Pencil sketches

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"...e anche se l'hai fatto per tornaconto personale... grazie!" concluse quindi il libanese schioccando un bacio sulla punta del naso a un Andy ancora una volta stupito.

Il biondo sorrise innamorato. Potevano litigare, battibeccare, lanciarsi minacce e vendette l'un l'altro ma ciò che c'era al di sotto di tutto questo era amore, quello vero.

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"Sarà enorme con un salone gigante, una sala da pranzo con una luuuuunga tavolata e una stanza da letto per ognuno di noi." Mika stava elencando con trasporto i suoi visionari progetti per il nuovo acquisto statunitense al cospetto di tutta da famiglia, riunita per il suo compleanno nella stretta sala da pranzo dei della villetta presa in affitto.

"Sì, sarà il nostro progetto d'arte e la casa dell'intera famiglia Penniman" affermò Yasmine, annuendo alle parole del fratello, mentre le due sorelle e il fratello minore sorridevano raggianti.

"Nel giardino ci sta una piscina?" chiese speranzoso Fortuné, avanzando la proposta con un mezzo sorriso furbo. "Anche bella grande" rispose immediatamente la maggiore dei 5, facendo esultare l'intera tavolata.

Mentre i figli gioivano e fantasticavano sulle varie caratteristiche che ognuno vedeva bene della grande villa in costruzione, Mike e Joannie si lanciarono uno sguardo e con un sorriso accennato avvicinarono le loro mani accanto ai piatti, intrecciandole e ampliando la curva delle loro labbra in modo dolce quanto spontaneo.

La tangibile atmosfera di calore e amore che si respirava in quella semplice cena riusciva a riempire d'orgoglio la coppia di sessantenni che tra i battibecchi affettuosi dei loro 5 figli vedevano racchiuso un concreto e visibile legame fraterno non così scontato in una famiglia numerosa.

Negli occhi scuri di lei ed in quelli più chiari di lui, in un istante si susseguirono senza sosta ma con una lentezza quasi irreale, le pagine più significative dei loro quasi 40 anni di matrimonio, costellati da luoghi, stati, nazioni diverse, che li avevano visti passare, soffermarsi e poi fuggire, sempre e comunque mano nella mano.

Il loro incontro Newyorkese sigla l'incipit di quel lungo e polveroso album dei ricordi, nato a quell'incrocio di Manhattan, sigillato con il loro matrimonio ed il viaggio di nozze nelle terre che a entrambi, in un modo o nell'altro avevan dato i natali; una pagina che si volta ed eccoli di nuovo a New York city, stavolta con tra le braccia un fagottino da cui sbucano due occhi chiari di tenue smeraldo; un'atra pagina, il sorriso timido e due codini di una Yasmine che con occhi sognanti osserva una neonata Paloma dormire placidamente nel suo lettino, cullata da una giovanissima Joannie. Con un soffio caldo la pagina che si volta li conduce dritti dall'altro lato del pianeta, avvolgendoli con profumi di spezie in un vociare arabo-francese. La prima delle loro scelte di vita. Il caos statunitense sfiancante e opprimente, lasciato alle spalle per ricongiungere le loro radici alla cultura di appartenenza, in una terra di ricco ed immenso passato. Il ventre di Joannie torna a farsi culla di nuova vita e gli sguardi curiosi ed emozionati delle due sorelle maggiori che scrutano il Mica fanciullino sono quanto di più bello due giovani genitori possano chiedere dalla vita. Un fruscio più impetuoso smuove la pesante pagina polverosa che segue e la loro amata terra muta, calpestata dall'inesorabile brutalità di uno scontro tra moderne civiltà, trasfigurate in fazioni distinte, separate da ideali contrapposti. I boati notturni, i risvegli dolorosi e lugubri del loro eldorado che in un lento sgretolarsi si piega sotto i colpi vili e gretti di un nemico troppo prossimo per permettersi di voltarsi e fingere indifferenza e quindi la fuga, la stessa intrapresa da migliaia di altri esseri umani, non tutti altrettanto benaccolti come una famiglia sui cui passaporti figura l'effigie dell'aquila americana. L'ombra della torre Eiffel e gli sconfinati boulevard prendono per mano i tre piccoli Penniman e plasmano il loro fanciullesco animo libanese con semplicità e fascino, donandogli quella lingua nuova e melodiosa, mentre i capofamiglia ricominciano a tessere daccapo la tela della loro storia. La spensieratezza conduce i passi della famigliola e osserva i pargoli farsi sempre più vispi, mentre nell'immaginario di Joannie e Mike due nuove perle iniziano a prendere vita, regalando negli anni a seguire ai tre fratellini una graziosa principessa dai tratti a dal nome arabeggiante e finalmente un secondo piccolo Penniman, compagno di future avventure per l'ometto di famiglia. Un'altra pesante pagina si abbatte con forza, oscurando il cielo terso sopra Parigi, nere nuvole si addensano sopra di loro, nascondendo all'amore dei loro occhi, il caposaldo della famiglia. Sono giorni, settimane, mesi di travaglio. Una costante attesa, snervante, opprimente, soffocante, grava sulle spalle forti di Joannie e la piega, mentre nel suo abbraccio sicuro cinque piccole creature cercano un conforto e una risposta che lei non sempre ha la forza di trovare. Ma l'arrendevolezza non sta di casa tra quelle quattro mura profumate d'oriente. La tenacia e la speranza riportano a Penelope il suo amato Ulisse, tra lacrime e abbracci increduli e colmi di silenzioso sollievo. Le vele si spiegano di nuovo, risalgono la Senna, attraversano la Manica e sbarcano in un'altra capitale. Joannie ritorna in un batter di ciglia a filare la sua tela, ricostruire il suo atelier, perdersi di nuovo tra chilometri di stoffe e ritagli di tessuto, ricamando di vivaci colori le vite dei suoi cinque gioielli, che a poco a poco affrontano la vita, quella curiosa che sa anche dimostrarsi crudele, quella dura che mostra però anche tutto il suo romantico splendore. La libertà prende per mano ognuno di loro e li conduce a vivere di arte e di virtù. Tra le pagine sgargianti un'ultima traccia scura, tetra, tagliente, intrisa di un cremisi doloroso ed improvviso macchia la realtà spensierata e di nuovo divide, prima di unire con rinnovata forza e ritrovato amore il legame indissolubile di chi troppe ne ha viste e tante ne ha passate.

In quello sguardo e quel congiungersi di mani si cela il loro cinematografico intreccio.

Negli occhi di entrambi si legge la soddisfazione e l'orgoglio della realtà che li circonda.

La grande dimora che sta nascendo nell'intreccio creativo delle menti dei loro 5 figli ormai adulti, è la dimostrazione della via verdeggiante e rigogliosa verso i quali i due genitori si sono strenuamente impegnati a condurli e che tutti e cinque hanno ormai imboccato definitivamente, camminando l'uno di fianco all'altro, pur con le loro immense differenze a tenerli per mano.

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Le spensierate vacanze, coronate dall'arrivo della mancante parte di famiglia e dalla festa per il 29esimo compleanno di Mika si conclusero lasciando in ognuno una carica positiva indescrivibile.

Subito dopo le due settimane di relax, Mika e Andy volarono insieme a Londra per portare a termine il documentario track-by-track del nuovo disco in uscita poco meno di un mese più tardi e sistemare alcune delle ultime cose che dovevano essere concluse prima della data prevista per la pubblicazione.

Andy se ne stava sul divano di casa insieme a Mel e distrattamente sfogliava uno dei centinaia di booklet arrivati a casa nello scatolone che la casa discografica del cantante gli aveva mandato affinché li firmasse e potessero andare a far parte dell'edizione limitata del suo disco, che includeva appunto una copia autografata del libretto.

Mika se ne stava seduto a gambe incrociate davanti al tavolino da tè, scarabocchiando il suo nome e spostando plichi di libricini da un lato all'altro del ripiano, facendone cadere di tanto in tanto qualcuno sul tappeto posto ai suoi piedi.

Per le prime dieci copie il moro si era sforzato di scrivere ordinatamente e disegnare anche un bel cuoricino. Dopo le prime 20 il cuoricino era divenuto uno schizzo stilizzato e spigoloso, al raggiungimento della prima pila di 50 aveva iniziato a delineare meno dettagliatamente le K e la A del suo nome ed ora che aveva quasi raggiunto il centinaio, il suo autografo somigliava più ad una onda del mare che al suo nome, mentre del cuoricino non vi era più traccia, sostituito definitivamente da una frettolosa X.

Il greco si premurava di tanto in tanto di recuperare i libretti sparpagliati confusamente, raddrizzarli con il titolo rivolto verso l'alto e ordinarli in file perfette accanto al divano, pronti per essere riposti nello scatolone una volta concluso il tutto.

Da una manciata di attimi aveva però lasciato da parte il suo compito per dedicarsi completamente allo scrutinio di ogni singolo centimetro quadrato delle pagine dei booklet.

Aveva perso il conto dei minuti passati a contemplare quelle illustrazioni, quegli stessi autentici disegni incisi a matita direttamente da Mika una notte di marzo di un anno prima in una minuscola stanzetta greca a qualche centinaio di metri da casa sua. Quel minuscolo insieme di fogli uniti alla bell'e meglio da un nastrino dorato, avevano rappresentato per lui l'apertura verso il nuovo mondo che Mika aveva creato lontano da lui, seppur con la sua immagine impressa -non sempre consapevolmente- a fuoco nel cuore.

Gli avevano restituito una porzione di vita, per la prima e unica volta in 4 anni, appartenuta solo ed esclusivamente a Mika. Da cui lui era rimasto fuori.

Le parole che vi erano contenute e le spiegazioni che ne erano seguire lo avevano fatto vacillare, arrabbiare, commuovere, sperare. I piccoli gesti timidi ed impacciati del Mika, che gli aveva svelato una ad una le sue nuove creazioni, seduto sul divano del suo salotto greco, se li ricordava uno per uno. Lo sforzo non indifferente che gli ci era voluto per non abbracciarlo stretto forte a sé dopo aver letto alcune di quelle rime, era allo stesso modo presente nella sua mente.

E come dimenticarsi la peculiare richiesta di Yasmine, comparsa nella villetta che i due condividevano dal loro ritorno primaverile.

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"Mika credo non tornerà prima di un paio d'ore..." spiegò il greco alla sorella maggiore del suo ragazzo, una volta che la porta fu chiusa e lei ebbe dedicato la giusta dose di attenzione a Melachi.

"Sì, me l'ha detto" rispose la ragazza alzando lo sguardo verso il cognato e lasciando un'ultima carezza alla golden.

"io infatti cercavo te." Lo mise al corrente con un sorriso, accomodandosi sul divano color panna del salotto delle donne, come lo chiamava Mika, che le aveva gentilmente indicato.

"Ah sì?" chiese il biondo alzando un sopracciglio stranito. Non era raro che i fratelli Penniman gli facessero visita per passare dei momenti con lui quando Mika non c'era, soprattutto Fortuné, ma sapendo quanto Yasmine fosse immersa nel lavoro, condiviso con suo fratello, sulle illustrazioni dell'album, le sembrava alquanto strano che lei avesse il tempo e la voglia si passare qualche ora con lui.

"Sì. Mi servi per il booklet" rispose diretta con un sorriso che denotava la captatio benevolentiae tipica di ogni Penniman che voleva qualcosa e non si impegnava troppo a dissimulare il suo fine ultimo.

Andy a quel punto sollevò anche il secondo sopracciglio ancora più perplesso. Non aveva idea di come avrebbe potuto collaborare nel processo creativo ancora in fase di incubazione.

"Lo farei volentieri ma..." iniziò cercando di declinare l'invito in maniera gentile, ma Yasmine lo interruppe.

"Oh non devi disegnare nulla tranquillo" si prodigò a mettere bene in chiaro con fare sbrigativo.

"A dire il vero non ho nemmeno capito ciò che vuole che io ti chieda..." esordì poi la 34enne assumendo un piglio incerto "..ma ha detto tu avresti capito." Concluse poi estraendo il cellulare dalla tasca e scorrendo velocemente tra i messaggi del fratello, prima di passarlo nelle mani di Andy.

- Vai da Andy, che è a casa, e fatti dare il libretto che gli ho dato in Grecia.- lesse il video-maker.

- Che libretto?- aveva chiesto Yasmine poco sotto.

- Lui lo sa- era la risposta concisa che Mika le aveva rifilato.

Andy sorrise, sia per lo scambio di battute da cui traspariva l'animo autoritario del Mika-at-work, sia per quella richiesta peculiare di cui Yasmine aveva capito ben poco.

"Quindi?" chiese la bella libanese impaziente di capire a sua volta di cosa il fratello stesse parlando.

"Dammi un secondo.." Andy le riconsegnò il cellulare e con un sorriso sparì oltre la porta, su per le scale che conducevano alla loro camera da letto.

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