Il tram delle 5:00

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  "Vai Mika, vai da Giulio! Forse oggi è meglio così!! Ciao!!"
Senza riflettere oltre, lasciandosi trascinare da quell'irrazionalità tanto atipica per lui, quanto quotidiana per Mika, si girò e si incammino nell'unica direzione che potesse prendere, lasciandolo di sale.

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Il moro, sempre più stranito, restò qualche secondo in balia di quella situazione che gli sembrava tanto assurda quando comica e, spiazzato, lo lasciò andare senza riuscire a opporsi, certo che una volta a casa avrebbe sistemato la faccenda, ma facendo così aumentare il risentimento del compagno.

Mika raggiunse Giulio e prese parte alla riunione. Ma quando interpellato, le parole proprio non gli uscivano e più si sforzava di dire frasi di senso compiuto, più faceva errori banali e stupidi. Sapeva quello che voleva dire, sapeva come dirlo, ma nel momento in cui apriva bocca tutto svaniva e si ritrovava con un pugno di mosche, mille errori e un nonsense continuo. Il problema era che più se ne rendeva conto e meno riusciva a intervenire nel sottile processo che porta dal pensiero all'articolazione della frase.

Innervosito all'ennesima potenza, prese un grande respiro per calmarsi e ricominciare tutto da capo.

Di una cosa era sicuro: così come era iniziato, quel suo maledetto intervento sarebbe finito in italiano.

Anche a costo di risultare ridicolo.

Dopo poco però, anche le parole della sua interlocutrice iniziarono a perdere di significato e Mika si trovò costretto a chiederle di ripetere la frase più volte per poi rispondere con un misero cenno del capo.

Per fortuna la collega era sufficientemente esperta da prendere la situazione sotto controllo e dare la parola agli altri presenti, nel tentativo di dargli tempo e modo di trovare le parole.

Ma invece di restare concentrato, fece scivolare lo sguardo tra le scarpe e il pavimento, estraniandosi completamente dal discorso.
Subito la sua mente tornò alla reazione di Andy, da dove in realtà non si era mai mossa.

Incapace di trovare soluzioni, si limitò a ripresentargli la scena, in un loop che gli fece assumere le sembianze di una persona incantata nel vuoto.

Nessuno si irritò con lui, né per gli errori né per quell'atteggiamento quasi identificabile come poco professionale e nel giro di poco fu libero.
Avrebbe voluto lasciarsi tutto alle spalle e correre da Andy. Voleva chiarire, ma soprattutto aveva un gran voglia di baciarlo come non aveva ancora fatto da quando lui l'aveva raggiunto.

Tuttavia, si ritrovò a vagare senza meta per le vie non distanti da casa sua.

Troppo stanco per tornare a casa.

Troppo irrazionalmente spaventato dall'idea di non trovarci Andy ad aspettarlo.

Troppo indispettito dall'ipotesi di dover per stare sveglio ad aspettarlo, in caso davvero il suo recondito e insensato timore fosse fondato e Andy dopo il loro litigio non fosse ancora rientrato.

Troppo intimorito dall'idea di trovarci Andy a casa e doverlo affrontare.

Troppo infastidito per sostenere ancora una volta quelle iridi di ghiaccio.

Troppo arrabbiato con sé stesso per come era andata la riunione.

Troppo deluso dalla sua incapacità.

Troppo in ansia per quello che avrebbe potuto succedere da lì a poche settimane, quando il programma sarebbe andato in onda.

Troppo innervosito dal non averci pensato prima.

Troppo avanti per potersi tirare indietro.

Troppo indietro per poter pensare di colmare le sue lacune in così poco tempo.

Troppo distante da Andy per potersi rendere conto di quanto i loro pensieri e timori fossero così simili.

Troppo tutto.

Troppo.

Arrivò a casa che era ormai notte fonda, stanco e con un mal di testa pulsante.

Senza troppa esitazione, con passo felpato, andò a prendersi la risposta alla domanda che nelle ultime ore aveva contribuito ad affollare la sua mente: cosa ne fosse di Andy.

A volte il suo lato pessimista lo portava a perdersi in pensieri quasi tragici, se non tragicomici, dandogli una visione distorta della realtà.

Come era ovvio che fosse infatti, Andy era lì profondamente addormentato, vista l'ora.

Nonostante tutto, riuscì a pensare solo che lo amava. E che aveva bisogno di lui al suo fianco. Ora e sempre.

Si armò di tutta la delicatezza di cui, col suo metro e novanta, era pur sempre capace ed entrò nella camera buia.

Si cambiò indossando il pigiama e si coricò accanto alla persona che sapeva capirlo più di ogni altro, ma che per lui a volte rappresentava ancora un mistero.

Lo guardò dormire, cercando di capire dai suoi lineamenti tesi il motivo di tanto nervosismo.

Accoccolandosi su un fianco, restò a contemplarlo per quello che gli parve un tempo infinito, poi gli posò una carezza leggera sulla guancia e un bacio sulle labbra.

"Buonanotte amore..."

Un sussurro irrinunciabile, nonostante gli attriti e le incomprensioni.

Appoggiò dolcemente la sua mano su quella stretta a pugno del compagno e, finalmente, quell'intensa giornata finì anche per lui.

Verso le 5:00 del mattino, quello che per lui era l'inconsueto rumore del tram che passava a pochi metri da casa e collegava una delle zone più chic di Milano al centro della città, lo destò dal suo sonno. Senza aprire gli occhi, inspirò profondamente, godendosi la sensazione di riposo e il silenzio ovattato della camera. Quando si era coricato la sera prima, era praticamente certo che lo avrebbe aspettato una notte lunga e poco riposante. Si scoprì quindi piacevolmente sorpreso dal senso di ristoro che sentiva dentro di sé.

Inspirando una seconda volta, respirò il profumo di pulito delle lenzuola e aprì gli occhi per vedere che ore fossero. Ancora mezzo addormentato, non aveva riflettuto sul tipo di immagine che avrebbe potuto comparire davanti a sé. Abituato a settimane di solitudine, non si aspettava di trovare la metà che la sera era vuota, occupata da Mika, che dormiva rannicchiato su un fianco, posizione decisamente atipica per lui, che amava occupare più spazio possibile.

Sorrise istintivamente e facendo lievemente forza sugli addominali, si sollevò quel tanto che bastava per poter vedere l'orologio, per poi riappoggiarsi al cuscino, soddisfatto all'idea di avere davanti a sé ancora qualche ora di sonno.

Nel movimento, si accorse della mano ragazzo appoggiata sulla sua, attribuendo a quella precisa scelta, che con tutta probabilità Mika aveva preso prima di addormentarsi, la ragione di quell'inconsueto modo di dormire. Sentì finalmente la felicità pervaderlo e istintivamente si portò più vicino al suo ragazzo, lasciando che i loro corpi si sfiorassero.

Aveva reagito fin troppo male la sera prima, ne era ben conscio. Sicuramente Mika gli avrebbe chiesto spiegazioni. Ma per il biondo, quella mano appoggiata sulla sua parlava chiaro e stava a significare due cose ben precise: che Mika aveva bisogno di lui e che non aveva nessuna intenzione di fare il puntiglioso e l'arrabbiato, ma piuttosto voleva risolvere quell'incomprensione nel migliore dei modi e il più in fretta possibile, in modo da poter reciprocamente godere della presenza dell'altro.

Sorrise di nuovo, lasciandosi pervadere e stupire da tutta la dolcezza di cui il suo fiero e a volte altezzoso ragazzo era in realtà capace e, col cuore un po' più caldo e l'anima più in pace, aprì il pugno e prese a sua volta la mano di Mika, accarezzandola piano e riaddormentandosi, questa volta col sorriso.

Quattro ore più tardi, un ignaro Mika aprì gli occhi.

La penombra in cui la camera era ancora avvolta gli fece intuire che non doveva essere mattino troppo inoltrato, cosa di cui si rallegrò. Sapeva esattamente cosa fosse meglio fare per aiutare il processo di sbollimento del greco ed era conscio dell'enorme vantaggio che aveva acquistato svegliandosi prima.

Facendo quelle considerazioni, non poté impedirsi di prendersi un momento per osservare Andy dormire. Notò come la tensione dei lineamenti della sera prima fosse ora sostituita da un sorriso disteso e si accorse anche del rispiro regolare e ben più profondo e tranquillo.

Sembrava che in qualche modo, col sonno avesse fatto pace con sé stesso.

Sorrise felice di quella scoperta e si stiracchiò piano, ben attento a non svegliarlo.

Ma si fermò subito, rendendosi conto di come il corpo di Andy fosse vicino, se non attaccato, al suo.

Un altro sorriso innamorato curvò le sue labbra e un moto di serenità lo pervase quando si accorse della loro mani, intrecciate in una dolce stretta.

Restò in adorazione del suo bel greco, riflettendo sul da farsi. Sapeva che in questi casi, la cosa migliore era disinnescare e regalargli un po' di dolcezza e di attenzioni, prima di parlare dell'accaduto. L'arrendevolezza che aveva letto nel modo di dormire del greco lo faceva inoltre ben sperare: probabilmente Andy era stanco e avrebbe banalmente avuto voglia di averlo per un po' tutto per sé, come lui del resto.

Solo che, se in partenza aveva pensato di sorprenderlo con un buon caffè e un pezzo della sua torta milanese preferita, ora sapeva che non ci sarebbe mai riuscito, conoscendo quanto poco bastasse per svegliarlo.

Per quanto si sforzasse di trovare altre soluzioni, solo una gli sembrava realizzabile. Se Andy fosse stato ancora arrabbiato con lui, quella scelta era la più rischiosa, ma decise di lasciarsi guidare dal suo istinto ottimistico e dal sorriso ben augurante che increspava le labbra del biondino.

Cercando di essere il più delicato possibile, si avvicinò ancora e con la mano libera iniziò ad accarezzargli la guancia, colla calma e dolcezza.

Dopo poco, un respiro più profondo lo avvisò del risveglio del ragazzo.

Sorrise, andando ad appoggiare le labbra sulle sue.

"Buongiorno amore mio.."

La voce carezzevole e delicata del suo ragazzo gli regalò un sorriso sincero, insieme alla definitiva conferma delle intenzioni di Mika.
Forte dell'ulteriore sorriso che aveva visto nascere sul volto del greco dopo quelle piccole e innocenti attenzioni, si spinse oltre, baciandolo come, colpevolmente, sapeva di non aver ancora fatto.

Andy adorava i baci, molto più di lui. Mika invece aveva un costante bisogno di perdersi nel suo abbraccio.

Lo baciò con dolcezza, trasporto, passione, amore, carezzandogli la schiena e intrecciando le loro gambe.

Lo baciò nel modo che tanto Andy amava: lentamente, senza fretta e bramosia, lasciando che l'amore che provava lo accarezzasse fino in fondo. Si lasciò guidare dalla delicatezza di cui sapeva Andy aveva bisogno, ma restò padrone di quel bacio, che condusse con decisione ed esperienza.

E infine, in quel bacio si perse a sua volta, ritrovandosi senza nemmeno accorgersene, sopra al copro di Andy che, stregato e rapito da quel momento tanto desiderato il giorno prima, lo accolse con arrendevolezza, accarezzandogli la schiena e affondando una mano nei riccioli scuri, in un'implicita richiesta di continuare a baciarlo, che Mika soddisfò.

Dopo un tempo che a entrambi parve piacevolmente interminabile, Mika interruppe quel profondo contatto, per lasciare una leggera scia di baci sulle labbra del compagno, notando come via via, alla sensazione di carnosità provocata dal contatto delle loro labbra rilassate, si sostituisse la durezza che tipicamente avevano quando sorridevano.

Inspirando il profumo ambrato della sua metà, portò le mani a carezzargli le guance e si sollevò quel tanto che bastava per poterlo guardare negli occhi. Lo scrutò, attento a cogliere ogni minimo sentore di incertezza e di risentimento, lasciandosi esaminare a sua volta. Lo trovò bellissimo, come sempre e, come sempre, sereno.

Felice di quel successo per niente scontato, continuò a perdersi nelle sfumature calde dei suoi occhi azzurri che, tanto dolci quando glaciali, in base a come lo guardavano sapevano regalargli intensi brividi ora di felicità pura, ora di angoscia, disagio e soggezione.

Perso in quella considerazione, che in quasi 7 anni si era trovato più volte a fare, prese inconsciamente ad accarezzargli le lunghe ciglia dorate, altra cosa che tanto amava di lui, mentre Andy lo guardava intenerito.

Sospirò tranquillo e, sfiorandogli la guancia col naso, gli chiese in tono caldo: "Mi aspetti qui venti minuti?"

Il sorriso e il battito di ciglia che ricevette in risposta gli bastarono e, lasciandogli un ultimo, veloce bacio, si alzò, intenzionato a portare a termine quella che era la sua idea di partenza.

Imprecando mentalmente a ogni ostacolo incontrato, ci mise quasi un'ora a tornare a casa.

Varcò la porta di casa e si diresse in cucina per preparare tutto ciò che gli occorreva, canticchiando spensieratamente il ritornello di una delle sue canzoni.

Disposta la colazione sul vassoio in modo raffinato, creando un armonioso intreccio di foglie, fiori, petali, torta, succo di frutta e caffè, andò in camera e sorrise intenerito nel vedere come, nell'attesa, Andy si fosse riaddormentato, nella posizione in cui l'aveva lasciato.

Quando il greco dormiva tanto i motivi erano principalmente due: o aveva molto sonno arretrato, o doveva smaltire stress e tensione. In questo caso, probabilmente le ragioni si sommavano.

Appoggiò delicatamente il vassoio sul letto e scosse piano il suo braccio, ricevendo un mugolio assonnato, al quale rispose con una proposta decisamente allettante.

"Cosa ne dici se facessimo colazione con una bella fetta della tua torta preferita...e poi ti facessi un bel massaggio?"

"Mmmh...dipende...quanto è grande la mia fetta?" rispose ridendo complice, per poi aprire gli occhi e mettersi a sedere picchiettando sul materasso, invitando così il compagno a prendere posto accanto a lui, offerta che Mika non si fece ripetere due volte.

"Tua mamma?"

"Oggi non c'è!" rispose in un sorriso prima di addentare la sua fetta.

Andy sapeva che dovevano chiarire e che doveva trovare il coraggio di rivelargli una verità scomoda, autrice di buona parte del suo malumore. Sapere che Joannie non li avrebbe interrotti lo tranquillizzò, anche in previsione di una reazione non troppo positiva da parte di Mika. Ma per il momento si limitò a processare l'informazione e accantonarla. Adorava il clima di spensierato amore che il suo compagno era stato in grado di creare fin dal suo primo, solitario risveglio ed era intenzionato a mettere per un attimo da parte tutto il resto e godersi la pace e la complicità di cui entrambi avevano bisogno dopo settimane di distanza e dopo una prima giornata di tensione e incomprensioni.
E infatti, accoccolati uno vicino all'altro sotto il tepore delle coperte, fecero colazione con la spensieratezza e l'allegria che li contraddistingueva e che aveva contribuito a tenerli insieme per così tanto tempo.

Una volta terminato, ridendo di gusto a una battuta del libanese, Andy colse l'occasione per far velatamente capire alla sua metà come anche a lui in quelle settimane la loro complicità gli fosse mancata e come il motivo della tensione che avevano respirato fosse probabilmente anche dovuto a quello.

Come era tipico di lui, lo fece con poche ed asciutte parole, ben conscio che ormai entrambi sapessero andare oltre alla forma, per arrivare dritti alla sostanza dei gesti e al significato delle frasi che si rivolgevano.

"Grazie Mika, questa torta è sempre la mia preferita... ma anche il tuo modo di portarmi la colazione a letto e di preparare il vassoio non sono da meno!"

A quell'affermazione, posata e spontanea, il riccio avrebbe voluto rispondere con un bacio e un fiume di parole, per capire fino in fondo quali fossero stati i pensieri e i turbamenti che il giorno prima avevano portato il greco a reagire così male. Ma aveva una promessa in sospeso e pensò che rimandare l'ulteriore e definitivo chiarimento al pomeriggio, dopo essersi regalati diverse ore di dolcezza, avrebbe reso le cose ancora più semplici. Oltre tutto, sentiva il bisogno di passare un po' di tempo con Andy senza necessariamente parlare, ma semplicemente beandosi della reciproca presenza e della possibilità di contatto, che sempre più spesso gli mancava nei lunghi mesi di lontananza. In fondo era stata una discussione come altre mille in passato. L'aveva sorpreso, ma così come era nata, si sarebbe risolta; anzi, a ben vedere, si stava già risolvendo da sola e discuterne probabilmente non sarebbe stato nemmeno così necessario.

Saettando rapidamente da un'alternativa all'altra, sorrise, fiero di quella confessione di cui aveva saputo cogliere il significato recondito e, lasciandogli un rapido bacio a fior di labbra, rispose con tono provocante:

"Ah si eh? Vediamo se ti piace anche il mio modo di farti un massaggio..."

Senza attendere una risposta, infilò una mano tra il cuscino che li sorreggeva e la schiena di Andy, inducendolo a girarsi e andandosi a sedere a cavalcioni sulla sua schiena, all'altezza dei fianchi.

Iniziò a passare delicatamente le mani sulla maglietta del pigiama che il greco ancora indossava, per andare poi a premere lievemente a livello del collo e delle spalle. Dopo un primo momento di maggior rigidità, percepì i suoi muscoli iniziare a rilassarsi e sciogliersi. Continuò così per qualche minuto, poi con un gesto tanto deciso quanto delicato, gli sfilò la maglia e iniziò a percorre la schiena leggermente abbronzata coi polpastrelli e con le unghie, in una danza spesso asimmetrica, capace di lasciare dietro di sé scie di piacere.

Passò sulle spalle e sulle braccia e lo sentì rabbrividire, percependo sotto le mani piccoli brividi sempre più intensi.

Sorridendo compiaciuto, aumentò la pressione andando ad accarezzare più punti possibile, spostandosi dai fianchi ai reni, passando per la colonna vertebrale, risalendo sul collo, da sempre punto in cui Andy accumulava tensione e dove ripetutamente andò a posare baci umidi e leggeri, beandosi del profumo del compagno, proseguendo verso le spalle e le braccia per arrivare alle mani, in movimenti ora veloci ora lenti, ora lievi e leggeri, quasi fossero carezze, ora più forti e penetranti, capaci di sciogliere non solo quei muscoli scolpiti e tesi ma anche e soprattutto di dissipare i malumori, allontanandoli e facendoli sciogliere come neve al sole.

Una corsa sul corpo del compagno capace di rubargli sorrisi rilassati e mugoli compiaciuti, ma anche brividi e gemiti di piacere.

Rapito dal sorriso e dall'arrendevolezza di Andy, continuò per un tempo indefinitamente lungo, poi si coricò accanto a lui e allargando le braccia lo invitò ad appoggiarsi sul suo petto, cosa che il biondino fece in automatico, per continuare a godersi le attenzioni e le carezze di cui aveva sentito così tanto la mancanza.

E quelle carezze arrivarono, calde, rassicuranti, protettive.

E con quelle carezze lente e dolci si parlarono più di quanto non si resero conto.

Immerso in quei gesti calmi, ripetuti e rilassanti percepì un sospiro disteso che lo portò a girarsi verso Andy e a sorridergli felice, sentendo esplodere dentro di sé quella sensazione di profondo amore che ancora provava ogni volta che incrociava così da vicino il suo sguardo azzurro e luminoso.

Restarono silenziosamente a guardarsi negli occhi, innamorati e rapiti l'uno dall'alto, beandosi della vicinanza e del tempo a disposizione. Assaporarono fino in fondo quel momento di pace, così importante in una coppia duratura e felice, ma anche così dannatamente raro per loro, fino a crogiolarcisi, poi Andy fece scontrare i loro nasi, in un tenero buffetto che fece sorridere entrambi.

Si baciarono a fior di labbra e quel lungo momento di pace venne interrotto dalle parole incerte del greco.

"S..scusa per.." iniziò con un sussurro titubante ma sincero, venendo però subito interrotto dal suo ragazzo, che non sentiva nessun reale bisogno di scuse e chiarimenti per considerare archiviati quei momenti di attrito.

"Ssh..non serve, non ti preoccupare, capita.." gli rispose in un sussurro dolce ma perentorio. Negli anni avevano entrambi imparato a non dare troppo peso a qualche piccola isteria e ad andare avanti come se niente fosse, mettendo il loro amore prima di ogni comportamento strano o vagamente inappropriato. Standosi accanto, avevano imparato che alcuni atteggiamenti poco comprensibili non necessitavano di essere studiati e indagati a lungo, perché non erano indice di un significato recondito da sviscerare, ma molto semplicemente erano il risultato di anni di profonda conoscenza e convivenza, in cui avevano imparato a essere loro stessi, nel bene e nel male, coi loro pregi e i loro difetti, con le loro imperfezioni e le loro giornate no.

All'inizio della loro storia, quando tutto era in divenire e l'altro era una continua scoperta di impercettibili sfaccettature, ogni minima deviazione dal clima di perfetta gioia e serenità da cui erano pervasi quando stavano insieme costituiva motivo di grade cruccio e disagio e, pertanto, veniva analizzata sia singolarmente che all'interno della coppia, portando a ore uggiose di chiarimento ed introspezione , che li lasciavano sfiniti ma più vicini l'un l'altro e più capaci ci capirsi e prevedersi.

Tra i due, era Mika che insisteva per questo tipo di reciproca spiegazione, ma Andy doveva ammettere che, per quanto a volte la l'ossessiva precisione e mania di controllo delle situazioni del suo ragazzo fossero esasperatamente estenuanti, era proprio grazie a quelle infinite e interminabili giornate di confronto se il loro rapporto fin da subito aveva marcatamente preso quella piega di serietà così diversa dalle storielle a cui il greco era abituato, ma così stimolante e rassicurante.

Inoltre, per quanto Andy fosse riluttante ad aprirsi e spiegarsi con le parole, questo atteggiamento così lontano dal suo modo di essere gli aveva permesso di conoscere più nel profondo non solo Mika, ma anche sé stesso. Sforzandosi di attribuire aggettivi, nomi e significati alle sensazioni che provava, aveva irrimediabilmente finito per fare dei viaggi introspettivi e scoprire dei lati e degli aspetti del suo carattere di cui prima percepiva vagamente l'esistenza, ma su cui non si era mai soffermato a ragionare e di cui quindi non conosceva la relazione di causalità tra la loro comparsa e le situazioni o i contesti che li facevano emergere. Non l'avrebbe mai ammesso apertamente, ma di questo era profondamente grato a Mika, il cui carattere esplosivo ma anche molto intimo e riflessivo, l'aveva preso per mano, portandolo a vincere la timidezza e la paura che all'epoca lo attanagliavano ogni volta che doveva leggere dentro di sé, impedendogli di guardarsi allo specchio dell'anima per quello che intimamente era e provava.

Oltretutto, ascoltare quello che Mika pensava su di lui e vedersi attraverso gli occhi della persona a cui , più di tutti, aveva mostrato il vero Andy, abbassando il muro che da sempre, per proteggersi, frapponeva tra se e il mondo , gli aveva permesso di imparare a scendere a patti con se stesso, ad accettarsi e anche a piacersi. Per la prima volta, accanto a lui, aveva visto anche degli aspetti positivi del suo carattere riflessivo e pacato, da sempre considerato un limite nell'instaurare rapporti interpersonali leggeri, divertenti e armoniosi. Grazie a Mika e ai suoi occhi indagatori, rassicuranti e pazienti aveva imparato a non aver paura di esternare le sue debolezze e imperfezioni e a mostrarsi dolce e amorevole con le persone che lo meritavano. Da timido, silenzioso, timoroso e impacciato era piano piano diventato socievole, affabile, divertente e a volte quasi sfrontato. Analogamente, aveva imparato a tirare fuori i denti per difendere i propri ideali, le proprie idee e il proprio modo di essere.

Grazie al suo appoggio, al suo sostegno e al suo esempio, era diventato una persona migliore. Di questo era assolutamente certo.
Infine, quel modo di fare aveva anche permesso ai due di non ricadere negli stessi errori, imparando a cogliere da piccoli, impercettibili segnali quando ci fosse qualcosa che non andava e a porci rimedio nel modo più adatto, già dalle prime avvisaglie. Grazie all'iniziale sforzo fatto insieme, avevano evitato tante inutili litigate e, col tempo, la conoscenza, la complicità, l'affiatamento e l'amore avevano diradato la necessità di questi lunghi chiarimenti.

Quel giorno però Andy, contrariamente a Mika, sentiva il bisogno di parlare delle tante cose che bollivano in pentola per allontanare del tutto il peso che sentiva. Per questo non demorse, anche se non aveva idea di dove quella discussione li avrebbe portati.

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Buonasera e buona pasquetta.
Scusate il ritardo ma ieri sono stata fuori tutto il giorno e in questi giorni sono presa dai preparativi per la laurea. Ho tutt'altro per la testa.
Vorrei solo dare la soluzione al giochetto "indovina la parte" ed annunciare le vincitrici -solo due di voi ci hanno preso, tutte le altre sono state concordi sull'esatto contrario -, Queequeg e Miketta ci hanno preso. La prima parte è scritta da me, la seconda dalla mia coautrice, anche se sono amalgamate e sistemate da entrambe. Bravissime ragazze!!
Io questa settimana invece faccio un passo indietro... il capitolo di oggi, non ha parti mie, quasi nulla, è tutto merito della mia coautrice, ogni plauso che vorrete fare, andrà a lei!
Sfida per questa settimana: chi è questa mia ottima coautrice.....? E' una di voi, che recensisce da un po' di tempo, non costante forse, ma c'è... vediamo chi indovina... Pronti... VIA!
A presto con il prossimo capitolo e grazie a tutte.
Ps. mi scuso di nuovo per le caramelle, ma è un periodo un filo incasinato.
Vv  

Two of a kindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora