che aveva appena scritto.

Nella descrizione iniziale della storia raccontata da Sam, vi lesse comprensione, intima empatia, dispiacere, tenerezza per quel che era capitato all'amico d'infanzia. Poi proseguendo e voltando lo sguardo verso le parole che Mika pareva rivolgergli, si accorse della singolarità del pensiero che aveva descritto.

Nell'immedesimarsi nel suo dolore, Mika si poneva come alternativa a quell'amore naufragato in quella maniera subdola e egoista, figurandoglisi accanto come brava moglie, brava metà, empatica, dolce, tenera e affettuosa. Implicitamente pareva chiedersi come sarebbe andata se la natura, Dio, non si fosse messo in mezzo. Se lui fosse nato donna o se l'amico si fosse scoperto gay come lo era lui. Se la sorte li avesse resi compatibili alla nascita di un amore reciproco.

Avrebbe voluto dirgli che in lui, Sam, non c'era nulla di sbagliato e che se lui, Mika, avesse avuto la fortuna di essere la sua metà, le cose sarebbero certamente andate in maniera diversa, lui l'avrebbe supportato, amato e capito. Pareva scusarsi per non avergli potuto mostrare la felicità di un amore condiviso e duraturo, pareva scusarsi, quasi fosse lui la causa di tutto quel dolore.

Pareva volerlo consolare, spronare ad andare avanti, facendogli notare la bellezza che nonostante tutto aveva in sé.

Era uno sfogo interiore che, da quanto poteva intuire, Mika era stato ad un passo dall'esternare all'amico, ma che aveva taciuto per paura di sembrare inopportuno, limitandosi ad essere per Sam, la spalla sui cui piangere in silenzio.

Quell'insieme di pensieri messi nero su bianco in un momento di ispirazione, Andy li reputò inconsueti per il resto del mondo, ma non per lui, non per Mika.

Lui lo conosceva bene abbastanza da capire quasi ogni frase di quel breve testo. Perché Mika era esattamente così, quella moglie premurosa ma dolce, che sapeva donare protezione e appoggio incoraggiando però libertà e indipendenza, che sapeva quando esserci e quando farsi da parte, che seppur stanco da lavoro e viaggi sfiancanti, non si tirava mai indietro in caso di bisogno. Mai.

Sospirò sorridendo pensando al suo livello di fortuna ad averlo come compagno da tanti anni e rise quando lo sentì imprecare mentre scendeva le scale passaporto americano alla mano.
"All'ispirirazion non si comanda eh..." Lo sbeffeggiò affettuosamente tirandolo a sé sul divano.

Si lasciò cadere in braccio al compagno senza protestare, procedendo però a insultarsi "Sono un coglione! Ma proprio tanto eh!". Poi notò il tablet con il file aperto in mano a Andy e si sentì gelare.

"Ehm... Andy.... Non è come sembra......." si premurò di giustificare quanto sicuramente letto dal biondo.

Quest'ultimo lo guardò dolcemente stranito e volle sondare il terreno "Come sembra?" chiese fingendosi serio.

Mika sospirò nervoso "Sembra che io stia dicendo che voglio stare con Sam, ma NON E' COSI'!!" rispose velocemente agitando le mani per enfatizzare la cosa.

Andy lo lasciò continuare senza nessun cenno.

"Voglio solo dire che vorrei che tutto questo non gli fosse mai successo e che se fossi stato i..." continuò con la stessa velocità di discorso che tradiva tutta la sua irrequietezza, ma Andy lo interruppe "se fossi stato tu al posto di sua moglie, non avresti mai permesso che nulla del genere succedesse, saresti stato un buon compagno di vita e gli avresti fatto vivere quella bella vita che con lei non ha potuto avere." Concluse per lui aggiungendo un dolce sorriso finale.

Mika lo osservò stupito e incredulo che Andy avesse saputo cogliere tutto il significato intrinseco, andando al di là di ciò che le parole sembravano mostrare.

"Di cosa ti meravigli? Sei con me da 7 anni, so benissimo che sei esattamente la mogliettina che hai descritto nella canzone" gli disse carezzandogli la guancia barbuta con due dita.

"Oddio... esattamente... diciamo che a lei manca qualcosa che tu hai..." aggiunse quindi sornione abbassando lo sguardo verso le sue gambe, facendo ridere il moro che gli arrivò una gomitata giocosa a suon di "Cretino!"

"Dai! Prenota sto volo, che se lo perdi poi dai la colpa a me dicendoti che ti distraggo!" gli ricordò piazzandogli il tablet tra le mani e alzandosi dal divano per recuperare la merenda.
Ci mise 5 minuti di orologio a finalizzare la prenotazione, una volta fatto abbandonò il tablet sul tavolino e si lasciò andare liberamente sul divano finalmente rilassato.

Andy rientrato dalla cucina, lo trovò esattamente in quella posizione svaccata e ridacchiando gli si avvicinò con sguardo malandrino.

"Siamo rilassati in pausa vedo..." appurò prendendo posto accanto a lui, o per meglio dire sopra di lui, gattonando lentamente attento a non schiacciarlo e a non cadere.

Mika sorrise ritraendo una gamba per agevolargli l'avanzamento e portandosi una mano sotto la testa, si mise platealmente in sua osservazione rispondendogli con un mormorio compiaciuto "Hmhm".

"Hmm... sarebbe un vero peccato sprecare questo fine pomeriggio a far nulla sul divano..." finse di meditare acuendo il sorrisino malizioso senza lasciare mai i suoi occhi caramello.

"Oh sì..." annuì Mika, che già dalle sue prime mosse aveva colto perfettamente cosa gli frullasse in testa "... chi sono io per darti torto..." aggiunse disegnandosi in viso lo stesso sorriso che da alcuni attimi stava osservando a una manciata di centimetri dal suo, per poi prendere d'improvviso l'iniziativa e protendersi in avanti, catturando le guance barbute tra le mani e baciandolo con una tale intensità da lasciarlo senza parole e senza fiato ad occhi chiusi su di lui in pura estasi.

"Allora... devo fare tutto io o cosa...?" lo schernì notando la sua momentanea staticità, di cui comprendeva benissimo la causa, ma cogliendo comunque l'occasione per una presa in giro delle loro.

Andy, capita l'antifona si risvegliò in meno di un secondo e colta la provocazione, non perse tempo "Cos'è...? Mi stai sfidando...?" Chiese afferrandogli con poca grazia il bordo della sua maglia e sfilandogliela prima che avesse il tempo di ribattere.

Mika rise euforico stando al gioco e godendosi la scintilla di competitività che notava chiaramente nei suoi occhi. "Hm... tutto qua...?" Lo attaccò nuovamente. Adorava vederlo rivaleggiare impaziente, sapeva quanto pacato fosse col resto del mondo, quanto solo chi lo conosceva bene sapesse renderlo combattivo. Ed era forse proprio a riprova di ciò che il loro rapporto era basato su un'eterna sfida.

Un lampo di eccitazione abbagliò per un nanosecondo le iridi azzurre. "Adesso vedi!!" pronunciò con voce profonda il greco, prima di rinchiudere le mani tra le sue e impossessarsi del suo collo con foga.

Mika si sentì formicolare lo stomaco di puro piacere e non trattenne una risata delle sue.

Adorava quando prendeva l'iniziativa in quel modo e lo adorava ancora di più quando, nelle giuste occasioni, sapeva lasciar da parte la sua innata delicatezza per far posto a enfasi e passionalità di cui sapevano entrambi di avere bisogno.

Quella conoscenza perfetta che li portava a saper trasformare i loro rituali a seconda della situazione, della circostanza e del reciproco coinvolgimento, in quello come in molti altri aspetti della loro relazione era esattamente la bellezza di cui parlava nel suo testo concluso giusto un quarto d'ora prima.

Non era certo che Andy avesse colto ogni singola sfumatura di quelle parole, e lui non aveva di certo intenzione di interrompere quel sensualissimo gioco appena iniziato per puntualizzare. Una cosa però si sentì di esternare in quel preciso istante, intercettando per un attimo uno dei suoi baci itineranti e portando il viso al cospetto del suo.

"Tu sei esattamente tutto ciò di cui ho bisogno e tutto ciò che voglio..." asserì con un dolce sorriso che mutò in un attimo l'espressione passionale del compagno, in un sorriso innamorato e dolcissimo.

Ci teneva Mika, che Andy avesse quel concetto ben chiaro. Non poteva sopportare l'idea che in quel testo potesse vedere una sua altra volontà che non fosse avere lui al suo fianco, perché la verità era che ciò che aveva appena pronunciato, era esattamente ciò che aveva in testa quando aveva messo nero su bianco il concetto di "good life".

Andy ci mise alcuni secondi, ma poi comprese il senso di quelle parole, esternate in quel preciso istante, e come avesse colto l'importanza e la profondità di quella confessione, gli sorrise grato, carezzandogli il viso e i capelli e lasciandogli un bacio carico di amore e profonda affezione.

Mika accolse quella improvvisa sferzata di delicatezza con gratitudine, godendosela appieno, poi ci tenne a ristabilire l'ordine e punzecchiò Andy quel tanto che bastava per farlo tornare a dove erano rimasti.

"Si maaaaaa... si vede proprio che più di 5 minuti non sai reggere il gioco ehhhh!" lo smaccò con sguardo saputello. L'immediatezza con cui lo sguardo di Andy mutò, lo fece volare in uno stato di pura estasi e le sue mani che presero a vagargli letteralmente ovunque, iniziarono l'inesorabilmente veloce corsa verso il paradiso.

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Buooooooondì!
Ce l'ho fatta! Mi sono ricordata.
Eccovi qui, con due giorni di anticipo, so che le mie ferie vi piacciono!
Funghettopazzerello mi ha fatto notare che ho fatto compiere gli anni due volte in un anno a Andy! E niente... si vede che sono fusa e non ho tempo di rileggere come riuscivo a fare tempo fa. Grazie per la segnalazione e continuate a farmi notare errori se ne vedete, che se riesco vedo di correggerli.

Vi lascio le 5 caramelline!

- "La prossima volta che faccio le prove, vieni anche tu!!" lo invitò senza nemmeno chiedere se avesse di fatto piacere a seguirlo, la risposta la conoscevano già entrambi.-

- "E ora.... sarà meglio che io vada a nanna che domani mattina ho prenotato lo studio!" trillò alzandosi dal divano con uno scatto, tirando a sé anche il compagno che lo squadrò con aria incredula, "Domani MATTINA??" chiese allibito "Ti ricordi che sei tornato dal Canada e che ci sono 4 ore di fuso in meno... sì?" domandò retorico, certo che dopo 8/9 anni di viaggi in giro per il mondo il ragazzo si ricordasse come girassero i fusi.-

- Dopo aver visitato città di ogni grandezza, di ogni continente e latitudine, dopo aver conosciuto stili di vita e tradizioni tra le più diverse, aveva compreso ciò che Egina rappresentava per lui e soprattutto ciò che rappresentava nel mondo multisfaccettato greco, europeo e non solo.-

- Se Mika gli aveva insegnato qualcosa in campo lavorativo era che quando in un progetto nuovo, difficile o pauroso che sembri, ci si mette la componente emotiva e personale, tutto quanto diventa più accessibile, più fattibile, meno complicato. Quando è il cuore al comando, il cervello si lascia guidare senza remore.-

- "Voglio andare al maaaareeeeeeeeeeeee" sbraitò Mika dopo l'ennesima sessione di studio da cui era tornato decisamente provato e accaldato. "Possibile che manca una settimana al mio compleanno e non abbiamo ancora programmato le ferieeeee?! Ufffffffffffff" si lagnò sbuffando e sedendosi tra le margherite del suo praticello casalingo, non distante da Andy che giocava con Melachi nascondendole la pallina.-

Eeeeeccovi qui!
Adesso fuggo che ho 200 cose da fare.
Grazie a tutte ragazze!
Vv  

Two of a kindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora