Aretusa e Alfeo

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Andy rise di gusto e mise giù l'apparecchio solo quando Martin e Mike lo invitarono a festeggiare con un brindisi.

Si intrattennero una mezz'oretta buona, prima di rientrare tutti in hotel e esausti dalla giornata, crollare nel sonno.

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Il mattino dopo, la sveglia per Mika suonò piuttosto presto, le interviste e le ospitate promozionali erano un lavoro solo per lui e Jerry.

Inutile dire che davanti ad una telecamera, Mika fosse tutto fuorché a suo agio, ma fortunatamente in quegli show, poteva cantare anche le sue hit, e smorzare un po' il clima di tensione.

Il pomeriggio, senza nemmeno tornare in hotel, si imbarcarono sul volo che li avrebbe portati alla prossima tappa, la Francia.

Riuscì a scambiare 4 chiacchiere con Andy solo quando i due furono seduti l'uno accanto all'altro sul volo Edimburgo-Parigi, da dove si sarebbero poi spostati in auto, per il concerto della sera successiva, nella bellissima città normanna di Rouen.

"Com'è andata stamattina?" chiese Andy contento di poter chiacchierare un po' con Mika.

"La parte live bene, l'intervista così..." gli confidò candidamente, a lui queste cose non aveva bisogno di nasconderle.

"Mi chiedo quanto ci metterai ad abituartici..." si chiese il biondo, appallottolando la sciarpa e abbandonandola sul sedile vuoto accanto.

Mika non rispose, pensieroso. "Devo stalkerarti più spesso con la mia fedele amica, così accorciamo i tempi" scherzò riferendosi alla videocamera, sua compagna di vita.

"Tu stalkerami e io stalkero te!" rispose in finto tono minaccioso, scrutandolo con la coda dell'occhio.
"Allora ti starò appiccicato come una cozza!" gli sussurrò in un orecchio il greco, provocando un lieve rossore sulle gote del ragazzo.

La hostess passò tra i sedili, chiedendo cortesemente se qualcuno gradisse da bere o da mangiare.
Mika che a pranzo non aveva praticamente mangiato, la fermò e gentilmente le chiese. "Je voudrais un sandwich avec jambon et fromage s'il vous plait"

Andy si voltò verso di lui aprendo bene le orecchie.

La giovane ragazza dai capelli corvini gli fece un paio di domande a cui Mika rispose sorridente in perfetto francese, poi portò la sua attenzione su di lui e gli chiese "Est-ce que tu... ehm vuoi qualcosa anche tu?" si corresse Mika, passando da una lingua all'altra.

Andy lo fissò un attimo inebetito. "Ehm no, sono a posto così" gli disse poi solamente, tornando ad ascoltare la risposta che il riccio diede alla ragazza, di cui lui non capì una parola.

Mika affamato addentò il panino, non registrando lo sguardo di Andy, puntato sul suo viso.
Era la prima volta che il greco sentiva Mika parlare francese, la cosa lo rendeva estremamente affascinante. Sembrava un'altra persona.

"Buono?" gli chiese cercando di mettere a tacere i pensieri provocanti che aveva iniziato a fare.

"Buoniffimo" rispose lui masticando allegramente e spargendo briciole un po' ovunque.

Andy ridacchiò. Passava dall'essere un perfetto francesino dall'aria nobile, ad un bambino pasticcione, nel giro di un minuto.

Il volo atterrò nel sole ormai rosso del tramonto della Normandia. Quella sera avrebbero avuto la serata libera e Mika aveva intenzione di trascorrerla nell'affascinante capoluogo di regione che più volte aveva visitato da piccolo con la famiglia.

Misero piede in hotel che era ormai buio e decisero di uscire a cena tutti insieme.
Passeggiarono nelle vie incantevoli tra monumenti gotici e case dai tetti spioventi, in quella che veniva chiamata per la sua bellezza Ville Musée, dove trovarono un grazioso ristorante in centro e si fermarono a gustarsi le specialità tipiche del nord della Francia.

Andy si accomodò al tavolo tra Martin e Cherisse, non volendo stare continuamente appiccicato a Mika, temendo che gli amici potessero sospettare qualcosa. Per l'intera durata del pasto, risero e scherzarono tutti insieme, raccontando le emozioni della prima serata di show.

Una volta finita la cena, la squadra si separò in piccoli gruppetti, chi andò in hotel, chi restò a girare la cittadina.

Mika salutò tutti prima di prendere con sé Andy, decidendo di perdersi nei viottoli, da solo, con lui.

"Questa città è stupenda!" asserì Andy passeggiando accanto a Mika, di fronte all'imponente facciata gotica della cattedrale di Rouen.
Mika che ben conosceva la città, la illustrava pazientemente al ragazzo.

"Pensa che questa cattedrale Monet la dipinse in ben 30 tele, ognuna con una condizione di luce diversa, così da poter far notare come la percezione della realtà possa cambiare in un attimo."

"Eh già, la realtà cambia velocemente... può bastare una serata..." diede voce ai suoi pensieri ad alta voce il biondo, ripensando a poco più di una settimana prima.

Mika sorrise, capendo immediatamente.

Proseguendo, giunsero in una graziosa piazza, circondata dalle tipiche case a graticcio, ai piedi delle quali si trovavano dei resti di qualche edificio antico e su un lato della quale, si stagliava l'imponente figura triangolare della chiesetta dedicata ad una martire francese, molto conosciuta nel mondo.

"Questa è la piazza intitolata a Giovanna D'arco, proprio qui nel 1431, durante la guerra dei cent'anni tra inglesi e francesi, la pulzella d'Orléans morì al rogo"
spiegò Mika, indicando la chiesetta nella quale i due fecero il loro ingresso silenziosamente.

"Hmm, inglesi contro francesi eh?! Io sono l'inglese e tu il francese" asserì sornione Andy, una volta che si furono incamminati fuori dal luogo sacro.

"Ok Andy, tieni a mente questa frase!" controbatté Mika con un mezzo sorriso di scherno, superandolo e imboccando una strada laterale.

"Sai, questa città è chiamata la città dai cento campanili" gli disse poi più avanti, indicando una piccola torre ai piedi della quale si poteva notare un gigantesco orologio astronomico a due quadranti con al centro un sole dorato a 24 raggi, simbolo per eccellenza della città, costruito nel XIV secolo.

"Da lassù si vede tutta la città!" si ricordò Mika, "un giorno ti ci porterò!" concluse poi, sapendo che a quell'ora della sera, l'entrata non era permessa.

Andy intanto, si era avvicinato ad una fontana, posta ai piedi dell'orologio e sopra la quale, sul muro vi erano scolpite tre figure.

"Aretusa e Alfeo, quello sopra è cupido" gli disse Mika, portandosi di fianco a lui e alzando il capo, osservando a sua volta la ninfa, il pastore e l'angioletto.
"Conosci la leggenda?" chiese Andy.

"Purtroppo no." ammise Mika, che stavolta si trovava impreparato.

"Aretusa e Alfeo nella mitologia greca, sono i protagonisti di una leggenda di un amore impossibile che poi si è tramutato in una storia infinita, lui fiume, lei sorgente, le cui acque si unirono e si mischiarono per l'eternità"

Spiego inaspettatamente Andy, andando a ripescare nei racconti delle sue radici greche e voltandosi poi a cercare lo sguardo del ragazzo al suo fianco, il quale fissava la scultura con sguardo meravigliato, lasciandosi andare ad un "Oooh" estasiato, quella leggenda gli ricordava vagamente la loro storia appena nata.

"Adesso che me l'hai spiegato, questa fontana è mille volte più bella!" ammise Mika, girandosi verso Andy e incrociando le iridi con le sue. Avrebbe voluto abbracciarlo e baciare quella labbra sottili, ma c'era gente attorno a loro.

"Vieni!" lo afferrò ad un certo punto il riccio per la giacca, uscendo dalla via principale e imboccando una stradina più piccola.
Dopo pochi attimi di cammino sbucarono lungo il corso di un fiume che dal cuore della Francia scendeva lento verso l'oceano e le cui acque scure luccicavano alla luce dei lampioni.

"La Senna è sempre incantevole, in tutte le stagioni" comento Mika, passeggiando lungo il lastricato che si affacciava sulle rive del fiume.

"La Senna??" chiese Andy stupito. "Davvero stiamo passeggiando sulla Senna? Wow!" si esaltò il biondino saltellando qua e là contento.

"Ti aspettavi di camminare lungo il Tamigi?!" lo rimbeccò Mika, seguendolo ma a passo lento, stringendosi un po' nella sciarpa blu, riparandosi dall'aria fredda.

"Tu non capisci, da quando sono piccolo sogno di passeggiare lungo la Senna! Lo volevo fare a Parigi ma anche qui va bene, basta che sia la Senna!" esclamò eccitato.

Non capiva del tutto questa sua euforia, ma doveva ammettere che vederlo così raggiante lo faceva sentire bene, sapere di esserne la causa poi, lo faceva sorridere di gioia.

"La Francia ti fa male!" ironizzò Mika prendendolo in giro, quando di nuovo corricchiando tornò al suo fianco.
"Tu invece mi fai benissimo!" esclamò sincero Andy, prendendolo per mano e iniziando a correre.

Mika lo seguì per qualche metro, poi si fermò di colpo, tirandolo a sé. Fece una veloce ricognizione attorno a loro, si calò meglio la berretta in testa, lo osservò intensamente nelle iridi blu sussurrandogli "Vieni qui mio Alfeo!" e con una mano ancora stretta nella sua e l'altra dietro la sua nuca lo baciò intensamente, mentre la Senna li osservava in silenzio.

Restarono ancora un bel momento a passeggiare lungo l'argine del fiume, poi quando il grande orologio batté la mezzanotte, si incamminarono verso l'hotel, dove si salutarono e Andy si rintanò nella sua stanza, mentre Mika si chiuse la porta alle spalle, trovando nella camera, Cherisse già addormentata.

Il mattino dopo la routine si ripeté, Mika si svegliò di buon mattino, iniziando con un'intervista in radio, e proseguendo con la registrazione di due programmi televisivi.

Verso le 5 poté finalmente ritornare dal resto della squadra, che nel grande locale stava montando gli strumenti.

"Sweeet dreaaams aaare maaade oooof thiiiis" entrò Mika canticchiando la canzone che da tutto il giorno aveva in testa, sentita in radio.

"whoo aaam I to disaaagreee" continuò Mike da in fondo al palco.

"traavel the wooorld and the 7 seeeas" aggiunse Ida con la sua bella voce intonata.

"eeeveryybooody's loooking for somethiiing" conclusero in coro tutti quanti, ridendo poi come bambini.

"Quanto è bella sta canzone! Perché non la suonate??!" intervenne Nick dal mixer.
Bastò un incrocio di sguardi. Mika si posizionò al piano e gli altri ai rispettivi strumenti, iniziando a intonarla.

Ci vollero alcune prove, ma alla fine il risultato fu ottimo.

"Con la voce che ti ritrovi, andresti benissimo a cantare rock!" buttò lì Jerry complimentandosi con Mika ed i suoi acuti che su una canzone come quella erano oro colato.

Le prove furono più divertenti del solito grazie a quel siparietto e Andy non perse occasione di documentare il tutto minuziosamente.

Verso le 7 scesero verso il backstage, dove un buffet era già stato imbandito, e mangiarono ancora insieme.

La serata fu di nuovo un enorme successo, per la prima volta ci fu un sold out. Inutile dire che la contentezza era palpabile.

Anche quella sera Mika e Andy la passarono insieme, in giro per le vie della città e lungo la Senna che il biondino adorava.

"Perché ti piace così tanto questo fiume?" chiese Mika curioso ad un certo punto, mentre seduti su una panchina, scrutavano la corrente scorrere lenta.

"Mi ricordo di aver visto un film da bambino, non so nemmeno il titolo, so che c'era questa coppia di innamorati che passeggiavano lungo la Senna, a Parigi e si trovavano ogni sera su una panchina, di nascosto dalle loro famiglie. Non era nulla di ché, ma io da quel giorno sognai di camminare lungo la Senna... e finalmente ci sono riuscito." spiegò molto semplicemente Andy, sguardo scintillante rivolto verso lo specchio d'acqua.

"Altri sogni ancora da realizzare?" incalzò Mika, desideroso di dargli una mano nell'intento.

"Oh beh, un sacco. Uno di questi è poter mostrare la mia terra natia alla persona che condivide la mia vita, forse in questo potresti essermi utile..." confessò apertamente il greco, in un impeto di romanticismo.

"E tu invece, sei mai stato a Beirut?" domandò Mika in cerca di informazioni.

"No mai. So essere la capitale del Libano dai rimasugli di geografia imparati a scuola ma... so che si trova sul mare e... basta, prima che me lo dicessi tu non sapevo nemmeno ci fosse stata la guerra" ammise Andy grattandosi la nuca con fare colpevole. "Non siamo nati troppo distanti noi due" osservò Mika, rendendosi conto che Atene e Beirut quasi si guardavano ciascuna sull'altra sponda del Mediterraneo.

"Abbiamo sangue blu mare nelle vene" scherzò il più giovane.

Anche quella sera tra una chiacchiera e l'altra si era fatta quasi mezzanotte, e i due decisero di rientrare in hotel. 

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