One foot boy

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"Ci lasciamo alle spalle questa giornataccia, che ne dici?" gli chiese poi sorridendogli con amore e lasciandogli un bacio in fronte. Il riccio annuì avvolgendolo a sua volta con le braccia e cercando le sue labbra per unirle in un bacio profondo.

"Oggi è già domani, e domani sarà bellissimo" gli rispose Mika, prima di accoccolarsi meglio sotto le coperte e chiudere gli occhi.

"Sarà bellissimo sì." gli sussurrò Andy, chiudendo gli occhi a sua volta.

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Tour e promozione non lasciavano molto spazio allo svago in quei mesi, le date erano vicine e i viaggi da un continente all'altro estenuanti.

Pochi giorni prima erano in Europa, e ora si ritrovavano di nuovo negli Stati Uniti, di ritorno per nuove date.

Quel giorno però, il sole caldo di Los Angeles era così invitante, che Mika pregò Jerry di spostare un'intervista che gli spezzava il pomeriggio in due al giorno dopo, e corse con i suoi amici in spiaggia.

"Piiiistaaaaaa!" sbraitò correndo sulla spiaggia piuttosto affollata di fine ottobre in pantaloncini e maglietta, alzando sabbia in quantità con le infradito verdi ai piedi.

Parecchi furono gli sguardi di fastidio che gli vennero lanciati ma l'urlo più forte di tutta la spiaggia arrivò da Andy, il quale bellamente sdraiato sul telo da mare colorato, venne travolto da una ondata di fine sabbia ocra, provocata dal tuffo che il compagno aveva appena fatto accanto a lui.

"AAAARGH QUANTO TI ODIO MIKA!" si infervorò infatti il greco, cercando di mangiare meno sabbia possibile nel parlare e passandosi le mani sulle braccia dove la sabbia appiccicata alla crema solare messa da poco, aveva creato una sorta di strato fastidiosissimo.

"Non sei contento di vedermi?" gli chiese il libanese notando come la sorpresa non fosse stata molto gradita dal biondino che solo un attimo prima stava sonnecchiando placidamente al caldo sole californiano.

"NO!" rispose velocemente il cameraman decidendo poi di andare a fare un veloce bagno in mare per levarsi di dosso tutta quella sabbia.

"Uff. L'unica volta che posso raggiungervi fa il noioso!" si lamentò il riccio tra sé e sé, ricevendo da Mark uno sguardo divertito e da Martin un "Sì ma anche tu però...." incorniciato da un'espressione eloquente.

Mika, sentendosi incompreso da tutti, appoggiò il borsone a terra estrasse il suo telo mare verde militare vi e si sdraiò a sua volta pronto a godersi una mezza giornata di relax prima del concerto della sera.

Se ne stava a crogiolarsi al sole con le braccia sotto la testa e un'espressione rilassata in volto, non poteva chiedere di meglio, ma Andy da bravo fidanzato vendicativo qual era aveva deciso che la sua tranquillità non doveva durare.

Addocchiò due secchielli vuoti, lasciati in disparte accanto ad alcuni bambini che costruivano castelli di sabbia sul bagnasciuga e si divertivano a tracciare stradicciole di conchiglie.
Con gentilezza si avvicinò loro e gli chiese se potesse prenderli in prestito per un attimo. I piccoli dopo averlo osservato perplessi per alcuni attimi, accettarono, ricevendo in cambio la promessa di assistere ad un divertente scherzo.

Andy tornò armato dei due contenitori verso la riva e ne riempì uno, poi tornò verso la spiaggia e riempì il secondo.

Con sguardo malefico, sotto l'occhio divertito di Jerry e Cherisse, che avevano intuito cosa sarebbe successo di lì a poco, si incamminò con passo felpato verso la postazione dove gli amici erano riuniti.

Quando fu a mezzo metro da Mika con una mira precisa, lanciò l'acqua del primo secchio dritta sulla figura del ragazzo che ignaro di tutto se ne stava a dormicchiare tranquillo sotto il sole delle 3.

"AAAAH!" gridò il riccio tirandosi immediatamente a sedere, colpito da un'ondata fredda che lo risvegliò bruscamente. Non fece però in tempo a fare più nulla perché nello stesso istante in testa gli piombò un secchiello pieno di sabbia che subito gli si appiccicò sulla maglia, sulle braccia e sui pantaloncini, dovunque incontrasse una superficie bagnata, formando inoltre una montagnetta piuttosto carina in testa al ragazzo.

Una risata generale si alzò da tutti i presenti che assistettero alla scena, compresi i piccoli che dal bagnasciuga avevano atteso con impazienza di vedere a cosa i loro secchielli potessero servire.

"Andy io ti..!" cercò di dire il ragazzo, scuotendo la testa e facendo cascare quella dunetta di sabbia dal capo.

"A aa! Zitto. Non hai diritto di lamentarti. Chi la fa la aspetti!" lo riprese però il greco alzando l'indice della mano destra con fare da maestrino e un ghigno furbo in volto.

Mika gli lanciò un'occhiata e poi sconfitto andò, controvoglia, sulla riva del mare a pulirsi da quel disastro.

"Ah già che vai verso la riva, riposta i secchielli a quei bimbi" disse indicando il punto dove i piccoli ancora sghignazzanti giocavano "e dì loro che li ringrazio molto!" finì poi voltandosi e tornando a sdraiarsi al sole, mentre il suo ragazzo lo scrutava con aria furente, riportando con un sorriso i giochi ai bambini.

Il pomeriggio trascorse tra altri scherzi divertenti che i due continuarono a portare avanti, poi verso sera tornarono tutti in hotel per una doccia e il soundcheck alla sala concerti.

Anche Mika per una volta non era arrivato alla sera stanco dalla giornata ma era particolarmente energico e raggiante.

Il locale non era enorme ma se ben conosceva i suoi fan americani, c'era da aspettarsi una super folla partecipativa e attiva come non mai.

Bastarono le prime note della primissima canzone a far capire a tutta la band che quella sera c'era da divertirsi da matti e Andy si sentiva in dovere di riprendere quella folla festante a più non posso.

Le battute non mancavano mai e spesso Andy doveva trattenersi dal ridere sguaiatamente davanti a tutti, cercando di rimanere almeno un filo professionale.

Love Today era sempre un tripudio di energia. Era tra le canzoni preferite di tutti quanti.

Da alcuni mesi, Mika aveva iniziato il giochino del salto verso la fine della canzone.

Anche quella sera infatti nella concitazione generale, chiese alla gente di accucciarsi per terra e chiudere gli occhi, imitando lui stesso quella mossa.

Spiegò alla folla che al suo tre tutti dovevano saltare e ballare a più non posso. Vi fu un coro di "Noooo" impauriti e scettici come sempre, ma lui aggiunse euforia dicendo che tutti insieme si sarebbero divertiti.

Come sempre la folla lo seguì, pendendo dalle sue labbra. La musica diminuì per un breve attimo mentre Mika contava e al suo "One-two-three" tutti quanti presero a saltare e ballare.

Come sempre anche il cantante aveva spiccato un bel salto verso l'alto, ma all'atterraggio, Andy vide sul suo viso un'espressione che non gli piacque per nulla. Senza curarsi di niente però finì la canzone e poi sparì dietro le quinte.

Il greco allora, approfittandone del momento strumentale della band, raggiunse a sua volta i camerini.

Quando vi entrò trovo Mika sul divanetto con un faccino pallido e dolorante, con accanto Yasmine e Joanie che lo subissavano di domande.

"Devo tornare sul palco!" disse con fare testardo cercando di alzarsi dal divano ma venendo spinto al suo posto dalla madre.

"Stai qui fermo un attimo!" gli disse la donna in tono autoritario, uscendo con la figlia maggiore dal camerino in cerca di qualcosa.

"Hey! Che succede?" gli disse il biondo sedendosi accanto a lui mentre Mika cercava insistentemente di poggiare il piede sinistro per terra e sostenere il suo peso, ma producendosi in smorfie di dolore ogni volta che forzava troppo la cosa.

"Sono caduto male dopo il salto. Ho sentito una fitta dolorosissima qui." gli spiegò poi toccando con la mano il lato esterno del piede, mentre il cameraman lo osservava preoccupato.

"Ma devo finire il concerto e devo salire sul palco prima che tornino mia mamma e Yas" disse ben sapendo come le due gli avrebbero impedito di farsi ulteriormente del male coscientemente.

"Credo dovresti dare ascolto a..." Andy cercò di convincerlo a prendere in considerazione ciò che sua madre e la sorella avrebbe detto di fare, ma prima che potesse finire la frase, Mika era già in piedi e si stava già incamminando zoppicante vero il palco.

"Ascolta! Sei bianco come un cadavere, è evidente che non è stata solo una piccola storta, davvero dovresti..." continuò il biondo prendendolo per un braccio e cercando di fermarlo.

Mika sentendo la presa sul suo bicipite si voltò: "Devo finire il concerto!" disse risoluto al suo ragazzo, non volendone sapere di ricevere il responso di qualche medico e perdere tempo inutile mentre i suoi fan lo aspettavano sotto al palco.

Poi sentendo le due donne tornare verso il camerino, prima di essere raggiunto e costretto a sottostare al loro volere, corricchiò zoppicante verso il palco.

Andy scosse la testa. Insistere a quel punto avrebbe voluto dire litigarci pesantemente, ne era certo. Mancavano solo due canzoni. Forse era meglio lasciarlo fare.

Quando la popstar tornò sul palco, la folla esplose di nuovo in un boato e lui tornò sorridente a dissimulare il dolore e ballare come se nulla fosse successo. Concluse la serata con un ultimo sprazzo di energia, ballando e cantando senza trattenersi.

Quando si allontanò dal palco tornando zoppicante verso il camerino, si accorse bruscamente come le sue energie fossero ridotte a zero. Le fitte lancinanti che il piede gli lanciava, inoltre, contribuivano a renderlo ancora più debole e instabile.

Andy, che immediatamente aveva abbandonato la videocamera una volta terminata l'ultima canzone, lo vide scendere con enorme sforzo i pochi scalini che dal retropalco portavano al corridoio dei camerini e notando il viso cadaverico, corse in suo aiuto.

Arrivò giusto in tempo.

Se non fosse stato lì sotto proprio in quel momento, probabilmente Mika sarebbe rovinato a terra, atterrando lungo e disteso sul corridoio in linoleum.

"Dammi una mano ti prego!" lo scongiurò tra le sue braccia, mentre con evidente sforzo si appendeva alla sua spalla, tenendo il piede alzato da terra con espressione estremamente dolorante in volto.

Andy si accucciò davanti a lui, sostenendolo con un braccio e gli fece segno di aggrapparsi alle sue spalle.

Il moretto non esitò nemmeno un attimo e attento a non lasciare mai la presa, allacciò le gambe intorno alla vita del greco e le braccia al suo collo per farsi trasportare.

Quell'arrendevolezza così insolita per lui, bastò al greco per fargli capire che la situazione era davvero da non sottovalutare.

Arrivarono così in camerino, con Mika che aveva nascosto il volto pallido tra il viso e la spalla di Andy e il greco che guardava Joanie e Yasmine con aria preoccupata.

Il più giovane lo adagiò sul divanetto del suo camerino e subito Mika vi si accucciò, portando la gamba malconcia al petto.

Joanie osservò l'espressione abbattuta e sofferente del figlio ma non rinunciò ad una veloce ramanzina.

"Quando imparerai ad ascoltarmi sarà troppo tardi!" lo rimproverò sedendosi poi accanto a lui. Mika la osservò timidamente con sguardo colpevole, mentre Andy non poté fare altro che notare con stupore la sottomissione del suo testardo ragazzo all'unica persona al mondo che raramente osasse contraddire.

"Dai, fa vedere." disse la madre prendendo tra le mani la caviglia sinistra e tastando vari punti in cerca di qualche indizio, facendolo urlare non appena gli toccò il punto sbagliato.

"Ospedale. Subito!" disse la donna risoluta avendo intuito la gravità della cosa, lasciandogli la gamba e alzandosi dal divano mentre Mika la guardava senza fiatare.

"Hey... Non ti ho mai visto così arrendevole." gli disse Andy prendendo a quel punto posto accanto a lui dove poco prima stava seduta la suocera.

"Nemmeno una protesta?" cercò poi di ironizzare il cameraman, passandogli una mano tra i ricci, avendo capito come il cantante fosse abbattuto per quella situazione e dal candore del suo viso, fosse decisamente sopraffatto dal dolore.

"Mi fa troppo male..." spiegò solamente il moretto con un filo di voce e lo sguardo puntato a terra.

Andy lo osservò intenerito e gli lasciò un bacio sulla fronte andandogli a recuperare la felpa.

Aiutato dal suo compagno, Mika saltellò su un piede fino alla macchina e una volta salito, insieme si diressero in ospedale.

Ne uscirono un paio d'ore più tardi, con Mika munito di stampelle e il suo piede sinistro in un tutore per la semi-rottura di due tendini.

Il riccio uscito dalla vettura, una volta in hotel, ci mise un bel momento a prendere dimestichezza con le stampelle, le stava sinceramente odiando.

Quando arrivò insieme a Andy al piano e si ricordò come la loro stanza fosse situata alla fine del lungo corridoio, emise un mugolio contrariato e sospirò pesantemente.

Andy che per tutta la sera aveva assistito alla completa sottomissione del suo ragazzo da parte di medici, madre, sorella e manager, intenerito gli sorrise comprensivo e si accucciò di nuovo davanti a lui, prendendogli le stampelle dalle mani e rendendosi disponibile per un passaggio, ora che nessuno poteva vederli.

"Dai, sali!" gli disse mentre Mika faceva come poche ore prima, salendo in spalla al greco e facendosi scarrozzare fino alla camera da letto, dove Andy lo adagiò dolcemente sul letto.

"Il mio one foot boy!" Il greco non perse tempo per prendersi gioco di lui. Sarebbe sembrato strano l'opposto. Mika nonostante tutto sorrise spontaneamente a quella battuta azzeccatissima.

"Ok. Questa te la concedo..." affermò poi giocosamente, stendendosi attento a non farsi male, sotto le coperte.

Anche Andy poco dopo prese posto accanto al malconcio cantante sul letto, dopo la lunga giornata non vedeva l'ora di riposarsi a sua volta e in poco tempo si addormentarono entrambi sfiniti.


Nei giorni successivi, nonostante la proposta di Jerry di prendersi qualche giorno di riposo, annullando qualche data, Mika decise di salire immediatamente sul palco.

"Non annullerò concerti per una cavolata del genere!" aveva dichiarato irremovibilmente, sicuro di sé al tour manager.

"Faccio già la parte dell'astronauta... sembrerà che indosso anche i Moonboots. Ci sta perfettamente col personaggio" aveva poi aggiunto con una risata.

Il ragazzo infatti, sui palchi delle diverse città degli Stati Uniti aveva saputo come ironizzare sul suo enorme piedone nero, chiamandosi a sua volta ironicamente "One foot boy" e dicendo di aver scoperto un nuovo modo più sensuale e meno imbarazzante di ballare, grazie all'impossibilità di saltare a destra e a manca come solitamente faceva.  

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