La liberté revit

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Andy aveva capito come la sua presenza a Londra non fosse più necessaria e in seguito alle continue richieste di Thyrsos, decise che fosse giunto per lui il momento di tornare in Grecia al lavoro, dopo oltre un mese di permesso.

L'indomani chiamò il suo produttore ad Atene e si accordò circa il suo ritorno. Con Mika invece, aveva intenzione di parlare con calma, una sera che fosse tornato tranquillo dalle sue faccende.

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L'occasione si presentò dopo un paio di giorni. Tornato da una giornata con suo fratello e Zuleika, era rientrato decisamente di buon umore, così dopo aver cenato insieme, mentre preparavano la lavastoviglie, gli annunciò la sua prossima ripartenza.

"L'altro ieri ho parlato con Thyrsos..." iniziò il greco, facendo voltare Mika dal tavolo su cui stava recuperando i piatti.

"Ah sì?" chiese il ragazzo con calma, riponendo una fondina in un posto vuoto del carrello della lavastoviglie.

"Sì... Tra 4 giorni torno ad Atene. Dicembre sarà un periodo lavorativo piuttosto caotico" spiegò giustificando in qualche modo la dipartita, passandogli nel mentre i due bicchieri.

Mika gli sorrise appena, sistemando i vari oggetti ed incastrandoli meglio. "Il tuo capo è stato fin troppo gentile con te. Ad avercene..." gli rispose, capendo in pieno la generosità dell'uomo nei confronti del biondo.

Andy tirò un leggero sospiro di sollievo a quelle parole.

Uno dei cambiamenti che aveva notato in lui dopo l'incidente di Paloma era una visione della vita leggermente differente, maggiormente comprensiva e con una dose minore di egocentrismo.

Gli sorrise riconoscente, incrociando per un attimo la mano con la sua, sopra i bicchieri disposti in fila per essere lavati.

Sperava vivamente sarebbe riuscito anche lui a ritrovare la sua strada in campo lavorativo, ma era certo che la sua presenza, per quello, non fosse indispensabile.

Il mattino successivo, Mika tornò in studio insieme ad un paio di collaboratori e tornò a casa a metà pomeriggio inoltrato, nuovamente intrattabile e facilmente suscettibile.

Anche quella volta Andy capì il suo stato d'animo dallo sbattere della porta di casa.

Stava sistemando la lampadina del lucernario in cucina quando lo sentì rientrare e fiondarsi, senza nemmeno considerarlo, verso le scale che conducevano al terzo piano della grande casa.

Sospirò finendo il suo lavoretto e poi una volta sistemati gli arnesi, si diresse a sua volta nello studio di Mika, con Mel al seguito.

La porta era chiusa ma non bussò.

Da quella notte, quel semplice gesto era stato come bandito in casa, dopo che Mika gli aveva confessato di andare quasi in panico ogni qualvolta sentisse battere sul legno, come Dana aveva fatto.

Andy semplicemente abbassò la maniglia e socchiusa la porta chiese permesso.

Mika era come sempre disteso sulla chaise-longue con un libro in mano, quella volta una raccolta di poesie di Rimbaud.

Lo sguardo che si levò dal libro e venne puntato negli occhi blu di Andy, non fu per nulla di buon auspicio.

"Cosa c'è?" chiese il moro in tono quasi seccato, lasciando una veloce carezza a Melachi che si era avvicinata a salutare.

Andy cercò di essere gentile: "Nulla... Volevo salutarti..." gli disse sforzandosi di non recriminargli quel tono freddo che ben conosceva.

Il riccio tornò a puntare l'attenzione sul libro "Bene..." disse solamente. "Oggi ho capito che voglio scrivere un album che riesca a rendermi felice" aggiunse quindi, completamente dal nulla, giocherellando con due dita con le pagine del libro .

Andy sgranò lievemente gli occhi. Stava parlando di un nuovo album... Era una notizia da non sottovalutare.

"Davvero??" gli chiese curioso e ottimista, avvicinandosi a lui e accucciandosi affinché potesse guardarlo negli occhi e leggervi cosa gli passasse per la testa.

"Sì..." confermò. "Ma non ho idea di come fare..." confessò con la voce incrinatra appena dall'incertezza, facendo saettare lo sguardo su Andy per un microsecondo.

Il greco perse un po' di quell'entusiasmo. "Devo trovare qualcuno con cui lavorare... devo..." aggiunse mordendosi un labbro e facendo correre gli occhi in basso sulle frasi della pagina davanti a lui:


Il s'était dit : "Je vais souffler la liberté
Bien délicatement, ainsi qu'une bougie ! "
La liberté revit!


Lesse mentalmente in francese, pensando intensamente a quelle parole.

"Si era detto: «Voglio soffiare sulla libertà delicatamente, come su di una candela!» La libertà risorge!" tradusse poi in inglese sussurrando i versi di quella poesia scritta più di un secolo prima da uno dei cosiddetti poeti maledetti che lui adorava.

Un inno alla libertà.

Andy ascoltò attentamente, pur non comprendendo il significato e la provocazione che quelle frasi stavano avendo sulla mente iperattiva del ragazzo, in cerca di una risposta ai suoi perché.

Mika si era appena reso conto di dover rincorrere la libertà. Era quello che aveva capito gli mancasse.

Voleva cercare la felicità e la ricerca della felicità passava, secondo lui, per la via della libertà, che lui aveva smesso di percorrere per troppo tempo.

Dal ritrovamento di quella sensazione di planare alto tra le vette e sopra i mari come un uccello libero da costrizioni, poteva forse venire l'ispirazione e la scintilla che gli mancava. Doveva risorgere dalle proprie ceneri come una fenice e spiccare di nuovo il volo.

"Devo andarmene via da qui..." sussurrò seguendo la linea dei suoi pensieri perdendosi nella luce giallognola della lampada e alzando una mano davanti agli occhi disegnando con essa sul muro l'ombra di un'aquila in volo, che seguì con lo sguardo come ipnotizzato.

Andy lo fissò stranito cercando di capire.

"Vieni in Grecia con me per un periodo." gli propose dopo un attimo di silenzio mentre Mika si perdeva nell'intricato disegno a muro che aveva commissionato ad un pittore di sua conoscenza e di cui il suo studio era tappezzato.

Scosse la testa piano. "No..." disse flebilmente, smarrito nei suoi pensieri.

"Devo andar via... Da solo... Lontano..." asserì sempre in un sussurro, mentre Andy osservava nei suoi occhi il ritorno di quello strano luccichio che da tempo aveva perso.

Ci vide lo scintillio di un'idea.

Ci vide brillare la voglia di fare e il desiderio di creare.

"Ritroverai presto la strada... Me lo sento" affermò Andy posandogli una mano sulla spalla e lasciandolo poi vagare con la mente nel suo mondo da cui momentaneamente lo aveva chiuso fuori.

A cena non parlarono più dei loro piani futuri, mangiarono in tranquillità.

Il giorno dopo Mika si alzò presto recandosi dalla sorella e poi in studio.

La sua idea di creazione stava iniziando a trascinarlo sempre con maggiore forza, all'interno di un vortice dentro al quale tendeva a perdere la cognizione di tutto.

Aveva ricevuto la notizia che ci fosse un musicista e produttore con cui moriva dalla voglia di sperimentare, che per alcuni mesi avrebbe lavorato a Montreal e quell'idea gli stava balenando in testa tanto forsennatamente da fargli dimenticare tutto il resto.

Quando verso le due di pomeriggio tornò infatti dagli studi a casa, l'unica cosa cui riusciva davvero a pensare, era un aereo per Montreal.

Fu così che prese quella decisione. In un batter di ciglia.

McBook alla mano si rinchiuse nel suo studio e dopo un veloce sguardo e due calcoli affrettati, prenotò il primo volo disponibile per la fredda città canadese.

Andy come ogni sera, dal salotto salì al terzo piano per chiedere una cosa al compagno e lo trovò stavolta non davanti ad un libro ma con il pc aperto sulle gambe.

"Sai per domani a pranzo stavo pensando che..." disse iniziando a mettere giù i piani per il giorno dopo, venendo però interrotto.

"Non ci sono domani." annunciò come nulla fosse chiudendo il pc e voltandosi verso Andy.

"Me ne vado. Vado a ritrovare la mia libertà" affermò con un lieve sorriso ed un'espressione risoluta di chi sa quello che vuole.

Il greco rimase un attimo perplesso a quell'uscita e a quella decisione improvvisa ma poi sorrise. "È una bella idea." gli disse fiero di vedere ricomparire la persona capace e volenterosa di rincorrere i propri sogni, che aveva sempre conosciuto.

"Quando parti?" gli chiese quindi curioso avvicinandosi ulteriormente.

"Domattina" rispose con nonchalance buttando gli occhi al pc sfuggevolmente per controllare l'orario.

Andy annuì. Lui sarebbe invece ripartito di lì a due giorni.

Era confortante per lui sapere che Mika non se ne sarebbe rimasto a casa a piangersi addosso ma era invece intenzionato a riprendere in mano la sua vita lavorativa.

Il libanese quella sera preparò le sue cose con tranquillità e poi andò a dormire presto, salutando Andy con un lungo bacio della buonanotte.

Poche ore più tardi, all'imbrunire la sveglia suonò e lui si fiondò fuori dal letto velocemente.

Aveva tanta di quella voglia di partire e lasciarsi tutto il mondo alle spalle, che voleva mettere piede fuori casa e fuori Londra il più presto possibile.

In quel momento si accorse di una sensazione strana, capì di non percepire l'accenno di nostalgia tipico di ogni lunga partenza, ma di avere in sé solo il desiderio sfrenato di lasciarsi tutto alle spalle e non tornare per molto tempo.

Lasciò a Andy un'ultima veloce carezza e poi chiamando un taxi si fece portare in aeroporto, senza annunciare a nessuno dove fosse diretto.

L'attesa ai gate non fu mai così lunga. Non aveva idea del perché, ma era come mosso da una forza interiore inaudita che gli premeva dentro e gli chiedeva di liberarsi.

Non aveva idea di cosa avrebbe fatto a Montreal.

Non possedeva uno straccio di testo né un accenno di melodia su cui lavorare, ma non gli importava.

Anche quel vuoto così inconsueto gli faceva sentire un senso di libertà profondo.

Doveva ricominciare da zero. Era pronto!

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