Lo abbracciò da dietro lasciandogli un bacio sul collo e sussurrandogli un "grazie".
Mika girando le bistecche in padella si voltò appena dicendogli semplicemente "prego, non c'è di che" credendo che il ringraziamento fosse relativo alla cena che gli stava preparando. Andy sorrise. In quella parola c'era molto molto di più ma a lui non serviva dirglielo in quel momento.
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I giorni successivi furono piuttosto tranquilli. Gli sembrava quasi di vivere una normale vita di coppia. Uscivano al mattino per andare al lavoro, Andy alle sue riprese e Mika in studio e si ritrovavano la sera a cena insieme.
Questo fino a quando il riccio non dovette spostarsi all'estero per lavorare al suo album a Miami e Los Angeles dove i suoi collaboratori si trovavano.
"Tre settimane quindi?" chiese Andy mentre a cena rigirava la forchetta nel piatto, giocherellando distrattamente con il cibo senza troppa voglia di mangiare.
Mika sospirò aprendosi in un sorriso a metà. "Sì" gli rispose solo, giocherellando anche lui con il bicchiere in mano.
"Passeranno in fretta vedrai..." disse Mika cercando di smorzare la situazione di disagio che si era creata all'idea si starsene separati per 3 settimane intere.
Andy ad un certo punto si alzò dal tavolo e dalla cabina armadio recuperò la sua videocamera più piccola, quasi tascabile e la portò al compagno ancora seduto a tavola.
"Voglio che ogni giorno documenti qualcosa di bello. Voglio che al ritorno io possa vivere quello che tu hai vissuto tramite le immagini, e magari mi invii piccoli spezzoni giorno dopo giorno tramite mail" gli disse indicando l'aggeggio.
Il riccio sorrise rigirandosi quella piccola cosina tra le mani. Aveva una miriade di comandi nonostante stesse praticamente tutta nella sua mano e gli unici che poteva capire erano il tasto REC, quello di pausa e quello di stop.
Decise di evitare di dirgli che non aveva idea di come si utilizzasse e che si sentisse assolutamente impedito nel maneggiarla, era troppo stanco per ascoltare la spiegazione che ne sarebbe derivata.
"Ok, basta che però non ti lamenti se le inquadrature non sono perfettamente in centro, a fuoco o con la giusta luce." gli disse sapendo già di toccarlo nell'orgoglio.
Il più piccolo infatti ridacchiò. "Vedrò di trattenermi!" lo prese in giro.
Il mattino seguente Mika si svegliò non appena il trillo del cellulare lo destò. Aveva un sonno terribile ma non voleva far suonare la sveglia troppe volte, Andy aveva ancora qualche ora di sonno da poter godere.
Si trascinò in bagno, si diede una sistemata e poi prese le valigia dalla cabina armadio facendo meno rumore possibile diede un bacio in fronte a Andy e uscì di casa.
Quando la porta si chiuse Andy si girò nel letto e aprì gli occhi. In realtà era sveglio ma non aveva voluto darlo a vedere al compagno, sicuro che avrebbe letto la tristezza che lo pervadeva in quel momento senza quasi nessuno sforzo.
Non voleva fargli capire che la sua partenza lo mettesse così a disagio o non avrebbe lasciato l'Inghilterra a cuor leggero. Erano solo le sei del mattino ma decise ugualmente di alzarsi e iniziare a mettersi al lavoro.
Mika arrivò a Los Angeles e ebbe giusto il tempo di mandare un messaggio a Andy e a sua madre prima di venire inghiottito dallo studio di registrazione.
Era assonnato, il jet lag lo mal sopportava davvero parecchio. Per prima cosa fece ascoltare le sue nuove tracce a Greg Wells che anche per quell'album aveva voluto come producer.
L'uomo lesse I titoli sulla pendrive del 25enne e sorrise. Toy boy, Rain, I see you, Blue Eyes, Lady Jane, We Are Golden. Erano titoli molto alla Mika, facevano promettere bene.
Greg aveva detto al ragazzo una delle prime volte che si erano visti, dopo che ebbe ascoltato tutte le sue canzoni, che perfino i suoi titoli avevano personalità e che il giorno che avesse trovato tra le tracce dei suoi cd qualcosa che si chiamasse "I love you" o "Forever Young" avrebbe provveduto a dargli uno scappellotto ben assestato perché significava che si stava spersonalizzando.
"Dimmi quale devo ascoltare per prima." gli chiese alzando gli occhi sulla figura alta e slanciata che si ergeva accanto a lui, che se ne stava invece seduto invece davanti all'enorme schermo del pc.
Ci penso giusto pochi secondi. "Prima Lady Jane, poi I see you e Blue Eyes, poi Toy Boy e alla fine Rain e We are Golden"
Greg alzò le sopracciglia con un mezzo sorriso. "Non mi serviva tutta la scaletta precisa ma farò come dici" gli assicurò l'uomo. Se lo conosceva bene come credeva, quella scelta era tutto fuorché casuale.
Passò in rassegna le canzoni una per una, ce n'erano di gioiose e ritmate, di più tranquille, di ballate e persino di struggenti. Ovviamente erano quasi tutte registrate piano-voce, perché al resto ci avrebbero lavorato insieme ma già rendevano parecchio l'idea.
Quando arrivò alle ultime due che Mika gli aveva consigliato, capì perfettamente la sua strategia.
Ti trasportavano in una maniera travolgente. Erano fatte per entrarti in testa e non uscirne più.
"Scommetto che sei andato in ordine di potenziale discografico" gli disse poi, vedendolo sorridere appena. Ci aveva preso.
"Bravo, ci hai visto giusto!" gli confermò il produttore. "C'è un ottima base qui, sarà divertente lavorare insieme."
Il riccio sorrise stavolta con più convinzione, sopprimendo poi uno sbadiglio.
"Direi che possiamo iniziare domani... pomeriggio così dormi." gli concesse sapendo che le 8 ore di fuso orario avrebbero necessitato un attimo di assestamento.
"Direi che va benissimo" confermò, salutando poi l'uomo e i suoi collaboratori uscendo dallo studio.
Tornò nell'appartamento affittato per quelle due settimane prima di volare a Miami e recuperò la videocamerina dal suo zaino. Si sedette sul divano e iniziò ad armeggiare, dopo cinque minuti buoni vide che dal piccolo schermo si vedeva il lampeggiare del pallino rosso.
"Ok, non ho idea se stia riprendendo oppure no." parlò puntando l'obiettivo al salotto della casa. "Ciaooo" disse poi girandola per un attimo al suo viso. Vago per l'appartamento riprendendo ciò che riteneva carino e spiegò velocemente come fosse andata la giornata in studio.
Dopo alcuni minuti decise di spegnerla. Non aveva idea di quanta memoria avesse.
"Ho fatto un video o almeno spero sia uscito. Non ho idea di come mandartelo però. Consigli?" chiese per messaggio a Andy.
Erano le sei e mezza di sera quando il biondo sentì il cellulare trillare. Quando lesse il messaggio scoppiò a ridere e chiamò il mittente.
"Heyla, il mio cameraman provetto." gli disse Andy non appena dall'altro capo udì la risposta.
Mika borbottò qualcosa di incomprensibile. "Non ci capisco niente io di ste cose" capì alla fine.
"Ma dai? Non l'avrei mai detto!" lo prese per i fondelli amabilmente Andy ridacchiando mentre girava un mestolo nella padella della cena.
"Come faccio a mandartelo?" chiese poi esplicitamente.
Andy ci penso un attimo e rispose "Piccione viaggiatore caro" trattenendo una risata.
"Simpatico..." ironizzò il 25enne. "Beh comunque se non me lo spieghi non vedrai niente fino a quando non rimetterò piede a Londra. Vedi un po' tu..." continuò sapendo di smuovere quel simpaticone del greco.
"Ok ok." si arrese spiegandogli come collegare la videocamera al pc e scaricare i video. "Poi tagli i pezzi più belli, li unisci e me li mandi" finì la spiegazione.
"No aspetta. Troppo complicato. Li scarico e te li mando così come sono." gli disse velocemente. Non aveva intenzione di imparare quelle manovre complicate a cui si dedicava Andy costantemente per lavoro.
Il greco rise. "Va bene. Almeno se sono non editati mi faccio due risate." gli rispose facendogli capire che apprezzava lo sforzo che stava facendo.
"Ottimo." si scambiarono quattro chiacchiere su come fosse andata la giornata e poi Mika gli disse che sarebbe uscito di casa a fare spesa per la cena, chiudendo la chiamata.
Durante i giorni che seguirono, entrambi furono pieni di lavoro, si sentivano ad orari prefissati della giornata e Mika gli inviava i suoi video quasi ogni giorno.
Andy arrivò a casa stanco ma non troppo e buttando lo zaino sul divano, aprì il pc sul tavolo.
"2 mail ricevute" indicava la casellina azzurra.
La aprì e sorrise quando notò la dicitura "M.Penniman" con la quale le mail del suo fidanzato apparivano.
Erano entrambe state spedite un paio d'ore prima e lui non vedeva l'ora di darci un occhio.
Aprì la prima. L'oggetto diceva "fadjhosi" sicuramente aveva messo a casaccio le mani sulla tastiera, digitando lettere a caso, troppo pigro per sforzarsi di scrivere qualcosa di sensato.
"Sono di corsa. Ti invio quelli di oggi e ieri. Spero arrivino! Love u. X" diceva semplicemente il testo.
Il suo sguardo indugiò qualche secondo sulle ultime 6 lettere. Avrebbe tanto voluto che quella X, che nel personalissimo linguaggio di Mika equivaleva ad un bacio, si concretizzasse e non rimanesse un semplice ghirigoro nero sullo schermo del suo pc.
Aprì il video.
"Ciaaaaaaaaao" iniziava con un immagine ravvicinata del naso del riccio.
Aveva quest'abitudine, pessima secondo Andy, di puntarsi l'obiettivo a pochi centimetri dalla faccia in quell'inquadratura che in gerco tencico avrebbe chiamato extreme close-up.
A volte inquadrava un pezzo di naso, a volte gli incisivi da coniglietto, altre volte un occhio e altre ancora qualche boccolo.
Ridacchiò invidiandolo quando fece una veloce panoramica alla spiaggia contornata da palme, su cui stava passeggiando. "Fa un caldo qui... tu ci staresti da Dio!" gli disse conoscendo il suo amore per le temperature calde.
"Immagino a Londra stia piovendo" rise tornando di nuovo con l'obiettivo su di sé, inquadrando per un secondo il suo occhio sinistro che sorrideva beffardo e subito dopo una delle fossette che si formavano sul suo viso ogni qualvolta sorrideva.
Andy scosse la testa sentendo come l'accento di Mika fosse diventato tremendamente americaneggiante. Quel ragazzo aveva un orecchio pazzesco, era capace di copiare qualsiasi accento perfettamente.
Un camaleonte.
Quando si trovava in un posto diverso da Londra, tendeva a prendere l'inflessione del luogo e questo faceva sempre sorridere Andy quasi con un filo di invidia. Lui dopo anni di vita a Londra ancora parlava inglese son lievi sfumature di accento greco.
Si portò una mano sulla guancia e si appoggiò al tavolo a guardarlo.
Gli stava raccontando come procedevano le cose in studio e le nuove canzoni che a poco a poco nascevano.
"La pausa è quasi finita quindi tornerò in studio." gli disse schivando una bimba che sfrecciava sui roller sulla lunga pista adibita ai pedoni che costeggiava la spiaggia.
"A presto" gli disse poi in greco, con un accento pressoché perfetto. Per l'appunto... Si ritrovò a pensare.
Aprì subito la seconda mail, con un oggetto simile a quello di poco prima e un testo ancor più corto.
"Quello di oggi. X"
Il video stavolta mostrava Mika appena sveglio. "Oggi non avrò un minuto libero quindi faccio ora." diceva la voce profonda e assonnata del moro che con una mano si tentava di sistemare i ricci ribelli della notte.
"Stamattina pioggia anche qui", disse trascinandosi verso la finestra per inquadrare il tempo angusto che una volta tanto colpiva anche la costa soleggiata degli States.
Lo sentì sbadigliare un paio di volte e poi vide la videocamera appoggiarsi sul tavolo. Lui si sedette sullo sgabello e allungando le braccia sul tavolo vi appoggiò la testa, entrando per una volta con tutto il viso nell'inquadratura. Aveva due occhi decisamente assonnati che faticava a tenere aperti. "Stamattina ho un sonno pazzesco" pronunciò sbadigliando di nuovo e socchiudendo le palpebre per un breve attimo.
Andy avrebbe tanto voluto entrare nello schermo del pc e uscire dall'obiettivo della telecamera, scompigliargli i ricci per farlo borbottare un po' e poi salutarlo con un lungo bacio del buongiorno.
Era via da una sola settimana ma a lui già sembrava un mese.
Il video mostrava poi il riccio che faceva colazione e si preparava per la giornata. Erano piccoli spezzoni di quotidianità che rendevano la distanza un po' meno pesante.
Quando il filmato finì, Andy andò a prepararsi la cena, mandando prima un messaggio a Mika.
"Finalmente nell'ultimo video ho visto la tua faccia per intero. Stai migliorando." scrisse, poi guardò l'orologio, fece un veloce calcolo e capito che lì fossero le 9 di mattina, gli augurò Buona Giornata.
La seconda settimana, Andy fu assorbito dal lavoro ancora più di prima e questo lo aiutò a scordarsi di dover rientrare a casa da solo.
Erano le tre di notte quando il suo cellulare squillò.
Si tirò a sedere stranito e poi lo prese dal comodino. Non poteva che esserci una sola persona che lo chiamava a quell'ora.
"Mika" rispose assonnato, passandosi una mano in viso per cercare di connettere.
"Ciao" pigolò il moro dall'altra parte della linea "Scusa se ti chiamo adesso, so che da te è notte ma..." iniziò parlando con voce flebile.
Andy capì che ci fosse qualcosa che non andava. "Non fa nulla, ci mancherebbe. Che succede?" chiese quindi accendendo il cervello all'istante.
"No... è che..." mugugnò. Era sul divano a Los Angeles e quella era stata una giornata dura. Aveva discusso con i discografici riguardo al testo di Toy Boy.
"Non possiamo mettere questa strofa nell'album" gli avevano detto. "Sembra tu stia parlando di un omosessuale. Questo non piace molto al mondo del pop." gli avevano spiegato.
"E se anche fosse?" gli aveva risposto Mika risoluto. "Non vedo cosa ci sia di male."
Non voleva di certo mettersi a discutere con loro. Quello che faceva nella sua vita privata erano fatti suoi e le canzoni erano SUE e non loro.
"Ma potrebbe avere brutte influenze sulle vendi..." gli avevano detto, ma lui aveva sbottato "Non mi sembra che Life In Cartoon Motion abbia avuto problemi di vendite, eppure Billy Brown faceva riferimenti ugualmente espliciti!"
"Sì ma questa parla in prima persona." avevano quindi continuato.
"E allora? Sono io che ci metto la faccia a cantarla, nessun altro." aveva risposto sicuro di sé, sempre restando calmo ma trattenendosi parecchio dall'urlare in faccia a quella gente insolente.
"Ma qui anche la Universal ci mette la faccia, non solo tu." gli avevano detto per farlo tacere.
"Quante cose avreste voluto cambiare nel mio album precedente, che invece ho lasciato com'erano? Bene, i risultati si sono visti, e quelli hanno riempito le tasche anche a voi, o mi sbaglio?" continuò ricordandogli le 5 milioni di copie vendute e relativi dischi d'oro e di platino.
"Senti Mika, con te è come parlare ad un muro. Fai come preferisci ma se faranno domande, sappi che non ti copriremo le spalle." gli avevano detto quasi in tono di minaccia, come ultimo tentativo di farlo desistere.
"Ho spalle abbastanza forti, ve lo assicuro." aveva concluso con sicurezza, procedendo poi per la sua strada.
Raccontò tutto a Andy.
In quel momento, Mika si sentiva tutto fuorché sicuro della sua scelta.
"Direi che sei stato fantastico!!" asserì Andy al telefono in tono fiero.
Ma il cantante non la pensava più allo stesso modo.
"E se avessi agito troppo di testa mia?" chiese con voce insicura in poco più che un sussurro.
Andy che ormai era sveglissimo si chiese se avesse capito giusto. Mika stava dubitando di una sua scelta, di una sua scelta in campo musicale?
"Hey, ascolta. Il Mika che conosco io questi problemi non se li fa." gli disse cercando di ricordargli la sua rinomata testardaggine.
Il libanese non rispose.
"Sei irremovibile su cose tremendamente folli e insensate che a volte vorrei prenderti a mazzate per questo, ma la musica... Lei è un tutt'uno con te. Non lasciare che ti facciano dubitare di ciò che sei." gli disse cercando di infondergli aiuto e vicinanza pur a migliaia di chilometri di distanza.
Silenzio si udì di nuovo dall'altro lato della cornetta.
"Hey, Mika... " lo chiamò cercando una reazione, una qualunque. . Quella canzone significava tanto per tutti e due e il fatto che venisse messa in discussione faceva male anche a Andy.
Sentì il compagno inspirare rumorosamente come se... "Lo so... ma io..." sussurrò con voce tremolante.
Andy chiuse gli occhi. L'aveva percepito. Mika stava piangendo.
Fece un respiro profondo.
Si sforzò di restare tranquillo.
Non lo aveva mai visto piangere in oltre un anno e mezzo. Era la persona più forte caratterialmente che conoscesse. Se fosse stato con lui lo avrebbe stretto forte a sé e gli avrebbe permesso di sfogarsi, tranquillizzandolo poi con qualche bacio e carezza, ma così doveva sforzarsi solo di trovare le parole giuste.
Era giunto per lui il momento di tornare a Mika tutta quella forza e quel coraggio che lui gli aveva donato ed insegnato a trovare.
"Amore ascolta. Non mi interessa se parleranno, se faranno domande. Lo affronteremo insieme. Non permetto a nessuno di farti stare male per una cosa del genere." gli disse sforzandosi di mantenere un tono di voce sicuro e di non farsi cogliere dall'emozione.
"Tu lo sai perché hai scritto quella canzone e tu sai come cantarla su di un palco. Loro non hanno la più pallida idea di come si faccia il tuo lavoro. Sono pubblicitari. Hanno la testa piena di nozioni di marketing e la loro unica paura è quella di guadagnare meno milioni. Non ti spersonalizzare per quella gente. Non lo meritano." continuò.
Mika sul divano rannicchiato cercava di non far percepire a Andy il suo pianto, anche se dal suo tono dolce aveva capito che non gli fosse sfuggito.
Quella situazione lo aveva altamente destabilizzato.
Non voleva rivelare al mondo la sua omosessualità, non ancora per lo meno, ma non era pronto a rinunciare alla verità nelle sue canzoni. Un conto era non dire esplicitamente ai media con chi andasse a letto, un altro era nascondersi nella cosa che più nella vita aveva rappresentato la sua valvola di sfogo e nella quale aveva sempre espresso tutto sé stesso, senza filtri e senza paure.
Nel primo album aveva dovuto lottare per ottenere che Billy Brown mantenesse il suo testo originale, ma quelli erano altri tempi. L'euforia del sogno conquistato gli dava un coraggio e una caparbietà inimmaginabile. Allora aveva dovuto conquistarsi con le unghie e con i denti ogni singola cosa, dal contratto discografico al poter affermare il suo stile senza che qualcun altro vi mettesse mano.
In quei giorni, la solitudine che incorniciava la sua quotidianità americana, la stanchezza delle molte ore di lavoro e la lontananza dai suoi affetti, lo avevano ridotto a mal sopportare un attacco così personale proveniente dal mondo della musica, il SUO mondo.
"Qualunque cosa ne verrà fuori io sono pronto ad affrontarla con te. Sei la cosa più bella che la vita mi abbia dato e sono pronto a tutto pur di proteggerti." asserì seriamente in tono dolce Andy.
Mika a quel punto non ce la fece e scoppiò in un pianto liberatorio.
Andy gli aveva appena giurato che avrebbe affrontato qualunque cosa ne sarebbe scaturita. Lui che era la persona più riservata e semplice che conoscesse, gli aveva assicurato che non avrebbe battuto ciglio e in caso ne avesse avuto bisogno, si sarebbe complicato l'esistenza pur di stargli accanto.
Stettero in linea per diversi minuti senza dire una parola. Mika si stava sfogando e Andy voleva lasciargli il tempo di tranquillizzarsi pur facendogli percepire il suo respiro, sapendo che gli sarebbe stato d'aiuto.
Quando riuscì a calmare i suoi singhiozzi sussurrò "Cosa ho fatto nella vita per meritarmi una persona come te?"
Andy sorrise lottando contro una lacrima che stava quasi per percorrere il suo viso, saperlo lontano, chiuso nella sua fragilità gli faceva quasi paura.
"Dovrei farti la stessa domanda..." ricambiò il biondino con un sospiro.
"Diciamo che due casinari come me e te non potevano che trovarsi bene insieme!" scherzò poi cercando di riportare un po' di serenità in quella situazione surreale.
Mika ridacchiò, per la prima volta dall'inizio della serata e Andy con lui.
"Credo anche io!" disse mordendosi un labbro, trattenendo un sorriso.
"Non ho ancora ricevuto il video oggi..." gli ricordò Andy improvvisamente.
"E quindi voglio che mi mostri il tuo faccino sorridente mentre prepari la cena, ok?" gli chiese poi avendo davvero bisogno di vederlo sorridere, e cercando così di indurlo a fare qualche video demenziale simile ad alcuni che in quei dodici giorni passati aveva ricevuto.
"Sarà fatto capo." si affrettò ad accettare il riccio, asciugandosi con la manica della felpa le gote umide.
"Allora lo aspetto eh!" gli fece presente il greco.
"Sicuro, lo troverai domani mattina sul tuo pc. Ora ti lascio riposare, che le mie paranoie ti hanno disturbato abbastanza..." si scusò implicitamente il libanese.
"Quando vuoi..." gli disse certo che Mika avrebbe capito il significato delle parole non dette.
"Grazie... Ti amo!" disse con voce carica di gratitudine il moro prima di salutare il suo ragazzo.
"Anche io Mika, tanto!" concluse Andy salutandolo a sua volta e tornando tra le coperte certo che non avrebbe ritrovato Morfeo ad accoglierlo tanto presto.
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Two of a kind
FanfictionLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...