To be continued...?

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Il greco passò un dito tracciando i segni spigolosi e incerti della matita sulla carta ruvida e lievemente spiegazzata pronunciando in un sussurro quelle quattro parole.
"The Origin Of Love"

Mika udendo la sua voce articolare quelle poche sillabe percepì i battiti aumentare e una strana ansia attanagliare il suo stomaco. Chiuse gli occhi e pregò Dio o chi per lui di aver fatto la cosa giusta.

-*-*-*-*-*-*-

Andy aprì la copertina di quel fascicoletto chiaramente fatto a mano e la prima cosa che i suoi occhi videro, fu uno strano disegno colorato a matita.

C'era un cielo azzurro chiaro, sulla destra del quale spuntava uno spicchio di luna crescente. Al centro, delle vette appuntite e innevate svettavano alte, mentre al di sotto delle onde blu e azzurre, dai colori accesi e dai tratti ben delineati, adornavano il bordo inferiore della pagina. Dai fiotti d'acqua sbucavano poi delle strane creature che nell'immaginario di Mika dovevano essere dei pesci non molto amichevoli e in mezzo vi era rappresentato lo schizzo in bianco e nero di una figura alta e slanciata con una chioma scura in testa.

Accanto, sulla destra, similmente alla scritta della pagina di copertina vi era una sola parola, probabilmente il titolo di quella che era una delle sue nuove canzoni.

Come i suoi occhi si posarono sulle prime lettere di quella che, ancora senza musica, percepiva come una poesia, una sensazione di calore lo avvolse.

Con avidità percorse quelle rime e quei versi velocemente, ritornando poi ad assaporarne ogni riga lentamente, rileggendo piano e analizzando ogni parola che era stata messa sicuramente con un criterio ben preciso.

"With your love I can breathe underwater" disse poi alla fine enunciando ad alta voce il verso con cui si concludeva.

Alzò gli occhi su Mika che lo osservava in ansia e non poté fare a meno di pensare a pochi giorni prima, quando il ragazzo che gli stava di fronte aveva contribuito a realizzare uno dei suoi sogni da bambino.

Quel disegno tanto infantile quanto gioioso, sembrava la congiunzione di due mondi distinti e distanti.

Le vette aguzze che Mika amava scalare e il mare blu dentro al quale lui amava invece perdersi.

"È per questo che lunedì siamo andati a fare sub? Stavi pensando a questo?" chiese Andy portando l'attenzione su di lui, vedendolo torturarsi le mani nervoso.

Mika sembrò destarsi da una trance e rispose balbettando. "No cioè sì, cioè ehm... A dire il vero mi è venuto in mente solo dopo." ammise infine candidamente.

Nel frattempo aveva tolto le scarpe e per stare più comodo aveva incrociato le gambe assumendo la sua posizione tipica ad indiano che faceva tanto sorridere Andy, che per questo lo aveva sempre preso in giro.

"Quando l'hai scritta?" chiese curioso notando ogni dettaglio di quella pagina, dai colori alla calligrafia disordinata a cui, si vedeva, Mika aveva cercato di mettere ordine.

Il ragazzo non ci mise più di un secondo a rispondere: "Appena atterrato a Montreal" disse abbassando lo sguardo sui calzini azzurro acqua che indossava.

Andy annuì piano e decise di non infierire a quello stato di colpa che aveva riconosciuto nel suo comportamento.

Voltò pagina e si trovò di fronte un altro disegno, stavolta più scuro e meno delineato e una scritta simile alle altre due: Overrated. Anche per quella, spese alcuni minuti a leggere ogni parola e poi curioso senza porre domande per quel momento, passò oltre.

"L'amour dans le mauvais temps" Andy cercò di leggere quelle parole faticando terribilmente e voltandosi poi perplesso verso Mika che, per la prima volta, da che il ragazzo aveva aperto il libretto, udì ridacchiare.

"Stai ridendo di me?" chiese il greco dandogli un leggero spintone e assumendo una faccia da offeso molto teatrale.

Mika rise più forte, nascondendosi appena dietro ad un cuscino per poi ammettere con fare di scherno: "Sei sempre stato negato col francese" ricevendo 'sta volta uno scappellotto ben assestato.

La stanza si riempì finalmente delle loro risa, dopo lunghi giorni, poi Andy tornò alla ribalta:

"Quindi ti sei messo a scrivere in francese??" domandò con una punta di orgoglio il greco che più volte aveva consigliato al compagno di provare.

Mika annuì "Ho un amico che mi aiuta. L'ho conosciuto grazie e Christian. Abbiamo scritto anche le altre due" spiegò avvicinandosi al libretto e voltando un paio di pagine, mostrando al ragazzo altri due testi scritti in francese.

Le passò velocemente, ricordandogli di volere una prossima traduzione e poi continuò. Si soffermò brevemente su Celebrate chiedendogli una curiosità e poi approdò sulla pagina successiva, adornata da una mano piuttosto ben disegnata, dalla quale cadeva una mela rossa stilizzata.

Con la solita calligrafia spigolosa sulla destra appariva l'ennesimo titolo, stavolta decisamente lungo: "Love you when I'm drunk"

Come Andy lesse quelle 5 parole ad alta voce, Mika si sentì arrossire dall'alluce fino alla punta dell'ultimo ricciolo.

Andy voltò il suo viso con una lentezza calcolata, posando sul ragazzo uno sguardo sbieco decisamente tagliente e poco amichevole.

"Scommetto che l'ultimo messaggio che mi hai mandato prima di tornare, l'hai preso da qui!" disse in tono inquisitorio, lasciando da parte completamente il fare tranquillo e pacifico mantenuto per tutta la serata.

Mika, il cui cuore batteva ad un ritmo inaudito, venne percorso da un brivido freddo. Sapeva che quella sarebbe stata la parte più difficile, ma per il suo bene aveva deciso di affrontarla il prima possibile e levarsi quel peso.

Annuì senza dire una parola, sperando il greco non indagasse oltre, ma le sue speranze morirono ben presto, spazzate via dalla successiva domanda.

"Adesso questa me la spieghi. Per. Filo. E. Per. Segno!" disse scandendo chiaramente e mantenendo lo sguardo più duro che gli riusciva, mentre Mika sbiancava di una tonalità ogni 10 secondi.

Il dado era tratto. Se avesse superato questa, probabilmente poi avrebbe avuto la strada spianata. Fece un bel respiro e poi raccontò a Andy la serata che aveva ispirato quei versi, e la giornata successiva nella quale per la prima volta era affondato nei sensi di colpa, sentendosi soffocare come poche volte gli era successo in vita sua.

Andy mantenne una posizione di chiusura per tutto il tempo, braccia e gambe incrociate, sguardo freddo e espressione impassibile.

Forse anche per questo Mika si sentì quasi male, arrivato alla fine della storia, che il greco non aveva osato interrompere nemmeno per un nanosecondo.

"Sai qual è la cosa che mi fa più incazzare?" asserì ad un certo punto il biondo. Mika si morse il labbro con forza, alzando gli occhi verso di lui, scuotendo il capo chino in risposta.

"Che hai la faccia tosta di venirmene a parlare così... Semplicemente..." disse alzando il tono della voce e facendo socchiudere gli occhi al ragazzo che già si vedeva sbattuto fuori casa una volta per tutte.

"E come se fosse una cosa su cui scherzare, ci scrivi pure una canzone del genere..." continuò gesticolando e picchiettando due dita sulla mela rossa disegnata sul foglio.

Mika si strinse nel suo angolino sul divano del salotto mentalmente pronto a quello che sarebbe venuto dopo, ma improvvisamente il tono del ragazzo cambiò.

"Però non posso che riconoscere che sei stato completamente onesto." ammise abbassando la voce e addolcendo i toni.

Il riccio alzò lo sguardo appena, notando il viso più rilassato e meno teso del ragazzo che gli sedeva accanto.

"Perché hai deciso di dirmelo? Voglio dire... non l'avrei mai saputo se tu avessi fatto finta di niente..." chiese titubante. Non riusciva a capire fino in fondo il motivo per cui quella scappatella fosse arrivata fino alle sue orecchie. Avrebbe potuto tenerla per sé e loro non sarebbero stati a discuterne in quel momento.

"È per la canzone?" chiese ancora, anticipandolo. "Sapevi che ti avrei chiesto?" disse in ultima battuta avvicinandosi impercettibilmente al libanese, in cerca di risposte.

Mika scosse la testa e abbracciato ad un cuscino del divano rispose più onestamente che poté.

"Non riesco a guardarti negli occhi e mentirti. Lo sai." ammise, "Ho fatto tante stronzate concentrate in un periodo così breve.." disse con un risolino a cui Andy annuì con vigore dando ragione.

Si sistemò meglio sul divano, tornando in una posizione più autoritaria e seria, cercando lo sguardo del greco per potergli mostrare quanto tenesse a ciò che gli stava per dire.

"Non ti meriti nulla di quello che ti ho fatto passare" confessò a cuore aperto "se davvero mi darai una chance di ricominciare, voglio che tra me e te non ci siano segreti. Nemmeno il più insignificante" gli disse francamente, puntando gli occhi direttamente in quelli blu del compagno, che a quelle parole lo osservava rapito, senza proferir parola.

"Anche a costo di ricevere il tuo perdono nel doppio del tempo di quello che mi ci vorrebbe se me ne stessi zitto." concluse risoluto con un sorriso accennato.

Quando il silenzio calò nella stanza, Mika mantenne la sua attenzione sul biondo, mentre quest'ultimo abbassò gli occhi, nascondendo un sorriso e grattandosi la fronte con fare pensieroso, passando in rassegna i contorni incerti della mela disegnata in centro alla pagina, e la mano aperta che la stava lasciando cadere verso terra.

"C'è altro che ancora non so e che potrebbe farmi incavolare?" chiese d'un tratto il greco, alzando di nuovo il capo verso Mika.

Questi sollevò gli occhi in alto verso sinistra pensando ai mesi precedenti e poi ammise "Se non ricordo niente vale?" chiese grattandosi la nuca scoccando un'occhiata da bimbo.

Andy aggrottò le sopracciglia e lo guardò storto. "Cosa stai tentando di dirmi?" indagò diretto.

Il moro con un sorrisino sghembo confessò "A capodanno diciamo che ho un buco di una decina di ore buone..."

Andy scosse la testa rassegnato quasi come un padre con il proprio figlio. "Non voglio sapere!" sentenziò il greco passandosi una mano in viso e adocchiandolo con fare esasperato.

Lasciò quindi cadere la questione e tornò al libricino.

"...fissa nella mia testa c'è l'immagine di te?" lesse in cima alla pagina successiva.

"E questo chi è?" chiese a metà tra il serio ed il faceto tornando a voltarsi alla sua destra.

Vide Mika arrossire e portarsi una mano ad accarezzarsi il collo.

Si accigliò appena, sperando quella fosse la sua solita timidezza da romanticone e non una nuova confessione.

"Prova indovina..." sussurrò con un fare dolce.

Andy a quel punto tornò alle parole e lesse tutta la canzone d'un fiato. Alla fine si ritrovò con un sorrisone enorme e amorevole che non riuscì a nascondere.

"E questa di quando è?" chiese di nuovo curioso di capire a che punto di quella strana storia avesse sentito il bisogno di scrivere una poesia del genere, in cui esprimeva tutto il suo desiderio di tornare ad essere la polvere magica che guidava il suo cammino.

"Il giorno prima di partire per Atene" rispose semplicemente giocherellando con la cerniera del cuscino e nascondendo i piedi nelle fessure del divano.

Le pagine di quel piccolo quadernetto rilegato con uno strano nastrino dorato erano quasi giunte al termine e Andy era sicuro che se avesse continuato a trovare poesie simili a lui dedicate, avrebbe finito per crollare ben più presto di quanto si era prospettato.

Nella pagina successiva vi era un disegno che sembrava vagamente un dipinto di Van Gogh, dai toni giallo blu e le linee di colore marcato.

"L'hai disegno sul porto, sbaglio?" chiese girando il quadernetto verso Mika e indicando con un dito in direzione della zona sud ovest del paese.

"Esatto" confermò il riccio "L'ho scritta qui..." aggiunse donando un dettaglio in più alla sete di curiosità che era Andy in quel momento. "...la sera in cui sei arrivato" concluse per lui il biondino.

Ricevette uno sguardo meravigliato e perplesso e quindi fu costretto ad aggiungere che si ricordasse "il messaggio..." che aveva ricevuto poco dopo averlo spedito a dormire fuori.

Mika sorrise di pura felicità notando quel ricordo impresso perfettamente nella memoria del ragazzo che gli sedeva a fianco. In lui divampò un fuoco ardente di speranza.

"All I wanna do is make you happy" lesse con un sorriso radioso sulle labbra.

"Come fa? Cantamela!" chiese Andy avvicinandosi a lui e guardandolo con un'espressione di gioia e impazienza.

Ma il ragazzo scosse la testa deciso. "No no. Non ho nemmeno uno straccio di pianoforte. Te le farò sentire un'altra volta." rispose tornando a sistemarsi meglio nel suo angolino.

Ma Andy non sembrava intenzionato a desistere: "Come se ti servisse... Daaai Mikaaaaaa" lo supplicò mettendosi in ginocchio e unendo platealmente le mani davanti agli occhi.

Al suo sguardo da cucciolo non avrebbe resistito, ne era certo.

Infatti meno di mezzo minuto più tardi il ragazzo stava intonando il ritornello della canzone, mentre il biondo lo ascoltava osservandolo esterrefatto.

"Ma non so ancora come renderla... E' solo un abbozzo..." spiegò velocemente non appena smise di cantare.

Ma il greco non era del suo stesso avviso. Per lui una sua nuova canzone era sempre un gioiellino senza precedenti e non poteva che adorarla. Soprattutto quando sapeva le parole fossero dedicate a lui.

"Sappi che ci stai riuscendo..." gli confidò Andy con un sorriso innamorato in volto e gli occhi incastrati perfettamente in quelli castani del ricciolino.

Mika si perse un attimo assumendo un piglio incerto. Il più piccolo lesse perfettamente quell'espressione e si affrettò a chiarire meglio: "...a farmi felice... ci stai riuscendo." continuò.

Ci tenne un secondo a notare con gioia il mutamento repentino del viso del moro: da incerto divenne lucente e radioso, aprendosi in un sorriso splendido e sincero che Andy non gli aveva visto da troppo tempo. Il tutto venne corredato una delle sue risate spensierate da fanciullo che gli erano mancate come l'aria.

A quel punto il greco non resistette e si sporse verso di lui, accogliendolo in un abbraccio di cui entrambi, senza saperlo, avevano un estremo bisogno.

Mika rimase inebetito per i primi attimi, non reagendo minimamente, poi quando riuscì a connettere avvolse con affetto il busto muscoloso del ragazzo, incastrando il viso tra la spalla e il collo e traendo respiri profondi, in cerca di quella fragranza che per troppo tempo non aveva potuto sentirsi addosso.

Dovette concentrarsi e imporsi un certo contegno per non scoppiare a piangere dalla felicità, ma ci riuscì, lasciandosi sfuggire solo una insignificante lacrima che si infranse sulla stoffa beige della maglia di Andy.

Si separarono incrociando i loro sguardi persi ed i loro sorrisi per un lungo attimo poi il più piccolo tornò al suo posto prendendo tra le mani di nuovo il libricino che aveva posato dietro di sé e lo aprì sull'ultima pagina.

I disegni erano finiti e con la stessa calligrafia spigolosa vi era una sola scritta in grigio
"To be continued..."

Lo chiuse accarezzandone la copertina e poi tornò con l'attenzione alla sua destra.
"Sono troppo curioso di sapere come prosegue!" ammise molto sinceramente rigirandoselo tra le mani.

Mika sbadigliò pesantemente poi rispose vago: "Un pezzo è più vicino di quanto tu creda..." confessò furbo, aumentando l'impazienza dell'altro che gli si avvicinò minacciandolo con uno sguardo ed un sorriso sghembo.

"No no no. Non ti dirò nulla!" si premurò di assicurargli agitando le mani di fronte a lui con fare di diniego, cercando di allontanare da lui quell'idea.
Ci aveva lavorato letteralmente tutto il giorno e la notte scorsa, e non aveva intenzione di vuotare il sacco prima del momento in cui avrebbe deciso lui.
Era certo che Andy, una volta saputo l'ammontare di tempo che quella piccola cosa ormai quasi pronta gli era costata, lo avrebbe preso in giro a vita, ma poco gli importava.

Sbadigliò di nuovo un paio di volte sotto lo sguardo furbo di Andy che stava già pensando ad un modo per farlo parlare. Lui invece avrebbe volentieri desiderato affidarsi alle braccia di Morfeo e dormire le seguenti 12 ore, ma abbandonare quel momento spensierato che si era creato con Andy non era nemmeno minimamente contemplabile nei suoi pensieri.

Fortunatamente la posa minacciosa del greco e i suoi piani malefici vennero interrotti dallo squillo del suo cellulare, che si affrettò ad andare a recuperare dal tavolo della cucina, dove l'aveva abbandonato quasi un'ora e mezza prima.

Rispose a sua sorella che da Londra voleva sapere come andassero le cose in quel di Atene e limitrofi e si perse a parlare con lei, raccontandole anche gli sviluppi degli ultimi giorni sul fronte Mika.

Il libanese tese le orecchie cercando di origliare qualcosa della conversazione che avveniva non troppo distante da dove si trovava lui, sul divano, ma desistette ben presto dato che Andy dopo le prime due frasi in inglese, rivolte a colei che aveva capito essere Eleni, aveva iniziato a dialogare in greco.
Per questo lasciò perdere e si mise a giocherellare con il nastrino di stoffa con cui aveva rilegato alla bell'e meglio il libricino che aveva donato al ragazzo.

Eleni volle sapere per filo e per segno quello che era avvenuto negli ultimi 3 giorni nei quali non si erano sentiti e la chiamata durò, senza che se ne accorgessero, dalle 11 e mezza a mezzanotte inoltrata.

Andy ripose il cellulare sulla mensola del salotto e poi commentò "Comunque le donne son delle vere impiccione..." avvicinandosi quindi al divano dove aveva lasciato Mika prima.

La risposta attesa non arrivò e quando fece per sedersi tra i morbidi cuscini del sofà, si dovette fermare, notando la figura di Mika semi disteso con la testa abbandonata accanto al bracciolo, sopra un cuscino, placidamente addormentato.

Senza farci caso si ritrovò a sorridere inebetito a quella scena. Se ne stava abbracciato ad un cuscino, con il libricino ancora in una mano. Dormiva con la bocca semiaperta, su di un fianco con una gamba semidistesa e una piegata verso il petto.

Rimase in piedi a fissarlo per alcuni minuti, pensando al da farsi: non aveva la minima intenzione di svegliarlo e rispedirlo al B&B, non dopo il riavvicinamento avuto quella serata in cui aveva avuto modo di conoscere una parte di quel mondo nascosto che per mesi lo aveva incuriosito e fatto impazzire allo stesso tempo.

Chiedergli di salire al piano superiore e condividere il letto con lui, gli sembrava ancora un filino troppo per il momento, quindi decise di lasciarlo dormire dove stava. Senza far rumore gli si avvicinò e sfilò dalla mano il libricino con i suoi testi e disegni, quindi recuperò una coperta dalla poltroncina e la stese su di lui. Lo osservò senza riuscire a reprimere un sorrisino e dopo avergli lasciato una fugace carezza sul capo, sparì al piano superiore.  

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