"Il pc deve arrivare qui INTERO!" gli urlò Andy quando il ragazzo quasi finì contro il muro che separava la scala dalla cucina, tentando una folle derapata per virare la sua corsa coi calzini verso il piano superiore.
"Non preoccuparti!!" gridò lui di rimando, già sparito su per gli scalini in legno percorsi a due a due.
"Sì che mi preoccupo, e tanto anche..." biascicò Andy a sé stesso sconsolato, tornando a sedersi sul divano e accogliendo Mel che avanzava intanto a consolare il padroncino.
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Ed era finita così. Mika ci aveva messo meno di 10 minuti a cancellare la prenotazione della graziosa casetta in riva al mare su un'isola tailandese e trovare un alloggio in quel della capitale Kathmandu. Ma non era finita lì, dopo che i due ebbero festeggiato qualche giorno con gli amici londinesi e gli ebbero accennato loro del piano vacanze, Mika era persino riuscito a convincere 3 di loro a seguirli.
In quel momento in 5 ragazzi si trovavano quindi a sbarcare nella fredda terra nepalese, a due passi dalla catena montuosa più imponente e alta al mondo.
"Io ancora mi chiedo cosa ve l'abbia fatto fare... Seriamente!"
Andy, messo piede nella capitale nepalese stretto nel pesante cappotto, non poté che ripetere quella frase per l'ennesima volta ai tre ragazzi, che udita della gita in programma avevano deciso solo un paio di giorni prima di unirsi alla coppia e scalare con loro le vette himalayane.
"Vuoi mettere quando tutti racconteranno le loro noiosissime vacanze di capodanno a Parigi, Roma, New York.. queste città così normali per gente normale e noi potremo raccontare di essere andati a scalare l'Everest??!" affermò David ponendo l'accento in modo quasi schifato ai due aggettivi, completamente elettrizzato dall'idea di mostrare a tutti di cosa fosse capace, portando una mano sulla spalla del cugino Sam alla ricerca di supporto.
"Ammesso e non concesso che si torni vivi" si intromise Oliver, il maggiore del gruppo, colui che aveva accettato solamente per non passare il capodanno con la moglie e le sue 5 sorelle.
Andy a quelle parole annuì con forza, portandosi quindi di fianco a lui "Sai cosa? Perché non lasciamo che quei tre vadano a congelarsi le chiappe su per qualche nevaio e io e te ci visitiamo le città da bravi turisti?" disse indicando i cugini ed il fidanzato che confabulavano concitatamente.
Oliver lasciò uno sguardo di intesa al greco. "Io e te ci capiamo vedo!" rispose con un ghigno, "ma temo che il tuo indomito ragazzo non ci lascerà svincolare così facilmente, per lo meno non te..." constatò il 36enne amico di Mika da quasi una decina di anni ormai, gran conoscitore del cantante.
"Già... ma il bello è che in tutto questo mi ci sono cacciato da solo, quindi un po' mi sta bene..." rise il biondo entrando dalla porta a vetri che dava sull'area ritiro bagagli dell'aeroporto.
Il tardo pomeriggio e la serata venne trascorsa in tranquillità in giro per la capitale nepalese, tra le vie illuminate e gli addobbi natalizi che rendevano l'atmosfera ancor più surrealmente bella.
Il giorno successivo invece iniziò in maniera tutt'altro che rilassante. La sveglia suonò alle 4:30 puntuali e nelle due stanze, 3 dei 5 ragazzi vennero buttati giù dal letto dall'eccitazione divagante degli altri 2.
"Quindi per vederti attivo e pimpante all'alba devo portarti fino ai piedi dell'Everest... Terrò a mente" bofonchiò Andy infilandosi il terzo paio di calzini e sbadigliando senza ritegno mentre Mika continuava a gironzolare come un grillo per la stanza, da una buona ventina di minuti.
Il ragazzo rispose gioiosamente qualcosa che Andy capì solo a metà, data la sua continua marcia avanti e indietro tra bagno e stanza da letto, tornò dopo pochi attimi già completamente pronto, abbigliamento tecnico da montagna, scarponi nuovi di zecca, mega zaino, ricci compressi sotto la berretta e sorrisone lucente impresso a fuoco sul viso.
"Sei pronto oh mio marinaretto??" trillò il moro avvicinandosi a grandi passi verso Andy ancora seduto sul letto intento ad allacciarsi gli scarponi, sollevandogli il volto per lasciargli un caloroso bacio di buongiorno.
"Osa chiamarmi così davanti agli altri e vedi come rotoli giù da qualche dirupo!" lo minacciò però il greco che accettava quel nomignolo ridicolo, coniato da Mika quell'estate in vacanza, solamente quando le uniche orecchie a cui poteva giungere fossero le loro.
"Ma dai è così bello! Ti si addice un sacco soprattutto quando..." si mise a spiegare allegramente infilando intanto il cellulare in tasca prima di ritrovarsi Andy a mezzo metro dal naso con un ghigno preoccupante in viso.
"Vuoi che inizi ad elencare i tuoi di soprannomi?" gli chiese con sguardo minaccioso e al contempo malefico, infilandosi anche l'ultimo guanto.
Il moro emise un sorrisino tirato e poi gli stampò un bacio sulla punta del naso in segno di pace.
"Andiamo?" chiese quindi allungando una mano verso di lui e osservandolo con sguardo dolce.
"Andiamo!" rispose lui con un sospiro, racchiudendo la mano nella sua e chiudendo gli occhi per un breve istante prima di incamminarsi con lui fuori dalla stanza, pronto a gustarsi l'avventura e a viverla al meglio.
Si ritrovarono insieme a tre sherpa ed un gruppo di altre 9 persone: 2 coreani, 2 spagnoli, 1 americano e 4 svizzeri e dopo alcune dritte si incamminarono insieme verso le jeep che li avrebbero portati all'ultimo spiazzo raggiungibile in auto, da dove avrebbero iniziato la marcia.
La giornata era fredda come normale fosse in quella zona del mondo in quel periodo dell'anno, ma benché Andy e Oliver di tanto in tanto si lamentassero con gli altri per la pessima idea che avevano avuto, in realtà lo facevano più per il gusto di scherzare; tutti quanti erano eccitati all'idea di quello che avrebbero avuto la fortuna di vedere una volta arrivati alla tanto agognata vetta.
La compagnia iniziò il cammino sotto un debole sole che rendeva il clima gradevole e la passeggiata piacevole mentre nel gruppo, non ancora unito in cordata, si iniziava a dialogare e instaurare rapporti.
Mika sfruttò il suo multiculturalismo e le sue molteplici lingue per fare amicizia nel giro di poco, con praticamente l'intera compagnia. Le poche parole di coreano che aveva imparato durante i tour, gli erano bastate per rompere il ghiaccio con la coppia di coreani, che una volta iniziato a dialogare in inglese, gli avevano perfino proposto uno scambio di cibarie per pranzo.
Con i 4 svizzeri aveva instaurato fin da subito una vivace conversazione in francese sulle vie più belle scalate o ancora da scalare, le sue radici americane erano servite per iniziare un discorso sul metodo migliore di cucinare il tacchino durante il ringraziamento, mentre nell'ultimo quarto d'ora era stato impegnato in una conversazione interessante con i 2 spagnoli, partita da una traduzione spagnolo-inglese che si era prodigato a offrire affinché uno di loro potesse chiedere un'informazione agli sherpa.
"A ora del ritorno Mika avrà fatto amicizia con tutti i sassi della montagna" ridacchiò Sam avanzando con passo sostenuto accanto ai 3 amici, commentando la stravagante ed espansiva personalità del libanese.
"Lo credo anche io!" avanzò il suo pensiero Andy "Pensa che al mio paese in Grecia c'è un vecchio pescatore, molto burbero, perennemente sulle sue. Durante gli ultimi 20 anni avrà interagito sì e no con una ventina di persone in tutto, forse meno. Ecco... tra queste c'è anche Mika, che tra parentesi manco parla la sua lingua, escluse poche frasi. Non mi stupirei se lo trovassi a parlare con dei sassi e nemmeno mi stupirei se gli rispondessero!" spiegò facendo ridacchiare la compagnia.
L'avanzata verso il primo campo base continuò non senza fatica. C'erano dei tratti estremamente faticosi e ripidi che richiesero parecchie soste per attendere i membri meno allenati della spedizione. Chi come i giovani ragazzi era invece in buona forma fisica, sfruttava quei momenti di tranquillità per godersi il panorama, che già a quell'altezza era sorprendentemente sbalorditivo.
Vette aguzze ricoperte da spessi ghiacciai e nevai si estendevano a perdita d'occhio, a strati sempre più vicini e nitidi. Il cielo appena velato rubava porzioni di roccioni e nascondeva imponenti e scoscesi crinali, rivelandoli a poco a poco, man mano che le nebbie migravano da una parte all'altra della vasta catena montuosa.
Il vento gelido che di tanto in tanto sferzava il versante della giogaia, alzava lievi coltri di nevischio, intingendo l'aria circostante di freddi e minuscoli cristalli che andavano ad impigliarsi nei pochi capelli lasciati a svolazzare al di fuori delle berrette di lana e costringendo la spedizione a socchiudere appena gli occhi per poter meglio vedere ciò che, luccicando, per pochi attimi li ricopriva.
Il sole splendente faceva spesso capolino tra le lievi foschie abbagliando e meravigliando gli escursionisti che con avidità bramavano il tiepido ardore dei suoi raggi sui visi arrossati dal freddo inverno dei 4000m di quota.
"È come te lo aspettavi?" Andy si portò accanto a Mika, assorto nella meravigliata contemplazione del panorama, appoggiandosi con una mano alla sua spalla e scrutando a sua volta quel mistico incanto naturale.
Il riccio rimase in silenzio per un lungo momento prima di distogliere l'attenzione da davanti a sé e rivolgerla alla sua sinistra.
Andy lo osservava in attesa di una risposta, con un dolce sorriso in volto e un'aria soddisfatta. Mika rimase immobile a fissare il suo viso, in contemplazione dei suoi occhi, baciati dal sole e dal riverbero candido della neve, il cerchiolino nero della pupilla era ridotto ad una punta di spillo, che dava modo alle sue iridi chiare di risplendere di quello stupendo azzurro cristallino di cui erano dipinte.
"I tuoi occhi oggi sono semplicemente meravigliosi"
Il libanese gli sussurrò dolcemente, avvolgendo le mani coperte dai guanti attorno alle sue guance affinché il suo sguardo non si districasse da quella visione incantevole.
Andy udendo quel tenero complimento non poté che aprirsi in un luminoso sorriso innamorato prima di avvicinarsi al suo viso e stampargli un lungo bacio appassionato.
"e per rispondere alla tua domanda, no..." aggiunse quindi Mika, dopo che si furono separati "non è come me lo aspettavo, è un milione di volte meglio." Gli confidò entusiasta tornando a volgere lo sguardo verso l'orizzonte frastagliato di rocce e candidi nevai.
Dopo un'altra manciata di minuti, il resto della compagnia raggiunse il loro livello e proseguirono tutti insieme verso la via più alta, stavolta in cordata.
Di certo quella che stavano affrontando era tutto fuorché una vacanza fisicamente rilassante, ma ciò che stavano ricevendo dal punto di vista mentale era pura soddisfazione e pace interiore.
Verso le 6 di sera il gruppo raggiunse il primo campo base dove gli sherpa iniziarono subito il montaggio delle tende per la notte.
Il tessuto scuro di cui erano ricoperte, sembrava decisamente spesso e resistente e Mika si figurava già una tranquilla nottata non proprio al caldo, ma comunque distesi al tepore mite di quel giaciglio.
Ma le sue aspettative riguardanti il clima non furono prettamente concretizzate.
"La prossima volta di sacchi a pelo ce ne portiamo tre!" Mika si lamentò cercando di raggomitolarsi il più possibile dentro allo spesso bozzolo in cui era avvolto. Il freddo esterno era stato mitigato decisamente dalle tende, ma i -35 gradi della notte himalayana non erano semplici da scacciare.
Andy allo stesso modo si portò le braccia a frizionare il torace in cerca di un po' più di calore, pur con tutti gli indumenti di cui erano coperti, il pungente gelo invernale di quota 5000 riusciva a penetrare ugualmente.
"Ho un'idea!" se ne uscì d'un tratto Mika portandosi a sedere e attendendo che il compagno aprisse gli occhi e gli dedicasse attenzione.
"Dimmi" gli diede via libera il greco, sperando che la mente geniale del riccio producesse una idea degna di nota anche in quella situazione. Peggio di così c'era solo l'uscire fuori e aveva abbastanza stima nell'intelligenza di Mika da sperare che una cosa simile non fosse nemmeno minimamente contemplabile.
"Uniamo i sacchi a pelo... sfruttiamo le cerniere e li congiungiamo così ci entriamo insieme e ci teniamo caldo a vicenda." Propose con fare serio e speranzoso, rabbrividendo appena.
Andy restò fermo un breve istante, poi decidendo che l'idea fosse decisamente buona, e ringraziando il suo acume per quello, acconsentì, portandosi a sedere a sua volta e sgusciando fuori dal suo bozzolo protettivo.
Non fu semplice unire le due cerniere nel modo corretto, soprattutto con la fioca luce della torcia e il freddo pungente dell'ambiente circostante, ma quando alla fine ce la fecero e riuscirono ad entrare entrambi nel sacco a pelo matrimoniale, tirarono un gran bel sospiro di sollievo, accoccolandosi l'uno contro l'altro, incastrandosi alla perfezione fino a quando il tepore dei loro corpi e la stanchezza della giornata non li cullarono verso il sonno.
Il mattino successivo si alzarono tutti quanti non appena il sole fece capolino dalla imponente montagna che svettava a nord-est pronti ad una veloce colazione e poi ad una nuova giornata di marcia.
Il cielo quel giorno stava regalando agli alpinisti una tersa giornata di sole, quasi a volerli ripagare degli sforzi fatti per arrivare fino a quel punto. Con più entusiasmo del giorno prima si misero tutti in cammino, decisi a giungere al secondo campo base in tempo per godersi il tramonto e la cena in tranquillità.
"David, giuro che se non la smetti vengo lì e te la faccio mangiare, quella pallina!" la minaccia di Sam riecheggiò tra le sommità dei monti da cui erano attorniati e così fecero le risate della compagnia che seguirono.
David, coscritto di Mika, era decisamente l'elemento più fanciullesco e mattacchione della combriccola, non perdeva occasione di importunare o rompere le scatole ai suoi amici, tanto che più di una volta si era ritrovato a dover indietreggiare di parecchio per non subire la vendetta di uno di loro.
Il gruppo era coeso e c'era spazio per il divertimento così come per l'aiuto in caso di bisogno. Andy doveva ammetterlo, quell'avventura si stava rivelando migliore di quanto avrebbe mai potuto osare sperare.
In più non poteva mancare di notare il sorriso sempre presente sul viso del suo ragazzo, gli occhi nocciola splendenti di soddisfazione e meraviglia e quella energia pura che sapeva sprizzare ogniqualvolta avesse a che fare con la sua amata montagna.
"Per capire davvero una persona, la devi portare a sfidare i suoi limiti, magari su per una montagna, solo allora puoi capire chi davvero hai di fronte. È nelle difficoltà che emerge il vero carattere. Se chi hai a fianco non sa fermare la sua marcia per allungarti una mano mentre sei in difficoltà a un passo dalla vetta, non aspettarti lo sappia fare nella vita di tutti i giorni."
Notando Mika voltarsi verso di lui e tendergli la mano per superare un grande masso durante la marcia, a Andy tornò alla mente quel particolare discorso che Mika gli aveva fatto ormai quasi 5 anni e mezzo prima, in una serata in cui si erano ritrovati a riflettere sull'ipocrisia di una persona che entrambi conoscevano, che aveva lasciato il fratello miseramente solo durante un momento difficile.
Allora il greco non aveva afferrato appieno quel concetto. Ora che però si trovava in quella particolare situazione, aveva notato quanto quelle parole fossero effettivamente più reali di quanto sembrassero.
Quella piccola vacanza, nella sua semplicità, gli stava svelando certi lati di ognuno di coloro che li accompagnava, che fino a quel momento non aveva notato a fondo.
Aveva notato per esempio, che il riccio si era prodigato più di una volta a tornare sui suoi passi per aiutare ora lui, ora Oliver, ora uno dei ragazzi spagnoli; l'esuberante e amichevole David tendeva invece a proseguire spedito per la sua strada, e lamentarsi quando qualcuno meno allenato di lui, osava rallentare la marcia.
"Vero che quando scendiamo a valle ce ne stiamo un'intera giornata al caldino di un hotel a 5 stelle?" chiese speranzoso Andy tornando anche quella sera a stringersi al corpo ossuto del suo ragazzo, cercando di accumulare calore.
Mika emise una risatina divertita a quella domanda, avvolgendo ancor meglio le braccia attorno a lui.
"Ok, adesso posso dirtelo, per dopodomani ho prenotato quel lussuoso albergo davanti a cui siamo passati la prima sera. Ha una mega SPA inclusa." Ammise svelando quel piccolo segreto che aveva tenuto nascosto fino a quel momento.
Andy si scostò appena da Mika cercando nell'oscurità di incontrare i suoi occhi per avere la conferma che quelle parole fossero la verità e non qualche meschino scherzo, senza successo.
"Ti prego dimmi che non mi stai prendendo in giro..." chiese il biondo afferrando le mani del moretto.
Mika scosse piano la testa un paio di volte, facendo scontrare i loro nasi "Tutto vero" confermo corredando il tutto con un bacio lasciato alle labbra curvate all'insù di Andy.
"Diciamo che è il mio modo di farmi perdonare per la mancata vacanza in Thailandia" aggiunse con un pizzico di colpa, prima che Andy lo zittisse con un bacio passionale di quelli che ti fanno dimenticare anche di respirare.
"Dio quanto ti amo Mika. Mi invidio da solo, giuro!" ammise il greco, confessandogli quanto si sentisse fortunato a vivere la vita che si ritrovava tra le mani e riconoscendo di chi fosse parte del merito.
"Eh sì! Tutti quanti vorrebbero un ragazzo come il tuo, vorrebbero essere talentuosi come te, essere fighi come te, fare ciò che fai tu, vivere la vita che vivi tu.. effettivamente hai ragione..." lo prese in giro il riccio, giocherellando con le parole.
Andy si ritrovò a ridere di gusto "eh sì, siamo fortunati..." rifletté il più piccolo "Solo io posso avere un ragazzo che nel giro di mezz'ora riesce a fare amicizia anche coi sassi..." rise ancor più forte, ricevendo un pizzicotto. "Davvero, sembra che dovunque tu vada, riesca a sentirti a casa nel giro di mezz'ora. Tu sorridi, apri bocca e la gente ti adora. Devi svelarmi il tuo segreto!" confessò con una punta di invidia verso la sua espansività così gioviale e magnetica.
Mika rise a sua volta andando a prendere in giro il compagno, facendogli il verso e ripetendo sghignazzando le sue parole.
"Potresti scriverci una canzone!" lo incitò Andy scherzosamente, passandogli le dita sulle costole e facendolo appallottolare dal solletico.
Ridendo il riccio rispose con un altrettanto giocoso "potrei..." che in una manciata di secondi si tramutò in un'espressione stupita ed eccitata. "Potrei sul serio! Sei un geniazzo!!" trillò il con enfasi, portandosi a sedere e scoprendo Andy per metà, facendolo mugugnare.
"Mika scherzavo" lo prese in giro il greco, tirandolo a sé e cercando di farlo sdraiare di nuovo, prima che il freddo tornasse ad impregnare il loro bozzolo. Ma l'artista era partito per la tangente. L'ispirazione aveva attecchito nella sua mente fertile di creatività ed ora non aveva modo di fermarne la crescita veloce ed improvvisa.
In un secondo schizzò fuori dal sacco a pelo, afferrò una minuscola agendina rossa in fondo allo zaino e un altrettanto minuscola matitina, tornando sotto il piumotto e iniziando a buttare giù la scherzosa conversazione che aveva avuto luogo poco prima. Nel giro di una decina di minuti il foglietto bianco era scarabocchiato con rime e lemmi, assonanze e allitterazioni.
"Dimenticavo... Solo io posso avere un ragazzo che a 6000 metri con -40 gradi fuori si mette a scrivere una canzone in piena notte!" aggiunse Andy mentre Mika riponeva soddisfatto il quadernino nel taschino interno dello zaino, tornando quindi a raggomitolarsi al greco.
"Vuoi mettere raccontare di aver scritto una canzone in una città normale come Parigi, New York, Miami o raccontare di averla scritta a Kathmandu??" disse facendo il verso a David e alle parole da lui pronunciate sulla pista di atterraggio solo una manciata di giorni prima.
Andy non poté che ridere di gusto per l'ennesima volta quella sera "Sai una cosa, non c'è modo migliore di far passare il freddo, che ridere come due idioti!" constatò il biondino facendo sbucare la testa dal nido di coperte.
"Beh quello ci riesce sempre benissimo!" ricordò Mika provocando l'ennesima ventata di ilarità in entrambi che si protrasse per un'altra ora buona. Solamente a mezzanotte inoltrata trovarono finalmente il sonno ad accoglierli. Della sveglia impostata per le 4, interessava poco.
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Two of a kind
FanfictionLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...