Pour qu'un beau jour tu m'adores

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"Sarò onoratisssimo di essere la tua cavia!" disse con enfasi tornando a sedersi accanto a lui, rimirandosi i piedi senza sosta.

"Perfetto!" dichiarò l'uomo stringendogli una mano. "Affare fatto!" disse Mika con un sorrisone a 32 denti.

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Dopo altre due settimane di lavoro serrato, finalmente si trovavano a Parigi per le prove generali.

Si svegliarono la mattina del 3 luglio e come puntarono gli occhi fuori dalla finestra entrambi si imbronciarono.

"No no cavolo!!" sbottò Mika notando dalla finestra la pioggia battente che inondava la capitale.

"Dai, era prevista pioggia oggi, domani ci dovrebbe essere bel tempo." cerco di tranquillizzarlo Andy che con lui aveva dato un occhio alle previsioni in continuazione da ormai una settimana.

"Sì ma se non dovesse cambiare?! Poteri usare solo metà palco e la gente sarebbe tutta quanta sotto la pioggia per l'intera durata del conc..." Andy si avvicinò a Mika che in aveva iniziato a camminare in circolo davanti alla finestra e gli mise poco finemente una mano sulla bocca per zittirlo.

"Hey no! Non farti venir l'ansia per una cosa del genere." gli disse prendendo il viso tra le mani e facendo sì che lo guardasse.

Lo fissò per alcuni secondi senza parlare poi ricominciò: "Ma a te può sembrare una cosa da nulla ma sai ch..." Andy lo zittì di nuovo parlando sopra di lui "Sì lo so ma pensa a qualcosa d'altro. Come va Grace Kelly in francese?" chiese allora sempre trattenendolo, evitando che percorresse chilometri inutili per la stanza.

"Oddio quella!" farfugliò prendendosi la testa tra le mani. Andy sapeva che quello fosse un suo punto debole. "E il dragone?" chiese di nuovo. Quello era un altro problema non ancora risolto.

Mika sgranò gli occhi "Non sappiamo ancora nulla e..."

"E l'inedito l'hai provato?" girò il dito nella piaga di nuovo. "Oh cacchio Rain!" farfugliò lui.

Andy ridacchiò "E il mal di gola, di orecchie, di pancia, di testa?" chiese istigando la sua ipocondria.

"No no no!" Borbottò Mika i cui livelli di ansia stavano salendo alle stelle. Andy sciolse la presa dai polsi del riccio e lo abbracciò lasciando che affondasse la testa sulla sua spalla, accarezzandogli la schiena.

"Adesso ti tranquillizzi, facciamo colazione e poi risolviamo insieme uno a uno tutti i possibili problemi. Cosa ne dici?" chiese parlandogli dolcemente, continuando a passargli una mano sulla schiena.

Ora che si era sfogato, sapeva che una volta tranquillizzato, avrebbe iniziato a ragionare come doveva.

Era una cosa che aveva imparato su di lui. Quando c'era un problema, Mika si focalizzava su di esso fino a schizzare, non volendo sentir ragioni da nessuno.

Quando però i problemi diventavano troppi, arrivava ad un punto tale da non riuscire più a gestire la cosa e veniva sopraffatto dall'ansia, capendo che da solo non ce l'avrebbe mai potuta fare. Solo a quel punto lasciava che qualcuno a lui vicino, venisse in suo aiuto.

"Sì" pigolò con il volto ancora nascosto dalla maglia azzurra a maniche corte del biondo.

"Ottimo" gli disse lasciandogli un bacio sui ricci disordinati dal sonno.

Andy sorrise soddisfatto di sé stesso mentre entrambi si cambiavano.

Anche lui quel giorno aveva delle cose da sistemare e dei problemi da risolvere,ma memore delle esperienze passate, aveva imparato dai suoi errori e capito che Mika doveva sempre e comunque venire prima di tutte le sue preoccupazioni.

Il moretto era in grado di creare, gestire e organizzare imprese di portata enorme, ma quando cadeva o inciampava nelle sue inquietudini, senza il suo porto sicuro a cui aggrapparsi, finiva per crollare, e questo Andy non poteva far sì che succedesse di nuovo.

Si recarono insieme allo stadio e iniziarono a sistemare ciò che ancora mancava all'appello.

Mika era tornato a dirigere la grande macchina con sicurezza e grinta e arrivato a sera, tutto andava come doveva.

"Giretto per la città?" chiese al greco quando finirono di cena. Andy lesse nei suoi occhi la gioia e la luminosità. Era felicissimo e prima che quella luce venisse pervasa dall'ansia per ciò che l'indomani lo attendeva, lo assecondò all'istante.

"Decisamente sì!" disse alzandosi dalla sedia e uscendo con lui nell'aria frizzantina della Parigi post-acquazzone.

Camminarono per quasi due ore, e quando tornarono in stanza, fortunatamente entrambi riuscirono a prendere sonno facilmente.

La mattina dopo al suono della sveglia entrambi schizzarono fuori dal letto all'istante.

Mika corse alla finestra e vedendo il sole splendere nel cielo e nessuna nuvola all'orizzonte sorrise raggiante.

"Il tuo grande giorno tesoro mio!" gli disse Andy, prendendosi un momento per loro prima di iniziare la frenetica giornata e abbracciandolo da dietro, scrutando le luci mattiniere di una splendida Parigi.

Sorrise. Mika non poté fare altro che sorridere. Quello sarebbe stato uno dei giorni forse più importanti della sua carriera, era la realizzazione di tutto il lavoro degli ultimi quattro mesi.

"Il nostro grande giorno" sussurrò il moro. "Senza di te sarei sicuramente impazzito in questi mesi." gli disse sempre in un sussurro da dietro, unendo le loro guance, portando il viso ad appoggiarsi a quello di Andy sulla sua spalla. Il biondo gli lasciò un bacio sulla guancia barbuta e una carezza.

"E ora..." il moro mimò con le dita una cerniera che si chiude sulla bocca prima di zittirsi.

"Silenzio stampa?" chiese Andy rassegnato con un sorriso di scherno. Le sue fisse erano quasi comiche a volte.

"E come fai a sapere che la voce è ok se non parli da ieri sera, sussurri a parte?" chiese infierendo e provocandolo palesemente.

Il riccio lo guardò truce, mimò la cerniera che si apriva e: "Vaffanculo stronzo!" pronunciò a gran voce prima di tornare a mimare la chiusura di quell'ipotetica zip sulle sue labbra.

Andy scoppiò a ridere. "Va bene, va bene, hai vinto!" disse lanciandogli il cappellino nero con le angurie appoggiato sul comò.

Per tutta la giornata Mika si espresse a gesti, facendo impazzire e spesso ridere la crew.

Solamente un quarto d'ora prima del concerto tornò finalmente a parlare.

"Mamma mia ci siamo! Che figata, avete visto quanta gente c'è? E' tutto pieno! E poi non c'è traccia di nuvole o qualunque cosa possa andare storto. Tutti i problemi sono risolti. Che bello, che bellooooo, non vedo l'ora, mamma mia." Andy appoggiato alla porta del camerino del suo ragazzo con le braccia al petto lo guardava ridacchiando.

"Guarda che non devi per forza recuperare tutto quello che non hai detto in queste 12 ore eh." lo punzecchiò entrando e facendo ridere Paloma, nascosta poco dietro di lui dietro a una montagna di vestiti.

"Anzi eri più simpatico quando stavi zitto." si intromise Yasmine sbucando dalla porta adiacente.

"Ma andatevene un po' a quel paese tutti e tre!" sbottò Mika con un sorriso fintamente offeso.

Meno di 10 minuti più tardi le note di Relax risuonarono sull'enorme palco sovrastato dal faccione variopinto di un pagliaccio, e Mika fece il suo ingresso con un balzo, facendo esplodere la folla.

Durante tutto lo show si respirò spensieratezza, gioia, voglia di vivere e di divertirsi, un tripudio di luci, colori, suoni, animazioni. La quintessenza della vita. La realizzazione perfetta del sogno fanciullesco di quel ragazzo ricciolino che correndo avanti e indietro su quel palco, stava cantando per tutti ma soprattutto per sé stesso.

Si andò a cambiare un'ultima volta nel backstage mentre i suoi musicisti mostravano le loro doti di grandi virtuosi uno dopo l'altro, sulle note di Love Today.
Stava per avere luogo il momento per lui più temuto, ma era carico ed era certo di quello che stava per fare.

"Bonne chance mon amour" udì mentre metteva piede fuori dal camerino nei suoi pantaloni neri ormai strappati e t-shirt bianca. Si voltò incredulo. "Parles tu français maintenant?" chiese stupito voltandosi verso Andy. "Non rovinare il momento! Ci ho messo 5 minuti a ricordarmi queste 4 parole con l'aiuto delle tue sorelle!" lo rimproverò il greco pensando che gli avesse detto qualcosa di poco carino.

Mika ridacchiò con quella sua risata da bambino, notando come non ci fosse nessuno attorno diede un veloce bacio a Andy e poi con una scompigliata ai corti capelli color grano corse fuori.

Camminò fino al candido pianoforte a coda posto sulla piccola isoletta di palco in mezzo ai fan, annunciò a tutti come stesse per fare qualcosa che non aveva mai fatto prima e poi con un ultimo respiro profondo appoggio le dita componendo il primo sol maggiore della canzone.

Le note di Grace Kelly si espansero nello stadio, la folla era in attento ascolto, solo qualche urletto si poteva scorgere. Quando iniziò a cantare in francese, le 55.000 persone stupite si alzarono in un boato, mentre con attenzione Mika cantava quelle strofe nuove portando un occhio di tanto in tanto al foglietto messo in posizione tattica affinché non ci fossero lapsus o dimenticanze di sorta.

L'ultima strofa la cantò in inglese per poi passare di nuovo al francese, tutti quanti con lui. Alla fine della canzone la folla esplose in un delirio di urla e applausi, Mika sorrise con una felicità indescrivibile nelle iridi dorate e poi si portò le mani a coprirsi il viso, scuotendo la testa completamente incredulo davanti allo stadio festante.

Andy aveva visto la scena dalla telecamera principale, puntata dritta in faccia al suo fidanzato. Ci aveva letto tutte le emozioni risplendere nei suoi occhi resi chiari dalle potenti luci dei fari.

Ci aveva visto gli attimi di tensione iniziale, perfino un fugace velo di paura, dissipatosi in un soffio non appena le note avevano iniziato a riempire l'etere.

Ci aveva letto la grinta, la determinazione, il desiderio, lo stupore, l'intelligenza, la sicurezza e l'incommensurabile soddisfazione di ciò che faceva e ciò che era.

Il biondo non riusciva a smettere di sorridere. Era fiero di lui, fiero ancora una volta di più.

Il concerto finì sulle note di Relax, così come aveva avuto inizio alle luci del crepuscolo, stavolta però nei bagliori colorati che squarciavano il buio parigino.
Fu un successo, un'enorme successo. Riuscì tutto quanto, dalle grandi sfide ai dettagli più insignificanti.


Le settimana successiva a parte alcuni piccoli eventi ed interviste, il lavoro per Mika fu tranquillo. Andy invece era impegnato nel lavoro post-concerto che gli occupava gran parte del suo tempo.

Agosto arrivò in un battibaleno e Mika iniziò ad organizzare le settimane di vacanza che precedevano e seguivano il suo compleanno.

"Amore ho una proposta per il giorno del mio compleanno." Mika piombò in salotto un pomeriggio afoso di agosto inoltrato sorridendo smagliante. Andy che se ne stava al tavolo con il ventilatore puntato dritto in viso lavorando al pc, alzò la testa verso il suo compagno, squadrandolo con aria preoccupata e lievemente corrucciata.

Conosceva quel tono.

Sapeva che sarebbe seguita una supplica per un'idea che non avrebbe gradito.

"Non voglio saperlo!" mise infatti le mani avanti il greco.

Il riccio perse un po' di quel sorriso e di quella contentezza di poco prima, ma non si diede per vinto. Si avvicinò di più al ragazzo al lavoro, portandosi nella traiettoria del ventilatore e a pochi centimetri dal suo viso, appoggiando i gomiti sul tavolo e il mento sulle mani, in sua contemplazione.

Quando Andy alzò gli occhi dal pc, incontrò il viso sorridente del suo ragazzo e i lunghi capelli ricci mossi dalle ventole del ventilatore, Mika sbatté le palpebre un paio di volte a mo' di cerbiatto e il biondo sorrise di fronte a quella scena.

"Cosa vuoi?!" gli chiese allora, dandogli finalmente retta e trattenendosi dal dirgli quanto fosse dannatamente bello in quel momento.

Mika a quel punto gli parò davanti un foglietto, più precisamente una locandina. Il greco la prese tra le mani e la osservò attentamente. "Pronti a vivere un'avventura sensazionale? Canyoning, Rafting e Kayak vi aspettano" diceva la scritta in rosso in centro alla pagina. Accanto vi erano l'immagine di una canoa, quella di un canotto in mezzo ad un torrente e una terza di una persona che discendeva con una corda, quella che sembrava una cascata.

Andy alzò gli occhi su un raggiante Mika.

"Chissà perché temevo qualcosa del genere!" gli disse molto sinceramente.
"Dai! Voglio fare canyoning per il mio 25esimo compleanno. Ci vieni con me?" chiese speranzoso giungendo perfino le mani di fronte al viso in supplica.

"Manco so cosa sia il canyoning..." affermò con un velo di incertezza, chissà perché credeva che scoprirlo avrebbe solo peggiorato i suoi timori...

"Ti faccio vedere!!" esclamò allora il riccio, rubandogli il computer dal tavolo, scrivendo nella ricerca di google il nome dello sport e cliccando sul primo video che compariva in alto alla pagina.

Le immagini che scorrevano sullo schermo rendevano l'espressione di Mika sempre più impaziente e quella di Andy sempre più terrificata. C'era gente vestita con mute da sub, equipaggiata con caschetti, moschettoni di varie forme, corde e imbracature colorate che scendeva cascate con una corda, chi si lasciava scivolare tra enormi sassi scavati dalla roccia e resi simili a degli scivoli naturali dall'erosione dell'acqua, chi si lanciava da rocce dalle altezze che Andy reputava improponibili e al limite della pazzia umana, finendo con un tuffo in una pozza d'acqua sottostante per riemergere poi euforica, scendendo come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.

Alla fine del video, l'espressione dei due la diceva lunga. Mika non riusciva a stare fermo sulla sedia, continuando a parlare concitatamente elencando tutte le cose più "fighe" che aveva visto in quel video, Andy se ne stava immobile sulla sedia, cercando di capire come la gente potesse ritenere certe cose non divertenti ma anche solo fattibili.

"Allora??" chiese sempre più euforico e gioioso il riccio.

"Allora?! Ma sei scemo??!" sputò Andy quasi infervorandosi. La discussione che avevano avuto mesi prima sulle paure che il biondo aveva manifestato per certi comportamenti di Mika, evidentemente non era servita a nulla e anzi, ora che ci pensava, probabilmente quella era l'idea che gli aveva accennato proprio in quell'occasione e che lui aveva bocciato ancor prima di sapere di cosa si trattasse.

"E' pericolos..." fece per intervenire il greco ma Mika non lo lasciò continuare.

"Non dirmi che è pericoloso, ci sono centinaia, migliaia di persone che lo fanno ogni anno e raramente succede qualcos.." Andy lo interruppe a sua volta.

"Appunto, RARAMENTE non vuol dire MAI!" precisò seriamente preoccupato.

Ma il riccio aveva la risposta pronta. La determinazione che sapeva avere, era forte nella musica come in qualunque altro ambito, era una sfaccettatura forte del suo carattere.

"Sai quanti aerei cadono all'anno??!" gli chiese mettendosi dritto con le mani sui fianchi. "Abbiamo passato gli ultimi due anni della nostra vita prendendo decine di aerei al mese e siamo ancora vivi e vegeti." gli fece notare.

Andy non poté controbattere stavolta. Quella battaglia l'aveva vinta lui.

Allora incalzò in altro modo. "Ma quella è gente che ci sa fare. Tu manco sai come si tiene in mano un moschettone!" lo rimproverò a quel punto.

"Io prima che ci conoscessimo, andavo a scalare coi miei cugini in Francia" lo mise al corrente Mika, con fare saccente "E comunque sia, puoi non aver mai toccato una corda in vita tua che il problema non si pone, ci pensano loro a fare tutto, o al massimo ti insegnano. Dimmi che hai paura e non vuoi, ma non accampare scuse!" quasi si infervorò Mika a quel punto. "Se tu non vieni, ci vado da solo!" terminò poi con fare sicuro e uno sguardo che non ammetteva repliche.

Andy si trattenne dall'urlargli contro quello che stava pensando e chiudendo il pc si alzò dal tavolo con un "Ne riparliamo!" uscendo poi di casa.    

Two of a kindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora