Violin string

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"Dopo questa non osare mai più prendermi in giro quando mi dimentico un compleanno...." ghignò contento il moretto, alzandosi dalla sedia per andare a pagare e lasciando Andy sconsolato a leccarsi le ferite.

Quella volta se l'era meritata.

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Il piede continuava ad oscillare incontrollabile da una buona decina di minuti. Il resto del corpo intersecato in un groviglio di muscoli ed articolazioni, le gambe accavallate, le braccia incrociate al petto e le mani che ininterrottamente andavano a lisciare ora la stoffa delle maniche, ora quella della giacca blu elettrico.

Mika era seduto sul divanetto del suo camerino in quella posizione di inquieta tensione, da quando aveva messo piede nella arena dove si sarebbero tenute le prima audizioni di XFactor.

"Cioccolata?" chiese infastidito al suo manager, squadrando il bicchierino marrone di plastica appena preso alla macchinetta in fondo al corridoio, da dove una leggera nuvoletta di vapore dolce si alzava verso l'alto.

"Sei già abbastanza agitato, un caffè non mi sembrava la cosa più saggia..." spiegò Giulio, ricevendo immediatamente l'assenso di Isabella, intenta a sfogliare una rivista al tavolino.  

Mika sbuffò sonoramente girando la palettina di plastica con fare fin troppo impetuoso, avanzando verso la porta per poi tornare immediatamente sui suoi passi per 3 volte di fila.

L'irrequieta marcia circolare, corredata da borbottii sempre più frequenti instillò una certa ansia anche nell'imperturbabile figura del manager che non represse un sospiro più pesante del dovuto, prima di pronunciarsi in un "Vado a vedere a che punto sono" concedendosi il lusso di una fuga anticipata dalla gabbia del leone.

"È solo un incontro informale tra colleghi e staff... Andrà bene". Le parole di Isabella echeggiarono per la stanza al ritmo di una biglia impazzita dal cui tracciato però Mika si destreggiò con agio.

Nemmeno l'espediente della sua lingua madre aveva infatti avuto successo nell'incontrare l'intelletto perturbato del ventinovenne, andando a perdersi nel vuoto di quelle pareti.

Solo il cigolio sinistro della porta del camerino, ebbe il potere di interporsi nel suo flusso di pensieri, e quando l'imperativo "Andiamo" risuonò finalmente nelle sue orecchie, Mika si fiondò senza ulteriori esitazioni a testa alta verso l'ignoto.

Il corridoio stretto e grigiastro, percorso a falcate lunghe e distese, si esaurì nel giro di un frangente e la luce incandescente della stanza dove i 3 giudici erano già riuniti, lo stordì quel tanto che bastava per farlo rallentare vistosamente.

La mano di Giulio andò istintivamente a collidere con la giacca blu elettrico all'altezza della schiena, in un sincero incoraggiamento e tacito invito a proseguire.

Varcò la soglia della luminosa stanza e immediatamente venne investito dal chiacchiericcio spensierato e concitato dei tre colleghi, che uditi i passi sul pavimento lucido, si voltarono interessati.

Il sorriso curioso e attento del meno giovane della comitiva ebbe sul nuovo arrivato l'effetto di una dose di adrenalina dritta in vena, a cui il cuore rispose incrementando notevolmente le palpitazioni.

Ci mise più del voluto a rispondere a quel gesto cordiale, ancora avvolto dall'ansia insensata di quel nuovo incontro.

"Ciao!" lo salutò affabilmente, alzandosi dal tavolino che l'aveva sostenuto in posizione semi-eretta fino a quel momento e andando incontro al giovane cantante appena apparso.

Mika si sentì pervadere da un'agitazione improbabile, ed ebbe bisogno di recuperare da un angolino nascosto, il coraggio per parlare. "Ciao" rispose incerto, allungando una mano a stringere quella di Elio che già stava a penzoloni davanti a sé, in attesa.

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