"Oddio che meraviglia!" chiuse gli occhi scendendo sotto il pelo dell'acqua, inspirando la fragranza floreale prima di immergersi fino alla punta dei capelli.
Mika fece lo stesso lasciandosi andare immediatamente al rilassamento trascendentale che quell'atmosfera era in grado di infondergli, portando una mano verso il compagno, tirandolo addosso a sé in un abbraccio.
Nessun suono oltre il gorgoglio dell'acqua e dei loro movimenti penetrò la magia per quasi mezz'ora. Vi era solo armonia, tranquillità, serenità e complicità.
"Ti amo da morire, lo sai, sì?" chiese Andy in un sussurro, dopo averlo osservato per alcuni istanti in rigoroso silenzio contemplativo. Mika aprì gli occhi, ritrovandosi i suoi a un palmo di mano, azzurri, limpidi, sereni, innamorati, chiari come non lo erano stati da troppo tempo, non davvero.
"Sì, lo so... anche se preferirei che tu mi amassi da vivere" rispose accarezzandogli il viso con le nocche "..che quando ti senti morire perché la tua vita si sgretola sotto ai tuoi piedi, io possa essere la ragione per cui vuoi continuare a vivere. Questo vorrei essere per te." Spiegò occhi negli occhi, continuando la dolce danza delle sue mani sul suo viso.
Andy percepì quel discorso tanto semplice quanto intricato percorrergli la mente e il corpo in uno sfrigolio di sensazioni.
"Sei stato e sei esattamente questo. Sei la folata di vento che scompiglia i capelli di quel corpo che per un istante non ti senti più addosso, la sferzata che ti scuote e ti restituisce i sensi, le emozioni e i pensieri... che ti riconnette con il mondo" descrisse quello che aveva saputo significare in quei mesi contorti, instabili e graffianti.
Mika gli racchiuse semplicemente il viso tra le mani, come adorava fare quasi volesse sostenere i suoi pensieri e alleggerirgli l'anima, svuotandolo da ogni amarezza con uno sguardo caldo dal sapore e dal colore del miele di castagno.
E a Andy parve davvero di sentirsi sollevare, di fluttuare come una foglia trasportata dalla brezza calda verso il mare, senza inquietudine o smarrimento, in quella grotta disegnata per loro, effimera come la notte di capodanno, eterna nel ricordo e nelle emozioni degli istanti.
Si scambiarono un lieve contatto di labbra, replicandolo fino a quando ne sentirono il bisogno, delicati come ciò che li circondava.
Persero per l'ennesima volta la concezione temporale, come se ce ne fosse stata davvero, poi, in quella serata di infiniti attimi.
Uscirono dalla vasca rilassati all'inverosimile, in pace con l'universo intero ad un'ora non precisata.
Mika sparì in camera da letto con la scusa di recuperare i boxer, dimenticati sul letto e riemerse un momento più tardi con un sorriso se possibile ancora più radioso.
Andy non ci mise molto a comprendere quali fossero le ragioni, gli bastò mettere piede in camera da letto, seguendo la distesa di fiammelle profumate, disposte in vasetti sul parquet, dalla porta fino al letto, quasi avesse piovuto fuoco, quella notte.
Nulla di elaborato aveva occupato la loro stanza. Nulla di paragonabile a ciò che era comparso in salotto, sulla loro tavola e in bagno. Erano semplici lamelle di fuoco a riscaldare l'atmosfera di un color ocra, profumate di frutti di bosco. La semplicità, ciò che Mika si augurava per loro, per tutta una vita, al riparo dalle complicazioni che una quotidianità al suo fianco portava con sé.
Andy rimase sulla porta a rimirare lo spettacolo di fuoco, a lungo. Nulla come la luce naturale riusciva ad emozionarlo, tanto che proprio con la luce aveva deciso di lavorare, giocando a imprimerla su una pellicola.
Il fuoco l'aveva da sempre affascinato e, Mika lo sapeva, poteva stare ore a guardarlo scintillare verso l'alto seguendone le forme.
Con sua somma sorpresa, il riccio comparve infatti al suo cospetto con una delle sue macchine fotografiche, porgendogliela con sguardo amorevole.
"Lo so che stai morendo dalla voglia, artista" sussurrò posandogliela tra le mani, lasciandolo al suo mondo per un istante, mentre andava a recuperare i bicchieri per il brindisi e l'ultimo dolce che aveva fatto preparare.
Andy, ancora in accappatoio morbido e boxer, si lasciò pervadere dalla creatività e come gli aveva suggerito, si prese un attimo per immortalare con scatti artistici quella distesa di luci tremolanti e quel chiarore caldo e intenso di cui la stanza era intrisa.
Mika arrivò poco dopo, con in mano un vassoio dalla cloche argentata e nell'altra due flûte e una bottiglia
Andy si fece avanti e gli prese con premura il vassoio dalle mani "Feeermo, dammi qui prima che tu faccia disastri" ridacchiò.
Entrarono così in camera, ognuno con in mano una parte del loro brindisi delle 2, o forse delle 3 e mezza, non lo sapevano.
Un tortino al cioccolato con cuore di fondente e peperoncino caldo fece bella mostra non appena la cloche venne sollevata, sprigionando un profumo dolceamaro nell'aria, mentre le palline di gelato al cocco e vaniglia facevano da perfetta guarnizione.
"Mamma mia, mi sta tornando la fame!" trillò Andy appoggiandosi su un gomito per osservare bene, toccando con il dito la pallina alla vaniglia e gustandosi il bottino con un esterrefatto "Hmmmmm" di pura goduria.
Mika prese posto a sua volta sul letto, attento a non far oscillare troppo il vassoio adagiato tra loro, facendo tintinnare i bicchieri in mano.
"Eeeeeehy! Aspettami a mangiare" lo rimproverò affettuosamente "dammi una mano a stappare la bottiglia!" chiese iniziando a togliere la sottile carta argentata che ricopriva il tappo di sughero, lasciando scoperto il sigillo metallico.
Andy gli si avvicinò aiutandolo, facendolo girare in senso antiorario fino a sollevarlo del tutto.
"Insieme?" chiese il greco, portando il pollice alla base del tappo, con la mano sul collo della bottiglia, invitando Mika a fare lo stesso. Intuendo immediatamente la sua idea, anche il compagno appoggiò la mano nella stessa posizione, puntando il dito alla base accanto al suo.
"Tre, due, uno..." contarono in sincrono, premendo contemporaneamente, facendo schizzare il tappo in aria con un botto, scoppiando a ridere insieme, mentre la schiuma iniziava a gorgogliare e fuoriuscire.
"Gira la clooooche!" strillò Andy avvicinando la bottiglia al coperchio in acciaio, cercando di limitare i danni ed evitare di impregnare le lenzuola di champagne.
Mika lo voltò immediatamente portandolo vicino e lasciando scorrere la schiuma fino a quando non smise.
"Poi dici che sono io il disastro eh! Nemmeno tu ci avevi pensato!" sfotté il libanese senza rifletterci due volte.
"Sì, ma io di queste cose ne faccio una all'anno, tu una al giorno!" gli ricordò sfacciatamente, iniziando a versare le bollicine in una delle flûte, mentre Mika alzava la cloche, portandola alle labbra e sorseggiando il contenuto come un'enorme scodella.
Andy si voltò sorprendendolo sul fatto, scuotendo la testa mentre sollevava la bottiglia "Io non ho parole con te..." suscitando l'ilarità del riccio, che ben sapeva l'immagine che stava dando di sé.
Il sorriso briccone comparve sul suo volto non appena ebbe finito di sorseggiare lo champagne nella cloche, facendo ridacchiare Andy, che professionalmente gli cedette uno dei bicchieri, riuscendo finalmente a riempire anche il suo.
"Un brindisi a... questo 2015, perché sia meglio del 2014 per certi versi, e uguale, per altri" volle annunciare, dando un senso a quella bottiglia stappata ben oltre la mezzanotte in quella camera dalle sembianze magiche e ipnotiche, romantiche come poche volte l'aveva sognato.
Mika fece tintinnare i bicchieri annuendo e accogliendo la mano del compagno nella sua "Al nostro ottavo anno insieme" proclamò, baciandolo con sentimento.
Il dolcetto in mezzo ai due sparì nel giro di pochi attimi, tra mugolii estasiati e dita intinte nel cioccolato e spalmate sul naso.
"Ci ho fatto mettere il peperoncino... afrodisiiiiaco" ghignò Mika, leccandosi le labbra maliziosamente.
Andy a quella mossa si sentì ardere, "Come se ce ne fosse bisogno..."commentò mordendosi un labbro e squadrandolo con sguardo profondo.
Mika finì l'ultimo sorso di champagne dal bicchiere e sorrise astuto e passionale.
Lasciò che l'accappatoio scivolasse ai piedi del letto, allungandosi con la flûte ormai vuota, stendendosi sul compagno, che si abbandonò sulle lenzuola, appoggiando il bicchiere sul comodino.
"Chi fa l'amore il primo giorno dell'anno..." proclamò il greco, protendendosi per raggiungere le sue labbra e poterne intrappolare una tra i denti, passionale.
"...oh sì!" non volle finire la frase, spogliandolo dell'unica veste ancora a ricoprirlo, già rapito dalla pelle candida contro la sua.
Non riuscì a trattenere un risolino profondo, affondando una mano nei ricci corti e tirandolo a sé, perché non gli sfuggisse un solo millimetro di labbra.
"Un capodanno coi fiocchi" ammise come ultima battuta, prima di iniziare la sua impaziente rincorsa vero il paradiso, di cui i suoi occhi portavano già l'ardore.
Si era figurato un capodanno sul divano col suo Moosie, a sgranocchiare patatine davanti ad un film strappalacrime, e se lo era immaginato stupendo. Ma no. Mika non aveva resistito e non aveva accettato la mediocrità di un inizio anno di quel tipo, benché sapesse che a Andy sarebbe bastato avere lui e la loro casa tranquilla per passare una serata serena.
Andy si meritava più della serenità. Andy la felicità se l'era sudata in quei mesi, e ridurre il capodanno ad una rilassante serata divano e patatine non rendeva giustizia. Andy doveva ricordarsi fin dal principio di quell'anno, cosa significasse vivere di gioia e stupore, meravigliarsi nella più totale semplicità di una serata a casa.
E poteva lodarsi di esserci riuscito, in ognuna delle sue piccole parti, studiate con precisione su misura per lui.
Andy si era visto immerso in un luna park, un ristorante stellato, una grotta incantata e una romantica suite, tutto senza spostarsi da casa, in un completo stordimento di emozioni e sensazioni.
E ora si trovava nel loro letto, circondato da fiammelle tremolanti come il suo respiro, impazienti e ardenti come le loro mani, calde e rassicuranti come i loro sguardi, facendo l'amore nel più tradizionale dei modi, nella più convenzionale delle serate.
Ma tutto aveva un sapore vellutato e un aroma fruttato, lo stesso di cui l'aria era satura e l'acqua impregnata.
L'aveva meravigliato e ammaliato come solo lui era in grado di fare.
Erano quasi 8 gli anni che avevano trascorso fianco a fianco, ma in serate come quelle, ritornavano a quella sensazione di estasi inziale, di cui il loro primo inverno si era tinto.
A volte con la più leggera semplicità, altre con la più impensabile eccentricità, lo stupiva ancora come fossero i primi mesi di innamoramento. Ora, come allora, trovava sempre un qualcosa di nuovo, di geniale, fuori dagli schemi o assurdo e riusciva costantemente a strappargli dal cuore la meraviglia più autentica.
L'indomani l'avrebbero trascorsa davvero una giornata in casa, e se conosceva Andy, Mika era certo l'avrebbe trascorsa in salotto, tra i giocattoli del loro piccolo luna-park.
E fu esattamente ciò che accadde. L'orologio biologico di Andy lo destò alle 9:30, nonostante la lunga nottata, e immediatamente trasformò il greco in un pimpante fanciullo di quasi 30 anni, al contrario di Mika, il cui orologio era stato settato rigorosamente non prima dell'una di pomeriggio.
Non ci provò nemmeno Andy a svegliarlo, coccolarlo o stuzzicarlo. Dopo la serata che gli aveva organizzato, il ringraziamento migliore che poteva fargli, era lasciarlo dormire fino a quando ne avesse avuto piacere.
Rifugiarsi in salotto fu quindi un ottimo passatempo, una volta sfamata e fatta uscire Mel.
I Lego lo attrassero come piccoli magneti e tornato bambino iniziò la costruzione di ogni cosa gli frullasse per la mente.
Mika scese al piano inferiore come previsto all'una inoltrata, viso assonnato, ricci per aria, boxer di Andy, felpa al rovescio e un calzino per colore.
Non aveva connesso il cervello minimamente, e non era in vena di farlo per l'intera giornata, che era intenzionato a trascorrere abbigliato in quel modo, forse con un paio di pantaloni della tuta in più, giusto per non gelare.
Fu una fortuna che Andy non avesse composto nulla di complicata decifrazione per cui servisse un enorme sforzo mentale, perché ciò che vide appoggiato per terra in fondo alle scale lo lasciò per un attimo interdetto.
Una scultura di mattoncini rossa e bianca era comparsa a poca distanza dall'ultimo gradino della scala che dalla camera portava al salotto. Alta poco meno di un metro, sostenuta da un piccolo piedistallo sul retro, sempre in lego, perché non cadesse. "I LOVE YOU MOOSIE" era scritto a lettere cubitali, una parola sotto all'altra, circondata da due cuori, un fiore e una farfalla ai lati.
Mika i Lego li aveva sempre snobbati, prediligendo stoffa, cartone, plastica, e oggetti di ogni tipo per comporre le sue creazioni, ma doveva ammettere che quella scultura aveva un fascino insospettabile.
Si sentì formicolare lo stomaco rileggendo quelle semplici parole, incorniciate da elementi tipicamente nel suo stile visuale e non poté che ammettere come per una volta quei piccoli mattoncini non fossero niente male.
Scese l'ultimo scalino, su cui si era fermato a contemplare l'opera d'arte e la spostò, preoccupandosi che Mel non la travolgesse correndo su e giù per casa poi raggiunse il salotto, dove Andy al tavolo stava armeggiando con altri minuscoli mattoncini e con della colla.
"Hai deciso di darti alla scultura nel 2015?" chiese abbracciandolo da dietro "Ma poi... io non so niente di lego eh, ma non è un tantino abominevole fissarli con la colla...?" aggiunse notando come tra i mattoncini che stava assemblando, stesse facendo cadere una goccia di colla per ognuno.
Andy continuò il suo lavoro certosino ridacchiando "E che ci hai fatto con quello???" continuò a indagare, notando il trapano a alcuni trucioli arancioni e rossi sul tavolo.
"Buongiorno oh mia ansia!" commentò voltandosi un istante per schioccargli un bacio sulle labbra "Sto assemblando un portachiavi per la mia bestiolina preferita, e siccome lo conosco e so che se c'è la possibilità, moooolto remota eh, ma c'è, che lo faccia cadere e si disgreghi in tutti e 28 i pezzetti, ho deciso di bloccare ogni pezzo con la colla. Il trapano mi è servito perché qui dentro c'è un minuscolo foglietto con un minuscolo messaggio arrotolato e sigillato, e per poterlo inserire ho bucato il centro della forma, oltre che il punto in cui inserire gli anellini per attaccarlo alle chiavi" spiegò minuziosamente, finendo di incollare gli ultimi due pezzetti, dando forma alla fiammella rossa, arancione e gialla.
Mika rimase stupito, non aspettandosi di certo che la sua creazione fosse destinata a lui "Oh..." esclamò seguendola con lo sguardo, quando Andy gliela fece dondolare davanti agli occhi a mo' di pendolino.
"Ma io come faccio a leggere il bigliettino?" chiese legittimamente, afferrandola e girandosela tra le mani alla ricerca di qualche punto su cui fare leva per aprirla.
"Semplice... non puoi!" trillò Andy alzandosi dal tavolo, circondandogli il viso e schioccandogli un bacio sulle labbra prima di iniziare a pulire i trucioli sparsi.
"Ma...! E allora che senso ha!?!" lo scrutò perplesso, mani sui fianchi, sguardo corrucciato.
"Ce l'ha... solo che non l'hai capito, Moosie." Lo informò con fare affettuoso.
"E poi perché una goccia di sangue?" chiese rigirandolo in mano più attentamente. Andy alzò gli occhi al cielo "Ma una goccia di sangue dentro è gialla e arancione??" chiese sospirando e scuotendo piano la testa.
"Aaaaaaah! E' una fiammella!" capì a quel punto osservandola meglio, ridacchiando al fraintendimento.
Andy annuì, espressione ovvia in volto "E' la fiamma del mio amore per te, speravo lo capissi, artista!" asserì fingendosi offeso.
"Ma dopotutto, cosa potevo aspettarmi da te stamattina... guardati..." disse facendo correre la mano dall'alto verso il basso, indicando la sua figura per intero e il suo aspetto casuale "Il tuo criceto è in vacanza...!" constatò, e notando il suo sguardo interrogativo aggiunse "Il criceto che fa girare la ruota degli ingranaggi nel tuo cervel... lascia stare Moosie, ne riparliamo tra due ore!" rise, sperando in un suo lento risveglio. "Hai la felpa al rovescio" gli fece notare, passando un dito sulle cuciture in rilievo.
Mika incrociò il suo riflesso nella porta a vetri e ridacchiò "Frega niente..." poi avanzò verso di lui "Gapi...?" lo chiamò accarezzandogli la schiena "Grazie" fece ciondolare il portachiavi appeso a un dito "e anche per la scritta, è troppo bella!" ci tenne a precisare, baciandolo con trasporto.
"Oh ma non è nulla, piuttosto, cosa facciamo per pranzo?" chiese sentendo lo stomaco gorgogliare.
"Asporto, ti prego! Non ho voglia né di cucinare, né di uscire" mise in chiaro categorico.
Andy rise, finendo di pulire il tavolo "Vaaa bene, ordina tu via app quello che vuoi, io mi aggrego"

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Two of a kind
FanfictionLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...