"Ne voglio una copia da mettere accanto a questa!" decretò immediatamente Alexis, non appena Andy ripose la fotocamera, facendogli nascere un sorriso.
"Penso che ne farò stampare tre o quattro copie... giusto per sicurezza..."-*-*-*-*-*-*-
"Dublino! Che bello, un posto dove io posso parlare inglese!"
Mika esultò platealmente all'annuncio della città scelta per i suoi Home visit, grato alla produzione di poter tornare in un ambiente in cui per comprare qualcosa di quotidiano come il pane, non doveva sbizzarrirsi a capire la miriade di nomi incomprensibili delineati uno accanto all'altro.
Con il turbinio di progetti in cui era invischiato, il sapere di poter tornare in un paese a lui più familiare linguisticamente, gli infondeva una certa sensazione di piacere.
"Non ti libererai di me in ogni caso, lo sai questo, sì?" non perse tempo a ricordargli la simpatica siciliana, a cui andava il merito della parlantina italiana sempre più sciolta di Mika.
Il libanese emise un lamento sconsolato, istigando l'ilarità dei presenti. "Avevo paura di questo"
L'avventura irlandese partì con un carico di entusiasmo e una distinta curiosità.
Lo Slane castle lo accolse in tutta la sua smeraldina vivacità dei prati circostanti, prima che il cielo irlandese si facesse riconoscere con uno scroscio di pioggia battente.
Non era stato semplice per lui ai bootcamp eliminare alcune delle candidate della sua categoria, e ridurle alle 6 che insieme a lui abitavano quel giorno la vecchia dimora reale, impregnandone i muri di musica e poesia, e per nulla semplice si preannunciava la scelta finale.
Marco Mengoni, l'affascinante ragazzo italiano scelto come suo consigliere, non mancò di dispensare pareri utili e saggi e con un briefing relativamente veloce i due giunsero alla agognata decisione.
"E adesso come ci esco là fuori a infrangere i sogni di tre ragazze?!"
I produttori gli aveva concesso una ventina di minuti per formulare i discorsi da fare alle aspiranti cantanti, imponendogli un teatrale giro di parole nel comunicare la sua decisione, come i tempi e gli schemi televisivi imponevano.
"Dimmi semplicemente cosa intendi dirgli e ti aiuto" si offrì gentilmente Isabella, parlandogli in italiano, sforzandolo a fare lo stesso, dopo che per tutto il giorno si era divertito a dialogare in inglese con tutti coloro che incontrava in terra irlandese.
"La lingua non è il problema, io ho avuto tanti no quando ho iniziato, so che fa male" rispose spiegando dove stesse la sua difficoltà. Con che coraggio avrebbe risposto loro negativamente, quando sapeva benissimo quanto dura fosse ricevere una notizia di quel tipo, proprio a ridosso della vetta.
"Immagino lo sia Mika, proprio per quello sono sicura che saprai come affrontare la cosa nel migliore dei modi" gli sorrise l'italiana, che in mesi di convivenza con lui, conosceva ormai bene la sua sensibilità, ed era diventata per lui anche una fedele amica e consigliera. Lui l'aveva aiutata a varcare i confini della sua Sicilia e le era stata accanto girando il mondo, rassicurandola quando nelle metropoli di mezzo mondo si trovava spaesata e intimorita, spiegandole a volte in inglese, altre volte sforzandosi in italiano, piccoli aneddoti del posto in cui si trovavano, aiutandola a conoscere ed apprezzare ogni luogo. Lei ricambiava infondendogli quella sicurezza che spesso e volentieri vedeva vacillare, di fronte a ostacoli imponenti o l'ansia dei tempi stretti del loro lavoro.
In tutto e per tutto erano diventati un'ottima squadra.
"Scegli con cura le parole e intingi il tutto nella dolcezza, so che lo sai fare" lo esortò con fare calmo, vedendolo trarre un profondo respiro e accennare un sorriso.
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Two of a kind
FanfictionLa Mikandy più lunga che sia mai stata scritta. La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015. 1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione. Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercan...